Non male per il primo quotidiano italiano, cosa ne pensate ?

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DI MAURO BOTTARELLI

ilsussidiario.net

Volete sapere in che Paese viviamo? C’è una storia che lo rappresenta alla perfezione, quasi una metafora cucita addosso a quest’Italia di caste e potentati, capitalismo di relazione e fandonia come ragione di vita. L’altro giorno il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo nel quale veniva descritta una Russia sull’orlo di una crisi di nervi per il timore di una guerra con gli Stati Uniti, parlando addirittura di pane razionato a San Pietroburgo e altri allarmismi da quattro soldi che il quotidiano di via Solferino ha ben pensato bene di mettere in prima pagina, immagino avvisando in anticipo della scelta Villa Taverna. Succede, però, che chi in Russia ci vive e lavora sia stanco della propaganda anti-Putin dei salotti buoni italiani e abbia preso carta e penna per dire la sua.

Si tratta degli imprenditori italiani del gruppo Gim Unimpresa, i quali hanno deciso di mettere un po’ in prospettiva la faccenda e scrivere due righe al direttore del quotidiano milanese: «Le scriviamo in relazione all’articolo, a firma Fabrizio Dragosei, apparso oggi nella prima pagina del suo giornale, relativo alla Russia, dove si paventa un clima di Guerra, con tutta una serie di fatti ed esempi che starebbero a dimostrare il contenuto dell’articolo. Non abbiamo certo la pretesa di modificare le convinzioni del suo giornale sulla Russia, vorremmo però chiedere un maggior senso di responsabilità nel diffondere notizie che possono creare preoccupazione e panico tra le migliaia di nostri connazionali che lavorano e intrattengono relazioni di vario genere soprattutto economico con questo Paese. In Russia non c’è alcun clima di guerra e gli esempi forniti dal giornalista sono del tutto inesatti o palesemente parziali».

Avessi mai ricevuto una lettera simile per un mio articolo e sapessi che quella missiva contiene la verità, mi dimetterei dalla vergogna e lascerei il Paese, ma, tranquilli, in questo caso non accadrà, è ordine di scuderia dall’alto quello di dare la colpa a Putin anche per il brutto tempo e le buche per strada. Inoltre, nella missiva si fa notare che «le esercitazioni della Protezione Civile vengono effettuate ormai da 16 anni con cadenza regolare, come peraltro avviene in tanti altri Paesi, le scorte di grano e generi alimentari esistono in Russia dal 1949, quando venne creato un apposito Servizio Statale sulle scorte strategiche, che viene alimentato e rinnovato costantemente. Tralascio le considerazioni sulle vicende militari in quanto oggetto di sostanziale disinformazione mediatica in atto da tempo».

Non vi basta? C’è dell’altro. Gli imprenditori aggiungono poi di voler «garantire che la nostra comunità italiana in Russia, non vive le ansie e le agitazioni che sono rappresentate nell’articolo in questione, d’altra parte se l’autore dell’articolo volesse visitare Mosca o altre città, cosa che da molto tempo non avviene, ne trarrebbe sicuramente impressioni diverse da quelle descritte Chiediamo infine un maggiore equilibrio e la possibilità di dare spazio a posizioni differenti».

Non male per il primo quotidiano italiano, cosa ne pensate? Ma nessun altro giornale avrà riportato questa presa di posizione, perché occorre fare “sistema”: gli impuniti della disinformazione si spalleggiano e si proteggono l’uno con l’altro, perché hanno una missione comune da compiere. Ovvero, propagandare balle per conto terzi. E di materiale ne hanno a bizzeffe: la Siria, la Russia, le elezioni presidenziali Usa, il referendum costituzionale, l’allarme terrorismo. Ma non è colpa loro, è il sistema a essere marcio al suo interno.

 

Mauro Bottarelli

Fonte: www.ilsussidiario.net

Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2016/10/14/GEO-POLITICA-Le-follie-italiane-su-Russia-e-immigrazione/728030/

14.10.2016

 

Estratto dall’articolo Le “follie” italiane su Russia e immigrazione

 

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