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L’egemonia anglosassone ha plasmato l’Occidente per due secoli, ma oggi mostra segni di declino. Per evitare il collasso, l’Europa deve separarsi da questo modello, riscoprendo le proprie radici e un’autonomia geopolitica ed economica. Il futuro richiede un nuovo paradigma.
Abbandonare l’Occidente anglosassone
L’idea di Occidente e Oriente non è fissa nel tempo, ma ha assunto significati e forme diverse. Negli ultimi due secoli, la cultura occidentale è stata dominata dagli anglosassoni, prima con l’Impero britannico e poi con l’egemonia americana.
Questo dominio ha creato un’uniformità ideologica e politica che oggi si mostra sempre più inadeguata a rispondere alle sfide della complessità globale. Per affrontare il futuro, diventa necessario separare l’Occidente continentale europeo da quello anglosassone, al fine di evitare il collasso di civiltà che sembra profilarsi all’orizzonte.
Le radici dell’egemonia
L’influenza anglosassone affonda le sue radici in un’antica stratificazione culturale che ha origine nelle tribù germaniche oltre il limes romano. Queste comunità, prive della tradizione della città e dello Stato, svilupparono un’organizzazione sociale basata su clan e individui, una caratteristica che ha segnato profondamente la loro evoluzione politica. L’Inghilterra, colonizzata da angli, sassoni e juti nel V secolo, sviluppò una forma di governo basata sul potere della ricchezza e sul contratto sociale.
La Gloriosa Rivoluzione del 1688 sancì il potere dei possessori di ricchezza riuniti in Parlamento, consolidando un modello di governo che, secondo Montesquieu, affondava le sue radici nei “boschi” germani. Questo modello favorì l’ascesa di un capitalismo liberista, teorizzato da pensatori come Adam Smith e Bernard de Mandeville, e accompagnato da una concezione individualistica della religione, con il protestantesimo frammentato in migliaia di interpretazioni.
Il dominio anglosassone sul mondo
Con il tempo, questa forma di occidentalità anglosassone si è imposta attraverso tre tipi di dominio:
- Dominio sociale – L’élite anglosassone si è sempre auto-legittimata attraverso il possesso della ricchezza, interpretando il diritto a governare come un segno di elezione divina. Il sistema politico, basato su una democrazia elitaria e bipartitica, ha consolidato questa forma di potere.
- Dominio sulla natura – La concezione baconiana della scienza ha spinto verso una totale subordinazione della natura ai bisogni umani. Questo approccio ha contribuito al degrado ambientale e alla crisi ecologica attuale.
- Dominio sugli altri popoli – Il colonialismo anglosassone, prima britannico e poi americano, ha imposto il proprio modello economico e politico al resto del mondo, giustificandolo con la missione civilizzatrice e con la necessità di garantire mercati e risorse.
La fine di un ciclo storico
L’egemonia anglosassone, dopo oltre due secoli di dominio culturale e geopolitico, sta ora mostrando segni di declino. La crisi economica del modello neoliberista, il progressivo indebolimento del soft power americano e l’ascesa di nuove potenze globali stanno accelerando la transizione verso un mondo multipolare.
Tuttavia, in Europa, l’influenza anglosassone continua a essere forte. Le attuali élite europee sono in gran parte subordinate alla versione liberale progressista dell’anglosfera, mentre le nuove destre emergenti tendono a replicare i modelli conservatori americani. In entrambi i casi, l’Europa appare incapace di sviluppare un’identità autonoma.
La necessità di una separazione
Per adattarsi alla nuova era complessa, l’Europa continentale deve emanciparsi dall’Occidente anglosassone. Ciò significa:
- Rifiutare l’uniformità culturale imposta dal pensiero anglosassone e riscoprire le proprie radici filosofiche e politiche.
- Costruire un modello economico alternativo, meno legato alle logiche di profitto individualista e più orientato al bene comune.
- Ridefinire la propria posizione geopolitica, sviluppando relazioni autonome con il resto del mondo senza essere strumentalizzata dagli interessi americani.
La separazione degli Occidenti non sarà semplice, ma è necessaria per evitare di essere trascinati nel declino del modello anglosassone. L’Europa ha bisogno di un nuovo paradigma per affrontare le sfide della complessità globale e costruire un futuro indipendente dalle logiche che hanno dominato gli ultimi due secoli.
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20.03.2025
* Quest’articolo rielabora e riassume alcune tesi formulate da P. Fagan