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La Redazione

 

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I padroni son tornati

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A cura di Redazione CDC
Il 1 Gennaio 2022
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di Nestor Halak

ComeDonChisciotte.org

Le oligarchie dominanti dell’occidente hanno cominciato ad aver davvero paura delle popolazioni dominate a partire dalla rivoluzione francese, dove si è dimostrato che quella testaccia vuota del re, dopotutto, si poteva anche tagliare e Dio non fulminava proprio nessuno, nonostante la chiesa, da sempre alleata e compartecipe del potere, lo avesse assicurato in ogni modo. Noterete che l’aristocrazia europea, nata nell’alto medioevo sostanzialmente dal consolidarsi di bande di tagliagole, ha sempre odiato a morte Napoleone, che della rivoluzione fu conseguenza, anche se lui si adattò volentieri alla dignità imperiale e nominò re amici e parenti in giro per l’Europa. Hanno avuto ancora più paura dopo la rivoluzione del 1917 in Russia, dove non solo un’altra testaccia di re è caduta, ma si è costituita una grande potenza con al comando un’oligarchia irriducibilmente nemica della vecchia.

Sarà stato per questo e per la sconvolgente carneficina appena trascorsa che all’indomani della seconda guerra mondiale è stato necessario costruire un capitalismo dal volto umano. La Russia e la Cina erano cadute in mano comunista, c’era poco da scherzare. Se si fossero rivoltate anche le popolazioni occidentali, e c’erano andate vicino più volte, la testa dei potentati partiva di sicuro. Per tutta la guerra fredda è stato un susseguirsi di blandizie. Hanno lasciato prosperare una vastissima classe media che si è ritenuta per tanti anni intoccabile in cambio del suo silenzioso supporto. Hanno regalato ai pezzenti la legislazione del lavoro, le pensioni, il benessere, le cure mediche gratuite, perfino una certa democrazia, pur di tenerli buoni e pur di mostrare a quelli dall’altra parte della cortina di ferro e ai mostri che li governavano, quanto il capitalismo fosse superiore: non solo sfamava tutti, non solo curava tutti, ma elargiva perfino le ferie, l’automobile, il frigorifero, la moda e tutta roba colorata e fighissima, altro che il funebre grigio del socialismo reale! Siamo arrivati al punto che Fantozzi poteva scrivere in cielo “il padrone è uno stronzo!” , addirittura avere una vita propria fuori dalle ore di lavoro, il famoso “tempo libero”.

Ma si sa come sono i pezzenti: hanno finito per montarsi la testa, hanno cominciato a pensare che i loro diritti erano “innati”, non una concessione dei loro padroni e si sentivano speciali rispetto agli sfruttati del terzo mondo e anche rispetto ai liberati dal comunismo del mondo secondo. I paesi “in via di sviluppo”, potevano essere spremuti a piacere, che tanto non avevano una voce che qualcuno potesse udire, la cultura, l’organizzazione, la condizione per potersi rivoltare. Laggiù si potevano fare le “guerre per procura” e gli esperimenti in corpore vili che erano impossibili da noi. Si vedevano ragionieri di Baranzate sotto palme da cocco ai Caraibi serviti dai popolani locali, impiegati di Treviso si facevano fotografare con aria ebete davanti ai testoni dell’isola di Pasqua: che soddisfazione ci può mai essere per i padroni in un mondo simile? Quando i servi possano quasi fare le stesse cose che fanno loro? Come si fa a mostrare il sangue blu? E’ stato un periodo triste per gli oligarchi, tutti mangiavano scatolette di simmenthal e c’era aria di uguaglianza in giro. I pezzenti sognavano figli dottori. Ma erano tanti, tantissimi e quelli dall’altra parte del muro guardavano pronti ad approfittare: si dovevano mandar giù bocconi amari.

Poi la guerra fredda è finalmente finita, l’oligarchia nemica è andata a puttane ed è tornato il momento dei padroni. I pezzenti ormai credevano che il sistema fosse irreversibile, di poter andare avanti in quel modo all’infinito, di avere il diritto, la politica, le elezioni, la democrazia che li proteggevano, che non ci fosse più necessità di indicare ogni tanto, sogghignanti, la ghigliottina, di lottare di volta in volta per tutto. Si sono messi in pantofole davanti alla televisione ed hanno finito per credere davvero a quello che gli raccontavano. Uh, che bello il privato! Che spreco il pubblico! Privatizziamo! Immaginando di essere loro i padroni, si sono convinti che per far funzionare le cose, ci vuole il padrone! Bisogna liberalizzare, aprire ai mercati! Efficienza, competizione, mercato! Non si ricordavano più delle manifatture inglesi dell’800 dove i loro bambini lavoravano fino allo sfinimento tutti i giorni di tutta la loro breve e rachitica vita senz’altra prospettiva che quella di avere cibo sufficiente per arrivare al giorno dopo. Oramai pensavano di essere dalla parte dei ricchi. Sì, il governo poteva essere birichino talvolta, ma fondamentalmente erano sicuri di essere protetti dagli abusi più gravi. Dopotutto erano loro che lo eleggevano, quelli là erano i loro rappresentanti, erano loro, il popolo, i titolari della sovranità. C’era scritto pure nella costituzione. Ancora i loro nonni sapevano perfettamente che non ci si poteva fidare dell’autorità, che il questurino, il sindaco, il giudice, se messi alle strette, avrebbero sempre preferito i potenti a loro, ma i nipoti lo avevano dimenticato completamente: oramai si fidavano e si confidavano dentro i telefonini sentendosi terribilmente protagonisti e incredibilmente moderni.

I padroni hanno lavorato molto su questo, per anni, sotto traccia, hanno svuotato la democrazia dall’interno con innumerevoli mosse. Le privatizzazioni delle industrie pubbliche, l’abolizione del finanziamento ai partiti, il sistema maggioritario, la fine della sovranità monetaria, il trasferimento del potere ad organi distanti, opachi e poco noti e non eletti. I telefoni sempre connessi, “social media”, l’intelligenza artificiale, le comunicazioni istantanee, che figo! E il popolo ad applaudire. Prese ad una ad una non sembravano cose importanti, ma tutte insieme sono state esiziali. Oramai l’intervallo è finito, i padroni son tornati e sono quelli di una volta. Non hanno più bisogno di far rappresentare i loro interessi davanti al governo, possono governare direttamente senza neppure passare per le elezioni. In situazioni del genere, inevitabilmente, idee pazzerelle cominciano a fluttuare nelle teste di molti. Si sentono onnipotenti, tanto da poter rimodellare il mondo come fosse creta, ma attenzione: spesso idee del genere portano allo sprofondo. Però i pezzenti continuano ad essere troppi, sempre di più, vivono troppo a lungo e rimangono troppi anni senza fare nulla a sbafarsi la pensione. Tutti bei soldi che potrebbero essere dirottati in altre tasche, ma non preoccupatevi: adesso gli daranno una spuntatina a questi fannulloni.

Non stanno tanto a chiedersi cosa, alla fine, ci faranno con tutti questi soldi: l’importante è che non li abbiano gli altri, l’importante è essere demiurghi, anche se con poca fantasia. Innanzi tutto che senso ha questa sanità pubblica? La pellaccia è qualcosa per cui tutti sono disposti a pagare qualsiasi somma anche se non ce l’hanno, insensato sottrarre agli affari questa meravigliosa e inesauribile fonte di profitto. E poi è giunto il momento di modernizzare il mercato: che senso ha vendere medicinali solo ai malati? Quelli che si pensano sani, sono molti di più, occorre far loro capire che non sono affatto sani: l’uomo è un animale malato fin dalla nascita, sempre gli necessitano cure, può diventare eccezionalmente e temporaneamente sano solo in virtù di queste cure e di un apposito certificato. Rilasciato da noi. Per quanto diciamo noi, a chi diciamo noi. I bisogni vanno indotti, le malattie”scoperte”, prevenire è meglio che curare, questa è scienza, mica noccioline! Tutti, fino a certificazione medico-scientifica contraria, sono malati, tutti si devono curare per poter vivere nel consesso civile. Prima lo capiscono, meglio è, sarebbe anzi opportuno cominciare a cambiare quanto basta quel loro inopportuno sistema immunitario che respinge troppe malattie in modo da far capire meglio la necessità delle cure. Noi siamo la medicina e la medicina non è democratica!

Si dice che i totalitarismi del ventesimo secolo, anche se di matrice ideologica molto diversa, si somigliassero tutti: certo, condividevano lo stesso Zeitgeist e la stessa tecnologia di base. Inevitabilmente e per lo stesso motivo, anche quelli del ventunesimo, si somiglieranno, anche se al comando ci sono classi dirigenti nemiche. Oggi gli stati che decidono al mondo sono tre: gli Stati Uniti col codazzo delle colonie, la Cina e la Russia. Noterete che nessuno dei due nemici dell’occidente ha preso davvero le distanze dalla narrazione pandemica che serve ad introdurre il nuovo regime: che interesse ne hanno? Tanto per cominciare se l’occidente ha deciso di suicidarsi da solo, modello URSS, non può che venirgliene bene. La Cina ha già in essere un sistema di totalitarismo digitale perfettamente avviato, la Russia è più indietro, ma non ha motivo di opporsi. Quale governo non desidera un controllo maggiore sul popolo? Perché non dovrebbe cogliere l’occasione sia pure cum grano salis? Per di più ne hanno alcuni considerevoli vantaggi. Soprattutto la Cina. Le loro classi dirigenti, sono classi politiche, hanno una visione più ampia del futuro, una visione nazionale fornita di un popolo, progetti a lunga scadenza, scenari che li proiettano in futuri da prevedere e studiare. L’oligarchia occidentale è intellettualmente ben poca cosa, sono solo molto ricchi, è composta perlopiù di “vili affaristi” che come prospettiva hanno soprattutto due obbiettivi: pararsi il culo e il profitto immediato. Non sono confrontabili per qualità. Considerate solo questo esempio: gli affaristi al potere in Italia sono talmente vili che pur controllando governo, parlamento, finanza e magistratura impongono l’obbligo di trattamento sanitario non giuridicamente, come farebbe un governo legittimo, ma con il ricatto che è un’arma a loro molto più congeniale, essendo quella delle bande di strada e dei clan mafiosi. Si preoccupano perfino di obbligare le vittime a firmare un foglio dove si dichiarano consenzienti. Evidentemente non si sentono troppo sicuri. Ecco, prima di essere rapinato, firmi questo foglio, qui, qui e qui per le clausole vessatorie: loro, mi rapinano, ma la rapina l’ho decisa io! Decisamente raffinati, altro che Mengele. L’altro fattore è che la popolazione cinese è molto più abituata per cultura a pensare in termini collettivi: l’occidente è in questo momento in pieno sconvolgimento rivoluzionario, questo lo indebolisce ed è difficile essere certi di come andrà a finire.

Di sicuro per noi non si mette bene. A parte le vessazioni che verranno, abbiamo intanto da fare i conti con l’obbligo vaccinale e non è poco. Il clan dei farmaceutici ha già annunciato di stare sviluppando un nuovo “vaccino” per la terribile variante Omicron. Indovinate nei corpi di chi dovrà andare a finire. Questo, da un punto di vista astrattamente logico, sembrerebbe dover rendere obsoleta la vaccinazione in corso studiata per la prima variante ormai pressoché estinta, ma nulla di tutto questo gli passa per la mente: si va avanti con entrambe naturalmente! Si prospetta, insomma, una vaccinazione ogni sei mesi o magari anche meno. Saranno sicure queste dosi continue per un tempo indefinito? Ma ovviamente sì, come dubitarne.

Mi pare una situazione simile a quella di Robert De Niro ne “Il Cacciatore”. Nel film lo costringevano a spararsi alla tempia con un revolver parzialmente carico, a noi non ci fanno iniettare da soli (solo perché hanno paura che molti facciano finta), ma in compenso ci costringono a firmare il famoso foglio dove dichiariamo che siamo noi a volerlo. Ricordate come De Niro riuscì ad uscirne? Penso che a qualcuno verrà prima o poi la tentazione di provare qualcosa del genere.

In buona sostanza, se non interviene qualche fattore nuovo e ben robusto, è possibile che diventare vecchi tornerà ad essere un fatto eccezionale. Almeno per i pezzenti. Sono quasi certo che non moriremo di covid, e tutto sommato neanche di vaccini: più probabilmente moriremo di malattie circolatorie, di cancro, di malattie autoimmuni, di immunodeficienza acquisita: vai poi a collegare queste patologie ai vaccini tra qualche anno. Non c’è correlazione neppure se uno ci resta secco con l’ago ancora infilato, figurati se muore di cancro cinque anni dopo. La pubblica sanità sarà ridotta a poco più di un ente burocratico che propone una corsa ad ostacoli per ricevere qualsiasi tipo di cura, ma sarà generosa nel distribuire bollini premio e palliativi. Raccogliendo i punti su un apposito album si potrà ottenere un set di mascherine di marca, con il gratta e vinci sanitario la possibilità di vedere un medico di persona e per i meno fortunati una luce votiva gratuita con led ecocompatibile. Vedo già i cartelli per le strade: “attenzione, si ricorda agli utenti che tutto ciò che non è obbligatorio è rigorosamente proibito”.

Nestor Halak

Pubblicato da Verdiana Siddi per ComeDonChisciotte.org

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