DI JERRY MAZZA
Online Journal Contributing Writer
Immagina che il classico e solitario uomo con la pistola possa essere Mark David Chapman. Se così fosse, dovresti ritenerti vittima del controllo mentale del sistema propagandistico tanto quanto lo fu lui quel Lunedì sera alle 22 e 50 dell’8 Dicembre 1980, proprio un mese dopo che Ronald Regan venne eletto presidente.
Immagina la sera che John Lennon ricevette quattro o cinque proiettili da un revolver calibro 38: due alla spalla sinistra, due nella parte superiore della schiena, a sinistra, mentre camminava nel corridoio d’ingresso del Dakota nella West 72nd Street e Central Park West. Strano che, in seguito, tre fori di proiettili fossero ritrovati sui vetri delle porte dell’atrio.Immagina che, ancor prima, quello stesso giorno, verso le 15 e 15, quando Lennon e Yoko erano sulla limousine che li portava dall’appartamento del Dakota allo studio Record Plant, Lennon si fosse fermato sulla strada per autografare una copia del suo album Double Fantasy per Chapman. Inoltre gli parlò, chiedendogli se c’era qualcos’altro che voleva. Il sorriso stampato sulla faccia di Chapman sembrava essere quello di un uomo che aveva ricevuto le chiavi del paradiso.
Immagina, alle 22 e 50 di quella sera, Lennon ferito che corre per circa 6 metri via da Chapman verso le scale dell’atrio, passando davanti alla scrivania della reception all’ingresso principale. Cadde a faccia in giù, di fronte al banco del portiere. Yoko, che lo aveva preceduto, urlò al portiere di chiamare la polizia, “ Hanno sparato a John,” e corse a sollevargli la testa.
Immagina che Chapman abbia esclamato, “Mr. Lennon”, e quando John si voltò, Mark abbia assunto un atteggiamento aggressivo ed esploso cinque colpi. Ma Chapman disse in seguito al giudice dell’udienza preliminare di non aver detto una parola a Lennon e di non essere assolutamente fuggito. C’e’ una discesa per la metropolitana a circa 60 piedi di distanza. Ma forse le persone innocenti (anche se con la mente programmata) non corrono.
Immagina il portiere in servizio, Jose Perdomo, che presumibilmente urlò “Vattene! Esci da qui !”. Poi chiese a Chapman, “ Sai cosa hai fatto?” “Ho appena sparato a John Lennon” disse Chapman sarcasticamente. Poi ci hanno detto che Champan fece cadere la pistola, si tolse il cappotto, lo piegò ai suoi piedi, e serenamente iniziò a leggere un libro, Catcher in the Rye [Il Giovane Holden]. Perdomo scalciò lontano la pistola. Uno si chiede perché Perdomo gli disse di andarsene, dopo avergli ricordato il crimine commesso.
Forse Perdomo era colui che sparò.
Immagina, qualche minuto più tardi, all’arrivo della polizia, Perdomo che identifica Chapman come l’assassino. Il poliziotto di pattuglia Peter Cullen non ci crede. Credeva che Champan fosse troppo onesto. Ma Perdomo insiste e l’ufficiale Steven Spiro arresta Mark. Inoltre i poliziotti erano consapevoli che John stava morendo. Invece di aspettare l’ambulanza, lo caricano sulla macchina della polizia e corrono al vicino Roosevelt Hospital. Ma Lennon muore al pronto soccorso.
Chi era Jose Perdomo?
Immagina Jose Joaquin Sanjenis Perdomo. Secondo i Cuban Information Archives e Salvador Austucia, autore di Rethinking John Lennon’s Assassination [Ripensando all’Assassinio di John Lennon], Perdomo era anche conosciuto come “Joaquin Sanjenis” e “Sam Jenis”. Era principalmente noto come un cubano esiliato anti-Castro e membro della Brigata 2506 durante l’invasione della Baia dei Porci del 1961, un completo fallimento di un’operazione della CIA, che costò il posto di lavoro al Capo dell’Agenzia, Allan Dulles, e forse la vita a John F. Kennedy, anche in questa occasione ad opera di un fiabesco assassino solitario che finì anche per essere considerato un pazzoide. In realtà, quella sera, mentre Chapman aspettava per ore il ritorno di Lennon, Perdomo aveva già parlato a lungo con lui riguado all’invasione e alle politiche americane per Cuba. Strani argomenti per due estranei, uno dei quali in attesa di una rockstar.
Immagina il poliziotto Cullen incredulo quando Perdomo ha dichiarato che Chapman era l’assassino. Cullen più tardi disse al giornalista James R. Gains del People Magazine il 23 Febbraio 1987 nell’articolo
“L’Uomo Che Sparò a Lennon” che: “ Egli [Chapman] sembrava un ragazzo che lavorava in una banca, o in un ufficio. Non uno sbandato o roba del genere, solo un ragazzo che stava cercando di guadagnarsi da vivere. Ricordo di averlo guardato e detto, ‘Perchè? Cosa ci facevi qui?’ Non rispose. Disse diverse volte ‘Mi dispiace di crearvi così tanti problemi’“.
Immagina che Perdomo avesse ragione di insistere che Mark fosse l’asssassino. Perdomo, anche conosciuto come Sanjenis, aveva lavorato fianco a fianco con il condannato ed ora deceduto ladro del Watergate, Frank Sturgis, che per circa un decennio fu sul libro paga della CIA. Sturgis dichiarò falsamente che Joaquin Sanjenis era morto di cause naturali nel 1974. Disse che era la procedura dell’Agenzia per tenere nell’anonimato Sanjenis. Alla sua famiglia non fu notificata la morte se non dopo il funerale. Sanjenis/Perdomo potrebbe essere ancora vivo da qualche parte. C’è sempre lavoro per uomini che sanno quello che c’è bisogno di fare, per poi sparire. Olè!
Immagina che Perdomo fosse così invisibile da non essere identificato dal nome per più di sei anni dopo l’assassinio di Lennon. All’inizio egli fu erroneamente scambiato per Jay Hastings, il corpulento impiegato che lavorava alla reception, ed era di turno la notte che Lennon fu ucciso. In realtà, Lennon scappò dall’omicida, e cadde prima di raggiungere il portiere Jay Hastings e Yoko. Questa informazione è menzionata nel libro, The Love You Make: An Insider’s Story of the Beatles, scritto da un membro del management team del gruppo, Peter Brown – insieme a Steven Gains.
Immagina queste descrizioni di Sanjenis/Perdomo dal libro The Fish is Red: The Story of the Secret War Against Castro scritto da Hinckle e William Turner:
“Sanjenis era un piccolo opportunista che riuscì a guadagnarsi il buono pasto della CIA per il resto della sua vita. Quando incontrò [Frank] Sturgis stava riempendo un secchio di uova marce, che sarebbe diventata l’Operazione 40 – la polizia segreta della forza di invasione Cubana. L’ultra segreta Operazione 40 includeva alcuni uomini d’affari conservatori non politici in esilio, ma il fine ultimo era quello di creare informatori, assassini su commissione, ed una moltitudine di tirapiedi il cui giuramento era di rendere sicura la controrivoluzione secondo i tradizionali stili della vecchia Cuba. Erano le truppe migliori della vecchia guardia all’interno del movimento esiliato, che conclusero l’alleanza effettiva con la fazione di destra della CIA contro la CIA liberale…
“Sanjenis fornì a Sturgis una serie di indirizzi e numeri di telefono, e Sturgis fu d’accordo a coordinare le sue operazione con Sanjenis e lavorare con un contratto base su speciali incarichi dell’Agenzia…”
“Sanjenis aveva inviato navi ed aerei per le incursioni clandestine contro Cuba e centinaia di uomini in missione dalle quali non fecero più ritorno… Ufficialmente non ci fu alcun rapporto sui dispersi-in-azioni durante la Guerra Segreta contro Cuba. Il compito di Joaquin Sanjenis era di tenere le proprie truppe, e se stesso, nell’anonimato.” Così visse, senza venire mai meno alla sua reputazione.
I Fori di Proiettile sulla Spalla Sinistra di Lennon
Immagina la teoria che ci hanno raccontato: quella che Lennon aveva oltrepassato camminando Chapman, che si trovava sulla destra e quindi dietro di lui nell’oscurità dell’ingresso. Se Chapman avesse gridato “Mr. Lennon” e John si fosse fermato e girato, sarebbe stato possibile, anche se difficile, colpire Lennon alla spalla sinistra, e quindi, una volta che Lennon si era girato per fuggire, colpirlo nella parte posteriore della schiena, sul lato sinistro. Inoltre Chapman disse al giudice Dennis Edwards, durante l’udienza preliminare, che non disse niente a Lennon, ma che gli aveva solo sparato.
Immagina una seconda teoria: Perdomo o qualcun’altro sparò dall’ingresso che conduce all’ascensore, che si trovava a sinistra del passaggio pedonale e di fronte a Lennon. Ci sono due serie di due spari. I primi due colpi raggiungono la spalla sinistra. Mentre Lennon corre verso le scale d’ingresso, due altri colpi raggiungono la parte alta della schiena, sul lato sinistro. Sparare dalla porta di entrata sembra rappresentare una dinamica più plausibile. Ma visto che l’autopsia non è stata resa pubblica, non sappiamo se tre dei cinque colpi siano fuoriusciti, abbiano preso di striscio o abbiano mancato Lennon per colpire invece il vetro della porta d’ingresso.
Immagina i testimoni della scena del crimine fornire versioni diverse sul fatto che Chapman avesse oppure no chiamato Lennon. Nessuna convincente prova fu presentata per dimostrare che egli avesse attirato l’attenzione di Lennon facendolo girare. In aggiunta, non fu mai un vero processo dal momento che Champan confessò immediatamente. Fu semplicemente un’udienza preliminare. Non ci furono neppure prove ufficiali né testimoni. Il caso fu dichiarato chiuso la sera dell’assassinio, ed il rapporto della polizia è privo di ogni dettaglio essenziale. Quello che dice è che Chapman portava a addosso 2.201,76 dollari in contanti quando fu arrestato, sebbene si fosse dichiarato disoccupato. Vi chiederete perché non hanno voluti aprire gli occhi e avviare una completa inchiesta sulla morte di un personaggio come John Lennon. Potrebbe essere una copertura? Sono mai accaduti prima questi tipi di assassinio?
Immagina uno scenario, piuttosto fuori dagli schemi, delineato dall’autore Salvador Astucia: “Mentre Lennon supera Chapman, un membro della squadra assassini dell’FBI in qualche modo invia un udibile messaggio a Chapman… che lo fa cadere in uno stato di semi ipnosi…” Forse Jose Perdomo sussurrò semplicemente al suo orecchio qualcosa che era stato programmato prima nella mente di Chapman: “Uccidi Lennon”.
Chapman aveva dichiarato di aver sentito una voce ed Astucia ritiene che egli non sia per niente uno psicotico. Non sono d’accordo ma parlerò di questo tra un momento. Il messaggio, comunque sia stato inviato, ha attivato la mente di Mark in modo da convincersi di dover assassinare Lennon. E’ così secondo me che abbiamo un classico capro espiatorio programmato.
Chi Era Chapman e Come Ha Fatto a Diventare un Capro Espiatorio?
Immagina, come l’autore britannico Fenton Bresler riporta nel suo libro – Who Killed John Lennon?, che dal 1950 la CIA iniziò a lavorare sul controllo della mente, con un progetto che chiamò PROJECT BLUEBIRD. In due anni il progetto venne trasformato in uno più ampio, PROJECT ARTICHOKE. Non sto scherzando. Era annotato su un memorandum dell’Agenzia.. ”Per sviluppare le linee operative, i metodi scientifici e la conoscenza che può essere utilizzata nell’alterazione delle attitudini, delle convinzioni, del processo del ragionamento e dei modelli di comportamento di un agente dei servizi. Questo includerà l’applicazione di testate tecniche psichiatriche e psicologiche, incluso l’uso dell’ipnosi con combinazione di droghe.”
In 30 anni, l’Agenzia doveva raffinare queste tecniche, al punto che la loro autenticità, l’uso e l’efficacia non avrebbero dovuto rappresentare alcuna sorpresa. Certamente, Mark Chapman aveva tutte le credenziali per essere un “agente molto speciale“. Ed ecco dove sono in disaccordo con Salvador Astucia circa lo stato della personalità di Mark.
Immagina, come ha fatto Fred McGunagle nel suo articolo per Court TV’s Crime Library, Mark David Chapman: L’ Uomo Che Uccise John Lennon, che Chapman era vulnerabile e che soffrisse di paranoia schizofrenica. Nella sua adolescenza aveva visto “piccole creature”, alcune che lo incoraggiavano a fare cose buone ed altre a fare cose cattive. Prima vivevano nei muri della sua casa, poi nei più profondi recessi della sua mente, trasformandosi in demoni, e causando a Mark diversi collassi nervosi che lo spinsero un paio di volte al suicidio verso l’età di 24 anni.
Immagina come Mark si sia incredibilmente fissato sul Holden Caulfied, l’eroe immaginario del libro “Il giovane Holden “ [titolo originale: Catcher in the Rye, di J.D. Salinger], un adolescente confuso, deluso dalla scoperta che il mondo sembra essere pieno di ipocrisia, falsità e corruzione. L’altra fissazione di Mark era la rockstar John Lennon, che egli alternativamente ammirava ed odiava a causa dell’ultima battuta di John secondo cui i Beatles erano stati più famosi di Gesù. Lennon offese il Jesus freak [tifosi di Gesù] di Mark [Jesus freak, originariamente, era l’insulto per coloro che facevano parte del Movimento di Gesù degli anni 60/70 che erano spesso cosiderati esageratamente premurosi nella loro passione per Gesù. Si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Jesus_freak]
Immagina, Mark White, nella sua vignetta di satira politica, Silenzio Morto nella Mente, riportare che quando Chapman era più giovane iniziò a lavorare al campo profughi laotiano. Il campo era diretto da World Vision, un’organizzazione evangelica di carità che gestisce campi profughi nel mondo. Essa ha appoggiato numerose operazioni della CIA. I suoi campi lungo la frontiera dell’Honduras, per esempio, furono usati per addestrare le squadre della morte ad El Salvador . . . Il ricercatore John Judge scrive: “World Vision appare essere un’elaborata copertura per il reclutamento, l’addestramento e il collocamento di assassini intorno al mondo.” Quindi non penso che Chapman fosse stato scelto a caso tra la popolazione comune. Penso che abbia avuto un intenso addestramento comportamentale per l’assassinio di Lennon, sebbene io non creda che sia l’uomo che ha sparato. Credo fosse troppo a rischio come un Manchurian Candidate. Quindi Perdomo & C. gli devono aver dato una mano.
Immagina, come ci dice Bresler, Chapman comprare un revolver 38 Special da J&S Enterprises, un negozio di armi nel centro di Honolulu, la città dove viveva. Bresler fornisce il numero di serie 577570, e nessuno al dipartimento di polizia di New York conferma che quello sia davvero il numero di serie della pistola usata sulla scena del crimine. Questa è un’incredibile omissione. I numeri di serie vengono incisi sulle pistole in modo da poter rintracciare i criminali. Inoltre questa non era la prima volta che Chapman si recava a New York per studiare attentamente Lennon. Chapman fece due viaggi a New York City, dal 29 Ottobre 1980 fino al 10 Novembre 1980. Un altro il 6 Dicembre 1980.
Immagina che nel primo viaggio Chapman abbia portato la suddetta 38 special con sè. In realtà, Bresler descrive in dettaglio come Chapman portò la pistola a New York il 29 Ottobre dimenticando di portare i proiettili. Così, egli volò ad Atlanta per prendere i proiettili da un amico poliziotto, Dana Reeves (anche noto come Gene Scott). Andò ad Atlanta perché a New York è proibito vendere munizioni a chiunque non viva nello stato di New York. Bresler inoltre afferma ad un certo punto che Chapman disse a sua moglie Gloria “Era tempo per lui di crescere. Era un uomo sposato e adesso doveva poter sostenere la famiglia. Comunque la prima cosa che doveva fare era andarsere per un pò, per riflettere. Aveva deciso di tornare a New York. Lei non avrebbe dovuto preoccuparsi, perché non avrebbe fatto cose sbagliate. Aveva gettato pistola e proiettili nell’oceano.”
Immagina Bresler che non contraddice quest’ultima affermazione, così noi non sappiamo se è un fatto o fu una bugia conveniente per Chapman per coprirsi di fronte alla moglie. E forse Reeves, anche conosciuto come Scott, non era solo un poliziotto, ma un membro della CIA o dell’FBI, coinvolto nell’ideazione del piano d’azione e nel comportamento di Chapman. Mark poi va a New York, si presume con una sosta a Chicago per far visita alla nonna. Bresler inoltre dà l’impressione che Chapman avesse tendenze omosessuali represse. Anche il tema gay che viene fuori non porta da nessuna parte, eccetto che a garantire nella post-persecuzione giudiziaria di Chapman che egli non avrebbe mai concesso un’intervista a Bresler. Chapman si risentì molto delle insinuazioni “gay” avanzate da Bresler.
Qual e’ il Motivo di Tutto Questo?
Immagina che i problemi per Lennon siano iniziati con la preoccupazione della Casa Bianca di Nixon, per esempio, riguardo al fatto che Lennon avrebbe potuto unirsi ad un serie di concerti “Contro Nixon” (una falsa diceria di cui Lennon incolpò Jerry Rubin di averla messa in giro). Tuttavia, il capo dell’FBI, J. Edgar Hoover, prese la palla al balzo ed aprì un inchiesta su Lennon. La INS (Ufficio di Naturalizzazione e Immigrazione) iniziò un procedimento di espulsione contro Lennon. Il suo attivismo politico si attenuò negli anni successivi, durante le sue battaglie legali per restare negli USA. Nel 1975, dopo lo scandalo del Watergate, che qualcuno ritiene architettato per sbarazzarsi di Nixon, Lennon vinse la sua Carta Verde (green card). Era esausto da tutte le battaglie, si ritirò dalla vita pubblica, e mise il suo amore ed energia nella vita familiare. Fortunatamente, durante questo periodo l’amministrazione Carter tenne a bada l’Intelligence.
Immagina come, nel 1980, con l’elezione di Ronald Reagan, divenne tutta un’altra storia. In quel periodo John aveva ripreso le sue energie ed stava nello studio di registrazione a fare piani per riesumare il suo attivismo. Credo che fu allora che la Great Communicator plus VP, l’ex capo della CIA George H. W. Bush e company misero insieme un preventivo attacco contro Lennon. Come sempre, avevano bisogno di un pazzo certificato, credibilmente capace di indiscriminate azioni violente, così si affidarono al progetto MKULTRA [Ndt: anche conosciuto come MK-ULTRA. Era il nome in codice per un programma di ricerca sul controllo della mente da parte della CIA che duro’ dagli anni 50 fino agli anni 70. Fu il primo portato a conoscenza dell’attenzione pubblica en.wikipedia.org/wiki/MK-ULTRA]. La musica rock era una forza di incredibile potere. Immagino che Regan & C. fossero terrorizzati che Lennon potesse interferire con le loro politiche feroci nel sud e centro America, per non parlare di Iran, Russia e America.
Immagina quanto sia tragico che l’ uomo che ha scritto “Give Peace A Chance” dovesse morire per mano di qualche assassino. Ed immagina John Kennedy nel tentativo di fermare l’incidente della “Bia dei Porci“ e tentare il ritiro dal “Vietnam”, Robert Kennedy combattere il crimine organizzato, Martin Luther King tentare l’integrazione non violenta del sud. Tutti uccisi con arma da fuoco da presunti pazzi solitari, quando in realtà gli omicidi furono attente operazioni orchestrate che coinvolsero molte persone.
Immagina che questo fosse il caso nel tentativo di assassinare Ronald Reagan (solo tre mesi dopo l’assassinio di Lennon) da parte di John Hinckley Jr, il figlio di John Hinckley Sr, un petroliere amicone di George H. W. Bush. Le due famiglie avevano una storia, nel Texas degli anni 60, quando Bush e John Hinckley Sr., diventarono indecentemente ricchi grazie al business del petrolio ed entrambi frequentavano le stesse viscide cerchie di amicizie. Si dice che il figlio maggiore di Hinckley, Scott, aveva programmato di cenare con Neil Bush la sera in cui si sparò a Reagan. Quello che qualcuno chiamò il ‘colpo di Bush’ accadde alle 2,30 del pomeriggio del 30 Marzo 1981, mentre Reagan stava lasciando il Washington Hilton, dopo aver rilasciato una dichiarazione. Bush era convenientemente fuori città.
Di Nuovo un Déjà vu
Immagina come John Hinckley Jr., si faccia spazio tra i giornalisti, si accucci sul marciapiede, e gridi, ”Signor Presidente, guardi qui“. Con entrambe le mani prende la mira con la calibro 22 ed apre il fuoco su Reagan. Nella confusione che seguì, il sesto colpo andò a segno. Lo sparò, rimbalzò sul parafango dell’auto blindata e raggiunse l‘ascella di Reagan perforandogli un polmone. Un colpo indirizzato con maggior precisione avrebbe assicurato la presidenza a Bush, evitandogli di rimanere il numero due per i successivi otto anni.
Immagina l’agitato Hinckley Jr. costruire la propria personalità sul modello di Travis Bickle di Robert DeNiro nel film Taxi Driver. Dopo aver fallito nell’uccidere il candidato alla presidenza, in cerca di una causa giusta in un mondo che considerava corrotto, Bickle spara al protettore di una giovane prostituta, impersonata da Jody Foster, della quale il giovane Hinckley era diventato completamente ossessionato. Hinckley vide il film almeno 15 volte. Come Chapman con “Il Giovane Holden“, Hinckley Jr. legge e rilegge il libro su cui era basato. Ascolta anche la colonna sonora per ore. Il suo ego diviene totalmente immerso nel personaggio Bickle/DeNiro. Qualcuno direbbe, dato il suo instabile stato mentale, che Hinckley era carne fresca per essere programmato per uccidere Reagan da qualche ex spia di Bush e, anche se la missione fosse fallita, poteva ritenersi un efficace avvertimento.
Immagina il corrispondente Judy Woodruff apparire su NBC Special Reports in onda subito dopo la sparatoria. Disse di aver visto almeno un colpo rimbalzare sopra la limousine di Reagan. Più tardi aggiunse che un agente dei Servizi Segreti aveva esploso quel colpo. Potrebbe il fuoco amico aver colpito Reagan? O poteva esserci un secondo tiratore? Ci fu negligenza da parte dei Servizi Segreti? In ogni caso, l’osservazione della Woodruff aiutò a capire che una pallottola colpì Reagan quando la portiera della sua limousine blindata si trovava tra lui e Hinckley.
Immagina che Hinckley Jr. voli a Nashville nel 1980 per seguire e uccidere Jimmy Carter, come accadde ad Arthur Bremer con Nixon e Wallace. Bremer riuscì a immobilizzare Wallace quando questi tentava l’assassinio. Ma Hinckley fu arrestato all’aereoporto quando le autorità trovarono tre pistole nella sua valigetta. Inoltre, dopo essere stato trattenuto solo per cinque ore, fu multato e rilasciato. Nessuno si preoccupò neppure di guardare nel giornale che stava portando, nel quale aveva scritto il piano per uccidere Carter, eppure in precedenza Arthur Bremer, sul quale era basato il personaggio di Bickle, aveva scribacchiato sul suo giornale come seguire dietro le quinte Nixon o Wallace. Siamo di fronte ad una serie di capri espiatori e omicidi.
Immagina che John Hinckley Jr. fosse presente durante quella piovosa domenica del 14 dicembre 1980, a Central Park, dove si riunì una tranquilla folla di circa 100.000 persone, inclusi me e mia moglie. Alla richiesta di Yoko, “pregammo per l’anima di John” per 10 minuti in silenzio. Settimane dopo, Hinckley espresse i suoi pensieri di quel giorno su un nastro registrato. “ Voglio solo dire addio al vecchio anno, che non e’ stato niente – miseria totale, morte totale. John Lennon e’ morto, il mondo e’ finito, dimenticate…” Tre mesi dopo, il mondo avrebbe conosciuto Hinckley Jr. molto bene.
La casa Discografica, EMI, Mano Invisibile della Campagna Anti-Lennon del 1996
Immagina l’estate del 1966. Prima che i Beatles decidessero di cancellare il tour, stavano lavorando all’album Revolver. Per qualche ragione Paul McCartney si alterò e se ne andò dallo studio. Questo lasciò John con solo una melodia della versione Americana dell’album nella quale tutti i Beatles suonavano insieme. Era “Tomorrow Never Knows.” Nella versione Britannica dell’album EMI, John cantò cinque canzoni. Tre non furono incluse dalla EMI, così la decisione di Paul di abbandonare su “She Said She Said” fu un modo per sabotare il lavoro del collega.
Immagina Derek Larsson dire “La trascuratezza da parte di McCartney durante alcune registrazioni di John è qualcosa che traspare dal nastro. Quindi penso che le lamentale di Lennon siano legittime. La noncuranza è la questione del ‘sabotaggio’ a cui si stava riferendo Lennon.”
Immagina una questione ancora più importante, che anche se il marchio
EMI sta per Electrical and Musical Industries, la compagnia era anche un appaltatore militare del British War Office. Così un ufficiale Americano di alto grado poteva fare una telefonata ad un ufficile Britannico di alto grado e lamentarsi che quel giovane Lennon stava incitando la gioventù americana contro la politica del governo, specialmente nel dichiarare che i Beatles erano più popolari di Gesù. Cosa che ancora oggi disturba qualcuno.
Immagina che poi questo avesse dato al presidente della EMI Sir Joseph Lockwood l’impulso di togliere le canzoni di Lennon dalla versione americana di Revolver, cosa che poi l’EMI fece realmente. In una edizione del giugno 1966 dell’album Yesterday And Today, la famosa foto del “ gruppo di macellai” venne messa in copertina; la foto mostrava i Beatles circondati da bambole insanguinate. I membri della band dichiararono di non avere niente a che fare con la strana copertina, che comunque finì con il rovinare l’album.
Immagina che i Beatles fossero derisi e beffati il 5 Luglio del 1966, a Manila, capitale delle Filippine, quando erroneamente furono incolpati per non aver preso parte al party tenuto da Imelda Marcos, moglie del presidente. Forse non avevano le scarpe giuste da indossare, ma i Beatles dicono di non aver mai ricevuto l’invito. Così la loro protezione fu revocata mentre cercavano di lasciare il paese. Furono assaliti all’aereoporto da circa 30 delinquenti armati.
Immagina che la storia “più popolare di Gesù“ venne alla luce non proprio ingenuamente in un’intervista del Datebook, una rivista Americana, e causò una reazione furente. Fu qualcosa degno dei neocons di oggi.
Immagina che, in Agosto, Revolver fu pubblicato in America e tre o cinque canzoni di John mancavano. Paul fu presentato come il trascinatore e il creativo. Nessuna delle sue canzoni fu esclusa dalla versione Britannica dell’EMI. McCartney ammise di aver abbandonato la sessione di “She Said She Said” e di non aver suonato o cantato in quella canzone. Così i Beatles come quartetto suonarono solo una delle canzoni di John sulla versione Americana di Revolver. I politici riuscirono ad infiltrarsi anche nelle vite dei quattro ragazzi, i musicisti più famosi del mondo.
Immagina che il 19 Agosto del 1966 un membro del pubblico di Memphis gettasse un petardo sul palco. Quando esplose, l’intero staff dei Beatles pensò che qualcuno aveva sparato a John Lennon.
Lo scrittore Salvador Astucia scoprì che niente meno che il primo ministro britannico Harold Wilson chiamò Sir Joseph Lockwood nel 1965. Non si può essere certi di quello che si dissero, ma Lennon, come suggerito da Astucia, “ era piu’ influente di ogni altro capo di stato del mondo”.
Immagina di scoprire che la RCA, la nostra corporazione e gruppo di controllo dei media, diretta dal “Generale” David Sarnoff, fosse sia un partner occulto della EMI, che attiva nell’industria militare, spaziale e della comunicazione satellitare. Nel 1986 fu acquistata per 6 miliardi di dollari dalla General Electric, la più grande compagnia multinazionale odierna. Era un classico esempio di ciò che il presidente Dwight Eisenhower avrebbe chiamato “il complesso industriale-militare”, cosa che scatenò l’opposizione dei ribelli Beatles, finché rimasero a casa.
L’ultimo tirapiedi e sospetto, Fred Seaman
Immagina Fred Seaman, membro dello staff di Lennon (e che pure gli assomigliava), che venne condannato per aver rubato effetti personali dalla proprietà di Lennon, in parte affidata alle sue cure (1979-80). Fece tre anni di libertà vigilata e fornì informazioni allo scrittore Bob Rosen per il libro Nowhere Man. Prima, Rosen aveva scritto discorsi per il segretario dell’Air Force, Hans Mark, in servizio dal 1979 al Febbraio del 1981. Seaman fornì informazioni su Lennon a Albert Goldman, che Astucia definisce “uno degli sforzi più noti della campagna postuma di diffamazione su Lennon”. Hans Mark e suo padre, Herman Mark, si vedevano con Edward Teller, inventore della bomba ad idrogeno, ed amico di Henry Kissinger e di Theodor Herzl, il papa del sionismo, una massa di assassini, esattamente il tipo di persone con cui Lennon si sarebbe scontrato se fosse vissuto.
Immagina per un momento di mettere da parte Chapman, Perdomo e Jay Hastings e che ci siano descrizioni di un “operaio” che potrebbe essere stato l’assassino. Astucia crede che possa trattarsi di Seaman. Egli aveva completo accesso all’appartamento di Lennon e all’ascensore, e poteva essere considerato come un “ tecnico della manutenzione” o un “uomo addetto all’ascensore”, potrebbe essere stato presente la notte dell’assassinio, avendo libero accesso in ogni momento. E’ ironico che l’ufficiale Peter Cullen avesse originariamente detto che fu il “tecnico della manutenzione” ad aver sparato a Lennon. Si trattava in realtà di Seaman, nascosto nell’oscurità della porta di ingresso? Egli certamente aveva le credenziali della malavita.
Così prosegue la ricerca per aver giustizia, e per scoprire come la vita sia più strana di quanto possiamo immaginarci.
Jerry Mazza e’ uno scrittore freelance residente a Manhattan.
Copyright © 1998-2005 Online Journal
Fonte: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_300.shtml
[Ndt: Approfondimento sull’argomento:
www.campania.lafragola.kataweb.it
Approfondimento sul progetto MK-Ultra :
http://www.mindcontrolforums.com/fbi-mindcontrol-tactics.htm
http://www.spazioufo.com/MK-ULTRA.asp]
Traduzione per comedonchisciotte di Manrico Toschi