PARIGI: L’ORSO RUSSO E' USCITO DAL LETARGO …

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DI ROSANNA SPADINI

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Forse qualcuno non se n’è accorto, ma stiamo assistendo alla conclusione di una lunga epoca di predominio dell’Occidente, predominio economico, finanziario, politico. O forse l‘Occidente è semplicemente in putrefazione da centinaia di anni, ma non sembra essere ancora giunto alla sua decomposizione definitiva. Anche raffiche fanatiche di sciovinismo non potrebbero negare che qualcosa sta cambiando nei rapporti tra i due poli del contendere, e che questa presunta superiorità sta entrando inesorabilmente in forte crisi, tanto che la democrazia concessaci per un breve spazio di tempo, anch’essa sta decisamente naufragando sotto i colpi della grave guerra imminente.

Dice Eric Hobsbawm nel “Secolo breve” che «La storia del secolo breve non può essere compresa senza la rivoluzione russa e i suoi effetti diretti e indiretti. Non da ultimo perché l’Unione Sovietica ha dimostrato di essere la salvatrice del capitalismo liberale, sia permettendo all’Occidente di vincere la seconda guerra mondiale contro la Germania hitleriana, sia fornendo al capitalismo l’incentivo per riformarsi». Quindi al di là di ogni velleità interpretativa, la Russia è stata allora l’Orso dei Romanov, degli Urali e della Siberia, e oggi si è risvegliata dal letargo … un orso forte, potente, vigoroso.

La guerra è già in atto … preannunciata, prevista, premeditata … contro un nemico invisibile, capace di materializzarsi all’istante e poi sparire improvvisamente … come in uno dei peggiori incubi. Anche se i morti non sono tutti uguali … naturalmente i morti russi muoiono sempre un po’ di meno (224 morti sull’ Airbus-321), quelli siriani salgono sparati nel giardino dell’Eden vicino al trono di Allah per gustarne i piaceri sublimi, senza destare troppa commozione, e ieri sono morti per fame 34.000 (trentaquattromila) bambini, tra l’indifferenza e l’ipocrisia generale dei cosiddetti occidentali, civilizzati, democratici, liberi e pacifisti … ma quelli non sono morti per nessuno.

Dunque per capire chi sono i mandanti della strategia della tensione inauguratasi a Parigi con gli attentati del 13 novembre, bisogna capire cosa succede in Siria. La Russia ha iniziato ufficialmente il 30 di Settembre le operazioni militari in Siria con le forze aerospaziali, su richiesta del presidente Bashar al Assad per appoggiare l’esercito siriano nella lotta contro l’Isis e gli altri gruppi terroristici. Nello stesso giorno le forze aeree russe, per mezzo degli aerei SU-24M, hanno distrutto uno degli ultimi bastioni dell’Isis nella provincia di Homs. Sono state distrutte le fortificazioni, i depositi di munizioni e almeno tre batterie di mortai.

La stessa cosa è accaduta con un grosso arsenale del fronte Al-Nusra, nella provincia di Hama, che è stato individuato e distrutto dai cacciabombardieri russi SU-24M , dove erano immagazzinati proiettili di mortaio, missili e munizioni di artiglieria. L’esercito siriano, assieme ad Hezbollah, ha ripreso il controllo dell’aeroporto di Maray al-Soltan, ubicato nel Guta est, regione orientale di Damasco. Le forze siriane ed Hezbollah hanno sostenuto intensi scontri che hanno portato un grosso numero di perdite nel fronte Al-Nusra.

L’agenzia libanese Al-Ahed ha informato che le forze siriane fino ad oggi hanno riconquistato circa 405 kmq nella provincia di Aleppo, sottratti dal controllo dei terroristi takfiri. Inoltre l’aviazione siriana ha bombardato i rifugi del gruppo terrorista Yeish al-Fath, collegato con Al-Qaeda, nel nord della città di Hama, al nord di Damasco. Si calcola che almeno una quindicina di terroristi abbiano perso la vita nel bombardamento e siano stati distrutti veicoli e importanti attrezzature.

Insomma le file dell’Isis e degli altri gruppi terroristi, fra cui Al-Nusra, hanno subito negli ultimi giorni strepitosi rovesci da quando l’esercito siriano ha intrapreso una offensiva su larga scala per liberare le zone controllate dai terroristi, con l’appoggio delle forze aeree russe che hanno cambiato il corso del conflitto.

Poi mentre Parigi bruciava l’aviazione russa distruggeva, nella provincia siriana di Deir Ezzor, una carovana di camions cisterna con combustibile che appartenevano all’organizzazione dello Stato Islamico. Il convoglio si dirigeva verso l’Iraq, dove presumibilmente si raffina il crudo che viene venduto sul mercato nero come uno dei principali canali di finanziamento, ha indicato il portavoce della Difesa, Igor Konashenkov. L’ufficiale ha commentato che i camions cisterna trasportavano il crudo estratto dai giacimenti controllati dai terroristi in Siria verso le raffinerie ubicate nel territorio iracheno.

Prima dell’intervento militare russo il flusso dei camions cisterna tra Irak, Siria e Turchia era costante e consentiva la vendita in Turchia del petrolio estratto illegalmente dai pozzi sotto il controllo dei terroristi. La coalizione anti Isis diretta dagli Usa non aveva mai colpito questo flusso, nonostante avvenisse lungo l’autostrada che corre lungo il deserto fra Mossul (città sotto il controllo dell’Isis) fino a Batman in Turchia (350 Km. circa), facile obiettivo dei caccia bombardieri. Gli americani di fatto non volevano interrompere questo flusso ed hanno consentito il finanziamento dell’Isis. (www.almanar.com)

Intanto i francesi, dopo l’attacco subito a Parigi, vanno a bombardare al-Raqqa, 220mila abitanti, non solo un campo base dell’Isis, bombardata a tappeto per isterismo e rappresaglia, sotto lo sguardo grifagno dei soliti falchi militaristi, e osservata a distanza dagli occhi più accorti di chi vorrebbe politica e non retorica ipocrita e feroce. Concentratasi del resto anche nelle dichiarazioni dei grandi della terra al G20 di Antalya, un summit che arriva meno di 48 ore dopo gli attentati di Parigi e che inevitabilmente si concentra sulla lotta al terrorismo: La condanna di Erdogan – Obama: “Attacco a tutto l’Occidente” – Obama-Putin: “Imperativo risolvere la crisi in Siria” – Renzi: “Abbassare polemiche, serve buon senso” – Tusk: “Dopo Parigi basta parole è momento di agire” – Putin: “Sforzo unitario contro il terrorismo” – Ban ki-Moon: “Risposta ferma al terrorismo”.

Dalla Parigi del 13 novembre appare chiaro che l’Isis ha superato al Qaeda di “Charlie Hebdo” sotto tutti i punti di vista, può contare su una manovalanza più consistente, ha maggiori capacità strategico organizzative, si muove più spedita su di un vasto territorio, controllando operazioni simultanee e mirate, particolarmente efficaci. Però l’evento di Parigi non è stato semplicemente un atto di terrorismo come quello di Charlie Hebdo, è stato invece un vero e proprio atto di guerra (come sostiene l’ottimo Cabras). Il messaggio chiaro non era rivolto solo alla Francia, ma principalmente alla Germania, perché nello Stade de France insieme al presidente François Hollande era presente anche il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, che negli ultimi tempi aveva avviato strategie di incontri diplomatici per risolvere pacificamente il problema siriano.
La Germania si mostra sempre di più recalcitrante di fronte alle imposizioni dell’Impero Usa, le sanzioni economiche alla Russia hanno danneggiato la sua bilancia dei pagamenti e colpito
profondamente la sua economia, evidenziandone la debolezza strutturale, eccessivamente foraggiata dall’export.

Per di più nel giugno 2015 si verifica un fatto strano, perché se Bruxelles confermava le sanzioni, il Forum economico internazionale di Pietroburgo al contrario rispondeva con un annuncio piuttosto sorprendente, un doppio gasdotto che Gazprom intendeva costruire attraverso il Baltico verso la Germania, insieme alla tedesca E.On, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell, l’austriaca Omv, con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno. E poi in ottobre il Dipartimento di Giustizia degli Usa dichiara che la filiale di Mosca della tedesca Deutsche Bank ha violato le sanzioni imposte a Mosca, effettuando delle transazioni che hanno coinvolto un cittadino USA.

Le autorità americane hanno condotto un’indagine sulle cosiddette “mirror trades”, quando i clienti russi della Deutsche Bank compravano titoli in rubli attraverso l’ufficio di Mosca e poi li rivendevano in valuta, anche in dollari Usa, attraverso l’ufficio di Londra. Secondo le informazioni del quotidiano, l’indagine si è concentrata su Tim Wiswell, cittadino americano che è stato capo del desk azionario di Deutsche Bank in Russia, esonerato in seguito dal suo incarico dopo un’inchiesta interna della banca. Alla fine di maggio il portavoce della banca segnalava che Deutsche Bank aveva iniziato un’indagine interna su operazioni di riciclaggio di denaro. Nel mese di agosto si comunicava che le autorità degli Usa stavano indagando sulle transazioni bancarie dall’importo complessivo di alcuni miliardi di dollari, effettuate dalla tedesca Deutsche Bank a nome dei clienti russi nel corso del 2015. (it.sputniknews.com)

Se n’è accorto anche un analista internazionale come Michael Snyder: «In Germania sta forse per accadere qualcosa che scuoterà il mondo intero?». A marzo di quest’anno, la banca ha fallito gli stress-test della Bce, ricevendo «una severa intimazione a controllare la struttura del suo capitale». Sul colosso tedesco incombe poi un enorme pagamento, oltre 2 miliardi di dollari, da versare al Dipartimento di Giustizia degli Usa, «comunque una bazzecola rispetto ai suoi guadagni illeciti». Negli ultimi mesi la situazione è precipitata … il 9 giugno “Standard & Poor’s” ha ridotto il rating della Deutsche a BBB+, cioè «solo tre posizioni al di sopra del livello “spazzatura”», addirittura sotto il livello di rating che aveva Lehman Brothers poco prima del suo crollo.

«Quello che ha reso le cose ancora peggiori è stato l’incauto comportamento della Deutsche Bank», scrive Snyder. «A un certo punto, si è potuta stimare un’esposizione in derivati da parte della Banca di ben 75 trilioni di dollari. Da tener presente che il Pil tedesco di un anno intero è di solo 4 trilioni di dollari.

Se la Deutsche Bank dovesse fallire completamente, sarebbe un disastro, colpa di un’economia interamente votata all’insana frenesia dell’export, spiega Paolo Barnard, perché l’export deprime i consumi interni e fa precipitare la situazione: «Si vede dalla Luna il buco della Deutsche Bank, la banca più fallita del mondo: 70.000 miliardi di debiti».

Quindi Deutsche Bank si è macchiata di gravi peccati nei confronti dello zio Sam, perché attraverso operazioni di triangolazione avrebbe aggirato le sanzioni imposte da Usa e Ue dopo la crisi in Ucraina. Secondo la ricostruzione del Financial Times alcuni clienti russi avrebbero acquistato titoli in rubli tramite la filiale di Mosca della Deutsche Bank per poi rivenderli incassando sei miliardi di dollari a Londra e fra i beneficiari figurerebbero i fratelli Arkady e Boris Rotenberg, stretti collaboratori di Putin, dei quali Arkady, il più giovane, è compagno di judo di lunga data del presidente russo. Il caso Volkswagen insomma aveva inaugurato un attacco frontale al sistema economico tedesco, solo apparentemente forse solido … e adesso anche Deutsche Bank. (www.liberoquotidiano.it)

E’ da tempo dunque che la Germania sta riallacciando le sue relazioni con la Russia. Il vice cancelliere nonché ministro federale per gli affari economici e per l’energia, Sigmar Gabriel, ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin a Mosca, ai primi di novembre. Lo scopo ufficiale era quello di discutere accordi commerciali bilaterali, ma siccome il commercio è vincolato dalle sanzioni UE alla Russia, l’incontro suggerisce che Berlino stia cercando un modo per modificare o addirittura rimuovere le misure punitive contro Mosca.

Infatti proprio a Berlino, lo scorso 10 ottobre, si è tenuta una imponente manifestazione contro il TTIP, l’accordo di libero scambio commerciale che creerà un blocco unico con gli Usa, voluto da Washington per svuotare il potere dei Brics al Wto e tornare al centro dell’economia mondiale. (www.byoblu.com)

Per concludere, dopo l’attentato Hollande si è recato a Versailles (sede del Congresso del Parlamento) per rivolgersi direttamente alle Camere in seduta comune, e in quella sede ha invocato un preciso adeguamento della Costituzione, per far fronte alle nuove emergenti minacce alla sicurezza nazionale.

La legge francese del 1955 prevede che il decreto con il quale il Consiglio dei Ministri dichiara lo stato di urgenza possa autorizzare le autorità amministrative all’utilizzo di eccezionali poteri di polizia riguardanti la circolazione di persone e di veicoli, il soggiorno di persone, la chiusura di luoghi pubblici, le perquisizioni a domicilio di giorno e di notte, il divieto di riunioni di natura tali da comportare disordini, nonché il sequestro di armi. L’articolo 11 della legge del 1955 prevede altresì la possibilità di adottare tutte le misure volte ad assicurare il controllo della stampa e delle pubblicazioni di ogni natura come quelle delle emittenti radiofoniche, delle proiezioni cinematografiche e delle rappresentazioni teatrali. Il Presidente francese ha anche chiarito che intende costituzionalizzare lo stato d’urgenza, introducendolo direttamente nel testo costituzionale del 1958.

Il Presidente poi alla conferenza dei sindaci a Parigi ha toccato un punto cruciale, dicendo che è stata colpita l’Europa, non la Francia. E che quando si parla di confini non si parla di quelli nazionali. Dunque il “sogno europeo” si afferma attraverso l’imposizione di una guerra permanente, non solo dei cittadini contro la povertà, la miseria, la disoccupazione, la demolizione del welfare, della democrazia e della serenità sociale, ora anche delle oligarchie di potere attraverso attentati e spargimenti di sangue, che inevitabilmente ricompattano in maniera rigorosa i ranghi degli €uropeisti: ebeti involontari, utili al sistema di sciacallaggio neocapitalistico, che difendono un obbrobrio antistorico, antidemocratico ed ora anche guerrafondaio.

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

20.11.2015

Riferimenti

http://it.sputniknews.com/mondo/20151023/1414111/ISIS-Terrorismo.html

http://www.limesonline.com/le-sanzioni-contro-putin-affondano-lexport-della-germania/67448

http://it.sputniknews.com/mondo/20151026/1423899/USA-indagine-Deutsche-Bank-sanzioni.html

http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=News&file=article&sid=15602

http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11842308/Gli-Stati-Uniti-contro-la-Germania.html

http://www.byoblu.com/post/2015/11/04/asse-berlino-mosca-e-adesso-washington-trema.aspx

http://www.almanar.com.lb/spanish/adetails.php?eid=112077&cid=23&fromval=1&frid=23&seccatid=43&s1=1

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-18/la-russia-superare-sanzioni-chiede-aiuto-imprese-133202.shtml?uuid=ACY9VrC

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