MA LA MERKEL E' AUTORIZZATA A COMANDARE IN EUROPA ?

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DI NIKOLAI BOBKIN

strategic-culture.org

I Ministri degli Esteri dei 28 Paesi membri dell’UE si sono riuniti nella capitale Belga (Bruxelles, ndt) il 5 maggio scorso, in modo da poter discutere delle ulteriori sanzioni contro la Russia. Durante un incontro con il Presidente Obama, Angela Merkel ha detto che l’UE è pronta a dare il proprio assenso ad un nuovo pacchetto di sanzioni anti-russe. Il cancelliere tedesco sembra voler prendere in mano le redini e governare l’Europa senza chiedere il consenso dei partner. Per lo meno questo è l’atteggiamento con cui ha parlato al Presidente degli Stati Uniti. Quasi come fosse lei quella che comanda nel Vecchio Continente.

La conclusione che si può trarre a seguito dell’incontro tenutosi negli Stati Uniti, è che la Merkel sostiene senza alcun dubbio le accuse degli Stati Uniti contro la Russia.

In qualche modo i due leader confidano che la Russia riesca a stabilizzare la situazione in Ucraina entro la fine di maggio. Washington e Berlino vogliono che la Federazione russa sostenga il loro candidato alle prossime elezioni presidenziali. Gli alleati sono pronti a introdurre ulteriori sanzioni nel caso in cui Mosca ostacoli le elezioni. Questo è ciò che Obama ha detto durante la conferenza stampa congiunta, al termine del vertice.

Il Cancelliere ha parlato a nome di tutta l’UE: “L’Unione europea sta preparando un pacchetto di misure che rappresentano il terzo livello di sanzioni contro la Russia. Ci tengo a sottolineare che questo non è necessariamente in linea con i nostri desideri”. Il sostegno dimostrato al regime di Kiev da parte degli Stati Uniti e della Germania rischia di far pagare un prezzo elevato agli europei. In una certa misura la Germania è responsabile di aver scatenato la crisi in Ucraina nel novembre-dicembre 2013. Anche allora Berlino ha agito da sola, senza voltarsi a chiedere consiglio ai partner, sperando di poter far saltare il banco e incassare a piene mani. Niente da fare.

Ora la Merkel sta cercando di glissarsi dietro la tenda in modo da cedere l’iniziativa alla Casa Bianca. La Germania vorrebbe porsi come una sorta di intermediario che assiste sornione al confronto tra Stati Uniti e Russia al contempo cerca di emarginare i partner europei. L’approccio condiscendente degli Stati Uniti verso l’Unione europea è ben noto. Usa la Germania come mezzo per trasformare la crisi interna ucraina in una crtisi di portata europea. I servizi segreti degli Stati Uniti non agiscono come spettatori passivi.

Gli agenti della CIA e dell’FBI svolgono il ruolo di consulenti del regime di Kiev in materia di «lotta alla criminalità organizzata». A dozzine, aiutano i golpisti ad usare la forza per sedare i disordini in Novorossiya. Si sente parlare parecchio inglese tra le file dei «castigatori»; i nazionalisti locali usano fucili «made in USA» per sparare alla gente. Accusare la «propaganda del Cremlino» di quello che è accaduto a Odessa, è una vera e propria bestemmia. Il mondo ha visto il vero volto dei fascisti ucraini mentre lanciano bottiglie molotov contro i civili. Gli Stati Uniti sono complici di un crimine. Barack Obama ritiene che Kiev abbia il diritto di ristabilire l’ordine nell’Ucraina orientale.

Il Paese sta affrontando le conseguenze della politica criminale degli Stati Uniti volta a supportare i facinorosi di Maidan. Washington è coinvolta nella guerra civile in quanto sostiene un regime fantoccio che è inaccettabile per la maggioranza degli ucraini. Questa sarebbe la «soluzione diplomatica» del conflitto secondo il canovaccio degli Stati Uniti. La Germania rischia di fare un grosso errore geopolitico schierandosi dalla parte di Washington.

La radice del problema è l’espansione della NATO verso l’Est e il tentativo degli Stati Uniti di riorientare l’Ucraina, facendola guardare all’Occidente. Gli americani vedono l’Ucraina come uno Stato arretrato che sta andando fuori controllo, proprio al confine con la Russia. Ma l’Ucraina riveste particolare importanza anche per la Germania. Kiev usa i soldi occidentali per formare «squadroni della morte» per combattere in Novorossia, analogamente a quel che faceva la Germania nazista con i nazionalisti ucraini. Si equipaggiavano unità di polizia, i battaglioni Nachtigall e Roland, la divisione Galizia, le amministrazioni locali degli occupanti; tutti vennero formati in campi di addestramento segreti tedeschi. Centinaia di migliaia furono le loro vittime: polacchi, ebrei ed ucraini, ma i russi hanno sempre rappresentato il loro obiettivo principale.

L’interferenza di Berlino negli affari interni dell’Ucraina può essere visto come un tentativo di far rivivere la vecchia politica volta a creare la «Mitteleuropa», un termine tedesco che designa l’Europa centrale. Nel secolo scorso la Russia ha dovuto contrastare i piani di egemonia tedesca durante due guerre mondiali. Nel 1945 la Germania finì in rovina ed i suoi piani di espansione in Oriente furono arrestati. Le attuali divisioni tra i cittadini tedeschi riflettono non solo la posizione filo-russa di gran parte della popolazione, ma piuttosto la riluttanza a sostenere la politica egemonica rispolverata da Berlino. Non tutti i tedeschi vedono i tragici eventi in Ucraina attraverso la lente dei metri cubi di gas non forniti dalla Russia o del mancato profitto economico legato alla non adesione alle sanzioni anti-Russia.

Il 55% dei tedeschi ritiene che la Germania si stia docilmente accodando agli Stati Uniti nell’osservare l’evolversi della crisi ucraina. La Sinistra tedesca è la principale forza politica che si oppone agli Stati Uniti. Chiede l’adozione di una politica estera indipendente. Il partito gode di grande sostegno nella parte orientale del paese, l’ex Germania dell’Est. L’Alternativa per la Germania (Alternative for Deutschland), il partito degli euroscettici, una novità sulla scena politica tedesca, si trova su posizioni vicine a quelle della sinistra. L’opinione pubblica dimostra un sostegno al pacifismo che è diventato tradizionale per la Germania del dopoguerra. Il 61% degli interpellati è contrario a qualsiasi forma di presenza militare della Germania nell’Europa dell’Est, il 56% non approva l’entrata dell’Ucraina nell’Unione europea mentre il 67% ritiene che un conflitto con la Russia non è utile agli interessi dell’Unione europea e della Germania (1). Le dichiarazioni di Angela Merkel non riflettono quindi l’opinione pubblica tedesca. La sua belligerante retorica nei confronti di Mosca inizia ad avere dei contraccolpi e sempre più spesso mina la fiducia nella politica estera di Berlino. I vertici tedeschi saranno abbastanza saggi da ascoltare il parere della loro gente o finirà piuttosto per prevalere il sentimento di solidarietà verso Washington?

La stessa domanda potrebbe essere rivolta ai vertici della Francia. La maggioranza dei francesi si oppone all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea e all’ipotesi di fornire all’Ucraina dei contributi finanziari. La conferma è data dal sondaggio dell’IFOR (Institut Français d’Opinion Publique), pubblicato dal quotidiano di centro-destra «Le Figaro» secondo cui il 71% dei francesi è contro l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea , mentre il 64% risponde «no» all’ipotesi di fornitura di aiuti finanziari all’Ucraina. Può Parigi permettersi di mettere gli interessi nazionali al di sopra dei piani americani per l’Ucraina?

Le sanzioni anti-Russia sono un elemento della politica americana nei confronti della Russia. Grazie al supporto di Washington gli Stati europei palesano la loro sottomissione e l’incapacità di mantenere una posizione indipendente allorchè c’è di mezzo l’America. In questo modo anch’essi diventano complici dei crimini commessi dal regime di Kiev, tra cui il massacro di Odessa. Dmitry Peskov, portavoce del Presidente russo, ha detto che coloro che sostengono la giunta paramilitare al governo in Ucraina diventano, da oggi, criminali essi stessi.

Nikolai BOBKIN

Fonte: www.strategic-culture.org

Link: http://www.strategic-culture.org/news/2014/05/05/is-german-chancellor-authorized-to-rule-europe.html

5.05.2014

Traduzione a cura di ROBICH per www.Comedonchisciotte.org


1. Die Deutschen gehen auf Distanz zum Westen (I tedeschi si allontanano dell’ovest)

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