Trump, la Cia e la Baia dei Porci…

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DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

La vicenda delle fake news contro Donald Trump sta dimostrando che esiste uno stato profondo trasversale che sta cercando di sovvertire il risultato elettorale, con metodi a dir poco spregiudicati. Il fatto è inquietante, ed è la prima volta che succede nel post elezioni americane, si ricorda il caso di Al Gore contro G.W.Bush, ma quella fu una storia diversa e meno rappresentativa di un cambio d’epoca. Sembra invece che stavolta il conflitto sia destinato a durare a lungo, anche oltre l’insediamento. Donald Trump dunque, come il sergente Raymond Prantiss Shaw, candidato per il ruolo di Vice Presidente degli Stati Uniti, e teleguidato dalla Manchurian Global, mentre il nuovo presidente sarebbe stato favorito da un manipolo di hacker russi e telecomandato da Putin.

Una forte offensiva, a dieci giorni dall’insediamento, è partita da un documento di 35 cartelle, che però  appare come totalmente inaffidabile, grossolanamente pieno di errori e contraddizioni. Il suo autore sembra essere un anonimo ex agente del Mi6 britannico, Christopher Steele, probabilmente assoldato da un’agenzia privata di Washington che stava lavorando per raccogliere materiali compromettenti per i candidati di entrambi i partiti concorrenti.

BuzzFeed Newsdocumento fake ex agente britannico ha pubblicato poi il documento completo per cercare di fare chiarezza sull’episodio. Il falso Intelligence Dossier ritrae Trump come burattino nelle mani di Mosca, sottoposto alla sua supervisione per almeno cinque anni, lascia intendere che l’Intelligence russa avrebbe ricattato il neo presidente a causa dei suoi atti sessuali perversi. Una volta pubblicato da BuzzFeed è diventato subito virale, i media (CNN in particolare) ci hanno marciato alla grande, svelando il tentativo di destabilizzare la presidenza Trump, come il riflesso di un’operazione accuratamente pianificata, una cospirazione nel vero senso della parola, che mira all’impeachment per alto tradimento nei confronti del neo presidente. Negli uffici della CNN si affollano le gole profonde dei servizi segreti, la corazzata mediatica dell’élite americana e il megafono universale di tutte le fake news del mainstream mondiale.

intelligence usa simili nazismoUna vera e propria caccia alle streghe, avviata dalla Casa Bianca di Obama, continua a confondere il popolo americano, sottoponendo al buonsenso comune due quesiti fondamentali:

– fino a che punto la CIA, che non è stata in grado di produrre alcuna prova, è intervenuta nei risultati post elettorali, proprio come ha fatto nel corso degli anni in tanti altri Paesi?
– anche se le accuse sono infondate, comunque i continui interventi (razzismo, nazismo, misoginia, depravazione … ) hanno irrimediabilmente inquinato l’ordine costituzionale della successione presidenziale?

In seguito, l’Ufficio del Direttore della National Intelligence ha pubblicato una versione declassificata del rapporto della comunità di intelligence sulla Assessing Russian Activities and Intentions in Recent US Elections, scritto da CIA, FBI e NSA. Il rapporto include una valutazione analitica redatta e coordinata tra le tre agenzie dei servizi segreti, Central Intelligence Agency (CIA), il Federal Bureau of Investigation (FBI), e The National Security Agency (NSA). Riporta la motivazione e la portata delle intenzioni di Mosca per quanto riguarda le elezioni negli Stati Uniti, l’utilizzo di strumenti informatici e le campagne mediatiche di Mosca per influenzare l’opinione pubblica.

 

https://www.youtube.com/watch?v=py3uGwxBL0s

 

Per l’Intelligence americana non ci sono dubbi, c’è la longa manus del Cremlino dietro gli hackers che hanno violato i sistemi informativi Usa con l’obiettivo «di minare la fiducia dell’opinione pubblica americana nel processo elettorale democratico, denigrare Hillary Clinton ed impedire che venisse eletta presidente degli stati Uniti». Un atto di accusa gravissimo, scritto nero su bianco nel rapporto (cinquanta pagine) che i servizi di spionaggio Usa (è firmato dal direttore della National Intelligence James Clapper) hanno consegnato ad Obama e poi al nuovo presidente.

direttore della Cia, John Brennan, non aveva ltro da fareInsomma la macchina del fango dei vertici dello spionaggio Usa (che Trump ha già deciso di sostituire praticamente in blocco), James R. Clapper, insieme al capo uscente della CIA John Brennan, e al direttore del FBI James Comey, appare ogni giorno più aggressiva e spregiudicata.

Nel testo i capi delle agenzie di intelligence Usa dicono che l’hackering ordinato dal Cremlino «rappresenta la più recente espressione del desiderio di Mosca di minare l’ordine democratico liberale Usa» … quindi «con operazioni segrete come i cyber-attacchi e anche con interventi a volto scoperto da parte di agenzie governative russe, media finanziati da Mosca, intermediari di terze parti (Wikileaks) e attività a pagamento di troll», Putin avrebbe rinnovato una nuova guerra fredda digitale per favorire l’elezione di Donald Trump.

fake news caccia alle streghe«È una caccia alle streghe» risponde il nuovo presidente al New York Times un paio d’ore prima dell’incontro con i capi dell’Intelligence.

Mai nella storia degli  Stati Uniti i media avevano così audacemente interferito nelle elezioni … la CIA infatti faceva sapere al Washington Post, con cui ha un contratto di 600 milioni di dollari, i risultati del rapporto segreto sulla presunta conduzione russa delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti (cloud computing), che aveva lo scopo di favorire Trump contro la Clinton.

Oltre alle attività online, sarebbero state fondamentali per la campagna russa i media di stato, come Russia Today e Sputnik News, utilizzati come piattaforme per diffondere messaggi pro Trump in Russia e all’estero.

InaugurationInsomma il clima politico yankee si è talmente surriscaldato che non fa presagire nulla di buono per l’Inauguration Day, quando centinaia di migliaia di persone caleranno su Washington, il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di The Donald alla Casa Bianca.

Intanto in Italia dal buco nero della vecchia politica (sembra passato un secolo), risorge Giulio Tremonti, per ora unico tra i politici italiani ad essere invitato all’Inauguration Day. «Questa data ha una portata storica simile alla caduta del comunismo» ha detto in un intervista sul Corriere «È la fine di un’epoca, la fine dell’utopia della globalizzazione».

Poi aggiunge: «La svolta che Trump imporrà agli Stati Uniti è però epocale. Anche se la vittoria di Trump non sarà la fine del mondo, sarà però la fine di ‘un mondo’. Infatti il neopresidente farà le cose sul serio, ed anche se non altererà la globalizzazione economica a vantaggio del protezionismo, però  introdurrà i dazi e si occuperà della manutenzione dei trattati commerciali. Così come non cancellerà del tutto la riforma sanitaria di Obama ma la riformerà pesantemente»

intelligence usa simili nazismoEcco perché lo stato profondo USA cerca di scrollarsi di dosso questo corpo estraneo, che sta sconvolgendo tutti i canoni istituzionali finora conosciuti, ma non sembra possedere gli anticorpi necessari contro il presidente assurto al trono.

Da canto suo Trump ha nominato un nuovo direttore della CIA e annunciato anche lui un nuovo rapporto, quello compilato dal fedelissimo Mike Pompeo, che sarà presumibilmente meno fazioso.

Tutto questo fa pensare anche al riallineamento delle agenzie Intel che Trump sta prendendo in considerazione,  comprese le riduzioni di personale, che ci ricorda l’esperienza di JFK, quando silurò il direttore della CIA Allen Dulles, per avergli mentito circa la Baia dei Porci.

baiaL’episodio della Baia dei Porci fu infatti una guerra tra la CIA e JFK … la spaccatura profonda tra Kennedy e la CIA nacque dalla convinzione dell’agenzia che solo un attacco in grande stile contro l’isola da parte dell’esercito Usa avrebbe piegato il regime di Castro. Questa idea era parte di un progetto proposto a JFK, appena eletto, che il presidente però non volle realizzare, per evitare un attacco frontale. Kennedy successivamente disse che la CIA e l’esercito non credevano che lui avrebbe resistito alle loro pressioni per un coinvolgimento in grande stile se l’invasione fosse stata sul punto di fallire.

La rivoluzione cubana del 1959 aveva portato al rovesciamento di Fulgencio Batista che garantiva immensi introiti alle multinazionali statunitensi che controllavano l’intera economia dell’isola. Dunque Allen Dulles, direttore della Cia dal 1953 al 1961, aveva come fine primario quello di eliminare Castro. Dulles era un esperto in rovesciamento di presidenti, fu lui a svolgere un ruolo determinante nel destituire Mossadeq in Iran, Guzman in Guatemala e Lumumba in Congo.

kennedy baia dei porciFu sempre lui, insieme ai vertici militari e ai capi di stato maggiore, a fomentare l’ossessione anticomunista usata come pretesto per alimentare l’industria bellica, che alla fine convinse il neo eletto presidente Kennedy ad acconsentire al piano d’aggressione alla vicina isola cubana. La colpa di Castro, oltre a quella di essere comunista, era stata di aver sequestrato terreni a multinazionali Usa come la United Fruit che aveva contribuito al tentativo di invadere Cuba prestando materiale nautico. Il direttore Dulles era certo che durante lo sbarco, realizzato da esuli cubani e agenti della Cia, gli abitanti dell’isola si sarebbero convinti a cacciare Castro. Ma i cubani restarono fedeli a Fidel. A quel punto Dulles e i comandi militari tentarono in tutti i modi di convincere Kennedy d’intraprendere un’azione diretta dell’esercito Usa, ma il presidente si rifiutò. L’invasione della Baia dei Porci fu un totale fallimento e gli agenti della CIA, in tre giorni, furono sconfitti.

fidel castro che guevaraLa frattura tra CIA, generali dell’esercito e Kennedy fu profonda, una rottura che divenne abissale poco dopo, durante la crisi dei missili sovietici portati a Cuba, che spinsero il mondo vicino alla catastrofe nucleare. Kennedy non era certo quel simpatizzante cubano come alcuni storici l’hanno descritto, tant’è che nel 1961 diede il via all’operazione Mangusta diretta dalla Cia, che durò fino al 1975. Nei primi quattordici mesi furono attuate ben 5.780 azioni terroristiche e 716 atti di sabotaggio miranti a danneggiare l’economia cubana.

Dunque anche Trump si sta dimostrando risoluto come JFK, ma quello che gli sfugge forse è che i neocon hanno la memoria molto lunga e sapranno coalizzarsi contro di lui con ogni fibra del loro essere … sappiamo infatti come andò a finire per JFK.

 

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

19.01.2017

 

 

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