Bomba in arrivo sui vaccini covid: il Tar Lazio potrebbe sospenderne la vendita

Intervista all'Avvocato Andrea Oddo. Si terrà il 2 dicembre prossimo l'udienza del procedimento al TAR Lazio contro l'Agenzia Italiana del Farmaco, importante iniziativa legale che potrebbe portare alla sospensione della vendita dei vaccini anti-Covid in quanto non supportata dalle relazioni obbligatorie sulla sicurezza ed efficacia.

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di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

Ci sono alcuni documenti che devono accompagnare la vendita dei cosiddetti “vaccini” anti Covid-19, tuttavia questi fondamentali incartamenti continuano a rimanere avvolti da un fitto mistero.
Ci stiamo riferendo alle relazioni obbligatorie di sicurezza ed efficacia che, ormai diverso tempo fa, i legali dell’Associazione IDU, Istanza Diritti Umani di Novara, avevano richiesto ad AIFA. L’Agenzia Italiana del Farmaco aveva replicato, però, di non esserne in possesso, rimandando la questione all’EMA.
Prendendo atto della risposta, i legali non si erano dati per vinti e si erano quindi rivolti direttamente all’Agenzia Europea del Farmaco che, a sua volta, ha fornito un’ulteriore risposta negativa.
Da qui la decisione dell’avvocato Andrea Oddo (uno dei difensori dell’Associazione) di fare ricorso al TAR del Lazio in modo tale che AIFA sia obbligata da una sentenza a mostrare i documenti. Secondo la normativa europea, infatti, questi certificati devono essere obbligatoriamente forniti dalle aziende produttrici non solo all’ente di controllo Europeo – ovvero all’EMA – bensì anche agli enti che, all’interno delle singole Nazioni, devono vigilare sulla vendita dei farmaci, ovvero nel nostro caso AIFA.
Trattasi, quindi, di informazioni di rilevanza pubblica e assolutamente necessarie tanto per l’immissione che per il mantenimento sul mercato dei farmaci che, in assoluto, sono i più pubblicizzati da ormai quasi due anni a questa parte.
L’udienza si avvicina – come abbiamo detto sarà il 2 dicembre, a due giorni di distanza dall’udienza della Corte Costituzionale – e si tratterà, anche in questo caso, di un’udienza importantissima: se questi documenti non ci sono, infatti, si verrebbe a palesare una mancanza talmente grave che farebbe saltare la vendita di questi prodotti; se invece ci sono e non si possono consultare, a saltare definitivamente sarebbe il consenso informato (che, a dire il vero, finora, non è mai stato davvero realmente informato e, per molti cittadini, nemmeno libero).
Dunque, una bella patata bollente per i giudici amministrativi che sono chiamati a pronunciarsi intorno a una vicenda riguardante la possibile mancanza di trasparenza delle Agenzie del Farmaco EMA e AIFA nell’informare correttamente i cittadini.

* * *

Avvocato Oddo, grazie per aver accettato di essere intervistato proprio alla vigilia di questa decisione rilevante del Tar Lazio. Lei, tra l’altro, non è l’unico avvocato coinvolto in questa causa per conto di IDU, ma è affiancato anche da altri colleghi. Chi sono?

“Siamo un gruppo di legali molto affiatato, in tre difendiamo l’Associazione IDU (Istanza Diritti Umani) di Novara, e siamo io, Enzo Iapichino, Antonio Petrongolo. Anche i legali dell’associazione DUS (Diritti Umani e Salute) hanno collaborato con noi in questi anni, e sono i Colleghi Stefano Galeani, ed Aldo Minghelli, entrambi Consiglieri dell’Ordine degli Avvocati di Roma.”

Quanti mesi fa avete chiesto ad AIFA i documenti relativi alla sicurezza dei cosiddetti ‘vaccini’ anti-covid? 

“La prima istanza indirizzata ad AIFA risale al 29.11.2021. Ci tengo a dire che tale attività è stata iniziata dai colleghi Iapichino e Petrongolo, io intervenni successivamente, allorquando si fecero gli accessi agli atti presso l’EMA.”

Quali sono le motivazioni di questi tempi così lunghi? Nel frattempo molte persone hanno ricevuto questi farmaci e ci sono stati numerosi effetti avversi, anche gravi, successivi alle inoculazioni. Non si doveva procedere d’urgenza trattandosi, in questo caso, di una questione rilevante per la salute pubblica?

“Questa domanda dovrebbe farla ad AIFA, il cui compito è monitorare i farmaci venduti in Italia.”

Nel vostro ricorso al TAR avete indicato anche la questione degli eccipienti e la loro cancerogenicità. Stiamo parlando di qualcosa di molto grave. Può dare ulteriori dettagli in merito a quest’aspetto degli eccipienti cancerogeni? Avete in mano le schede tecniche prodotte dalle aziende che lo attestano?

“La cancerogenicità dell’eccipiente ALC-0315 è riportata nella scheda tecnica di sicurezza pubblicata da una delle aziende che producono questi nanolipidi e li vendono a Pfizer, la Cayman Chemical Co. La scheda originaria, datata per ALC-0315 09/22/2021, recava scritto chiaramente “may cause cancer” (può causare il cancro). La notizia relativa alla pericolosità uscì sui giornali in seguito ad un articolo pubblicato sul blog di Francesca Donato in data 11.01.2022, a quel punto l’azienda produttrice, stranamente, modificò la scheda tecnica aggiornandola al 14/02/2022, e nella nuova versione ogni riferimento al cancro scomparve.
Per quanto riguarda ALC-0159, Pfizer, nella sua richiesta all’EMA del 19.02.2021, con cui chiese l’autorizzazione all’uso del farmaco, ammise che contenesse Acetamide. Come riportato nella scheda tecnica di sicurezza del produttore italiano Biolife, tale componente è sospettato di provocare il cancro.
Sia per l’eccipiente ALC-0315, sia per ALC-0159, le relative schede tecniche (anche quelle più aggiornate disponibili sul sito della Cayman Chemical Co.) riportano l’avvertenza “This product is for research use – Not for human or veterinary diagnostic or therapeutic use” (questo prodotto è per uso di ricerca – Non per uso umano, o veterinario, diagnostico, o terapeutico).
Tutti i documenti citati sono in nostro possesso.
Al TAR abbiamo depositato entrambe le schede tecniche di sicurezza dell’eccipiente ALC-0315, sia quella ritirata sia quella aggiornata, dato che l’asseverazione di quanto affermiamo è più lampante e veloce che per l’ALC-0315, per il quale i confronti che ho descritto sopra sono più lunghi, macchinosi, e potrebbero distogliere i Giudici. Il concetto non cambia e nei procedimenti giudiziari bisogna essere concludenti e concisi.”

Questo procedimento di fronte al TAR è di indubbia rilevanza, eppure nessun giornale o TV ne ha dato notizia, a parte qualche rara eccezione. Avete contattato i media nazionali in questi mesi per richiamare l’attenzione su questa vicenda?

“L’unico giornale a tiratura nazionale che abbia pubblicato la notizia è stato ‘La Verità’, grazie alla professionalità di Angela Camuso, che in data 28/10/2022 ha pubblicato un ottimo articolo a pagina 4. Diversi mesi fa, in data 04/05/2022, ‘Il Fatto Quotidiano’ aveva pubblicato a pag. 15 un articolo sul nostro lavoro firmato da Natascia Ronchetti, ma fu prima del deposito del ricorso al TAR.
Molti media on line si sono interessati alla notizia, ringrazio questi giornalisti coraggiosi, ma dei loro colleghi che lavorano per i grandi giornali, o per le reti televisive nazionali, nessuna traccia.
Aggiungo che avevo cercato di contattare reiteratamente ‘Radio Radio’: avevo scritto a Fabio Duranti, gli ho anche telefonato, mi aveva chiesto di mandargli un testo recante il riassunto del nostro lavoro – cosa che ho fatto – ma sono stato ignorato, nonostante avessi ben specificato l’importanza della nostra azione. Avevo provato anche a sollecitare il Prof. Meluzzi e Francesco Amodeo – dato che compaiono quotidianamente su ‘Radio Radio’ e speravo intercedessero per noi – ma, al di là di qualche vuota dichiarazione d’intenti, mi hanno ignorato.”

Dunque, mi faccia capire bene: AIFA non ha fornito le relazioni obbligatorie di sicurezza ed efficacia dei vaccini che avevate richiesto. Vi ha invece mostrato una qualche documentazione? Se sì, con che valenza probatoria? 

“Aifa inizialmente ha negato l’accesso alla documentazione asserendo di non averla – cosa che ha confermato nella sua comparsa di costituzione al TAR – e sostenendo che, in ogni caso, le certificazioni richieste fossero di proprietà delle case farmaceutiche. Successivamente ha dichiarato di accogliere l’istanza e ci ha inviato dei links relativi al sito dell’EMA, sostenendo che quelle pagine riportassero i certificati di sicurezza ed efficacia (c.d. ‘PSUR’). Si trattava, invece, degli abstract, ovvero dei riassunti degli studi effettuati da Pfizer e non era ciò che avevamo richiesto. A noi interessano le certificazioni ‘PSUR’ che costituiscono condizione obbligatoria per la vendita, senza di queste i prodotti di cui parliamo non possono restare in commercio.”

Il fatto che siano previste queste periodiche relazioni sulla sicurezza come essenziali per l’autorizzazione alla commercializzazione dimostra, una volta in più, che questi farmaci sono sperimentali, cosa che peraltro risultava già, nero su bianco, anche dai foglietti illustrativi di alcune aziende produttrici. Quando terminerà questa sperimentazione?  Glielo chiedo perché, se non erro, le date del termine sono cambiate nel tempo.

“Stando al sito governativo americano che monitora le sperimentazioni farmaceutiche, ‘Clinicaltrials.gov’, la sperimentazione del prodotto della Pfizer ‘Comirnaty’ dovrebbe terminare in data 31/01/2023, questa data è stata cambiata innumerevoli volte.”

Cosa possiamo aspettarci da questa udienza? E se AIFA dovesse di nuovo dichiarare di non essere in possesso di questi documenti, cosa accadrà a quel punto? Di fatto sarà ancora possibile vedere circolare e pubblicizzare questi prodotti? Si potrà continuare a insistere ugualmente a vaccinare la gente, pur nel perdurare della mancanza di prove in merito alla sicurezza di questi farmaci?

“AIFA ha candidamente dichiarato nella sua comparsa di costituzione in giudizio di non avere le certificazioni di sicurezza, asserendo che solo EMA abbia tali documenti in quanto l’autorizzazione è centralizzata e spetta a quest’ultima possederla. Ciò cozza con la normativa europea, che obbliga, nel caso di autorizzazione centralizzata alla vendita, anche le agenzie del farmaco nazionali ad avere copia delle certificazioni di sicurezza.
La vendita è condizionata alla presenza delle relazioni, come da determine AIFA pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, senza gli ‘PSUR’ non vedo come un tribunale possa permettere che i prodotti di cui parliamo possano restare in commercio.”

Se per caso dovesse essere giudizialmente accertato che questi vaccini sono stati messi in commercio e spinti in continuazione senza i dovuti controlli riguardo la loro sicurezza, chi ne dovrebbe rispondere? Dalle aziende produttrici, agli enti autorizzatori; dal Ministero della Salute, alle ASL; dagli Ordini dei Medici, fino ai singoli medici di famiglia e vaccinatori – per non parlare della gran parte della stampa che non ha assolutamente messo in grado i cittadini di fare scelte consapevoli e informate – si intravede una catena enorme di responsabilità. Si finisce con il pensare che nessuno, a dire il vero, ne risponderà. Effettivamente dobbiamo credere che sarà così? Inoltre, è stato posto in essere uno scudo penale per quanto riguarda i sanitari in merito a queste vaccinazioni, è stata una delle prime decisioni che la politica ha preso proprio al via della campagna vaccinale: davvero i medici vaccinatori potranno essere esentati dalla responsabilità in caso di dimostrati danni?

“La Sua domanda è fondata, ma è difficile risponderLe senza poter avere accesso ai contratti di vendita, che restano coperti da segreto. Non conosciamo le clausole contrattuali previste nel contratto e le eventuali esenzioni da responsabilità.
Per quanto riguarda lo scudo penale, ho sempre ritenuto che tale norma non esentasse realmente i sanitari da responsabilità, ma tengo per me il relativo ragionamento giuridico per ovvie ragioni professionali.”

A breve ci sarà la sentenza della Corte Costituzionale sulle varie ordinanze di remissione in merito alla legittimità o meno dell’obbligo vaccinale che sono state sollevate da vari tribunali in questi mesi. Che decisione si aspetta dai giudici della Consulta? Lei crede che, in qualche modo, la loro sentenza influenzerà poi la decisione dei giudici del Tar Lazio che si dovranno pronunciare di lì a poco?

“Sono due azioni che partono da presupposti diversi, anche se non può negarsi che riguardino due aspetti legati ai medesimi prodotti. La Consulta deve asseverare la rispondenza alla Costituzione dell’obbligo vaccinale, mentre il TAR è chiamato a giudicare su un dato di fatto: l’ente di controllo nazionale del farmaco (che per disposizione normativa deve possedere le dette certificazioni) non ha la documentazione di sicurezza e efficacia (“PSUR”) che esso stesso ha dichiarato essere condizione necessaria per la vendita. Non ci può essere discrezionalità nella decisione: se manca un requisito giuridico richiesto obbligatoriamente, il Giudice Amministrativo deve tenerne conto e trarne le debite conclusioni.
Non credo che il pronunciamento della Corte Costituzionale potrebbe condizionare il TAR, ma dopo aver visto la Costituzione – fonte di primo grado, legge delle leggi in quanto a queste sovraordinata – sospesa con meri atti amministrativi (DPCM) sforniti di qualunque valore legislativo, non ho più certezze: l’impossibile è diventato oggi possibile!”

Indubbiamente negli ultimi due anni alcuni diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione sono stati fortemente messi in discussione. Ritiene che queste due sentenze che stanno per arrivare, la prima dalla Corte Costituzionale, la seconda dal Tar Lazio, potranno fare finalmente chiarezza e ridare ai cittadini fiducia nelle istituzioni e nella magistratura o c’è il rischio concreto di scivolare in un periodo storico ancora più buio?

“Sento in giro una sfiducia ormai radicata nella gente per quanto riguarda gli organi istituzionali. Ritengo che in questi ultimi anni i cittadini siano stati letteralmente ed ingiustamente violentati, il vulnus apertosi nel nostro diritto rischia di provocare non solo sfiducia diffusa, ma anche un pericoloso caos dagli esiti potenzialmente disastrosi ed imprevedibili.
Le Istituzioni, la Giustizia, sono fondamentali per tenere coeso un popolo, se il cittadino sente di non avere garantiti i propri diritti, o di essere ignorato riguardo le proprie istanze in sede giudiziaria, le conseguenze possono essere devastanti.
Noi tecnici del diritto dobbiamo cercare di essere ottimisti confidando sempre nella giustizia … anche se, sinceramente, ormai non ho più alcuna granitica certezza, solo speranze alle quali non voglio rinunciare.”

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