SE VENISSE ELETTO TRUMP, IO DAREI IL MIO SUPPORTO A UN COLPO DI STATO DEI MILITARI

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DI JOHN FEFFER

counterpunch.org

Qui sarebbe forse possibile un colpo di stato da parte dei militari ?

La notizia del colpo militare in Turchia stava dilagando rapidamente già nel pomeriggio di Sabato mentre pranzavo con un gruppo di sei amici in West Virginia. Improvvisamente, una delle persone ha alzato lo sguardo dalla sua insalata e ha detto: “Se fosse eletto Trump, io darei il mio supporto a un colpo di stato dei militari”. Almeno un’altra persona al tavolo ha approvato la sua opinione [NdT: “her opinion”, la prima persona era una persona di genere femminile].

Io sono rimasto meravigliato. Da quando una opzione militare diventa sostenibile negli Stati Uniti? Forse era il Fantasma di John Brown o qualcosa diluito nell’acqua potabile ancora più di estremo dalle parti di Harpers Ferry. O forse la congiuntura bizzarra della Turchia e di Trump ha reso lecito qualcosa che dovrebbe essere sicuramente considerato un sentimento impopolare in America.

Allora ho fatto delle ricerche. E è saltato fuori che il punto di vista epresso a tavola corrisponde a quello della media degli Americani. In accordo con un sondaggio di Settembre 2015 di YouGov, circa un terzo degli intervistati (29%) “potrebbero immaginare una situazione nella quale loro supporterebbero la presa di controllo da parte dei militari del governo federale”. Quello stesso numero sale fino al 43% in una ipotetica situazione in cui il governo cominci a violare le norme costituzionali.

Nel Settembre (2015), per i Repubblicani c’era una possibilità più che doppia rispetto ai Democratici che coinvolgesse lo scenario di un colpo di stato. Sarebbe interessante riproporre quello studio oggi, tanto che i votanti possono prendere in considerazione la probabile presidenza di Trump. Consideriamo, per esempio, che il giornalista e supporter di Bernie Sanders, Shaun King, il quale ha recentemente innescato una tempesta di commenti infuocati [“firestorm”, NdT] quando ha twittato “Se Donald Trump diventa presidente, voi vi state solo illudendo se credete che questo sia molto diverso dal fare un colpo di stato a noi stessi. Sono dannatamente serio [su questo punto]”.

La retorica di Trump che sfida leggi nazionali e internazionali ha procurato molte e inaspettate speculazioni [“many an unexpected spectulation”, ci sono errori di battitura, NdT]. In una intervista con Bill Maher di Febbraio, l’ex capo della CIA Michael Hayden ha accennato ad alcune affermazioni di Trump di uccidere i familiari dei terroristi. Quindi Hayden ha detto: “Se lui ordinasse questo, le forze armate Americane rifiuterebbero di compiere questo atto”.

“Questa è una dichiarazione molto forte, signore.”, ha risposto Maher [si suppone a Trump, NdT].

“A voi [i militari (?), NdT] è richiesto di non eseguire un ordine illegale”, ha aggiunto Hayden. “Quello rappresenterebbe una violazione di tutte le leggi internazionali sui conflitti armati”.

“Tu ci hai dato una ottima ragione per non supportare Trump. Ci sarebbe un colpo di stato in questa nazione”, ha aggiunto in tono gioviale Maher.

Hayden ha affermato che lui non intendeva implicare che questo provocherebbe un colpo di stato.

Infatti, molti dei più alti ufficiali preferirebbero rassegnare le dimissioni invece che disobbedire apertamente al comandante in capo. Per i membri ordinari, loro supportano Trump su Clinton 2 a 1. Ma questo non significa che loso siano particolarmente entusiasti della scelta. Secondo un sondaggio d’opnione fornito dal Military Times, “Più del 61% ha indicato di essere ‘insoddisfatto’ o ‘molto insoddisfatto’ per la nomina di Trump come candidato alla presidenza per i Repubblicani, includendo il 28% di quelli che voterebbero per lui”. E’ difficile prevedere da questi sondaggi come i militari risponderebbero se l’amministrazione Trump cominciasse a ridurre a brandelli la costituzione.

Ma non è difficile predirre il sentimento degli Americani riguardo a un posssibile colpo di stato militare che avvenisse ora. Gli Americani hanno creduto a lungo nei militari, più di quanto abbiano creduto in ogni altra istituzione della società. Nel 2016, in accordo a Gallup, il Congresso ha raggiunto un 9% di fiducia, la Corte Suprema il 36%, le religioni organizzate il 41%, la Polizia il 56% e, in cima alla lista, i military erano al 73%. Solo il piccolo business ha raggiunto lo stesso livello di fiducia, questo
in accordo con la ricerca statistica di Gallup che ha intervistato gli over 43.

Quindi, non è sorprendente que qualora dessi la scelta, gli Americani propenderebbero per i militari per salvaguardare le loro leggi e le loro libertà. Ma prima di cominciare a considerare i relativi meriti che avrebbero Trump e i militari per arrivare a tanto – il primo dovrebbe capovolgere la costituzione e il secondo dovrebbe ancorarsene ferreamente – vediamo più da vicino cosa sta trapelando dalla Turchia proprio adesso.

Colpo di stato militare plasmato dagli eredi di Ataturk [“Keystone Kops Craft Kemalist Coup”, pieno di sottintesi, giochi di parole e citazioni storico/politiche, difficile da tradurre, NdT]

Quando si arriva al colpo di stato militare, i Turchi dovrebbero essere i veri esperti. Dopotutto, ne hanno eseguito con successo 3.5 negli ultimi 50 anni: nel 1960, 1971, 1980 e nel 1997 (l’ultimo si può considerare un mezzo colpo di stato dato che i militari, preferendo non intervenire direttamente, esercitarono pressioni per far dimettere il governo).

Sono passati circa 20 anni dall’ultimo colpo di stato e ovviamente i militari turchi si sono un poco arrugginiti deviando dalla loro routine esercitata una volta ogni decade. L’ultimo fine settimana, i capi del colpo di stato si adattavano più al rango di dilettanti più che di esperti professionisti. Hanno fallito nel tagliare fuori o neutralizare il presidente Tayyip Erdogan, che era in vacanza sulla costa del Mediterraneo. Hanno preso il controllo del meno importante canale TV dello stato. Non hanno preso importanti edifici governativi. Hanno detto ai loro supporters di andare a casa e hanno sparato sui civili che sono usciti per le strade. Sembravano aver dimenticato l’esistenza dei social media. Non sono stati neanche in grando di forgiare un consenso a favore del colpo di stato all’interno dei militari stessi.

Il tentativo era così raffazzonato che ha ingenerato numerose teorie della cospirazione – che Erdogan avrebbe provocato tutto, che il presidente avrebbe udito il rumore dei tamburi e lì avrebbe deliberatamente ignorati, che gli americani fossero in qualche modo responsabili di tutto.

La verità è molto più semplice. Erdogan e il suo partito “Giustizia e Sviluppo” (AKP) stavano indebolendo i militari da più di una decade rimuovendo sistematicamente l’influenza dei militari stessi dal governo. Quindi hanno usato i primi rumori di colpo di stato per scatenarsi sugli ufficiale – come sui giornalisti e sui pubblici ufficiali dello stato – sotto l’accusa di essere coinvolti nel
controllo della politica turca da dietro le quinte come una sorta di “stato ombra” [“deep state”, NdT]. Come risultato, i militari turchi sono molto lamentevolmente lontani dalla onnipotente istizione che erano negli anni 70 e 80.

Io ero convinto, dopo aver visitato Instanbul nel 2013, che i militari erano diventati una forza esausta. A quel tempo avevo scritto:

L’AKP ha effettivamente contenuto l’esercito turco attraverso mezzi giudiziari e costituzionali. La minaccia di un colpo di stato, così presente nella moderna storia della Turchia, è in gran parte scomparso. Non solo alcune modifiche costituzionali e le sentenze di casi giudiziari hanno ridotto il potere dell’esercito, ma il governo Erdogan ha anche avvicinato verso la soluzione della guerra civile decennale con il PKK curdo. La fine di questo completerebbe un lungo cammino verso la rimozione dei militari dagli affari pubblici.

Ma poi il governo Erdogan ha deciso di avviare due guerre: contro il movimento Gulen e contro i curdi. Il movimento
Gulen, chiamato per il suo leader Fethullah Gulen che attualmente vive negli Stati Uniti, predica una tipologia liberale dell’Islam e gestisce un certo numero di scuole in tutto il mondo. E’ stato anche uno dei principali sostenitori di Erdogan e l’AKP. Ma Erdogan ha cominciato a preoccuparsi per la diffusione dell’influenza dei sostenitori di Gulen nella polizia, la magistratura e il governo stesso. Hanno cominciato a somigliarea uno “stato ombra” [“deep state”, NdT], che Erdogan voleva estirpare. Alla fine del 2013, si rivolse contro il movimento di Gulen. Successivamente, il governo Erdogan ha accusato Gulen di aver orchestrato il colpo di stato e ne ha chiesto l’estradizione agli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, Erdogan era preoccupato che, internamente, la minoranza Curda aveva imboccato la strada di una più grande centralizzazione del potere in Ankara e che i Curdi in Siria avessero imboccato la strada di una influenza maggiore sui Turchi come esito della guerra contro il regime di Bashar al-Assad. Ma stringendo sui Curdi ha significato riaccompagnare indietro i militari dentro la vita pubblica turca. Come Erdogan premeva per una nuova costituzione per garantire alla presidenza più poteri e ha raso al suolo qualunque segmento della società che poteva frustrare le sue ambizioni, lui ha potuto assicurarsi che almeno una parte dei militari fossero dalla sua parte.

Alcuni fra i militari non erano felici dell’affare, sia perchè disapprovavano la presa del potere di Erdogan,
la campagna contro Gule o il rinnovato conflitto Curdo, o la sfida dell’AKP alla tradizione di ereditata da Ataturk [“kemalist”, NdT],
il quale rispetta una stretta divisione tra religione e stato. In accordo con le dichiarazioni rilasciate alla stampa, i golpisti
avevano offerto di restituire precisamente cosa molti in Turchia credono Erdogan gli ha portato via: “Le forze armate turche hanno
completamente conquistato l’amministrazione della nazione per ristabilire l’ordine costituzionale, i diritti umani e le libertà, la regola
di legge e la sicurezza generale che era danneggiata”.

Se non potevano contare sui ranghi serrati dietro di loro, i golpisti almeno avevano bisogno del sostegno della popolazione turca. Questo non sarebbe stato facile, dato che il partito di Erdogan ha conquistato circa il 50% dei voti alle ultime elezioni. Anche i turchi che con veemenza si oppongono a Erdogan e sarebbero d’accordo con il contenuto della dichiarazione del colpo di stato non credevano che l’esercito fosse l’agente della loro salvezza. “La democrazia peggiore è meglio del miglior colpo di stato”, ha dichiarato un liberal turco al New York Times.

Dopo aver annullato il colpo di stato, Erdogan si sta muovendo rapidamente per consolidare il suo vantaggio purgando i militari e i tribunali. Il governo turco ha arrestato più di 7.500 persone, tra cui 2.800 ufficiali e soldati e più di 100 generali e ammiragli, e ha dimesso 2.700 giudici e 9.000 dipendenti pubblici. Più di recente, il governo ha sospeso più di 15.000 educatori e ha chiesto a 1.500 presidi universitari di dimettersi. Chiamatelo un contro-colpo di stato, ma è solo una versione a livello industriale di quello che Erdogan è stato fino ad ora per diversi anni. In effetti, per agire così prontamente il governo deve aver avuto liste dei propri obiettivi già vergate per tempo.

Ciò non significa che Erdogan habbia pianificato il colpo di stato. Significa solo che a volte i tuoi avversari contribuiscono a liberare la strada verso il potere.

Il che ci riporta indietro a Donald.

Un Uomo, un piano, un colpo di stato

Secondo il suddetto sondaggio YouGov, il 43% dei Repubblicani poteva immaginare la necessità di un colpo di stato militare negli Stati Uniti, salendo al 55% nel caso di violazioni costituzionali. Quei numeri sembrano un po’ come il tipo di supporto Donald Trump goduto durante le primarie repubblicane in cui una pluralità, ma non la maggioranza, hanno votato per lui. Solo quando la stagione delle primarie stava volgendo al termine ha visto i suoi numeri crescere al di sopra del 50% tra gli elettori Repubblicani.

Si sarebbe tentati di concludere che le stesse persone che approvano un intervento militare in politica supportano l’intervento di Donald Trump in politica. Trump è, in un certo senso, un colpo di stato lui stesso. E’ un outsider. Ha disprezzo per il normale funzionamento della democrazia. Come ha ampiamente dimostrato nei suoi rapporti nel mondo degli affari, egli governa per decreto divino [“fiat” da “fiat lux”, NdT] e con le ritorsioni.

Ma il meccanismo con cui Trump prende il potere non sarà un colpo di stato. Per il momento, almeno, sono le urne ancora comandano. Se riesce a raggiungere la Casa Bianca nel mese di Novembre, non sarà a causa della brillante organizzazione del partito Repubblicano, che è diviso, irresponsabile e codardo. Sarà perché i suoi avversari gli consegnano l’occasione su un piatto d’argento.

Io conosco Recep Tayyip Erdogan – beh, non proprio – e Donald Trump non è Erdogan. Ma la volontà di potere di Donald è paragonabile. Sta agli avversari di Trump impedirgli che si incoroni presidente – o altrimenti ci saranno molte più conversazioni successivamente circa gli aspetti di un colpo di stato militare.

John Feffer

Fonte: www.counterpunch.org/

Link: http://www.counterpunch.org/2016/07/22/could-a-military-coup-happen-here/

22.07.2016

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA CESARINI

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