PERCHE' LA VERITA' SUL DISASTRO AEREO DELLA KOGALYMAVIA NON VA RACCONTATA ?

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DI LUDOVICO NOBILE

megachip.globalist.it

Perché a Ovest e in Russia non c’è verità sulla strage dell’aereo in Sinai

Il 30 Settembre 2015 il parlamento della Federazione Russa autorizza le operazioni militari in Siria. Gli aerei russi non sono ancora in volo e il Governo americano già accusa i russi di avere ucciso dei civili per poi inventare il bombardamento di un ospedale, tanto che la portavoce del ministero degli Esteri americano deve rifiutarsi di fornire maggiori informazioni quando è messa con le spalle al muro davanti alle bugie dalla stampa:

· 1 Ottobre – RT: Information warfare? Russia accused of killing civilians in Syria.

· Al briefing giornaliero del Dipartimento di Stato USA:

Le operazioni iniziano immediatamente. Dopo neanche una settimana, la NATO fa la voce grossa denunciando una presunta violazione dello spazio aereo turco.

· 5 Ottobre – Reuters : NATO denounces Russian incursion into Turkish airspace.

· 3 Ottobre – BBC : NATO: Russian violations of Turkish airspace not accidental.

· 6 Ottobre – Turkey ‘cannot endure’ Russian violation of airspace, president says.

La violazione dello spazio areo turco [1] si rivelerà la solita supercazzola del Pentagono, visto che è la Turchia ad avere unilateralmente spostato il confine con la Siria, di fatto avanzandolo di 5 miglia già dal 2012. Il tutto può essere riassunto come un tentativo della facinorosa NATO e della riprovevole Turchia di prevenire il rimpatrio delle batterie di sistemi missilistici Patriot come annunciato nell’agosto 2015 da Germania e Paesi Bassi [2]. La Germania ormai da mesi subisce incessanti ricatti degli Stati Uniti che la vogliono contro la Russia [3] (ce lo dice la società di intelligence americana Stratfor) e dentro alla loro banda criminale [4] anti-siriana: le masochistiche sanzioni europee alla Russia, l’attacco alla Volkswagen [5] e le multe alla Deutsche Bank, che nel giro di pochi mesi si vede costretta a cambiare i vertici, subire perquisizioni e multe (anche al fine di punirli per avere aiutato alcuni oligarchi russi ad aggirare le sanzioni):

· 6 Giugno – Bloomberg: Deutsche Bank Investigating $6 Billion of Possible Money Laundering by Russian Clients.

· 7 Giugno – Wall Street Journal : Deutsche Bank Co-CEOs Jain and Fitschen Resign.

· 9 Giugno – Wall Street Journal: Deutsche Bank Headquarters Raided in Tax-Fraud Probe.

· 18 Settembre – CNBC: Volkswagen told to recall nearly 500,000 vehicles.

L’intervento militare russo è cominciato da pochissimo e le centrali del potere mediatico occidentale tengono d’occhio l’opinione pubblica russa: nessuno sa meglio di loro che le guerre devono essere ‘vendute’ al pubblico [6], tanto che l’Occidente e suoi ‘democraticissimi’ alleati (Israele, Arabia Saudita, Turchia e Qatar) sono costretti ad usare mercenari, terroristi, l’ISIS e al-Qa’ida per raggiungere i propri fini geopolitici. Non ci deve sorprendere quindi che Barack Obama abbia dichiarato ben 16 volte che non avrebbe mandato soldati americani a combattere in Siria [1]: gli uomini manovrati da settori dell’amministrazione americana sono già in Siria; sono barbuti, girano con le jeep Toyota, sanno far piovere le armi dal cielo e se vengono ammazzati all’opinione pubblica statunitense non frega niente.
Americani e compagni di merende osservano la prima settimana di operazioni russe con la massima attenzione e sperano di scorgere un diminuito supporto dell’opinione pubblica:

· 5 Ottobre – Time: Russian Propaganda Struggles To Find Good Reasons For Bombing Syria.

· 9 Ottobre 2015 – BBC: Russian public opinion shifting in favour of Syria strikes.

· 9 Ottobre – Reuters: Kremlin turns opinion over Syria with U.S.-style ‘shock and awe’ media blitz.

Ma le cose vanno diversamente e la macchina della propaganda russa funziona benissimo: l’opinione pubblica russa sostiene quasi unanimemente il presidente e l’intervento militare in Siria; ma la Siria non è l’Ucraina, dove ogni famiglia russa ha almeno un parente. Il supporto all’intervento militare sarebbe messo duramente alla prova se la Russia dovesse subire perdite. I sondaggi dicono che i russi hanno paura di attacchi terroristici… detto fatto. La NATO mette subito il dito dove fa male: il segretario della Difesa Ash Carter minaccia la Russia sul fatto che giungerà a «pagare le conseguenze subendo un’ingente perdita di vite umane nei prossimi giorni» [8]. Una dichiarazione incomprensibile, considerato il pochissimo personale militare russo presente in Siria, ancora oggi a qualche settimana dall’inizio delle operazioni. Suonava come un avvertimento all’inquilino del Cremlino, non come un messaggio rivolto al pubblico:

· 8 Ottobre – Financial Times: US warns Moscow not to escalate military operation in Syria.

· 8 Ottobre – Wall Street Journal: NATOCondemns Russian Bombings in Syria.

· 9 Ottobre – ITV: Russia will pay the price for Syria strikes, US warns.

Il mainstream occidentale ripete in coro le veline del Pentagono e cerca quindi di allungarsi dall’altra parte della cortina di ferro per aggirare la propaganda russa e parlare proprio ai russi, richiamando le loro paure e i tragici ricordi dell’Afghanistan, ancora vivi nella memoria della popolazione. Obiettivo: fare in modo che il governo russo perda il supporto dell’opinione pubblica. I richiami del coro mediatico al ‘nuovo Afghanistan russo’ non facevano riferimento al fatto che oggi come allora ci sono gli americani dietro ai terroristi, ma al fatto che i russi si sarebbero impantanati in una lunga e costosa guerra.
Se dovessimo basarci su quel che preconizzava la stampa occidentale ci sarebbe da affermare che già il 20 ottobre la coalizione anti-siriana egemonizzata dagli Stati Uniti aveva deciso di abbattere l’aereo russo; non solo per dare senso alle parole di Ash Carter («ingente perdita di vite umane russe nei prossimi giorni»), ma soprattutto per avvisare il Cremlino e fare una nuova psyop in stile MH17 Malaysia Airlines, ma questa volta sul pubblico russo non su quello occidentale. I giorni antecedenti al disastro aereo i grandi organi d’informazione stavano preparando il terreno all’operazione pscicologica, preordinando la connessione cognitiva tra l’intervento voluto da Putin in Siria e la reazione dell’ISIS:

· 20 ottobre – Associated Press, Russians support airstrikes in Syria, despite Afghan legacy.

· 21 Ottobre – The Guardian, Russia’s involvement in Afghanistan increasingly echoes Syria campaign.

· 28 Ottobre – Forbes: Putin’s Syria Narrative Must Win Russian Public Opinion–But It’ll Be A Hard Sell. (ripreso dal Kyivpost.com, per arrivare al pubblico russo.

· 29 Ottobre – Al Jazeera: Russian fears of Syria becoming a ‘new Afghanistan’.

Ancora una volta la coalizione ha a disposizione la più vile delle scelte. Se per prendersi la Siria hanno scelto di appoggiare il terrorismo innescando una guerra da centinaia di migliaia di morti, per dissuadere i russi dall’appoggiare le scelte del proprio presidente potrebbe loro risultare facile perpetrare una strage più mirata, uccidendo 224 persone, inclusi 27 bambini. Così, il 31 ottobre 2015, intorno alle 6:13 ora egiziana, un aereo russo della compagnia Kogalymavia decollato dalla località sul Mar Rosso di Sharm el-Sheikh e diretto all’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo precipita nella penisola del Sinai. A bordo soprattutto turisti russi di ritorno da una vacanza sul Mar Rosso. La notizia viene amplificata da tutte le testate occidentali suggerendo che l’ISIS sarebbe responsabile. Le informazioni sull’incidente si diffondono a una velocità sospetta e su Wikipedia in pochi minuti appaiono pagine e pagine in 33 lingue con una 50 di decine di link e riferimenti: Tanta prontezza di solito si trova in un’operazione militare pianificata [9]. Come se non bastasse, dopo il danno la beffa: le condoglianze del presidente ucraino Poroshenko e le vignette macabre di Charlie Hebdo.
Al Cremlino sanno bene chi sono i mandanti dell’attentato, ma non possono permettersi di rischiare il supporto dell’opinione pubblica, che quindi deve rimanere quanto più al riparo dal mainstream occidentale, il quale propone implacabilmente il mantra: l’attentato aereo è la risposta all’intervento militare russo in Siria. Non c’è quindi da stupirci se le informazioni sull’incidente arrivano dall’Occidente anziché dall’Egitto; ci dicono che è stata l’ISIS, poi ci dicono che è stata una bomba, poi il presidente degli Stati Uniti ne parla ed è seguito subito dopo dal premier britannico in un inedito sforzo di comunicare direttamente al popolo russo.

· 5 Novembre – CNN: Russian plane crash: U.S. intel suggests ISIS bomb brought down jet.

· 5 Novembre – ABC News: Obama: ‘Possibility’ of Bomb ‘On Board’ Russian Plane.

· 5 Novembre – The New York Times: Bomb Is ‘Possibility’ in Loss of Russian Jet Over Egypt, Obama Says.

· 6 Novembre – Reuters: British PM says bomb likely caused Russian airliner crash.

Per capire che idee aleggino ai piani alti statunitensi basta leggere l’articolo How Will Putin Manage the Metrojet Plane Crash?, pubblicato da The New Yorker il 5 Novembre, che candidamente afferma: ..Se il Cremlino fosse costretto ad ammettere che i passeggeri sono stati uccisi in un attacco terroristico, avrà a che fare con la connessione evidente tra questa tragedia e l’operazione militare russa in Siria. Nel mese di ottobre, i sondaggi d’opinione hanno mostrato che la maggior parte dei russi sostengono gli attacchi aerei, ma circa il quaranta per cento sono preoccupati che possano diventare troppo costosi, sia materialmente che in termini di perdite umane, in particolare quelli da attacchi terroristici. Tre giorni dopo l’incidente aereo, il portavoce del Presidente Putin ha messo in guardia contro “congetture inappropriate” in merito alle cause del disastro, e ha affermato che l’incidente e la situazione in Siria sono “eventi di assolutamente diverse dimensioni”, anche prima che delle ipotesi di una connessione tra i due fatti venissero espresse pubblicamente.
Ricordate il video utilizzato per calmare i bollenti spiriti dei tanti nazionalisti russi che avrebbero voluto un intervento militare in Ucraina?

Oggi come allora il Cremlino cerca di evitare uno scontro diretto con gli Stati Uniti, che potrebbe avere conseguenze disastrose; come pensate che reagirebbero i nazionalisti se sapessero che la coalizione anti-siriana ha ucciso senza pietà 224 connazionali, bimbi compresi? Come un padre a cui abbiano violentato la figlia? Dunque, su una cosa concordano il mainstream occidentale e la propaganda russa, ossia sul nascondere la verità al pubblico, al momento: le grandi redazioni dell’Ovest non possono dire chi sono i mandanti dell’attentato e le sue vere finalità, i russi probabilmente non potranno nascondere la verità ma possono somministrarla a piccole dosi, allungando i tempi il più possibile, facendo finta di non sapere ancora. Si può ipotizzare che al Cremlino vorrebbero gridare al mondo l’infamia subita, ma il prezzo da pagare rischierebbe di essere quello orrendo che in certe circostanze paga la persona che subisce una violenza sessuale e non va a denunciare il carnefice perché sa che non la crederanno, mentre il colpevole rimarrà impunito; allo stesso tempo denunciare il carnefice alimenta comunque un clamore incontrollabile intorno a quella persona che le si ritorce in ogni caso contro. Rompere l’infernale meccanismo è possibile, ma al prezzo di una lotta a un sistema resistente, che ha molti rapporti di forza in suo favore.

Mi unisco al dolore del popolo russo a cui sono vicino in questo momento difficile provando vergogna per questa Europa in cattività, presa dagli oscuri vassallaggi di un nuovo Medio Evo.

Ludovico Nobile

Fonte: http://megachip.globalist.it/

Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=124602&typeb=0&perche-a-ovest-e-in-russia-non-c-e-verita-sulla-strage-dell-aereo-in-sinai

8.11.2015

NOTE

[1] Syrian Free Press, Russia “Violated” Turkish Airspace Because Turkey “Moved” Its Border, 7 ottobre 2015.

[2] Analisi Difesa, USA e Germania ritirano i Patriot dalla Turchia, agosto 2015.

[3] Pino Cabras, Ecco come ci disprezza l’Impero, Megachip, 25 aprile 2015; PTV Speciale, Come gli USA preparano la guerra, PandoraTV.it, 24 aprile 2015.

[4] La Russia ha ricevuto una richiesta da parte del governo di Bashar al-Assad volta a estendere il suo aiuto militare nella lotta contro il terrorismo dello Stato Islamico mentre la coalizione americana non è stata invitata e non ha ottenuto una risoluzione in tal senso dalle Nazioni Unite.

[5] Ludovico Nobile, Volkswagen: la Germania ricattata a non uscire dalla coalizione anti-siriana, ComeDonChisciotte.org, 1° ottobre 2015.

[6] Ludovico Nobile, Stati (Imp)Uniti d’America, ComeDonChisciotte, 5 aprile 2015.

[7] USA Today,16 times Obama said there would be no boots on the ground in Syria, 31 ottobre 2015.

[8] Ludovico Nobile, Volo russo Kogalymavia: forze NATO dietro l’abbattimento di un altro volo civile?, maurizioblondet.it, 2 novembre 2015.

[9] ibid.

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