Di Lorenzo Maria Pacini, strategic-culture.su
Mercoledì 24 luglio 2024, il presidente israeliano Bibi Netanyahu ha pronunciato un discorso al Congresso degli Stati Uniti d’America che passerà alla storia.
Il discorso del clown più pericoloso al mondo
In assenza della leadership politica – impegnata in una crisi sociale senza precedenti fatta di scandali di pedofilia, vecchi con l’Alzheimer che premono bottoni a caso nelle sale operative delle guerre e clown sotto psicofarmaci che assaltano le banche -, il “padrone di casa” dal Medio Oriente ha approfittato per recarsi a Washington e chiarire alcuni aspetti programmatici del futuro dell’Occidente collettivo.
Ecco alcuni punti salienti del suo folle discorso, con il quale ha orwellianamente ribaltato la realtà, diffuso fake news, manipolato gli ascoltatori e legittimato un genocidio che prosegue mentre il resto del mondo pensa ad andare in ferie, scrivendo però “All eyes on Rafah” sui social per lavarsi la coscienza:
– “La guerra a Gaza ha uno dei più bassi rapporti tra combattenti e non combattenti nella storia della guerra urbana”.
– ‘Non un solo civile palestinese innocente è stato ucciso dall’IDF a Rafah’
– “L’Iran è dietro a tutto il terrorismo, a tutti i disordini, a tutto il caos e a tutte le uccisioni senza fine. E questo non deve sorprendere.”
– “Per l’Iran, Israele è il primo, l’America è il secondo. Quando Israele combatte Hamas, stiamo combattendo l’Iran. Quando combattiamo Hezbollah, combattiamo l’Iran. Quando combattiamo gli Houthi, combattiamo l’Iran. E quando combattiamo l’Iran, combattiamo il terrorismo radicale. ”
– “Non stiamo solo proteggendo Israele, stiamo proteggendo gli Stati Uniti. I nostri nemici sono i vostri nemici. La nostra lotta è la vostra lotta. La nostra vittoria è la vostra vittoria”.
– Netanyahu ha poi proposto una Alleanza di Abramo, composta da Israele, Stati Uniti e Paesi Arabi dipendenti dai due sopra citati.
– Ha ricevuto un totale di 58 standing ovation in 60 minuti di discorso (nemmeno in un concerto di Taylor Swift!)
Quindi, ricapitolando:
– Il genocidio dei palestinesi non esiste
– Al limite, c’è un genocidio buono ed è quello israeliano
– La Palestina si chiama Israele e se la pensi diversamente sei un idiota
– Israele è vittima, purtroppo si è trovato in casa della gente che stava lì da millenni che pretende di riavere la propria terra
– L’unico palestinese buono è un palestinese morto
– La colpa è tutta dell’Iran (unico Paese al mondo ad aver combattuto contro l’imperialismo del Grande Satana (Israele+USA+UK+Arabia Saudita) che ha la colpa di essere sciita (e anche quella di aver debellato il terrorismo islamico wahabita e salafita in Medio Oriente e di aver arginato l’espansionismo imperialista)
– Se la pensate diversamente, forse una pallottola ve la meritate anche voi
L’Alleanza di Abramo
Nel delirio generale delle sue parole, Netanyahu ha avanzato la proposta strategica di una alleanza, di carattere militare, politico ed economico, denominata “Alleanza di Abramo”.
Se gli Stati Uniti avessero cercato di formare questa alleanza 10 anni fa, avremmo potuto dire che Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Giordania ed Egitto avrebbero probabilmente aderito. Con la guerra siriana in corso, i timori per il programma nucleare e il sentimento anti-iraniano al punto di ebollizione, le nazioni arabe sentivano di avere qualcosa da dimostrare.
Tuttavia, nel Medio Oriente dell’anno 2024, con l’Iran come forza emergente che ha imposto equazioni di potere duro ai suoi vicini, e dopo l’accordo di pace tra Iran e Arabia Saudita, penso che una tale alleanza non sia fattibile. Nel migliore dei casi, il Regno di Giordania e il Bahrein si unirebbero a tale alleanza.
L’Arabia Saudita è apertamente interessata a legami più stretti con l’Iran, gli Emirati Arabi Uniti seguono per lo più la politica saudita e dipendono fortemente dalle importazioni iraniane, mentre l’Egitto ha una storia di rifiuto delle alleanze e ha problemi più grandi dell’Iran. Nessuno di questi Paesi sarà entusiasta della prospettiva di un’alleanza anti-Iran in un momento in cui l’Iran sta rapidamente emergendo come potenza geopolitica preminente in Medio Oriente.
La Giordania, a causa della sua dipendenza dalla NATO e dagli Stati Uniti, è quella che più probabilmente sarà favorevole. È stata l’unica nazione araba ad aprire il proprio spazio aereo all’aviazione israeliana quando l’Iran ha lanciato i suoi attacchi missilistici contro Israele nell’aprile di quest’anno.
Anche il Bahrein, che ospita la flotta statunitense del Golfo Persico, se da un lato potrebbe essere interessato ad aderire, dall’altro ha manifestato apertamente il proprio interesse a ristabilire i legami diplomatici con la Repubblica Islamica dell’Iran.
In breve: l’“Alleanza di Abramo” finirà probabilmente per essere un guscio di ciò che avrebbe potuto essere un tempo. Sarà un’alleanza vuota e superficiale, composta per lo più da Stati Uniti e Israele, simile all’operazione Prosperity Guardian, che è ampiamente considerata un flop.
Resta poi, in tutto ciò, da considerare un ultimo fondamentale punto: mentre Netanyahu e i suoi adepti blaterano di trasformare il conflitto israelo-palestinese in una guerra di portata mondiale su base religiosa (in perfetto stile escatologico neocon), dimenticano forse che il resto del mondo – “the rest”, come dicevano gli americani – sta voltando pagina e non starà a guardare. Russia e Cina hanno già concluso la posa dei pilastri di un mondo multipolare… in cui la guerra non si combatterà più come prima.
Di Lorenzo Maria Pacini, strategic-culture.su
27.07.2024
Lorenzo Maria Pacini. Professore Associato in Filosofia Politica e Geopolitica, UniDolomiti di Belluno. Consulente in Analisi Strategica, Intelligence e Relazioni Internazionali.
Fonte: https://strategic-culture.su/news/2024/07/27/the-abrahamic-alliance-reality-or-work-of-fiction/