GLI STATI UNITI MIRANO A UN COLPO DI STATO CONTRO PUTIN ?

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Se da una parte dissento dalle aspirazioni politiche espresse in questo articolo, mi irrita anche il fatto che la seguente intervista con Anders Aslund sia stata pubblicata dall’influente Council on Foreign (o meglio Fascist) Relations [Consiglio per le Relazioni con l’Estero], che è il principale portavoce della politica imperialistica americana. Nell’intervista Aslund fa l’oltraggiosa “predizione” che Putin darà presto le dimissioni. L’America sta forse architettando contro Putin un’altro colpo di stato arancione in stile ucraino? Speriamo che la Russia e Putin tengano alta la guardia.

DI CFR

Aslund: La politica del controllo totale di Putin probabilmente ha i giorni contati.

Anders Aslund, uno dei maggiori esperti di Russia, dice che nell’ultimo anno il presidente Vladimir Putin ha commesso “tre giganteschi errori” che hanno posto in evidenza la sua ossessione per il controllo politico totale. Di conseguenza nel prossimo futuro Putin perderà il potere, dice Aslund, direttore del Russian and Eurasian Program presso il Carnegie Endowment for International Peace di Washington [Lascito Carnegie per la Pace internazionale; un’altro suo famoso membro è il Robert Kagan autore di “Gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere” – ndt].Gli “errori” che Aslund cita sono: la presa di controllo del gigante petrolifero Yukos, la reazione inadeguata di Mosca all’attacco terrorista alla scuola elementare di Beslan nel settembre 2004, e l’ingerenza di Putin nelle elezioni in Ucraina. L’unico sostegno di Putin è la sua popolarità, afferma Aslund, che è stato consigliere economico sia in Russia sia in Ucraina. Ma, continua Aslund, il livello di popolarità di Putin è drammaticamente precipitato.

Aslund è stato intervistato da Bernard Gwertzman, consulting editor per cfr.org, il 18 gennaio 2005.

 

Lei ha scritto su The Weekly Standard [rivista della destra statunitense, diretta da William Kristol, presidente del noto PNAC, Project for a New American Century – ndt] che l’anno passato è stato per Putin un vero disastro. Può approfondire questo concetto?

Si può dire che egli abbia commesso tre grandissimi errori. Uno è la confisca della Yukos. Un altro è l’inerzia del governo russo durante la presa degli ostaggi di Beslan. E il terzo è la pesante e infruttuosa interferenza di Putin nelle elezioni presidenziali ucraine.

Cominciamo con la Yukos.

La confisca della Yukos significa essenzialmente che Putin si è preso gioco della sua ottima riforma fiscale. Significa un ritorno a una tassazione arbitraria. E l’arresto nell’ottobre 2003 del capo della Yukos Mikhail Khodorkovsky è un avvertimento: non puoi essere sicuro che non capiti anche a te. Si è anche preso gioco della sua riforma giudiziaria, in apparenza eccellente, ma adesso sappiamo cosa implica: che i giudici faranno tutto quello che vuole Putin. E come conseguenza di tutto questo c’è il fatto che una compagnia che vale l’un per cento della produzione mondiale di petrolio venga trattata in modo assurdo, così che in poche settimane, sembra, verrà divisa tra quattro diverse compagnie, il che crea una straordinaria instabilità nella sfera economica.

Tutto questo ricorda molto il vecchio sistema sovietico. Naturalmente, quando Putin divenne presidente nel 2000, c’era molto scetticismo al riguardo, visti i suoi trascorsi come funzionario del KGB. Ha forse arrestato Khodorkovsky e preso il controllo della Yukos per rafforzare il suo dominio personale ?

Sì. Nella mia passata interpretazione, i maggiori obbiettivi di Putin erano quattro: il primo era il controllo politico, che è stato sempre in cima alla lista. Il secondo era una forte crescita dell’economia. Il terzo la riforma giudiziaria, di cui aveva parlato parecchio, e che sembrava prendere molto sul serio. Il quarto era una politica estera pragmatica, che ottenesse il meglio per la Russia, evitando qualsiasi preoccupazione di tipo ideologico. Ma stiamo vedendo come l’aspetto del controllo politico, più o meno nell’ultimo anno, abbia totalmente prevalso sugli altri. C’è una naturale incompatibilità tra il controllo politico e le altre tre istanze. Ora che questo controllo politico ha preso il sopravvento, la crescita economica è in flessione, la produzione di petrolio negli ultimi due mesi è in calo, la riforma giudiziaria è andata. E come risultato del fiasco ucraino, Putin è riuscito a far mettere d’accordo Unione Europea e Stati Uniti, cosa che sembrava praticamente impossibile, ma li ha messi d’accordo contro di lui.

Parliamo di Beslan, dove almeno 344 persone sono state uccise, inclusi ben 172 bambini. E’ un’indicazione dell’incapacità delle forze di sicurezza?*

Prendiamo i vari elementi della situazione. Primo, i sequestratori sono arrivati alla scuola attraverso svariate linee di sicurezza. C’era ogni sorta di controllo di polizia, dappertutto, nel Caucaso settentrionale. Probabilmente hanno preparato l’attacco nascondendo le loro armi all’interno della scuola, perché pare che quegli stessi individui avessero ristrutturato la scuola l’estate precedente. A poche ore dall’inizio del sequestro, il Ministro degli Interni e il direttore del Servizio di Sicurezza Federale [ FSB, Federalnaya Sluzhba Bezopasnosti Rossyskoy Federatsii, erede del KGB – ndt] erano sul posto, ma nessuno li ha visti. Sembra che non abbiano fatto nulla finché non era tutto finito. Due reggimenti russi di elite sono arrivati quasi subito. Ma non hanno ricevuto ordini. Non avevano un piano. Non avevano munizioni. Non avevano giubbotti antiproiettile. Stavano lì e basta. La scuola è stata subito resa off-limits. Da parte del governo c’è stata un’inerzia totale. Il governatore locale non si è mai presentato, solo il suo portavoce. L’unica iniziativa del governo è stata l’affermazione del portavoce che gli ostaggi fossero 354, quando tutti sapevano che erano molti di più. E’ venuto fuori che erano 1200. Il governo ha proseguito con le ordinarie attività, senza interessarsi granché agli eventi in corso. La copertura mediatica è stata attenuata. Così alla fine, il terzo giorno, la popolazione locale, furiosa, ha portato da casa i kalashnikov e ha attaccato la scuola di sua iniziativa. Questo vuol dire che non c’era nessun piano, ma il caos totale. E nel corso dell’attacco undici membri delle forze speciali sono rimasti uccisi. E loro stavano lì davanti e basta.
Non sapevo che l’attacco fosse partito dalla popolazione locale…

Questo è un dato di fatto**. Nessuno del governo ha comunicato con i sequestratori. Un ex governatore dell’Inguscezia, Ruslan Aushev (che è stato estromesso a suo tempo da Putin), è entrato nella scuola di sua iniziativa, e con la sua iniziativa ha portato fuori 26 ostaggi. E’ stato l’unico eroe di questa storia, ma senza il minimo appoggio da parte del governo. Perciò è facile capire cos’è successo. Putin non era dell’umore giusto per occuparsi della situazione, e tutti sanno che se Putin non è dell’umore giusto, nessuno insisterà per ricordargli il problema in questione. C’è stata una totale latitanza dello stato.
Credevo che Putin fosse fortemente impegnato contro il terrorismo.

Per niente. Se si guarda al suo operato, Putin è completamente inutile. Certo, è crudele. Non ha mai, mai, mai espresso rincrescimento per quello che le forze di sicurezza fanno o non fanno. Prendete l’assalto al teatro di Mosca dopo la presa di ostaggi dell’ottobre 2002: Putin ha lodato le forze di sicurezza per la loro azione. Tempo dopo, in un’intervista, ha dichiarato quanto fosse meraviglioso che nessuno delle forze di sicurezza fosse rimasto ucciso. Non gliene poteva importare di meno delle centinaia di persone che in quel teatro morirono a causa dei gas venefici. Si preoccupavca solo delle forze di sicurezza. Nessun addetto del KGB è stato rimosso. Ottengono solo promozioni, malgrado siano inefficienti e corrotti.

Perché Putin si è trovato così personalmente coinvolto nelle elezioni ucraine?

Penso che abbia visto, giustamente, la rivoluzione ucraina guidata da Viktor Yushchenko come una minaccia nei suoi confronti. L’Ucraina sta andando verso una vera democratizzazione, e il sistema di Putin, al confronto, appare anacronistico. Non è per caso che in Russia la gente stia reagendo, perché si rendono conto di quanto il sistema sia autoritario e fossilizzato. Credo che fosse la democrazie, e non la politica estera russa, a suscitare l’intervento di Putin in Ucraina.

Ritiene che le recenti proteste antigovernative da parte di pensionati, a San Pietroburgo e a Mosca, abbiano qualche relazione con gli eventi in Ucraina?

Be’, c’è da dire che c’era molto di buono nel trasformare alcuni benefici pensionistici “in natura” in benefici monetari.

Può spiegarsi meglio?

In Russia molti benefici pensionistici vengono distribuiti in beni e servizi, piuttosto che in denaro. E ci sono due problemi fondamentali sorti con la riforma delle pensioni dell’anno scorso. Il primo è che la gente si aspettava di ricevere una compensazione per i servizi che prima ottenevano gratuitamente, ad esempio i trasporti. Ma di fatto sembra che abbiano ricevuto solo un terzo o un quarto di quello che gli era stato promesso. E’ un taglio notevole del livello di vita per i poveri. Su questo non c’è nessun dubbio. E’ davvero tremendo, se si pensa che attualmente il PIL russo si sta impennando. L’altro problema è dato dai rapporti governo federale – governi locali. Ci si aspettava che la maggior parte del denaro dovesse venire dai governi regionali. La federazione ha semplicemente girato alle regioni le spese, e le regioni, ovviamente, si sono rifiutate di pagare. In parte è dovuto al fatto che i nuovi governatori saranno designati dal governo centrale, così quelli attuali sostengono sicuramente le proteste. Non gli sono stati dati i soldi per le compensazioni, perciò hanno detto alla gente che la colpa è del governo federale. Putin questo non lo capisce. E’ ossessionato dal controllo, tutti devono essere nominati da lui, tutti devono essergli sottoposti. E pensa di riuscire a farlo.

Nel suo articolo sul Weekly Standard lei sostiene che la carriera politica di Putin non ha un gran futuro davanti a sé, perfino considerando che è stato appena rieletto. Ritiene che sarà costretto alle dimissioni?

Sì.

E da chi?

Be’, un po’ da tutti. La sua base si è molto ridotta. Si tratta di un gruppo di ex agenti del KGB di San Pietroburgo. Inoltre, mentre in passato godeva di grandissima popolarità, questa è crollata al 20 % negli ultimi nove mesi.

E per quel che riguarda le relazioni con gli Stati Uniti?

Su terrorismo e non proliferazione sono strette.

Il prossimo mese Putin incontrerà Bush a Bratislava. Che risultati si aspetta da quest’incontro?

Non molti, perché Putin è completamente fuori controllo. Non credo possa salvarsi. Parla di “forze oscure” che vogliono destabilizzare la Russia e sottrarle il Caucaso settentrionale. All’orecchio dei russi questo indica un implicazione degli Stati Uniti. Ritengo che Bush sia fin troppo tenero con Putin, e senza una buona ragione. Putin non può salvarsi, semplicemente perché non ha buone intenzioni. Ma comunque è molto debole, e non rappresenta un pericolo.

E’ un’analisi interessante. Quindi lei si aspetta le sue dimissioni da un momento all’altro?

Credo che le darà molto presto. La sua permanenza in carica attualmente ha un’unica legittimazione: la sua popolarità.

CFR
Fonte:http://iraqwar.mirror-world.ru/tiki-read_article.php?articleId=37370
24.01.05

 
Articolo originale:
www.cfr.org

Bisogna sottolineare che Aslund è stato un “consulente” svedese presso il governo russo nel 1992-93, e ha spinto per le riforme di libero mercato che hanno depredato il paese. Lavora anche per la Carnegie Endowment for International Peace (sic), che ha ricevuto donazioni dalla Yukos. In breve, Aslund è un sicario economico alla John Perkins. ***

Note:
 

* Sulla vicenda di Beslan, cfr. l’articolo di Giulietto Chiesa “Beslan: i mandanti della strage” (http://www.zmag.org/Italy/piovesana-intervista-chiesa.htm)

** In realtà il “dato di fatto” è tutt’altro che pacifico. Cfr., fra tanti, l’articolo di Aldo Forbice “Mai sapremo la verità la verità su Beslan” (http://www.comedonchisciotte.org/modules.php?name=News&file=article&sid=10), l’articolo su Socialpress (http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=505), sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/09_Settembre/03/scuola.shtml)

*** Sulla figura del “sicario economico” (economic hitman) vedi gli articoli arretrati di comeDonchisciotte:

http://www.comedonchisciotte.org/modules.php?name=News&file=article&sid=239

http://www.comedonchisciotte.org/modules.php?name=News&file=article&sid=223

Traduzione per Comedonchisciotte.net a cura di Domenico D’Amico
 

 

 

 

 

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