UN ASSASSINO SULL' AUTOSTRADA DEL RE (D'ARABIA)

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DI PEPE ESCOBAR

atimes.com

There’s danger on the edge of town
Ride the king’s highway, baby
Weird scenes inside the gold mine
Ride the highway west, baby
The Doors, The End

L’assassino si svegliò prima dell’alba e si mise gli stivali americani, quelli da deserto. Dalla vetrinetta antica prese il coltello e cominciò a camminare lungo il corridoio poi fu sommerso dalla luce del sole del deserto.

L’assassino parlava con un accento inglese (era dell’East End di Londra?) Padre (Saud) – disse – voglio ucciderti. Madre (Langley?) Voglio ….. hey …. ma smettiamola, per favore !

Poi, l’uomo in nero elegantemente vestito decapitò il fotoreporter americano James Foley.

Questa non è la fine, caro amico. Questo è solo un nuovo inizio di una interminabile Guerra Globale al Terrore. Adesso reinterpretata da un nuovo Papa Saud – il Califfo e i suoi sgherri. Questo è il modo in cui la strategia “Shock and Awe” si è trasformata in “Assad deve andarsene” , poi si è trasformata in ISIS – Islamic State of Iraq and Syria – e ancora si è trasformata negli “assassini inglesi in nero del Califfo” che rispondono ai ” bombardamenti umanitari”. Guarda: Ormai io posso andare da solo. Guarda come lavoro. Prendi e porta via.

Una eccellente scelta delle scene. Un buon livello di produzione del suono e delle immagini. Un editing attento. Nessun fronzolo inutile. Non c’erano schizzi di sangue e nessuno che gridava Allah Akbar. “Un Messaggio all’America” – ma soprattutto un messaggio diretto alla Ummah, – alla loro gente -. Per far capire che siamo noi, gli uomini in nero, quelli che non si fermano. Siamo noi che teniamo in mano il Califfato. Noi non abbiamo paura della morte; noi siamo quelli che vincono e noi non facciamo prigionieri.

E per quale motivo lo Stato Islamico, quello che prima chiamavano ISIS, ha cominciato a vincere? Perché l’“Occidente” ha irreggimentato, istruito, addestrato, aiutato con logistica e armi la maggior parte degli sgherri di Takfiri, solo per una missione che era anche a portata di mano: distruggere la Siria.

Quando li chiamavano semplicemente “ribelli siriani” tutto l’Occidente li apprezzava, allora li chiamavano: Combattenti per la libertà.

Washington aveva perfino iscritto Jabhat al-Nusra (il franchising ufficiale di al-Qaeda e “organozzazione terrorista”, secondo il Dipartimento di Stato) tra gli “jihadisti-buoni”, come aveva fatto anche con il Fronte Islamico, la combinazione favorita dalla Casa di Saud.
Non c’è da stupirsi quindi se, quando il fotoreporter James Foley fu rapito a Novembre del 2012, la versione rilasciata da Washington fu che il giovane era stato preso dalle forze di “Assad must go” e rinchiuso in una prigione vicino Damasco.

Inginocchiati verso la Mecca

La Casa di Saud, direttamente e indirettamente, insieme ai proverbiali ricchi benefattori del Consiglio della Cooperazione del Golfo, sono mamma e papà dell’ ISIS e sono tutti debitamente controllati ed approvati dal complesso industrialemilitareorwellianoPanopticon.

Eppure la strategia Assad must go” aveva altre idee per la Siria, invece Assad non se ne è andato e lui e il suo esercito hanno resistito e hanno contro-attaccato. Così la missione originale per la in Siria si è spostata verso un (inesistente) confine desertico verso l’Iraq e la ISIS ha continuato ad espandersi grazie a estorsioni, sequestri di persona, conquista di campi petroliferi econtrollo di reti di trafficanti tribali.

L’assassino parlava con un buon accento inglese. Potrebbe anche non essere solo uno dei tanti mercenari ben pagati (ce ne sono 500 dalla Gran Bretagna, 700 dalla Francia, 500 da Belgio), anzi sicuramente è un credente vero, nel senso più ampio dell’ideologia medievale, così come ha mostrato con i suoi metodi settari senza esclusione di colpi.

Quanto può essere conviente questa strategia della IS che porta ad un “dividi et impera” assoluto per governare in uno stato di completa balcanizzazione dell’Iraq? Tra l’altro questo comportamento è completamente in linea con la mozione di Israele che prevede una pulizia etnica di Gaza, cosa che sta lentamente andando avanti. Ma anche completamente inutile (questa decapitazione), come fa cosa-inutile un cane che si scuote per scrollarsi di dosso le pulci, è stata una azione che può servire solo a far dimenticare al mondo intero tutti gli orrori di Gaza.

D’altronde, questa strategia IS/ISIS, ridotta all’osso, è una pagina di manuale del Pentagono; ripulire, restaurare e ricostruire – poi espandere (per una superficie più grande della Gran Bretagna). Anzi è addirittura un re-make del manuale del Pentagono – come era stato quando crearono la “coalizione dei volenterosi” (leggi l’alleanza con quelli che erano rimasti del regime di Saddam) che fecero partire una loro offensiva estiva nel Nord dell’Iraq -.

Quanto è stato conveniente quel potente labirinto satellitare del complesso Panopticon-orwelliano che non ha potuto individuare nemmeno un lungo convoglio di scintillanti Toyota bianche che attraversavano il deserto verso le loro conquiste estive? E quanto è stato conveniente vedere un inglese che decapita un americano ? E’ stato un colpo di scena” spettacolare per la scelta degli attori! – una sanzione assoluta in risposta al ritorno dei bombardamenti americani sull’Iraq (minacciati per mesi” a parole da Obama); più attacchi, più droni, forse più stivali in marcia e forse, in un prossimo futuro, toccherà anche alla Siria.

La IS ha occupato anche Tikrit, la città natale di Saddam, durante il suo viaggio estivo e adesso l’esercito di Baghdad sta cercando di rioccuparla. La IS li ha accolti con campi minati, edifici-trappole pieni di esplosivo, una serie di cecchini e di colpi di mortaio da infarto. Quanto è stato conveniente il fatto che le bombe “umanitarie” di Obama non abbiano fatto rientrare la città natale di Saddam nel R2P (responsabilità nel proteggere”)?

Quello che conta davvero però è che nel consolato americano a Erbil, ci siano decine di agenti della CIA che seguono con attenzione gli enormi interessi dei giacimenti petroliferi nel Kurdistan iracheno.

E poi c’è questo ultimo colpo di scena; la perla di un ricercatore saudita dissidente che spiega in dettaglio ( in arabo !), che la IS è essenzialmente un revival di “puro” Wahhabismo; non solo quindi la IS è nata da una costola dei domini della Casa di Saud – in Iraq e nel Levante – ma è cresciuta tanto da sforzarsi anche per infrangere la legittimità della monarchia.

La risposta della Casa di Saud alla primavera araba è stata (e resta) distruggere tutto o, per lo meno, individuare i Fratelli Musulmani come modello-regola islamica di governo alternativo. Ma ora arriva la IS piena di contenuti religiosi (anche se deformati), con un buon know-how militare, con un esercito di vero e ben pagato e piena di credenti.

Corri sull’autostrada del re, ragazzo. Nessun teatro / nessuna messa in scena di decapitazione avrebbe potuto rappresentare meglio un finale a sorpresa: l’ “Occidente” ha nutrito la bestia che avrebbe dovuto rivolgersi verso La Mecca per decapitare finalmente la Casa di Saud. E adesso questi assassini parlano pure con un bell’accento inglese.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Nimble Books , 2009). Indirizzo e.mail: [email protected]

Fonte : http://www.atimes.com

Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MID-01-210814.html

21.08.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

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