UNGHERIA: PERCHE' VIKTOR ORBAN E' UN BUONO STRATEGA DELLA GEOPOLITICA

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FONTE: STRATFOR.COM


La moderna Ungheria è spesso enigmatica agli occhi di un osservatore internazionale. Le politiche non ortodosse del primo ministro agitatore Viktor Orban hanno suscitato speranza , indignazione e scherno da quando è stato eletto per un secondo mandato nel 2010. Tuttavia, come il suo discorso a Chatam House di Londra [tale istituto si autodefinisce, nel proprio sito, come “una fonte indipendente, leader a livello mondiale, di analisi indipendenti, dibattiti informati e idee autorevoli su come costruire un mondo prospero e sicuro per tutti” NdT] dello scorso mercoledì [9 Ottobre NdT] mostra, Orban è un pensatore molto serio di fronte a problemi molto seri.Le sei tesi che sosteneva [nel discorso a Chatam House NdT] contengono una discreta quantità di dissimulazione politica, ma, in ultima analisi sono la spiegazione più chiara della logica moralmente inquietante ma geopoliticamente coerente che guida le controverse politiche del suo partito Fidesz [in ungherese Fidesz Magyar Polgári Szövetség ovvero Unione Civica Ungherese è un partito politico ungherese di ispirazione conservatrice, populista e cristiana; membro del Partito Popolare Europeo, dell’Unione Democratica Internazionale (conservatori) e dell’Internazionale Democratica Centrista NdT].

Il peso della storia rimane un pesante fardello per l’Ungheria, un paese situato nel cuore dell’Europa Centrale che è stato conteso, per gran parte della sua storia, tra le grandi potenze occidentali e orientali. In casi come questo di frontiere contese, un cambiamento radicale raramente porta buone nuove, e i paesi in queste aree sono particolarmente in sintonia con le dinamiche geopolitiche .

Nella sua forma attuale, l’Ungheria si trova proprio sul limitare di un’Unione Europea in declino e di una Russia sulla via della rinascita. Naturalmente, questa descrizione banalizza in modo eccessivo la situazione; la Russia è assediata dalle proprie stesse vulnerabilità e l’Europa rimane un potente pilastro del sistema globale. Tuttavia, con l’Europa occidentale preoccupata dalla propria crisi esistenziale , la Russia è diventata relativamente più forte e decisa .

Che cosa è un’agenda geopolitica? Lo spiega George Friedman.
L’Ungheria non è un paese particolarmente ricco o potente. È un paese senza sbocco sul mare, con limitate risorse naturali che tende a gravitare, a volte volontariamente, nell’orbita dei più potenti attori regionali. (L’impero Asburgico, quello Ottomano e l’Unione Sovietica sono altrettanti esempi che vengono in mente), l’Europa occidentale e la sua Unione Europea sono stati gli alleati politici ed economici cui l’Ungheria post-comunista ha cercato con fervore di allinearsi – nel suo discorso, Orban li definisce “l’Occidente desiderato”.

Quattro delle sei tesi di Orban sono stati dedicate a mostrare il fallimento del modello europeo post-nazionale e la sua incapacità di offrire la stabilità economica e politica che aveva promesso. Non a caso, Orban ha scelto di tenere un simile discorso in Inghilterra, da sempre fonte di euroscetticismo, dove la retorica anti-europea è riemersa negli ultimissimi mesi.

Orban non ha menzionato la Russia nel discorso, ma lo spettro di Mosca è stato fin troppo familiare per tutta la sua carriera politica. Guidata da Vladimir Putin, un altro magistrale stratega, una Russia più fragile ha temperato le proprie passate, non sofisticate tattiche intimidatorie, scegliendo, invece, di acquistare attività commerciali strategiche in Europa centrale, al fine di riguadagnare influenza nella propria periferia di un tempo [si riferisce alla posizione dei paesi dell’Europa Centrale appartenenti al patto di Varsavia visti rispetto ai confini geopolitici della Unione Sovietica NdT].

Orban ritiene correttamente come, con un nucleo europeo sempre più distante e senza alcun protettore potente in grado di sostituirlo, l’Ungheria non possa evitare un eventuale confronto negoziale con la Russia. Le politiche di Orban più controverse – l’appropriazione delle pensioni private, la tentata sterilizzazione del settore giudiziario, la nazionalizzazione tuttora in corso delle attività energetiche strategiche, ad esempio – sono tutte state concepite al fine di concentrare il potere nelle mani dello Stato. Accentrare il potere migliorerà la posizione negoziale di Budapest per ciò che Orban vede come un’inevitabile apertura verso Est [ovvero la Russia NdT].

Le politiche di Orban e del partito Fidesz cozzano costantemente con gli ideali liberisti [da definirsi ancor meglio come neoliberisti NdT] sanciti dall’Unione Europea e sono quindi incorse nelle ire di Bruxelles. Tuttavia, sapendo come l’Ungheria non possa più respingere la Russia per mezzo di una maggiore integrazione con l’Unione Europea, la disapprovazione delle elité occidentali conta molto meno, agli occhi di Orban, della sua [di Orban NdT] capacità di sostenere la sovranità dell’Ungheria nel lungo termine.

La realtà geopolitica dal Mar Baltico al Mar Nero è questa: l’Europa si sta disintegrando, la Russia si sta riaffermando come potenza e gli Stati Uniti hanno un atteggiamento per lo più ambivalente. L’esperimento ungherese è solo il primo del suo genere – Orban ha persino definito l’Ungheria ” come un laboratorio ” nel suo discorso – e, in caso di successo, potrebbe diventare un modello da imitare per gli altri leader dell’Europa Centrale. Si tratta di una prospettiva meno entusiasmante per i commentatori occidentali e burocrati europei, che hanno lavorato per decenni per portare questi ex satelliti sovietici sotto l’egida dell’Unione europea e che da allora hanno usato parole come “totalitarismo”, “dittatura” e “autoritarismo ” per descrivere l’Ungheria.

Ma, come il nostro capo analista geopolitico Robert Kaplan ha scritto di recente, la geopolitica è neutra per quel che riguarda il valore. Questo adagio è particolarmente applicabile a Orban , che non è né un novello, assetato di potere Nicolae Ceausescu [dittatore della Romania dal 1967 al dicembre 1989, anno in cui fu deposto e processato con le accuse di crimini contro lo stato, genocidio e “distruzione dell’economia nazionale” NdT] né un celebre messaggero della democrazia liberale come Vaclav Havel [scrittore, drammaturgo e politico ceco. È stato l’ultimo presidente della Cecoslovacchia ed il primo presidente della Repubblica Ceca NdT]. Piuttosto, egli è una figura più complessa e sfumata, che, pur con tutti i suoi difetti, ha il pregio di capire le scomode realtà dei dilemmi geopolitici ed è disposto a perseguire le altrettanto scomode loro soluzioni.

Fonte: http://www.stratfor.com/
Link: http://www.stratfor.com/sample/geopolitical-diary/hungary-why-viktor-orban-good-geopolitical-strategist

11.10.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PG

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