La società dello spettacolo

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DI NATALINO BALASSO.com

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Ormai è chiaro che la società dello spettacolo diffuso, preconizzata da Debord ha preso il sopravvento ed è sempre meno leggibile nei suoi meccanismi. I giornali (in Italia) riportano gli “esiti” del dibattito televisivo tra Clinton e Trump, Clinton pare abbia “vinto” il dibattito ma i sondaggi dicono che il risultato è incerto. E nel meccanismo spettacolare in cui la battaglia conta più dei morti, non ci si chiede più il motivo per cui si fa tutto questo e non ci si domanda più come mai, se Trump è il “miliardario”, Clinton non sia la poveretta. Lo sparo dei colpi segreti affascina la gente, che cade facilmente nei luoghi comuni e nei paradossi: perché, ad esempio, come rileva una vignetta di Charlie Hebdo, l’osannato Roosvelt era poliomelitico, l’osannato Kennedy aveva un perenne mal di schiena, l’osannato Nixon era etilista e soltanto per la polmonite della Clinton si sono fatte un sacco di polemiche? Ma ci sono altre domande che non possono essere trascurate: Perché la Clinton, che sarebbe il primo presidente donna, e quindi un simbolo forte, si presenta col nome del marito ex presidente? Perché Obama, lungi dal ridurre le spese militari, le ha aumentate? Perché non si nota nessuna differenza evidente tra le proposte repubblicane e quelle democratiche? Perché i politici americani somigliano sempre più ai personaggi dei Simpson?

I milioni spesi per le campagne elettorali stanno a dimostrare che ciò che sta a cuore, al di là delle belle parole, siano gli interessi propri prima di quelli comuni. L’America è l’indiscutibile modello della democrazia occidentale e tutti gli altri paesi si accodano, chi più chi meno ortodosso, alla linea di quello spettacolo.
Qui in Italia lo spettacolo è una replica stanca di quello scintillante d’oltreoceano. Nel Movimento 5 stelle nessuno o solo qualcuno sembra chiedersi come sia possibile che in un movimento politico che grida onestà democrazia e trasparenza, quello che tiene il sito decida di fare il leader senza mettersi ai voti, il figlio dell’ideologo sia legittimato per questioni di dna e un direttorio, che già prima puzzava di circoletto oligarchico, salti all’improvviso. Nel PD nemmeno si tenta più di fare quadrato e ciascuno approfitta dei passaggi tv per tirare le famose polpette sotterranee di prodiana memoria, e tutto si gioca con uffici stampa, uffici comunicazione e uffici relazioni pubbliche.

Tutti i partiti e partitini si accodano e cercano tribunette dalle quali lanciare le proprie campagne d’ingaggio. Il popolo guarda ancora la televisione. La più parte è convinta che House Of Card non sia una critica ma un modello. Internet puzza di merce lontano un miglio ed è la spettacolarizzazione globale della merce, nella quale Medjugorie è come la tecnologia, Einstein è come Briatore, un rutto e un sonetto del Petrarca emettono lo stesso suono, e i dibattiti politici si vincono se il meme è più divertente. E le persone diventano merce e ogni tribuna diventa vetrina, il sottoscritto mette giù la propria fallace (come quella di tutti gli altri) opinione, i giornali la riportano come si trattasse di una voce autorevole. Ho perfino degli “avversari”, tutta gente che combatte contro un cartone animato. Molta gente mi elegge a guru e io sto scappando come Brian di Nazareth, e gli agguerriti “avversari” dicono che me la tiro da guru. Molti scambiano i commenti ai miei post per i corollari dei miei post dandomi quindi, a seconda dei casi, del grillino, del piddino, del fascista, del berlusconiano, del populista, del qualunquista. Ancora oggi mi chiedono di intervenire nei dibattiti sul cibo biologico, materia di cui non so un cazzo. Ancora oggi mi chiedono di fare lezioni sulla politica e sui social network, materie di cui non so un cazzo. È il trionfo della gif, quaranta righe sono più facili da sniffare che da leggere. Il fatto che ciò che avviene nell’amministrazione non equivalga mai a ciò che l’amministrazione dichiara è il segnale che lo spettacolo ha preso il sopravvento sulla materia.

Centinaia di decreti legge già firmati giacciono inerti e inapplicati e si continuano a promulgare nuove leggi che cambiano le virgole a quelle vecchie, come se il decreto risolvesse un tema solo perché “si occupa” del tema. mentre la nostra osannata costituzione è un panetto di pongo in mano a oscuri e pagatissimi funzionari. Non c’è legge che non contenga scale mobili per portare alla luce nuove congregazioni di mutuo maneggio, non c’è referendum che non puzzi di trabocchetto e chi vuole dinamismo vede nell’immobilità il miglior modo di avanzare. Campagna elettorale permanente.

È il trionfo del funzionario, è il governo degli uscieri, chiunque può fare lo sgambetto a un luminare e dire che si è sbagliato per poi prenderne il posto da perfetto sprovveduto. I giornali riportano solo i cazzotti, niente contenuti, l’importante è accapigliarsi, niente analisi, solo cronaca della rissa, non hanno vergogna di usare verbi aberranti come asfaltare, abbattere, umiliare, azzerare, ridicolizzare solo trattando di uno scambio di opinioni.

I sapori forti a cui le merci ci hanno abituato ci fanno annoiare per le sfumature, non conosciamo il motore delle nostre macchine e non solo per via della nostra pigrizia, perché qualcuno ha chiuso il cofano. Pretendiamo soluzioni fasciste chiavi in mano. Le leggi ci spingono a diffidare di chiunque, se non chiudi l’auto a chiave ti fanno la multa, se una ragazza viene stuprata se l’è cercata nel caso di italiani, è vittima dei forestieri nel caso di italiani dal colore non omologato. lo spettacolo serve a creare ovetti kinder nei quali la sorpresa siamo noi, isolati da tutti e convinti della nostra meravigliosa unicità di consumatori di merce, in attesa che qualcuno ci scopra e noti che siamo come tutti gli altri.

Sono solo in una stanza a scrivere per milioni di persone sole nelle stanze a leggere. Esco, qua dentro non ci sarà mai la verità. Voglio darvi una dritta da guru: nel dubbio, baciatevi.
Natalino Balasso

Fonte:  www.facebook.com

Link: https://www.facebook.com/natalinobalasz/posts/1369449159739901

27.09.2016

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