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DI PAOLO BARNARD

paolobarbnard.info

Nicolas Micheletti scrive su Facebook:

Cos’è un’arma?
È uno strumento concepito per danneggiare altri esseri viventi.Un’arma è cattiva?No, un’arma non è cattiva. Dipende tutto da chi la tiene in mano. Un’arma può essere usata per fare del male, come uccidere un’innocente, ma anche per fare “del bene”, o meglio, evitare un male maggiore, ad esempio, fermare qualcuno che sta per uccidere degli innocenti.Certo, combattere ed usare un’arma non è bello ed è sbagliato, ma a volte è inevitabile

… Facebook è un’arma?Sì. Facebook è un’arma, ed è un’arma decisamente sottovalutata.Facebook può portare dipendenza patologica, ci stacca dalla realtà, ci toglie tempo libero per studiare testi che ci aprirebbero la mente come un paracadute.Facebook è un’arma, esattamente come lo è la televisione.Ma c’è una differenza importantissima con quest’ultima: Facebook può essere usato anche in modo positivo.Come gli hacker che sfruttano la linea anche dov’è piena di censure per combattere per la libertà (vedi Cina), così i normali utenti di Facebook possono sfruttare i social per fare due importantissime cose:informareesensibilizzareCon Facebook ogni persona può essere un “giornalista”, ogni persona può essere una rampa per l’informazione. L’uso che se ne fa di Facebook può cambiare veramente tante cose.So che dire queste cose a voi che mi seguite è come spiegare come fare un panino col salame ad un Master Chef, ma io lo scrivo per chi ancora queste cose non le ha capite. Per chi anzi mi critica (c’è molta gente che lo fa) perché uso Facebook al 90% per creare informazione e non per condividere minchiate.Certo, uno ogni tanto può anche condividere michiate, ci mancherebbe. Ma se quelle sono il 90% delle cose che condivide, non se ne accorge, ma l’arma che potrebbe usare per liberarsi se la sta puntando alla testa.

Lorenzo Cortonesi gli risponde:

Spero di non trovare questo tuo post come una specie di celebrazione a fb e alla sue “potenzialità”. Qua non stiamo affatto usando un arma, stando al tuo paragone, ma solo una piattaforma creata per esprimere idee, opinioni, cazzate e, qualche volta, per divulgare informazioni (a patto che non rompi troppo i coglioni). Se tu arrivassi a 60.000.000 di visualizzazioni (e non ci arriveresti né tu, né Paolo, né altri perché QUESTI sarebbero i numeri che davvero cambierebbero qualcosa) parlando dell’Economicidio europeo, scompariresti nella nebbia in 20 secondi esatti. Non è concepibile usare fb per fare “vero giornalismo”, semplicemente perchè non è stato creato per questo.

Dietro a queste “meraviglie della libertà” ci sono organi di controllo spaventosi. Ma tu credi davvero che uno di noi o tanti di noi possano cambiare il mondo con fb? Por favor. Tu credi davvero che una Merkel, un Draghi non sappiano cos’è Facebook? E che cosa potrebbe scatenare se davvero “funzionasse”? Nulla viene lasciato al caso con multinazionali come queste. Fb è solo quello che Paolo Barnard disse una volta (e con piena ragione) in una sua vecchia intervista a proposito di Grillo e il suo movimento di grillini: una valvola di sfogo. Io aggiungo, un luogo per apatici rincoglioniti, ridotti a postare mici e aforismi del cazzo. Nulla di più. E questo non preoccupa nessuno. Trovami in rete, nel mondo, qualcuno che con il suo “giornalismo” e la sua bella faccina nella pagina colorata ha cambiato qualcosa. Nessuno. Chi ci ha provato seriamente è stato, opssss… bannato, censurato, oscurato. I motivi? Apparentemente tecnici o di comportamento, nella realtà “rompi il cazzo e sei pericoloso”. Ne abbiamo avuto prova proprio in questi giorni con la pagina di Paolo, rimossa più volte.

Non facciamoci abbindolare sempre da queste “visioni” salvifiche. Non cambi niente da casa, seduto a scrivere un articolo. Vuoi informare? Convinci Paolo Barnard a tornare a fare conferenze nelle città e vai con lui. Vai tu da solo o con amici. Affronta le persone vis a vis e sbattigli in faccia le informazioni, le tue idee, la tua forza, le soluzioni. Tu sei una persona troppo intelligente per lasciarti cadere in articoletti banalotti come questo e sai perfettamente che i “rentiers” se ne strafregano di Facebook perché sono loro che ci mettono i soldi per farlo campare. Mi aspetto post un pò più profondi da te. Un saluto, Lorenzo.

La mia visione:

Trovo che in entrambi i post sopra vi siano ragioni ma anche profonde incomprensioni del Vero Potere e di come si muove. Ma non è questo il punto. La domanda qui essenziale che esce da Nik e Lorenzo è la seguente: Noi, lo 0,2% che ha compreso che chi comanda la nostra vita IN TUTTO CIO’ CHE CONTA sono oggi strutture sovranazionali immensamente potenti, quali strumenti e strategie dobbiamo usare per arginare The Machine? Conta qualcosa fare cartelli con lo spray e sfilare per le strade? Conta Facebook? Conta informare la gente, e la… gggènte? Conta fare ONLUS e Associazioni? Conta uno sciopero della fame o mettere il proprio corpo contro proiettili di gomma? O forse è tutto inutile, e l’unica cosa che conta davvero è starsene muti per 35 anni della propria vita, arrivare come colletti bianchi dentro le stanze di un Ministero, dentro quelle di una megabanca, dentro quelle di una potente Think Tank, quelle della Bocconi, della Sapienza ecc… e DALL’INTERNO SFERRARE L’ATTACCO?……..

….. Gorbacev vi dice nulla?

Alt. Sarebbe troppo facile finirla così: l’URSS non l’hanno neppure intaccata di una scheggia i sacrifici tragici ed eroici dei dissidenti spediti in manicomi o in Siberia, l’ha fatta crollare DALL’INTERNO proprio il suo Presidente (e non certo Reagan o il Papa). No, troppo semplicistico.

Nicolas e Lorenzo purtroppo mancano all’ultimo delle risposte giuste. Io ho già da tempo scritto, e in profondità, ‘come si fa’ a lottare contro il Vero Potere, non riscrivo tutto qui, ma sintetizzo in uno schema.

Primo punto: il colpo finale al Vero Potere, se mai accadrà, sarà sferrato da una coalizione di super tecnocrati favorevoli all’Interesse Pubblico dalla preparazione micidiale (spaccano un capello in due con uno sguardo…) già insediati in posizioni di potere. Semplificando, ciò che successe quando John Maynard Keynes, Piero Sraffa e alcuni intellettuali altolocati inglesi come William Beveridge, tutti INTERNI al Potere britannico, teorizzarono lo Stato Sociale, la Piena Occupazione, e l’economia nell’interesse pubblico. Cambiarono il mondo di allora in Europa. Altro esempio sono Giacomo Brodolini e Gino Giugni in Italia, autori del più avanzato Statuto dei Lavoratori (pro lavoratori) del mondo nel 1970, anch’essi colletti bianchi già interni al Potere. Eccezionali. Il compito oggi di chi come me lavora in queste direzioni anti dittature delle elite, è in primo luogo quello di trovare i colletti bianchi giusti, dirigerli vero i Master e i Dottorati nella Mosler Economics, e quindi aiutarli a scalare posizioni di potere, per scardinare da lì The Manchine, in Italia e in Europa, con una teoria economica eccezionale che già abbiamo bella e pronta: la Mosler Economics appunto.

Ma!…: oggi tali colletti bianchi devono essere capaci di essere dei… ‘perfetti traditori’, cioè devono saper scalare posizioni nei partiti, nei governi, nelle amministrazioni, in UE come zitti e impassibili finiti burattini del Vero Potere, e poi da dentro sferrare l’attacco. Ecco quindi un Gorbaciev.

Secondo punto: si chiama ‘La Facilitazione’. I nostri colletti bianchi sono dentro le stanze del Vero Potere, hanno dunque dosi di potere, ma non gli basta. Infatti, alto è il rischio che il loro attacco venga soffocato anche dall’interno della stanza dei bottoni. Allora qui entrano in gioco le Associazioni, le ONG, gli attivisti. Ascoltate bene: essi, senza MAI svelare la loro coesione ai colletti bianchi infiltrati, devono lavorare come pazzi per divulgare sul territorio e alla popolazione intellettualmente RAGGIUNGIBILE (cioè NON la gggènte) il messaggio economico di salvezza nazionale che i colletti bianchi serbano nascosto, cioè devono rivelare al popolo raggiungibile l’inganno fatale del Vero Potere di oggi, devono fargli capire che non esiste un’altra strada, e che la distruzione della civiltà dei Diritti è ormai completa. Urgenza. Di nuovo il mio compito è di fornire ad Associazioni, ONG, e agli attivisti le nozioni da divulgare, e questo l’ho fatto abbondantemente.

La ‘Facilitazione’ serve a un punto cruciale: creare una relativa massa di opinione pubblica che sappia farsi sentire, o meglio, RUMOREGGIARE, quando i nostri colletti bianchi porteranno alla luce le loro proposte per l’Interesse Pubblico dentro il Vero Potere. Come ho detto, tenteranno di soffocarli, ma se le opinioni pubbliche, anche in numeri esigui ma RUMOROSI si faranno sentire, il Vero Potere si spaventerà, perché credetemi, l’UNICA COSA AL MONDO che può intimidire il Potere sono le opinioni pubbliche che si ribellano, o anche solo… l’IMPRESSIONE che le opinioni pubbliche si siano sollevate! Come credete che abbia fatto un Pannella a portare in Italia aborto e divorzio in un epoca in cui il potere del Vaticano/DC era stellare? Si mosse una fetta (piccola ma rumorosa) di opinione pubblica.

Terzo punto: rassegnatevi, la gggènte, quella non serve a nulla, sono sprechi di tempo e di spazio sul pianeta, inutile neppure pensarci, meno che meno contattarli. Sono la maggioranza, ma conta meno di una solida determinata minoranza di cittadini che si fa sentire, CHE SI FA SENTIRE!

Allora veniamo agli strumenti da usare, alla fine. Cari Nicolas e Lorenzo, a patto che si segua questo percorso, gli strumenti per far conoscere e divulgare alla popolazione intellettualmente RAGGIUNGIBILE i nostri contenuti salva vite e salva Diritti possono essere tutti, dal teatrino di strada a Facebook alle conferenze alle scuole, concerti, Twitter, libri libretti, arte, chiacchiere al bar, media di ogni sorta…. Ecco risolto il vostro dilemma, ma…

A PATTO CHE SI SEGUANO DILIGENTEMENTE I PASSI SOPRACCITATI.

Paolo Barnard

Fonte: www.paolobarnard.info

Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1124

30.03.2015

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