TONY BLAIR, IL FANTASMA DELL’OPERA

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DI PEPE ESCOBAR

rt.com

Il Fantasma della (tragica) Opera in Medio Oriente è tornato. Un killer senza prove, non può essere accusato di non essere efficace.

Il suo ultimo scritto parla da sé; come una maschera Kabuki strafatta di Earl Grey, il fantasma si scatena attraverso la sua famigerata penna, più tagliente di una spada.

Il fatto che il fantasma continui a gironzolare con la sua sequela di intricate menzogne – invece di starsene a marcire in qualche hotel di lusso – ci sbatte in faccia tutto ciò che dobbiamo sapere circa le cosiddette “elite” occidentali, delle quali è un fedele, e ragguardevolmente ricompensato, servo.

L’”inattività” occidentale in Siria ha quindi portato alla seguente tragedia in Iraq? Scusa Tony, è stato l’”intervento” shock and awe del 2003 ordito da te e Dubya (George W. Bush ndt) che ha messo in moto questa tragedia shakespeariana.
Il Fantasma aveva sempre desiderato che l’amministrazione Obama bombardasse la Siria, così come aveva spinto affinchè Dubya distruggesse l’Iraq. La logica del Fantasma non aveva tenuto in considerazione che avrebbe insediato a Damasco lo stesso Stato Islamico dell’Islam e del Levante (ISIL) che ora sta spingendo verso Baghdad.

C’è anche il regalo che continua a distribuire: la Guerra al Terrore, eternamente riciclata e riconfezionata, della quale il Fantasma è stato il primo sostenitore, che si tira dietro l’ultima moda USA che bolla l’ISIL come la personificazione di un nuovo 11 settembre.

In Siria, il fantasma è stato uno dei primi fomentatori della “ribellione con giusta causa” dell’ISIL e della cricca di Jbhat-al-Nusra. Se la logica dei bombardamenti avesse avuto la meglio in Siria – il Fantasma sperava in Damasco come ripetizione del 2003 di Baghdad – Aleppo sarebbe, ormai da un po’, una replica di Mosul.

Più ci si addentra più il Fantasma sembra l’erede degli – altrettanto spiazzati – comandanti britannici nell’Afghanistan degli anni ’90. Guardiamo, per esempio, alle involontarie conseguenze dei bombardamenti USA del 2001 in Afghanistan: abbiamo Hazaras – sciiti afghani – che combattono fianco a fianco con gli Iraniani, insieme all’esercito siriano di Bashar al Assad, contro i “ribelli” siriani sostenuti dal Fantasma. Oh Tony, nemmeno il tuo vecchio complice Peter “Signore dell’Oscurità” Mandelson avrebbe potuto giustificare una cosa del genere.

In ogni caso il Fantasma è sempre stato convinto della “malvagità” dell’Iran, costantemente “avvertendo” che Teheran era sul punto di assemblare un’arma nucleare (vecchie abitudini – come per la sindrome di Saddam – dure a morire). Immaginate il suo stupore degno di Dick Cheney quando Washington e Teheran erano sul punto di discutere a Vienna una sorta di fronte comune per combattere l’ISIL in Iraq e addirittura “super-falchi” come il senatore repubblicano Lindsey Graham affermare le impensabili parole “Avremo probabilmente bisogno dell’aiuto [dell’Iran] per tenere Baghdad”.

Il Fantasma non sarebbe in grado di unire i puntini geopolitici da Afghanistan e Iraq a Siria e Libia, il filo comune che non sarebbe in grado di scovare è che non c’è alcuna strategia di fondo, nessun piano anglo-statunitense a lungo termine di politica estera in quello che il Pentagono chiama ancora “Arco di instabilità”. Se mai ci fosse un motto, sarebbe il “siete con noi o con i terroristi” di Dubya. Un motto ripetuto solo nella sua testa, dato che fino ad oggi il potere di USA e Regno Unito era “con i terroristi”, dalla Libia alla Siria: una prevedibile perversione dell’ormai provato Divide et Impera.

L’amministrazione Obama sta cercando senza limitazioni di ottenere un “Accordo sullo Stato delle Forze Armate” (SOFA) – nome in codice per Pace Eterna (con “discreti” reparti speciali a fare la parte star invisibili). Washington ha ammesso di star inviando “assistenza” letale ai ribelli “moderati” in Siria (come, in teoria, i sicari del Fronte Islamico, non l’ISIL o Jabhat al Nusra), come se gli asset holliwoodiani della CIA non sapessero che queste armi saranno sicuramente vendute ai jihadisti più estremi – o rubate da loro.

L’ISIL nel deserto senza confini tra Siria e Iraq è già un proto-califfato. Il contraccolpo dell’armare i cosiddetti “moderati” – non ci sono “moderati”, come non c’erano Talebani “moderati” – sarà non meno che destabilizzante. Delle vittime fanno parte i Curdi in Siria, Iraq, Turchia e Iran, i Turkmeni in Iraq (come sta già avvenendo questa settimana) e ovviamente i Cristiani in ogni nazione (come è già successo in Siria).

BOMBARDIAMOLI VERSO LA DEMOCRAZIA, ANCORA

Il fantasma ora sta pregando gli Stati Uniti per un “intervento” in Iraq: prima li affami, poi li bombardi fino ad una devastazione che chiamerai “democrazia” e li occupi, poi infesti il tutto di jihadisti, che poi scacci, poi i jihadisti scatenano l’inferno (425 milioni di dollari rubati da una cassaforte governativa a Mosul, oltre a un sacco di soldi presi ai Wahabiti del Golfo per comparsi tutte quelle Toyota e quegli RPG), poi li rioccupi lentamente. Questo E’ il regalo che continua ad essere distribuito.

Come il concetto – diffuso equamente dal Fantasma e dai Neocon statunitensi – che l’ISIL sia una minaccia per la sicurezza dell’occidente ) “che minaccia di danneggiare l’Europa, gli USA e altri paesi”, nelle parole di Kerry) esso non ha senso, è uno scherzo enorme quanto la massa di satelliti incapaci di tracciare una colonna di Toyota bianche che avanzano nel bel mezzo del deserto iracheno – dirette verso la distruzione di quattro divisioni dell’esercito.

Le hanno viste, le hanno seguite e hanno fatto finta di nulla, come insegna il libro degli schemi dell’impero del caos. Perchè non spingere il “divide et Impera” tra Sunniti e Sciiti? Lasciamoli mangiare i cadaveri – e uccidersi tra di loro, come nella guerra pluriennale tra Iran e Iraq.

La spinta dell’ISIL è un remix della guerra civile tra Sunniti e Sciiti nel 2006 e 2007, i cui effetti, prima dell’invasione USA, ho documentato nel mio reportage Red Zone Blues. A quell’epoca tutto era accentrato a Baghdad, quando Al Qaeda prese il potere in Iraq sul quartiere di Dora, che durò per poco. I sunniti stessi si ribellarono alla visione del mondo medievale e jihadista.

Il Fantasma, tuttavia, ha ottenuto ciò che voleva; l’Iraq è a pezzi, irrimediabilmente frammentato, e non può essere “riparato” (testuali parole di Colin Powell). I Curdi hanno già risolto uno dei più intricati problemi del dopo shock and awe: hanno già rimesso in piedi il Sykes-Picot prendendo il potere sulla città di Kirkuk, ricca di petrolio (per non menzionare l’altopiano di Ninive).

Un’ulteriore prova del fatto che l’ISIL non sia una minaccia alla sicurezza dell’occidente: l’artiglieria pesante e i carri armati presi in Iraq sono stati spediti in Siria, per dare una spinta nella guerra contro Damasco.

Questo è troppo duro da digerire per il Fantasma. Probabilmente dovrebbe leggere questo – come per le operazioni in Iraq che rifiutano quanto accaduto anche prima del 2003, persino prima del momento di notorietà del Fantasma.

L’argomento principe del Fantasma è che quanto succede ora in Iraq è il risultato di un insufficiente – e non eccessivo – bellicismo occidentale, chiamiamola arroganza del Fantasma. Il “medio oriente” – di fatto il sudovest asiatico – è una finzione occidentale imposta dal potere coloniale alle popolazioni locali. Quello che il Pentagono descrive fin dagli anni 2000 come “arco di instabilità” è un sistema anarchico che si autoalimenta, con alcuni scampoli di “pace” rappresentati dalle petro-monarchie meglio conosciute come Consiglio di Cooperazione del Golfo (dopotutto abbiamo bisogno del “nostro” petrolio).

A seguire c’è il lento ed inevitabile processo di integrazione eurasiatico – lungo la miriade di nuove vie della seta che fanno riferimento alla Cina. Questa è una maledizione per l’impero del caos e i suoi leccapiedi, per i quali il sudovest asiatico in perenne caos è più che apprezzato. Aspettiamoci che l’arrogante Fantasma chieda di aggiungere benzina a questo mescolone occidentale già abbastanza infiammato.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009).Può essere contattato a [email protected].

Fonte: http://rt.com/
Link: http://rt.com/op-edge/166632-blair-killer-blamed-middle-east/
18.06.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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