CHEMIOTHERAPY DAY? I CROCIATI DELLA SCIENZA UNICA

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DI EMANUELA LORENZI

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Allarme chemioterapia: i farmaci antitumorali uccidono oltre il 50% dei pazienti negli ospedali britannici – –Ricerca pubblicata su The Lancet Oncology  31 agosto 2016 (http://www.nzherald.co.nz/lifestyle/news/article.cfm?c_id=6&objectid=11702165) I pazienti dovrebbero essere avvertiti dei rischi della chemioterapia dopo i risultati di una ricerca che hanno mostrato che i farmaci usati contro il cancro uccidono circa il 50% dei pazienti in certi ospedali britannici. Per la prima volta gli studiosi hanno preso in esame il numero dei pazienti tumorali il cui decesso è avvenuto entro 30 giorni dall’inizio della chemioterapia, dato che indica che è la terapia la causa di morte e non il tumore. Lo studio condotto da Public Health England e Cancer Research UK ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4% di quelli affetti da tumore del seno sono deceduti entro un mese. Ma in alcuni ospedali la percentuale è molto più elevata. ( http://www.legitgov.com/Chemotherapy-warning-Cancer-drugs-are-killing-50-cent-patients-some-UK-hospitals)

 E se sono costretti ad ammetterlo sul Lancet Oncology, il dato reale sarà certamente peggiore, se è vero quel che ha affermato la Dott.ssa Marcia Angell, medico ed ex direttore del New England Journal of Medicine (Non è semplicemente più possibile credere a gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata, o fare affidamento sul giudizio dei medici di fiducia o delle linee guida mediche autorevoli. Non ho nessun piacere nel giungere a questa conclusione che ho raggiunto lentamente e con riluttanza durante i miei due decenni come Direttore della rivista medica New England). Altri direttori di riviste scientifiche hanno denunciato l’asservimento della scienza all’industria e ai governi.

Tutti dovrebbero sapere che la ricerca sul cancro è in gran parte una frode, e che le principali organizzazioni di ricerca sul cancro sono abbandonate nei loro doveri alle persone che le sostengono” (Linus Pauling)

 Primum non nocere

Troppo spesso questo assioma, sul quale spergiurano i camici bianchi ben indottrinati o ben pagati a suon di incentivi di vario tipo, viene disatteso.

La propaganda mainstream dirige e manipola le menti, creando reazioni emotive a servizio del pensiero unico. Dalla ignobile e fraudolenta campagna antivegana a suon di “bambini malnutriti” (nessuno dei casi additati si è poi rivelato riferibile a una dieta vegana, del resto anche patatine fritte e coca cola sono vegan ma non per questo salutari) alla ancora più ignobile e fraudolenta guerra agli obiettori vaccinali a suon di “epidemie di morbillo etc.” (peccato che avvengano sempre tra popolazioni vaccinate, ed anzi gli unici a non ammalarsi siano proprio quelli non vaccinati, con buona pace del vecchio ascientifico dogma dell’immunità di gregge: al limite i veri ‘untori’ sono i portatori non troppo sani di virus vivi attenuati che inoculati alle masse finiscono col liberare nicchie ecologiche di virus selvaggi poco aggressivi che vengono occupate da genotipi modificati e di aumentata patogenicità). Basterebbe pensare all’uso anticoncezionale dell’antitetanica in Nicaragua e Filippine dove l’Hcg è stata inoculata alle sole donne in età fertile legandola al tossoide del tetano per scatenare reazione immunitaria verso una gravidanza, ovviamente a loro insaputa, ma qui mi fermo perché quello della Pensé unique vaccinale è un virus troppo ampio da sradicare in questa sede. E il prezzo da pagare è alto per la dissidenza a questi diktat, sui quali dovrebbero pesare le vite per sempre devastate, quando non tolte, dei tanti troppi martiri di uno scientismo e di una inquisizione medica che non è molto diversa da quella religiosa affrontata dal medico alchimista di Bruges di yourcenariana memoria.

Esiste poi il principio della libertà di cura, ma solo su tante carte più o meno note (da Helsinki a Lisbona).

I genitori hanno il diritto umano di esercitare la libertà di coscienza e il consenso informato all’assunzione del rischio medico per conto dei loro figli minori.

La verità è che la mafia medica iconizza ogni tentativo di ribellione con un clic di subdole accuse ai genitori.

Ed ecco che la povera ragazza (definirla donna è troppo a 18 anni?) che ha preso la decisione di rifiutare la chemioterapia assumendo consapevolmente su di sé la responsabilità di una scelta meditata, diventa immediatamente vittima dei genitori, tacciati addirittura di omicidio o nella migliore delle ipotesi di ignoranza e vulnerabilità alle “ciarlatanerie” delle medicine alternative.

A pochi giorni di distanza da Eleonora, un altro caso (Alessandra, 34 anni) etichettato come “morte per rifiuto di chemio”, è stato montato dai media e ha ‘attenzionato’ la nostra solerte ministra Lorenzin che dopo le campagne anti-antivaccinisti e anti-antifertilità (solo sulla carta, visto che i burattinai sono gli stessi che invitarono a disertare il diktat vescovile dell’astensione al referendum abrogativo della legge 40/2004), pare si sia espressa anche su questo, dall’altro delle sue competenze in materia.

Non intendo entrare nel merito della decisione, ma difendere la decisione in quanto tale. In quanto atto di volontà di una persona adulta e consapevole. Aggiungo coraggiosa, perché se ci vuole coraggio ad affrontare una diagnosi di cancro, ci vuole ben più coraggio (e chiunque abbia avuto un caro affetto da tumore lo sa bene) ad affrontare la giungla di CANCRO SPA. Dove se hai la “fortuna” di incontrare una efficientissima breast unit te li trovi lì tutti insieme (escluso il medico di base che magari ha causato il tumore prescrivendo estrogeni della TOS per anni): il senologo specializzato nell’affettare mammelle, l’oncologo specializzato nel seguire protocolli di infusione di cisplatino e altri veleni (che se per caso ne esce una goccina sul braccio si mangia tutto carne pelle ossa, lo sanno bene gli infermieri che maneggiano queste bombe citotossiche); il radiologo specializzato nell’irradiarti di radiazioni (appunto) cancerogene e infine, certo, lo psicologo pronto a dirti che di tumore ormai si guarisce grazie a tutti noi, e soprattutto “da noi la paziente è come su uno scivolo, lei deve solo lanciarsi e pensiamo a tutto noi, lei non deve pensare a nulla” LEI NON DEVE PENSARE, ci risiamo.

Rapporto Morgan

Grazie alla libertà di cura ho potuto continuare a leggere, anche qui su CDC, i lucidi e preziosi interventi di un Maurizio Blondet, il quale è sopravvissuto proprio rifiutando i protocolli tradizionali per infusioni di megadosi di vitamina C da un bravo dottore di Padova (ma quelli che guariscono chissà perché, vengono sempre puniti, ammoniti, fatti fuori professionalmente o materialmente, mentre quelli che uccidono, fra cui tutti gli oncologi, chissà perché la passano sempre liscia “è stato il tumore”, mentre ogni dimissione è registrata come guarigione). La sua prefazione al libro di Marcello Pamio CANCRO SPA è più eloquente di tante statistiche. Sarebbe interessante citare a TUTTI gli oncologi il rapporto Morgan (e se non sapete cosa sia andatevelo a cercare, imparate a studiare e a perdere tempo per ottenere ogni frammento di libertà) che è ormai di dominio pubblico ma guai a toccare il dogma.

Restituire alla nutrizione (di cui i “dottori” non sanno nulla, come essi stessi ammettono, non dovendo neppure sostenere esami specifici durante la preparazione accademica) il ruolo fondamentale che ha sempre avuto in medicina, fra dieta alcalinizzante e a base vegetale integrale. Si vedano le scoperte vecchie di quasi un secolo di Otto Warburg, premio Nobel per aver scoperto le cause del cancro: ipossia, acidosi e glucosio come carburante delle cellule tumorali (indovinate quali sono gli alimenti acidificanti prima che la lobby di carni e caseari faccia capolino dopo quella della polvere bianca raffinata spacciata legalmente ai nostri cervelli – Sugar Blues ). E le terapie ortomolecolari di Hoffer e Pauling e altri sulle megadosi vitaminiche con azione apoptotica sulle cellule cancerose e non solo (attenzione a superare le RDA, potreste essere troppo sani). I metodi Gerson e Kousmine, le scoperte di Nacci, Pantellini, Di Bella (la cui sperimentazione fu una farsa con farmaci scaduti, pazienti terminali e procedure scorrette per far fallire il tutto, la Kankropoli messa in luce da Mondini) e di molti altri che curano davvero (e quindi devono pagare) solo per avere proposto altre vie che, stando alle storie cliniche di guarigione o remissione della malattia, avrebbero meritato quantomeno un approfondimento anziché essere delegittimate o taciute. Questo in un mondo che volesse davvero vincere la guerra al cancro. Negli Stati Uniti, ad esempio, documenti e studi indipendenti che confermavano la validità di alcune di terapie alternative (di Burzinsky, Kelley, Pauling,) sono stati sequestrati e distrutti da organi quali la FDA nel silenzio generale.

Chemiotherapy: an unproven procedure

In questi casi, all’improvviso tutti hanno la granitica certezza che con la chemio sarebbe guarita. In primis bisogna convincersi una volta per tutte che non esiste un monolite come una Scienza esatta, soprattutto se applicata alla medicina o meglio alle medicine. E bisogna convincersi anche, se ancora non lo si è provato sulla propria pelle, che dietro a un camice bianco non c’è sempre un medico (sopra di lui quasi mai). Talvolta sì, nella più ippocratica delle accezioni, e quando è così molto spesso il camice viene levato nella gogna della “radiazione” (quella dall’albo). Dissidenti. Oppositori. Eretici.

Il punto è che la chemio, l’infusione di veleni derivati dalle armi chimiche usate nella Prima Guerra Mondiale, uccide, anzi sostiene proprio la crescita tumorale (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3572004/) e causa direttamente un picco di tumori secondari (come ammette la stessa American Cancer Society http://www.naturalnews.com/052239_cancer_industry_chemotherapy_repeat_business.html), gli alchilanti e antiblastici sono citotossici e, guarda un po’, leucemogeni nell’uomo, conservano la loro attività mutagena anche se sottoposte alle altissime temperature (incenerimento). Il punto è che non è provato né scritto da nessuna parte che le chemio e radioterapie aumentino la sopravvivenza. Tutt’altro ma questi studi vengono denigrati, ignorati o fisicamente distrutti per ordine dei vari CDC, OMS e, salendo sempre più su verso una visione satellitare delle cose, dei veri burattinai (pochi, sempre quelli).

As a chemist trained to interpret data, it is incomprehensible to me that physicians can ignore the clear evidence that  chemotherapy does much, much more harm than good.

–  Alan Nixon, Ph.D. ,   Past President, American Chemical Society.

The majority of the cancer patients in this country die because of chemotherapy, which does not cure breast, colon or lung cancer. This has been documented for over a decade and nevertheless doctors still utilize chemotherapy to fight these tumors.

(Allen Levin, MD, UCSF, “The Healing of Cancer”, Marcus Books, 1990).

Dr. Hardin Jones, lecturer at the University of California, after having analyzed for many decades statistics on cancer survival, has come to this conclusion: ‘… when not treated, the patients do not get worse or they even get better’. The unsettling conclusions of Dr. Jones have never been refuted”.

(Walter Last, “The Ecologist”, Vol. 28, no. 2, March-April 1998)

Doctor Ulrich Able, a German epidemiologist of the Heidelberg Mannheim Tumor Clinic, has exhaustively analyzed and reviewed all the main studies and clinical experiments ever performed on chemotherapy …. Able discovered that the comprehensive world rate of positive outcomes because of chemotherapy was frightening, because, simply, nowhere was scientific evidence available demonstrating that chemotherapy is able to ‘prolong in any appreciable way the life of patients affected by the most common type of organ cancer.’ Able highlights that rarely can chemotherapy improve the quality of life, and he describes it as a scientific squalor while maintaining that at least 80 per cent of chemotherapy administered in the world is worthless. Even if there is no scientific proof whatsoever that chemotherapy works, neither doctors nor patients are prepared to give it up (Lancet, Aug. 10, 1991). None of the main media has ever mentioned this exhaustive study: it has been completely buried”

(Tim O’Shea, “Chemotherapy – An Unproven Procedure”)

Pare che la giovane Eleonora avesse richiesto legittimamente i dati dei sopravvissuti, i dati per effettuare una valutazione più attenta. Dati che, a quanto pare, non le sono stati forniti: una ragazza che deve decidere della propria vita (perché non voleva di certo morire) cosa può saperne di statistiche mediche, visto che, anche lei, non deve pensare? Altri hanno già preso la decisione al suo posto. Non è quello che facciamo ogni giorno? Delegare.

Little things matter

Le menti si anestetizzano a vari livelli, incluso il ricorso a veleni ‘edibili’ ‘assorbibili’ tramite la pelle o ‘inoculabili’ tramite vaccinazione, ogm, metalli pesanti, interferenti endocrini, sostanze eterologhe, elettrosmog ad azione citotossica e neurotossine che ottundono la capacità di comprensione dei fatti al pari della propaganda  mediatica e dell’omologazione formalizzata a livello scolastico (a proposito di giovanissimi, inquinando i bambini si disarma la  società, si  perdono gli anticorpi naturali alla disinformazione, non è roba di poco conto l’inquinamento abbassa il livello intellettuale di tutta la società: LITTLE THINGS MATTER https://www.youtube.com/watch?v=E6KoMAbz1Bw).

Il corpo umano è un misterioso e meraviglioso meccanismo dotato di una potente forza risanatrice( vis medicatrix naturae), ma sul suo governo confluiscono come avvoltoi tanti troppi interessi che non coincidono quasi mai con la vita. A sentire la Rockfeller foundation è esattamente l’opposto. Ecco su cosa hanno investito: avvelenamento del cibo, dell’acqua, dell’aria (siete pronti per questo? http://www.nogeoingegneria.com/effetti/salute/se-volessi-mettere-in-ginocchio-lumanita/) inoculazione di neurotossine tramite vaccinazioni di massa, disease mongering (Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque. » Henry Gadsen, Direttore Generale di Merck & Co. ) per trarre profitto sia dalle menti offuscate e spente da schermi idiotizzanti perennemente accesi che dai corpi cronicamente malati e indeboliti.

Essi ci posseggono completamente.

Ma è necessario resistere, rivendicare la propria esistenza individuale come patrimonio non cedibile.

L’ultimo neurone che sopravviverà alla guerra al pensiero (una guerra chimica, fisica, psicologica e sociale), dovrà essere destinato a dire NO, al diritto al dubbio e al pensiero critico. Alla libertà, in ultima istanza.

Dover fuggire all’estero per non essere forzati a farsi iniettare veleni, come pure per non vedersi scippare altre libertà individuali garantite solo sulla carta, non è degno di uno stato che voglia dirsi civile.

Leggo su LA STAMPA del 4/09: Il medico che ha avuto in cura l’ultima vittima in ordine di tempo, ora lancia un allarme nazionale per una grande mobilitazione della scienza in grado di «fermare questa follia».

A quando un CHEMIOTHERAPY DAY?

 

Emanuela Lorenzi

Fonte: www.comedonchisciotte.org

14.09.2016

 

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