MA SE NON E’ FASCISMO, CHE DIAVOLO E’ ?

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DI ROSANNA SPADINI

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Romanzi straordinari “Il mondo nuovo” e “1984”, che profetizzavano una società futura distopica e oppressiva, nei quali Aldous Huxley e George Orwell concordavano sul fatto che gli uomini a venire sarebbero stati esseri viventi sempre più controllati, pianificati, programmati, disciplinati entro spazi ristretti, drasticamente mutilati nelle loro libertà individuali. L’incubo teorizzato sul mondo futuro produceva visioni apocalittiche di Stati che soffocavano i propri abitanti in un “Leviathan” inflessibilmente totalitario.

Invece lo scenario che ci troviamo di fronte sembra attestare un drastico rovesciamento delle più agghiaccianti previsioni distopiche del ventesimo secolo: è infatti il privato ad essersi trasformato in una belva famelica pronta a divorare la società e non il contrario ed è l’interesse privato che si è smisuratamente dilatato ai danni di quello pubblico (Zygmunt Bauman, Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida).

Il “fascismo postmoderno” dunque è impalpabile, indefinito, inavvertibile, si cela dietro l’epica melodica di “Via col vento”, del famoso programma dell’imenottero brufoloso, si confonde tra le pile dei giornali venduti ogni giorno in edicola, si mimetizza tra le bufale quotidiane raccontate dalla “nuova forma di vita neliberista”, da una casta politica, reversibile, double face, convertibile, cabriolet, buona per tutte le stagioni. Semplicemente perché la democrazia repubblicana, l’unica che conosciamo, è garantita dall’alternanza tra maggioranza e opposizione, diversamente la democrazia è morta e viene sostituita da un’altra cosa.

Il “Panopticon”, il carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo Jeremy Bentham, rappresenta bene l’emblema del totalitarismo statale del XX secolo, perché è un luogo chiuso, contenente una moltitudine di carcerati/schiavi, scrutati attimo dopo attimo, anche in ogni loro manifestazione privata, da pochi sorveglianti. Pochi occhi sono in grado di controllare molte vite, pochi sguardi sorvegliano senza essere visti, come è avvenuto per tutto il periodo dell’era industrializzata dell’occidente, all’interno delle fabbriche, delle carceri, delle amministrazioni pubbliche della società di massa novecentesca.

Contro un simile “modello sociale totalitario”, che ha avuto nel “lager” la sua estrema espressività distruttiva, si oppone un nuovo modello di “fascismo postmoderno”: il “Synopticon” ha preso il posto del “Panopticon”, si è affermata una nuova dimensione sociale apparentemente libera, che tende ad espandersi, ad assorbire voracemente gli umori del reale, e sembra non cristallizzarsi più in forme rigorosamente predefinite.

Il controllo diretto di un potere centrale che “sorveglia” una moltitudine di dominati del ‘900 è stato sostituito da un meccanismo governato dalla “seduzione liquida”, nel quale i molti guardano i pochi, e mentre osservano vengono ripetutamente sedotti, stregati, ipnotizzati, e di conseguenza, come in tutte le condizioni di coup de foudre che si rispettino, perdono la capacità stessa di ragionare fuori dai frame mentali imposti dal sistema. Dunque chi osa uscire criticamente dal selciato dei frame dominanti, viene etichettato come antisociale, populista, estremista, e naturalmente viene immediatamente emarginato ed escluso dalla legittimazione sociale del politically correct.

Il “fascismo postmoderno” dunque non è lo stesso fenomeno ideologico totalitario del ‘900, ma è comunque un “fenomeno totalitario” che ha molte affinità con quello, inserito però in un contesto storico sociale completamente mutato. Dove lo Stato ha smarrito la propria violenta potenzialità di coercizione e andrebbe dunque tutelato più di quanto non andrebbe attaccato: «Oggi il principale contributo dello Stato all’infelicità umana è il gesto di lavarsi le mani compiuto da Pilato anziché sporcarsele tentando di introdurre un po’ di logica nel caos dell’umanità. Lo Stato è una catastrofe, ma al tempo stesso, in un certo senso, lo è troppo poco». Si consideri anche che la volontà di potenza a disposizione degli attuali Stati nazionali va sempre più scemando, sta ora divenendo sempre meno arrogante e aggressiva, trasferitasi altrove e migrata verso insoliti centri di potere sovranazionali: «Quello che si è chiuso è destinato a passare alla storia come un secolo di violenze perpetrate dagli stati-nazione a danno dei loro sudditi. Quello che è appena iniziato sarà probabilmente un altro secolo violento, questa volta un secolo di violenze stimolate dalla progressiva esautorazione degli stati-nazione a opera dei poteri globali scatenati» (Zygmunt Bauman, Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida).

Assistiamo increduli dunque all’eclissi progressiva dello Stato, che lascia lo spazio dell’agorà al mercato, un mercato che si serve del linguaggio dei droni, macchine volanti sempre più miniaturizzate, capaci di giungere in ogni luogo del globo e di impadronirsi dei dati personali di ognuno di noi in una condizione di invisibilità, cifra stessa dell’impercettibilità del “fascismo liquido”, del potere invasivo delle corporations e della propaganda dei mass media che diffondono ad arte i nuovi mantra del monoteismo del mercato.

Mantra neoliberisti, produttori di frame mentali praticamente infrangibili. Che consentono alla classe finanziaria parassitaria di protrarre nel tempo il suo infame progetto di lotta di classe. Che le consentono di praticare indisturbata la sua criminale spoliazione dei diritti e dei redditi delle altre classi, mascherandola con dietrologie falsate delle vere cause di questa crisi economica drammatica.

Quali affinità e differenze dunque esistono tra il “Fascismo storico” di ieri e il “Fascismo finanziario” di oggi? Diretta espressione dello stato hegeliano il primo, e invece diretta espressione del neoliberismo finanziario il secondo. Entrambi si dotano di categorie caratteriali molto simili:

• Nazionalismo fascista di ieri: oggi si è tramutato nel sogno della Federazione di Stati Uniti Europei, della Nazione Italia che confluisce in un Grande Nazione Europea;

• Totalitarismo: controllo ossessivo sulla vita degli individui ieri, attraverso un monitoraggio che andava dalla culla alla tomba, Minculpop, educazione scolastica pilotata; oggi la vita dei cittadini globali è controllata dal sistema mass mediatico e informatico, attraverso tv, giornali, siti web, canali di ricerca, blog, social network (vedi sistemi di spionaggio globale, Nsa);

• Corporativismo: “L’individuo non esiste se non in quanto è nello Stato e subordinato alla necessità dello Stato”, oppure “Lo Stato fascista o è corporativo o non è fascista”, B.Mussolini; le attribuzioni del nuovo Ministero delle corporazioni risultavano piuttosto invadenti: esso infatti non solo aveva competenze sul controllo e sulla regolamentazione dei salari e delle condizioni del lavoro, ma anche sull’alta direzione dell’intera economia nazionale.; diversamente sosteneva Margaret Thatcher, l’angelo/diavolo del neoliberismo selvaggio: “La vera società non esiste: Ci sono uomini e donne, e le famiglie. E nessun governo può fare nulla se non attraverso le persone. La gente deve guardare prima a se stessa. È nostro dovere badare a noi stessi e poi, prendersi cura del prossimo. La gente ha tenuto i diritti troppo in mente, senza obblighi, ma non può esistere un diritto senza che qualcuno non abbia prima incontrato un obbligo” (dall’intervista del 23 settembre 1987, Margaret Thatcher).

• Egemonia del Partito Unico: esclusione di tutti gli altri partiti dalla dialettica elettorale e parlamentare, criminalizzazione delle opposizioni (delitto Matteotti, 1924); oggi la criminalizzazione è rivolta verso le opposizioni, in modo particolare i 5*; anche il Presidente della Repubblica Napolitano, che dovrebbe essere “super partes”, dopo l’ottimo esito elettorale dei 5* alle elezioni amministrative del 2012, se ne uscì con un’affermazione indegna del ruolo da lui rivestito: “Non ho sentito nessun boom”; poi in altra occasione, durante l’appello alle Camere sul problema “affollamento carceri”, definito da Grillo “un’amnistia per Berlusconi”, il presidente se ne uscì con un’altra perla da manuale: “Quelle sono persone che hanno un pensiero fisso e se ne fregano dei problemi della gente e del Paese. E non sanno quale tragedia sia quelle carceri. Non ho altro da aggiungere”.

• Sindacalismo controllato dal regime: nascita della Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali ieri, una nuova formazione antisocialista ed anticattolica, costituita nella forma di sindacati autonomi formati da cinque Corporazioni suddivise per categorie. Un’importante legge dell’aprile 1926 proibì scioperi e serrate; oggi la “concertazione” ha coinvolto la complicità del sindacato nei progetti di riforma governativi, che hanno progressivamente smantellato diritti e certezza del lavoro;

• Leggi elettorali truffa (Acerbo ieri, Porcellum, Italicum oggi) che producono deputati nominati e non più eletti direttamente dal popolo;

• Educazione scolastica pilotata nel Minculpop del ventennio, mentre oggi gli insegnanti sono al 99% dei piddini e gli ultimi progetti di riforma scolastica (Moratti, Gelmini, Giannini) mirano a demolire la scuola pubblica con interventi destabilizzanti;

• Controllo totale dei mezzi d’informazione, televisiva e cartacea (ieri e oggi);

• Autoritarismo reale attraverso strumenti coercitivi (olio di ricino, confino); autoritarismo di fatto attraverso la delegittimazione politica (il M5* viene escluso dalla dialettica politica interpartitica, proprio perché rappresenta la vera opposizione alternativa che non scende a compromessi d’interesse, invece viene accreditata come opposizione FI, che invece sostiene il governo);

• Riforma reazionaria attuale delle istituzioni: Senato delle regioni, composto di senatori nominati e non più eletti, e violazione sistematica della Costituzione democratica, con la sovversione della separazione dei poteri, attraverso un vero e proprio “golpe bianco” (La funzione legislativa è passata al Governo attraverso l’uso dei Decreti legge, che vengono imposti al Parlamento).

In conclusione, il “Fascismo finanziario postmoderno” sta realizzando da tempo una vera e propria demolizione delle istituzioni democratiche attraverso un “golpe privatistico” che si occupa della spartizione del reddito tra le varie classi sociali, privilegiando l’alta borghesia finanziaria contro tutto il resto del tessuto sociale, che sta sempre più assumendo le forme di un “nuovo proletariato”, colpito a morte nella certezza dei diritti e del reddito, attraverso la coercizione dell’indebitamento pubblico e delle tasse, riducendo l’Italia a un paese di mano d’opera a basso costo, di manovalanza a prezzi stracciati, dunque ad una “terra di mezzo”di schiavi moderni, uomini privi di diritti e condannati ad un precariato a vita.

E ci è riuscito grazie alla complicità colpevole e collaborazionista della casta corrotta e double face, dei sindacati offuscati dalla concertazione, dei mass media asserviti completamente al potere, tutti “traditori della patria e del proprio popolo”, che purtroppo è stato ipnotizzato da un falso indottrinamento e da un sistematico occultamento di quelle che sono le vere cause della crisi dell’euro/killer e dell’Europa/lager.

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

15.10.2014

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