UNO SCANDALO

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DI JACQUES SAPIR

russeurope.hypotheses.org

Dunque il governo polacco vuole organizzare la commemorazione della liberazione del campo di Auschwitz, il prossimo 27 gennaio, senza invitare Vladimir Putin. È un suo diritto. Vuole commemorarla con il governo ucraino, senza dubbio in memoria dei circa due-tre mila volontari ucraini che già solo ad Auschwitz aiutarono i nazisti (ed erano molti di più altrove). È un suo diritto. Ma in tal caso si assuma la responsabilità dell’enormità dell’atto. Sappiamo molto bene che non è il popolo polacco ad esprimersi per bocca di questo governo. Non provi a nasconderlo, accampando vari pretesti.

La giustificazione avanzata dal ministro degli esteri polacco è allo stesso tempo stupefacente e rivelatrice. Pretende che Auschwitz sia stata liberata da «truppe ucraine». Non saprei cosa sia più grave: l’enormità della menzogna o la faccia tosta con cui è stata pronunciata.

Auschwitz (Osewiscim) fu liberata dagli uomini della 332esima Divisione di Fanteria dell’Armata Rossa, appartenenti al «1° Fronte d’Ucraina». Bisogna sapere che nell’organizzazione che si era data l’Armata Rossa un «Fronte» designava un gruppo di uomini armati incaricati di operare su una direttrice strategica. Il 1° Fronte d’Ucraina era il nome del gruppo di soldati che aveva combattuto in Ucraina e che da lì stava risalendo verso la Polonia. Non si trattava affatto di una definizione «etnica».

Qualsiasi storico lo sa. I sopravvissuti furono curati da medici sovietici, venuti in tutta fretta da Leningrado, perché sapevano come trattare persone denutrite. Sa anche che il 25 luglio 1944 le truppe del 1° Fronte d’Ucraina (2° reggimento carri armati, del generale Bogdanov) avevano liberato il campo di Maïdanek scoprendo l’orrore dello sterminio sistematico e industriale che caratterizza il nazismo. I principali corrispondenti sovietici di guerra, Vassily Grossman (autore di Vita e destino), Konstantin Simonov (autore di I vivi e i morti), Boris Gorbatov e Evgeni Kryler si recarono sul luogo. I loro reportage guadagnarono le prime pagine dei giornali sovietici. Tuttavia fu necessario aspettare l’aprile del 1945, quando gli anglo-americani scoprirono a loro volta Bergen-Belsen e i campi situati a ovest, perché a tali reportage fosse accordato qualche credito. Simonov testimoniò davanti alla commissione di inchiesta russo-polacca.

Nulla giustifica le menzogne del governo polacco.

Tuttavia la sua complicità con il governo di Kiev, al cui interno si trovano – ahimè – i discendenti ideologici degli ucraini che collaborarono con i nazisti, da una spiegazione.

L’insieme dei politici europei dovrebbe denunciarlo forte e chiaro e rifiutarsi di partecipare a quella che, ormai, non è più una commemorazione ma una pagliacciata. Se François Hollande andrà ad Auschwitz, in un simile quadro, sappia che infangherà il suo nome e quello della Francia.

Jacques Sapir

Fonte: http://russeurope.hypotheses.org

Link: http://russeurope.hypotheses.org/3352

25.01.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARTINO LAURENTI

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