MA DAVVERO IL M5S E' ETERODIRETTO ? E CASALEGGIO ?

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DI ALDO GIANNULI
aldogiannuli.it

Far cadere un governo, determinare la scelta della legge elettorale, bloccare lo sfregio della Costituzione, chiudere ogni via di ritirata al Cavaliere, far ballare il sistema politico schioccando le dita: quando mai il M5s avrà un’altra occasione così? Non ogni giorno è Natale. Ed allora, perché butta via il biglietto vincente della lotteria? Diversi intervenuti in questo blog hanno avanzato ipotesi che vanno dal tipo di cultura politica del Movimento –che precluderebbe la strada a qualsiasi tipo di accordo- a valutazioni di ordine antropologico (il disprezzo per gli altri) o al dubbio che Grillo sia ricattato da Berlusconi o, magari, eterodiretto da soggetti stranieri per il tramite di Casaleggio ed altro ancora, mentre una parte minoritaria dei commentatori si è dichiarata d’accordo con la scelta di “chiudere” a qualsiasi intesa. Allora cerchiamo di capire le ragioni politiche di questa scelta per ora prevalente nel M5s.

Quelle più deboli mi sembrano le varianti sul tema dell’etero direzione (berlusconiana o americana che sia). In primo luogo manca qualsiasi prova a sostegno ed anche gli indizi sono abbastanza deboli: che Casaleggio lavori anche per la Jp Morgan in sé non mi sembra un granché di indizio e nemmeno la antica amicizia fra Grillo e Ricci mi pare sia qualcosa di particolarmente significativo. Per quello che ho capito di Casaleggio, credo che abbia un concetto troppo  alto di se per adattarsi a fare l’agente di influenza di altri. Credo piuttosto che si senta nei panni del Lenin delle tesi d’aprile.

Peraltro, se fossero strumenti più o meno ciechi di “occhiuta rapina” il comportamento sarebbe diverso e più raffinato: una simile legnosità non è funzionale nemmeno ad un possibile giocatore esterno, mentre una più accorta e sofisticata linea di condotta potrebbe ottenere risultati ben più “pesanti” anche ai fini di una etero direzione.

E poi, io sono uno che pensa che i “complotti” (per usare questa pessima categoria da asilo infantile) si fanno, ma non tutto può essere spiegato ricorrendo ad essi. Già più convincente mi sembra l’approccio relativo alla cultura politica: il M5s ha una forte nota populista e non manca di toni apertamente anti-politici. Il populismo detesta ogni tipo di compromesso, intesa, accordo, alleanza fra cui non distingue (come diverse mail ricevute mi confermano) perché visti come intrighi di palazzo, mentre la “verità” (la scelta “giusta”) è di per sé auto evidente e non necessita né di tattiche né di mediazioni o sfumature, ma di una secca affermazione: Si, si. No, no. Ottima regola se intesa come rifiuto di mascherare il proprio pensiero, ma pessima se trasportata nel processo di formazione delle decisioni politiche, dove diventa facilmente fondamentalismo. Sulle teorie di Casaleggio sulla democrazia diretta torneremo, qui ci limitiamo a notare come l’idea del mandato imperativo, da cui deriva logicamente il rifiuto di ogni accordo parlamentare, contiene il sostanziale rifiuto della democrazia parlamentare. Il che è peraltro perfettamente conseguente alla scelta per la democrazia diretta che, appunto, esclude, in linea di massima, la rappresentanza.

Dunque, una prima ragione è da riferire alla cultura politica sulla quale sarebbe bene aprire una discussione.  Anche se devo dire che –forse sbaglierò- da qualche tempo colgo accenti diversi fra Grillo (più orientato al senso pratico) e Casaleggio (che mi sembra più rigoroso sulla teoria).

Anche l’approccio “antropologico” che sottolinea quel velenoso senso di  superiorità morale che si riversa in disprezzo degli altri (ricordiamo ancora la scena della parlamentare del M5s che rifiuta di stringere la mano alla Bindi…).

Tutto questo va bene, ma non basta, credo ci sia anche altro.

In primo luogo una ragione legata all’analisi della fase: come già detto molte volte anche su questo blog, Casaleggio e Grillo sono convinti di un crollo catastrofico dell’economia italiana fra settembre e novembre, per cui arriveremo a livelli greci. In questo contesto, il crollo del sistema politico sarebbe cosa sicura, così come scontri di piazza generalizzati ed eruzioni insurrezionali, con solo due possibili esiti: l’andata al governo del M5s –forse per elezioni anticipate- o un colpo di stato militare (di qui il mio paragone con il Lenin delle tesi d’aprile). E’ ovvio che in un simile contesto, un governo di transizione sino alle elezioni è problema che non si pone, così come passa in ultimo piano il problema del Porcellum. E, pertanto, anche un accordo per quanto limitato con il Pd è dannoso (oltre che inutile) e compromettente, perché il Pd è parte dello stesso sistema politico con il Pdl e condivide con esso la responsabilità del crollo economico del paese. In effetti, in una situazione come quella appena descritta, un accordo con il Pd sarebbe sostanzialmente inutile.

Personalmente sono convinto che avremo un autunno-inverno molto difficile (e converrà tornarci su prossimamente) ed anche Mediobanca ed alcuni giornali stranieri fanno previsioni molto negative, ma non credo a scenari greci in tempi tanto brevi. Certo: l’Italia non è in grado di rimborsare i 2.000 miliardi di euro e difficilmente potrà reggere a lungo la pressione degli interessi. Personalmente non credo neppure alla manovra delle privatizzazioni che, con ogni ragionevole probabilità, si risolverà solo nella svendita dell’ “argenteria di famiglia”, ma inciderà molto poco sulla situazione debitoria. Esattamente come accadde negli anni novanta, quando tutto si risolse in un po’ di lucrosi affari per qualche boiardo di Stato e un po’ di imprenditori.

Così come sono convinto che la politica del rigore serve solo a peggiorare la situazione. Che però la situazione stia per precipitare nel giro di una manciata di settimane non mi pare realistico. Certo sia Grillo che Casaleggio hanno le loro informazioni per pensare quello che affermano, questo però non vuol dire…: io starei attento anche alle fonti da cui quelle notizie vengono ed a quanto esse siano più o meno interessate ad alimentare certi scenari.

Per cui, se questa specie di Armageddon si verifica, la linea di totale chiusura può avere in senso. Ma se non si verifica, che succede? Attenzione perché dopo qualche mese si vota alle europee ed un clamoroso errore di calcolo, come quello di prevedere una rivoluzione che poi non c’è, può costare davvero molto.

C’è poi una ragione più “tattica” alla quale vedo più sensibile Grillo: il sogno di prendere un voto in più del Pd, per avviarne la liquidazione ed assorbirne la base. Dunque, in questa visione, non solo il Pd non è da preferire al Pdl, ma è l’avversario da togliere di mezzo prima dell’altro, per assorbirne eredità e funzione.  E, dunque, non ha senso alcuna azione che si immagina possa aiutare il Pd, anche se, per la verità, oggi una apertura del M5s creerebbe più problemi al Pd, divaricandolo, di quanti non gliene risolva.

Infine un’altra ragione che mi è stata suggerita da uno degli intervenuti in questo blog che scrive:  “in definitiva non credo che cambiare legge elettorale convenga dal punto di vista strategico al movimento. In fondo con quella attuale basterebbero uno, due punti in più delle ultime elezioni per incassare la maggioranza.”

Dunque, il ragionamento sarebbe questo: alziamo pure la bandiera dell’anti-Porcellum, ma non facciamo nulla di concreto per sostituirlo perché, alla fine, può risolversi in un vantaggio per noi che, in fondo, abbiamo solo 4 punti in meno delle altre coalizioni.

In effetti, questo farebbe quadrare molti conti: il M5s non offre concretamente il suo appoggio per la riforma della legge elettorale,  perché gli conviene andare alle elezioni proprio con il Porcellum. E’ un pensiero che rifiuto perché, se corrispondesse al vero, significherebbe che non c’è ragione di ritenere il M5s diverso dal Pdl (che il Porcellum lo ha approvato sul calcolo dei vantaggi che gliene sarebbero derivati), e del Pd (che, nella scorsa legislatura, ha boicottato ogni ipotesi di riforma, perché considerava che quel sistema avrebbe giocato a suo favore). Per ora non voglio ancora arrivare a questa conclusione e pensare che Grillo –come ha dichiarato- voglia davvero lavorare ad una riforma del sistema elettorale di tipo proporzionale (per lo meno questa è stata sempre la posizione ufficiale del M5s).

Ma per fare questo è necessario intendersi con il Pd, altrimenti i voti per fare maggioranza come si mettono insieme?

Aldo Giannuli
Fonte: www.aldogiannuli.it
Link: http://www.aldogiannuli.it/2013/08/m5s-eterodiretto/
8.08.2013

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