TENTATIVO DI DISCUSSIONE SULL’ANNICHILIMENTO COLLETTIVO

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DI CLACK
comedonchisciotte.org

Articolo pubblicato nel forum di comedonchisciotte.org il 9.09.2013

Poco più di cento anni fa, a causa della tassa sul macinato, il generale Bava Beccaris fu costretto a prendere a cannonate la popolazione milanese in rivolta.
Oggi, si abbuonano somme enormi ai gestori del gioco d’azzardo, tra i quali si annidano partiti e loro clientele, il che equivale a scaricarle sulle spalle dei cittadini. Oppure, nello stesso tempo, in seguito alle dichiarazioni di una delle più potenti centrali finanziarie globali, che trova troppo limitanti le Costituzioni promulgate dopo l’ultima guerra mondiale, ci si accinge ossequiosamente a manomettere quella italiana. Si vuole iniziare proprio dall’articolo che indica le modalità di intervento e modifica su di essa, ma senza rispettarne l’enunciato, poiché lo si ritiene troppo farraginoso e non in linea con le necessità attuali.

Nella foto: Beltrame, dipinto, scontri fra manifestanti ed e esercito a Milano nel 1898Al di là dei motivi in base ai quali si esegue una cosa simile, che contribuiscono ad aggravare la situazione descritta, l’insieme delle due cose ha se vogliamo conseguenze maggiori rispetto all’odiosa tassa sul macinato.

Eppure, a parte una raccolta di firme da parte di una testata della quale è ben nota l’ambiguità, non solo non c’è stata alcuna protesta al riguardo, ma neppure una presa di posizione al riguardo da parte della collettività.
Ma come, ai tempi di Bava Beccaris il tasso di analfabetismo era enormemente maggiore di quello attuale, mentre invece oggi, chi più chi meno hanno tutti studiato. E spesso proprio tra quelli che lo hanno fatto di più si trova il maggior numero di incapaci a comprendere.
E’ anche vero che se uno studio recente ha stabilito che olte il 70% della popolazione attuale si trova in condizioni di analfabetismo funzionale, ovvero non è in grado di rapportarsi correttamente alla complessità della realtà quotidiana.
Malgrado questo, si dovrebbe presumere che l’abbondanza dei mezzi di informazione oggi disponibili sia più che sufficiente a far si che la popolazione abbia la percezione di ciò che avviene attorno a lei.
Invece tutto sembra indurre a supporre il contrario.

La maggioranza delle persone probabilmente non sa neppure cosa sta accadendo, mentre la parte che sulla carta dovrebbe essere culturalmente più attrezzata e dotata di un minimo di preparazione a livello politico, sembra trovare la sua piena soddisfazione nello scagliarsi contro Berlusconi e tutto quanto vi attiene.
Non credo sia necessario ripetere ancora quanto sia impresentabile la sua figura sotto molti punti di vista, ma allo stesso tempo appare ragionevomente improbabile che tutta la disfunzionalità attuale della cosa pubblica possa essergli imputata.

Allora il dubbio è che si stia assistendo a quella che si potrebbe definire “Sindrome di Goldstein”. Ovvero il personaggio che in “1984” di George Orwell è l’oggetto dei “due minuti d’odio”, rituale collettivo mediante il quale i membri del partito interno, ovvero quelli di basso rango dell’Ingsoc arrogatosi un potere totalizzante, sono chiamati a scaricare il loro malessere esistenziale. Goldstein è identificato come causa unica dei problemi di Oceania, sorta di superstato che comprende i territori di lingua anglosassone e buona parte dell’Europa continentale.

Il suo parallelo con Berlusconi è evidente: entrambe le figure hanno la medesima valenza per un’ampia parte della popolazione italiana, che in tutta evidenza non solo trova uno sfogo improprio al suo malcontento, ma anche un modo sbrigativo, e che non necessita di sforzare più di tanto la propria materia grigia, per dare una soluzione ai problemi del paese.
Dunque, se da un lato il potere politico si comporta al pari dell’Ingsoc orwelliano, possiamo sostenere con altrettanta ragione che il processo di istupidimento collettivo è pressoché completato, e abbia attecchito sul 99% della popolazione o forse più.
A livello di frequentatori di questo spazio forse non ce ne rendiamo conto. Dato che siamo una minoranza fin troppo rumorosa e in gran parte autoreferenziale. Ma isolata e confinata in spazi ristretti ed evitati da chi ha subito quel processo, più simili a una riserva indiana o meglio a un ghetto di lebbrosi.
Tutto questo grazie a un’azione eseguita da un lato a livello propagandistico, e dall’altro su una lenta ma perenne deriva annullatrice delle coscienze, affermatasi a livello semantico prima ancora che ideologico, che ha distrutto, o riposizionato mediante un disassamento di ampiezza mai sperimentata prima, tutti i punti di riferimento in base ai quali era possibile rapportarsi in maniera ragionevolmente corretta a eventi, progetti, idee e azioni.
Essa ha fatto in modo che chi non ne è stato coinvolto o lo è stato solo in parte, e quindi insista a non voler sottostare anche solo ad alcune delle mistificazioni proprie della narrazione diffusa a livello di massa, per analizzare i fatti da un punto di vista autonomo e possibilmente non influenzato dagli stereotipi oggi imperanti, sia identificato dai più come un maoista, un pericoloso eversore. O più semplicemente un pazzo delirante da manicomio criminale, un mitomane. E prima ancora come un totale e irrecuperabile indottrinato, in quanto tale portatore di idee e significati da non tenere in alcuna considerazione.

Ne ho potuto prendere coscienza in questi giorni, dato che su uno spazio di discussione pubblico ho provato a smontare alcuni luoghi comuni tra i più frequentati dal cosiddetto popolo della (falsa) sinistra, mediante la puntualizzazione della valenza concreta delle azioni eseguite da un politico di SEL di mia frequentazione giovanile, che fa parte di quanto ruota attorno alla giunta Marino.
Nel farlo ho circostanziato una ad una le motivazioni alla base della mia tesi con dovizia di argomenti e particolari. In modo da renderne chiaro il significato per chiunque sia in grado di effettuare la lettura di un testo e di comprenderne il significato, andando a formare un quadro di strema chiarezza.
I risultati che ho ottenuto sono quelli appena descritti. Non fosse che per il fatto che le persone comuni sono state portate alle condizioni di non essere più capaci di affrontare un discorso minimamente complesso. Il limite è ormai quello del Tweet o dell’SMS, dopodiché non si riesce più ad applicare la concentrazione necessaria a comprendere un qualsiasi significato.
Tutto questo è il prodotto di un’azione propagandistica martellante, condotta anche mediante la diffusione forzata di strumenti di comunicazione che sembrano essere stati progettati proprio a quello scopo, dalla quale l’individuo non può avere tregua in alcun momento della sua vita cosciente e va avanti da decenni.

Gli ultimi due centrati esclusivamente sulla questione berlusconiana, che a questo punto ritengo la madre di tutte le armi di distrazione di massa utilizzate in questo paese. E non a caso, non appena terminata la discussione ed esauriti i suoi strascichi, i miei interlocutori sono tornati a puntuare il dito pubblicamente sulle diverse sfaccettature inerenti la questione berlusconiana, scambiandosi reciprocamente cenni di apprezzamento, rigorosamente contenuti in un numero di caratteri il più ridotto possibile, comunque inferiore ai 100.

Questo è ciò che si è ottenuto non limitandosi a sfruttare il mero potenziale distraente della questione che riguarda l’uomo di Arcore e il suo utilizzo degli strumenti mediatici, come si potrebbe immaginare. Bensì la si è dotata di tutti i mezzi necessari, curando che operassero sempre più in condizioni di monopolio, affinché potesse materializzare fino in fondo il suo potenziale di annichilimento delle coscienze. Facendo in modo che acquisisse il predominio culturale del paese, con il suo tramite si è prodotto regresso mentale, degenerazione valoriale e idiotizzazione collettiva.
Proprio perché la sua modalità di comunicazione degenerata e volta ad annichilire coscienze e valori è divenuta egemone, mentre la sua narrazione è andata a issarsi al primo posto assoluto nell’immaginario collettivo della parte più influenzabile del paese, che poi è la maggioranza.
Tutto questo è stato fatto per poterne sfruttare i risultati ai fini della concretizzazione del progetto autoritario in base al quale è stato deciso di utilizzarla.
Ne deriva l’abolizione della contrapposizione ideologica o programmatica, rispetto alla quale il governo PD-PDL è paradigmatico.
Pertanto, se essa esiste tuttora, è tale solo per mere questioni di immagine o di tifoseria pro o contro Berlusconi, che vengono sfruttate ai fini di divisione quale mezzo atto a facilitare l’esercizio del potere.
Una volta scremate le differenze apparenti, che per l’appunto sono solo di facciata, quel che rimane è una poltiglia indistinta e indistinguibile, non solo in termini politico-governativi ma anche soprattutto a livello umano. Di qui la mancanza di reazioni anche di fronte a eventi e questioni di importanza fondamentale, che in altri tempi avrebbero causato una risposta forte dalla parte più consapevole della cittadinanza. Che proprio per quanto detto finora è stata eliminata o comunque ridotta a una minoranza insignificante. Tutto il resto è stato reso pilotabile in remoto e secondo volontà, su questioni insignificanti e marginali o comunque di portata molto inferiore rispetto a quelli che sono i veri problemi e scandali del paese.

A questo proposito il processo a Berlusconi recentemente conclusosi verteva su un’evasione di qualche milione di euro. Mentre invece lo scandalo MPS è prezzato in decine di miliardi ma è stato ormai derubricato dalle urgenze del paese e avviato irrevocabilmente sulla strada del dimenticatoio.
Questo dimostra che si è perso non solo il senso delle proporzioni, sempre necessario per l’amministrazione della giustizia, ma si è instaurato anche il principio che solo alcuni, sempre gli stessi, debbano essere chiamati a pagare delle loro eventuali malefatte. Al di là delle loro dimensioni e del rapporto che hanno con il resto delle azioni invalse nell’abitudinario collettivo.
Nondimeno quelle malefatte, conferendo ad esse il valore di Emergenza Unica Nazionale, tornano sempre buone per coprire anche questioni di portata enormemente superiore ad esse, come il destino cui si vuole assoggettare il paese mediante il vincolo esterno, che prevede il disfacimento del tessuto sociale e produttivo del paese, per farne una regione coloniale asservita agli interessi delle potenze egemoni a livello continentale.

Di questo, però, le persone sono fermamente decise a non voler parlare, per motivi che, a parte il terrore che ne deriva, francamente mi sfuggono. Preferiscono piuttosto formulare le peggiori illazioni su chiunque si adoperi per porre tali questioni dinnanzi ai loro occhi, destituendo di veridicità il quadro che si descrive loro, per quanto o tasselli da cui è formato possano combaciare a perfezione gli uni con gli altri, oppure semplicemente rifiutandosi di osservarlo.

A tale proposito, l’illazione preferita e più diffusa è che, proprio perché si si esegue una critica nei confronti di partiti e politici che si presumono di sinistra, si sia fascisti. Al di là della valenza concreta e della direzione dalla quale quella critica proviene. Naturalmente lo si fa senza mai prendersi la briga di verificare se quei partiti e quei politici siano e soprattutto agiscano coerentemente per ciò che li si ritiene. Anche perché forse non si è più in grado di stabilirlo, se non in base allo stemma sulla loro bandiera o alla divisa che indossano.
Un’altra accusa, molto divertente, è quella di “stocazzismo”, affibbiata a chiunque adoperi un linguaggio che non si limita all’impiego dei 2-300 vocaboli e degli stereotipi più comuni. Andando ancora una volta a collimare con le dinamiche orwelliane, che proprio mediante l’eliminazione progressivamente più approfondita delle parole, di edizione in edizione del vocabolario della “Neolingua”, conseguivano il controllo del pensiero e l’impossibilità concreta di spingerlo oltre i confini dell’ortodossia stabiliti dal potere.

Ringrazio dell’attenzione prestata chiunque ha avuto la pazienza di arrivare fin qui, nella speranza che voglia contribuire alla discussione nel modo che riterrà più opportuno. Dato che si tratta di un argomento che ritengo di importanza fondamentale per le possibilità di poter fare in modo che questo paese possa essere deviato dalla direzione in cui lo si è instradato, magari solo in parte minima.

Clack
Fonte: www.comedonchisciotte.org
9.09.2013

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