DI ISOLE E IMPERI (II)
DI MIGUEL MARTINEZ Kelebek Una volta, le trasformazioni ci davano il tempo di illuderci di vivere in un mondo stabile. Solido, si direbbe. Almeno quanto bastava per fare un progetto: una carriera, un matrimonio, una rivoluzione, ad esempio. Il futuro era quindi luogo di speranza, o almeno qualcosa che si può pensare di costruire. Oggi, quando un giovane si iscrive al primo anno di una facoltà universitaria, sa già che quando si sarà laureato, il mercato vorrà qualcosa…