DI ANTHONY NEWKIRK
Online Journal
I recenti sviluppi avvenuti in Polonia comprendono un nuovo governo guidato da due fratelli gemelli, rivelazioni sul traffico di prigionieri della CIA attraverso il territorio polacco, tensioni con l’Unione Europea e la Russia, impegni militari in Medio Oriente, perfino una spaccatura nell’opinione pubblica in tema di aborto (l’anno scorso, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accolto il reclamo di una donna polacca che affermava che i medici delle strutture pubbliche, negandole un aborto terapeutico, avevano violato la Dichiarazione Europea dei Diritti dell’Uomo). [1]
La consueta ambiguità polacca sulla “riforma del libero mercato” mette in discussione in particolare lo stereotipo che li indica come un popolo remissivo e deferente.
Il 13 dicembre 2006 ricorreva il venticinquesimo anniversario dell’imposizione della legge marziale in Polonia da parte del Primo Ministro Wojciech Jaruzelski. Lo scorso settembre, il Senato degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente questa data come Giornata della Memoria, per il ruolo che i Polacchi hanno avuto “nella caduta del comunismo e nell’epilogo definitivo della Guerra Fredda”. [2]Un anno prima ricorreva il venticinquesimo anniversario della nascita del Sindacato Indipendente Autonomo “Solidarnosc” [“Solidarietà”, ndt]. Durante un raduno di dignitari provenienti dai paesi post-comunisti, dall’Unione Europea, e dagli Stati Uniti nell’agosto del 2005, l’ex Consigliere statunitense per la Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski definì Solidarnosc l’“epicentro esplosivo di uno tsunami politico che ha spazzato via il blocco sovietico”. L’ex Segretario di Stato Madeleine Albright ha dichiarato che ‘‘lo spirito di Solidarnosc’’ stimola l’opposizione contro gli stati canaglia.
Il Presidente dell’Alleanza Democratica di Sinistra (SLD) Aleksander Kwaśniewski, ministro del governo comunista negli anni ‘80, ha elencato le conquiste della Polonia: “Noi siamo al sicuro, facciamo parte della NATO, siamo circondati da paesi membri anch’essi di questa alleanza [e] siamo nella stessa alleanza politica e militare dei nostri grandi vicini tedeschi. Noi . . . stiamo marciando verso la democrazia [ed] il rispetto dei diritti umani . . . [La Polonia] è un paese di mercato . . . che crea grandi opportunità per i giovani . . .” [3]
Ma le realtà della “trasformazione” polacca sono più complesse. Anche se la maggior parte dei Polacchi si rende conto che l’epoca dell’autoritarismo è stata un disastro nazionale, essi non sono affascinati dalla Guerra Fredda o dalle dicerie sulla bontà dell’Euro. Un esame delle recenti polemiche avvenute nella città portuale di Stettino, nella parte nord occidentale della Polonia, contribuirà a rettificare i giudizi sbagliati sulla “nuova” Polonia.
La “Lunga Rivoluzione” della Polonia
La Repubblica Popolare di Polonia non è mai stata una copia carbone dell’URSS, pur essendo caduta sotto il dominio sovietico dopo la Seconda Guerra Mondiale. Di fatto, il Segretario Generale polacco Edward Gierek anticipò la riforma economica sovietica negli anni ’70, ottenendo grossi prestiti dal Fondo Monetario Internazionale. Quando tutto ciò portò ad una crisi del debito e ad una crescita del malcontento sociale incoraggiato da Solidarnosc, Jaruzelski nel 1981 dichiarò lo stato di emergenza. Dopo la fine della legge marziale, Solidarnosc divenne un partito politico legittimo, dedito a graduali riforme. Nel 1989 si costituì un governo misto tra comunisti e Solidarnosc, guidato dal leader di Solidarnosc Lech Wałęsa; i Comunisti si congedarono formalmente l’anno dopo.
La svolta in direzione di un “libero mercato” iniziò dopo che Wałęsa ebbe nominato l’economista Leszek Balcerowicz, che aveva studiato negli Stati Uniti, Ministro delle Finanze. Questo “Robespierre della trasformazione economica polacca” — come è stato definito Balcerowicz dal giornale in lingua inglese Warsaw Voice [“La Voce di Varsavia”, ndt] – eliminò i controlli dei prezzi e dei salari, cosa che fece salire i prezzi alle stelle e che scatenò una più profonda disoccupazione ed una temporanea brusca caduta del Prodotto Interno Lordo. Migliaia di piccole e medie imprese hanno subito la privatizzazione a partire dal 1990. Balcerowicz era il Ministro delle Finanze di Kwaśniewski alla fine degli anni ’90 e fu Presidente della Banca Nazionale Polacca per un intero mandato, dal 2000 al 2006 (è stato sostituito ai primi del mese scorso da Sławomir Skrzypek, che è stato designato dal Presidente Lech Kaczynski). [4]
Balcerowicz ha detto su Business Week nel 2004 che “non ci può essere alcuna riforma radicale senza sacrifici’’. Queste parole sono state confermate dai fatti: nel decennio passato la disoccupazione oscillava tra il 15 e il 20 per cento su una popolazione di 38 milioni di persone. Secondo varie fonti, il 18 per cento circa della forza lavoro lo scorso ottobre era disoccupato – la percentuale più alta nell’Unione Europea. L’anno scorso, quasi un quinto della popolazione era sotto la soglia ufficiale di povertà ed il Ministero del Lavoro ha stimato che circa 660.000 Polacchi avevano lasciato il paese in cerca di lavoro. Ciò nonostante l’ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale Joseph Stiglitz ha reputato queste riforme “gradualiste”, poiché non seguivano pedissequamente le prescrizioni dell’asse formato dal FMI, dalla Banca Mondiale e dal Ministero del Tesoro degli Stati Uniti. Ma tenendo conto dei costi umani implicati, si è tentati di chiedersi come questo si possa qualificare come un “successo”. [5]
La Polonia è entrata a far parte dell’Unione Europea nel 2004. Malgrado i dubbi espressi dal nuovo governo guidato dal partito Legge e Giustizia, Balcerowicz, la grande industria, gli investitori stranieri ed alcuni partiti politici come Piattaforma Civica ed SLD [Alleanza della Sinistra Democratica, ndt] vogliono che l’Euro diventi la moneta della Polonia. Il Ministero delle Finanze attualmente sta lavorando all’“Euroconvergenza” ed il Presidente Kaczyński ha dato la sua approvazione all’acquisizione, da parte dell’italiana UniCredito, della terza più importante banca polacca lo scorso aprile, pur essendo un “nazionalista”. [6]
[I gemelli Lech e Jaroslaw Kaczynski rispettivamente Presidente e Primo Ministro della Polonia]
La Repubblica delle Banane di Stettino
La provincia di Zachodniopomorskie [Pomerania Occidentale, ndt], nella parte nord occidentale della Polonia, mostra gli effetti della privatizzazione gradualista. Un recente studio dell’Istituto di Ricerca sull’Economia di Mercato di Danzica sullo sviluppo economico sostiene che la Pomerania Occidentale è la provincia più povera del paese, con il minor tasso di investimenti stranieri, le peggiori condizioni di lavoro, il più basso tenore di vita, ed insufficienti infrastrutture. Il capoluogo Stettino è anche la città “più fiacca“ della Polonia. Situata sul fiume Oder, 65 Km. circa a sud del Mar Baltico, Stettino ha una popolazione di poco più di 400.000 abitanti, ma è il capo più a sud di uno dei complessi portuali più grandi d’Europa. [7] Come giustificare questo apparente paradosso tra lo sviluppo insufficiente di Stettino e la sua importanza nell’economia globale?
Sebbene ci siano molte ragioni per tutto ciò, la politica svolge un ruolo molto importante, come ha spiegato l’uomo d’affari locale Richard Grotowski* [n.b. l’asterisco indica che questo non è il vero nome dell’informatore]. L’ufficio di Grotowski, nel piccolo quartiere degli affari di Stettino, domina il Galaxy Centrum, l’unico centro commerciale moderno della città. Grotowski pensa che “Stettino sia una specie di Repubblica delle Banane”, dove “puoi arrivare con una borsa di soldi e [la municipalità] ti darà tutto ciò che vuoi, anche se . . . ti crei un’immagine di te non conforme alla realtà”. [8] L’ex sindaco di Stettino Marian Jurczyk incarna questo problema.
Nel 1980, Jurczyk guidò uno sciopero pro-Solidarnosc occupando il posto di lavoro al cantiere navale cittadino. Eletto sindaco nel 1998, Jurczyk si dimise un anno dopo per candidarsi al Senato. Fu costretto a cedere il seggio dopo che un tribunale decretò che egli aveva collaborato con la polizia segreta comunista negli anni ‘70. Ma diversi mesi prima che la Corte Suprema ribaltasse il verdetto nel 2003, Jurczyk riottenne la carica di sindaco, alla testa di una coalizione traballante. [9]
Da allora, l’amministrazione Jurczyk si è dedicata poco ai servizi pubblici. Notoriamente corrotto ed incompetente in molte questioni di fondamentale importanza, il sindaco Jurczyk ha avuto anche precedenti discutibili negli investimenti esterni. Ad esempio, nel 2004, la società francese Carrefour SA si è offerta di comprare dei terreni cittadini per costruire un “ipermercato”. Se la Carrefour era disposta a finanziare la costruzione di un complesso ricreativo acquatico nel sito in questione, Jurczyk avrebbe manifestato il suo appoggio. Carrefour si è ritirata dall’affare l’anno scorso perché, secondo l’edizione di Stettino della Gazeta Wyborcza, Jurczyk si sarebbe rifiutato di contribuire al finanziamento del “parco acquatico”. Alla metà di giugno, il consiglio comunale ha votato, con una stretta maggioranza, la vendita di un contratto d’affitto di 30 anni a qualsiasi società che entro tre anni costruirà un parco acquatico sul luogo. [10]
Secondo Grotowski, i politici polacchi come Jurczyk ed il demagogico Andrzej Lepper, Ministro dell’Agricoltura e contemporaneamente leader del Partito “sinistro-populista” Autodifesa, commerciano nella retorica dell’orgoglio nazionale ferito e non cercano alternative pratiche alla globalizzazione.
Lo scorso novembre, Jurczyk ha ottenuto il 3 per cento dei voti assegnati in un tentativo di rielezione. Anche se la vita a Stettino probabilmente migliorerà di poco col vincitore delle elezioni, il partito Piattaforma Civica, che per esplicita ammissione è a favore del libero mercato, Jurczyk non sembrava essere troppo in ansia. Infatti ha dichiarato che perdere le elezioni può essere stato un bene per lui, data l’età avanzata. Jurcyzk ha ricevuto anche una “liquidazione” di oltre 3.000 dollari. [11]
Gli scandali dei cantieri navali
Nel 2005, la Polonia si è classificata al quinto posto nella costruzione navale dopo la Corea del Sud, il Giappone, la Cina, e la Germania (l’ingegneria navale era la terza più importante industria di esportazione della Polonia). Il terzo più grande centro cantieristico navale della Polonia è a Stettino. Sebbene il cantiere navale di Stettino abbia un grande potenziale nell’investimento estero, diverse fonti testimoniano che negli ultimi dieci anni vi si sono svolte attività manageriali contorte e dispendiose. [12]
Il cantiere navale di Stettino è stato privatizzato nel 1993 come Stocznia Szczecińska S.A., la più grande holding [società finanziaria che può esercitare il controllo su altre società delle quali possiede la maggioranza delle azioni, ndt] facente parte della Stocznia Szczecińska Porta Holding (SSPH). Un “capolavoro di ingegneria finanziaria”, secondo La Voce di Varsavia, Stocznia era il principale datore di lavoro di Stettino. I suoi 6.000 lavoratori percepivano salari al di sopra della media nazionale. Le banche nazionali ed estere avevano prolungato con entusiasmo il credito alla Stocznia poiché aveva ottenuto abbondanti commesse. Il Presidente Kwaśniewski ha assegnato il Premio Economico Presidenziale al direttore della società, Krzysztof Piotrowski. [13]
La SSPH ha chiuso la Stocznia nell’ottobre 2001, segnalando l’incapacità del cantiere navale di pagare quasi 58 milioni di dollari ai creditori (anche la SSPH era pesantemente indebitata). Nell’estate del 2002, la Stocznia ha dichiarato il fallimento ed ha licenziato i dipendenti, lasciando delle navi ancora in costruzione. Invece di costruire nuove imbarcazioni, sembra che i dirigenti della società si stessero occupando di “investimenti” secondari. Con una dirigenza che respingeva le condizioni di rifinanziamento, con un Piotrowski arrestato per appropriazione indebita, e con i dipendenti in sciopero per gli stipendi arretrati, è intervenuta Varsavia per evitare l’effetto disastroso che il tracollo completo della Stocznia avrebbe arrecato sull’occupazione e le esportazioni. I dirigenti delle banche e delle industrie hanno concordato la “ri-nazionalizzazione” della Stocznia come Stocznia Szczecińska Nowa (SSN), dove è confluita la maggior parte del capitale azionario, e gli altri due cantieri navali polacchi sono finiti in mano ad una società controllata parzialmente dallo Stato. [14]
Secondo l’Unione Europea ed il Dipartimento del Commercio statunitense, la sovvenzione statale ha permesso alla SSN, nel 2003, di assumere 3.500 persone e di iniziare a soddisfare nuovi ordinativi di navi porta-container e navi cisterne per il gas liquido. La stampa specializzata polacca riporta che nel 2004 la SSN ha costruito 25 navi per un valore di oltre 750 milioni di dollari per clienti stranieri. L’anno scorso le stime, per tutti i cantieri polacchi, parlavano di commesse per 100 navi, per un valore di 3,8 miliardi di dollari. [15]
Decidendo lo scorso agosto che la sovvenzione statale concedeva ai cantieri navali nazionali un vantaggio sleale nei confronti dei concorrenti stranieri, la Commissione Europea per la Concorrenza ha decretato che Varsavia è obbligata vendere il 27 per cento dei suoi titoli SSN a privati. Secondo il Financial Times, il Ministro dell’Economia, vice del Presidente Kaczynski, ha commentato in seguito che il suo governo deve attenersi alle direttive di Bruxelles. Stranamente Bruxelles, gli anni precedenti, aveva approvato la sovvenzione statale di Varsavia ai cantieri navali polacchi. [16]
Tutto questo disattende le normali aspettative sull’attuale economia mondiale per due ragioni. In primo luogo, perché la privatizzazione è sempre e comunque un semplice processo “di sola andata”. In secondo luogo, perché coloro che si sono autonominati custodi del libero commercio, come la Commissione Europea per la Concorrenza, sono sempre coerenti. Non è possibile apprezzare questi punti, però, senza riconoscere il ruolo svolto dagli Stati Uniti nella saga del cantiere navale di Stettino.
Gli F-16 e le navi porta-container
Mentre Washington e Bruxelles promuovono i liberi mercati, l’amministrazione di George W. Bush a quanto pare ha tollerato le sovvenzioni di Varsavia ai costruttori navali polacchi. Perché? In una parola: “compensazioni”. C’è una compensazione quando sistemi di armamenti nazionali vengono scambiati con importazioni militari o non militari. Gli accordi di compensazione aiutano gli imprenditori della difesa a proteggere i mercati di esportazione attraverso sovvenzioni statali in ogni passo che fanno. Gli esportatori di armi dei paesi industrializzati usano questa strategia anche se indebolisce l’industria interna e costituisce un esempio scandaloso di assistenza alle corporation. Anche se Varsavia ha accordi di compensazione con fabbriche d’armi olandesi, finlandesi, francesi, israeliane, italiane e spagnole, la SSN, sovvenzionata dallo stato, ha svolto un ruolo importante nell’ultimo accordo di compensazione degli Stati Uniti. [17]
Nel periodo precedente la guerra in Iraq, all’inizio del 2003, la Lockheed Martin ha venduto 48 caccia F-16 al regime di Kwaśniewski. Un avvenimento poco noto che riguarda questo storico affare da 3,5 miliardi di dollari, reso possibile grazie ad un prestito enorme a Varsavia da parte del Pentagono, è che anche diverse aziende statunitensi hanno fatto 40 investimenti di compensazione in Polonia per un totale di 9,7 miliardi di dollari – una perdita complessiva di 6,2 miliardi di dollari. Questo enorme affare del parco acquatico è stato discusso durante una sessione della House Armed Services Committee [Commissione Forze Armate del Senato degli Stati Uniti, ndt] nel 2004. Eccone qualche voce:
-La Pratt & Whitney, ditta costruttrice del motore dell’F-16, avrebbe comprato una fabbrica e costruirebbe i componenti là prima di assemblarli negli Stati Uniti.
-La Pratt & Whitney e la casa madre United Technologies Corporation promuoverebbero un Centro di Ricerca sugli Equipaggiamenti per conto dell’aeronautica polacca.
-La Textron Inc. acquisterebbe dei componenti per gli aerei Cessna e Lycoming.
-La Lockheed Martin, la Royston Components Ltd (una società britannica), ed una consociata della Textron comprerebbero componenti per automobili.
-La Caterpillar World Trading Corporation comprerebbe componenti per bulldozer.
Anche la Lockheed, che produce prodotti aerospaziali, ha concordato l’acquisto di due navi porta-container dalla SSN (la Commissione Compensazione del Ministero dell’Economia ha dato il via libera definitivo per questa transazione l’anno scorso). Curiosamente, l’affare che riguarda il pacchetto di compensazione dell’F-16 ha coinciso con la decisione di Varsavia di entrare nella Coalition of the Willing [Coalizione dei Volenterosi, ndt]. [18] Gli accordi di compensazione possono servire a qualcosa, dopotutto, anche se violano i principi “classici” del libero commercio.
A parte tutte le questioni di economia politica, il destino del cantiere navale di Stettino non ha favorito il mercato del lavoro locale (per gli ultimi dieci anni, il tasso ufficiale di disoccupazione nella città ha oscillato tra il 12 e il 15 per cento). L’anno scorso, poco prima del venticinquesimo anniversario di Solidarnosc, Pawel Janowski*, membro della piccola borghesia di Stettino, ha condiviso le sue riflessioni sul tracollo dell’industria navale polacca. Pawel si è formato nella marina mercantile sotto i Comunisti. Oggi, quando vengono richieste “flotte più a buon mercato”, la maggior parte dei marinai polacchi va a lavorare su imbarcazioni immatricolate all’estero – come ha fatto lo stesso Pawel per 15 anni prima di mettersi a riposo, con una pensione migliore rispetto ai colleghi che sono rimasti sulle navi polacche. [19]
Le riforme della Polonia sul libero mercato vengono appoggiate per diverse ragioni da una schiera di neoliberisti allevati in proprio e di opportunisti, per non parlare degli interessi stranieri. Grazie a tutti loro, la Polonia sta passando attraverso quella che è – parafrasando John Gray, storico intellettuale e critico della globalizzazione – un’“alba falsa”. [20]
FONTI
N.d.R: al link originale si trovano collegamenti a tutti gli articoli citati
[1] Press Release, �Chamber Hearing Tysiąc v. Poland,� European Court of Human Rights, no. 63, 7 February, 2006; Tysiąc against Poland (dec.), no. A 5410/03, ECHR HUDOC Collection,
[2] U.S. Congress. Senate. 2006. Senator Barbara Mikulski (MD) submitting the Joint Resolution Designating December 13, 2006, a Day Of Remembrance To Honor The 25th Anniversary Of The Imposition Of Martial Law By The Communist Government In Poland. S.J. Res. 579, 109th Cong., 2nd sess., Congressional Record — Senate (21 September): S9907; M.M., �Martial law: 25 years on,� The Warsaw Voice, 20 December, 2006.
[3] Speeches at the �From Solidarność to Freedom�� conference, Warsaw and Gdańsk, Poland, 29-31 August, 2005, Zbigniev Brzeziński, �Solidarność was born in Gdańsku,� Gdańsk, 31 August; Madeleine K. Albright, ��Threats to Human Rights and Democracy. Solidarity of the International Community,�� Warsaw, 30 August; Aleksander Kwaśniewski, ��The Speech of the President of the Republic of Poland, Aleksander Kwaśniewski,�� Warsaw, 29 August).
[4] Sławomir Majman, �Iago and the Belated Lover,� Warsaw Voice, 30 June, 2002; Katarzyna Łapińska, �Statistics as of January 31, 2006,� The Ministry of the Treasury, 6 March, 2006; �Skrzypek in as president of National Bank of Poland,� Warsaw Voice, 11 January, 2007.
[5] Special Report, �Leszek Balcerowicz,� BusinessWeek Online, 7 July, 2004; Maciej Bukowski, ed. Employment in Poland 2005 (Warszawa: Ministry of Economy and Labour — Department of Economic Analyses and Forecasts, 2005), 21-46; �Poland,�� The World Factbook updated 17 October, 2006; PAP, �Jobless rate falls to lowest level in nearly six years,�� Warsaw Voice, 25 October, 2006; ��Polish employers having trouble finding workers,�� ibid., 23 October, 2006; Joseph E. Stiglitz, Globalization and Its Discontents (London: Penguin, 2002), pp. 180-181.
[6] Convergence Programme: 2005 Update. Warsaw: Ministry of Finance, January, 2006; PAP, �PM: We are determined to meet Maastricht criteria as fast as possible,� Warsaw Voice, 19 May, 2006; Press Release, �Mergers: Commission launches procedure against Poland for preventing Unicredit/HVB merger,� European Commission, Brussels, 8 March, 2006 (IP/06/277); Mark Landler, �Poland Averts Clash With Europe Over Italian Bank Deal,� New York Times, 6 April, 2006, C6.
[7] Marcin Maciocha, �Zachodniopomorskie silne, ale mało dynamiczne,� Gazeta Wyborcza (Szczecin ed.), 7 July, 2006; �Population Based on Balances As of 31 XII� (Tabl. 1/27/.), Statistical Office in Szczecin, (accessed 15 June, 2006); Port Szczecin-Świnoujście Annual Report 2004 (Szczecin: Szczecin and Świnoujście Seaports Authority, 2005).
[8] Richard Grotowski, interview by author, Szczecin, Poland, 14 August, 2005.
[9] Piotr Golik, �Union Activist Branded by Vetting Court,� Warsaw Voice, 5 December 1999; �When the Smoke Cleared,� ibid., 15 November, 2002; Grotowski 14 August, 2005.
[10] Jolanta Kowalewska, �Carrefour nie zgadza się na całkoite finansowanie aquaparku,� Gazeta Wyborcza, 12 July, 2005; idem, �Radni nie zablokowaii Jurczykowi Gontynki,� ibid, 12 June, 2006; idem, �Prezydent Jurczyk może ogłaszać przetarg na Gontynkę,� Gazeta Wyborcza, 10 July, 2006, �Jurczyk nie odpowiedział Niemcom w sprawie Toyoty,� ibid., 3 November, 2006.
[11] Andrzej Kraśnicki, Jr., �Szczecin. Rada Miasta skręciła w prawo,� Gazeta Wyborcza, 13 November, 2006; Kov, �Jurczyk zaczyna się pakować,� ibid.; �PiS and PO the big winners in municipal elections,� Warsaw Voice, 13 November, 2006.
[12] Joanna Chomicka, �Shipbuilding,� strategis.gc.ca, 31 August, 2005 [U.S. and Foreign Commercial Service, 3 September, 2003]; Marek Gryzbowski, �The Ship�s Come In,� Warsaw Voice, 14 September, 2005.
[13] Majman, �Iago and the Belated Lover.�
[14] Rafal Towalski, ��Bankruptcy of the Szczecin Shipyard,�� European Industrial Relations Observatory On-line, 10 July, 2002; Robert Szymczak, �Who�s to Blame?� Warsaw Voice, 23 June, 2002; Robert Cyglicki and Joanna Osajda, �The Story of the Fuel Terminals in Estuary of Odra River,� Coalition Clean Baltic Newsletter, no. 4, 2000, 3-5; DW, ��Management of Bankrupt Polish Shipping Yard Arrested on Embezzlement Charges,�� RFE/RL, vol. 6 no. 126, 9 July, 2002; idem, �Striking Polish Shipyard Workers Set Up National Committee, Demand Meeting with Government,� HR-Net, 15 July, 2002, Andrzej Ratajczyk, �In Need of Aid,� Warsaw Voice, 21 July, 2002.
[15] Towalski, ��Bankruptcy�; Chomicka, �Shipbuilding�; Grzybowski, �Ship�s Come In�; Andrzej Ratajczyk, �Shipyards Get a Second Wind,� Warsaw Voice, 20 July, 2005; Austria Presse Agentur, �New state strategy for the years 2006-10,� Puls Biznesu, 3 April, 2006.
[16] European Commission Press Release, ��State aid: restructuring of Polish shipyards under Commission scrutiny,�� Brussels, 1 June, 2005 (IP-05-644); ��Stocznia Szczecińska Nowa na sprzedaż,�� Gazeta Wyborcza, 1 September, 2006; George Parker and Jan Cienski, �Polish shipyards caught up in aid row,� The Financial Times, 29 August, 2006.
[17] �Offset in Poland,� Republic of Poland Ministry of Economy (accessed 11 June, 2006); Bureau of Industry and Security, Offsets in Defense Trade Tenth Study: Conducted Under Section 309 of the Defense Production Act of 1950, as Amended. Washington, D.C: Department of Commerce, December, 2005, 4/1-5/19.
[18] U.S. Congress, House. The Impact of Defense Trade Offsets on the U.S. Defense Industrial Base, Committee on Armed Services. 108th Congress, 2nd sess., 2004, 8-9, 46 [17 June, 2004], Robert Little, �U.S. dollars wooed ally in Iraq coalition,� The Baltimore Sun, 17 October, 2004, 1A; �A Missing Billion,� Warsaw Voice, 26 October, 2005; L.Ż., �Offset Projects,� ibid., 22 June, 2005.
[19] �Registered Unemployed Persons By Age As of 31 XII,� Statistical Office in Szczecin (accessed 15 June, 2006); Paulina Majewicz, ��Jest praca, chętnzch nie ma,�� Gazeta Wyborczya, 25 August, 2006; Pawel Janoski, interview by author, Szczecin, Poland, 12 August, 2005.
[20] John Gray, False Dawn: The Delusions of Global Capitalism (New York: The New Press, 1998), p. 17.
L’autore ringrazia Joanna Newkirk per l’assistenza nelle traduzioni dal polacco
Anthony Newkirk
Fonte: http://onlinejournal.com
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_1746.shtml
13.02.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CRISTINA MAZZAFERRO