L'UNGHERIA (E L'EUROPA) NEL MIRINO DELLA NULAND

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FONTE: DEDEFENSA.ORG

L’impudenza unita ad una vivacità poco comune, una sfacciataggine al di là di ogni descrizione, gli occhi furiosi e beffardi come la politica-Sistema di cui lei è fedele esecutrice, Victoria Nuland è di nuovo sul sentiero di guerra. A dire la verità lei non lo lascia mai, come si può facilmente immaginare. L’assistente del segretario di Stato ( il dinamico John Kerry) per gli affari europei, grande macchinista delle rivoluzioni di colore ed altre, cospiratrice americanista senza dissimularlo un secondo, questa volta ha un conto da regolare con Viktor Orban, il Primo ministro ungherese.

Lei non lo cita direttamente ma l’interpretazione che bisogna darne è gentilmente comunicata dai commentatori che seguono il suo discorso del 2 ottobre 2014 al Center for European Policy Analysis (CEPA) di Washington, uno dei principali ripetitori dell’ influsso di Washington sulla politica dell’Europa centrale ed orientale. (Precisazione come indicazione per la comprensione: Zbigniew Brzezinski fa parte del consiglio d’amministrazione del CEPA.)

Ma la Nuland va più lontano in questo discorso. Attraverso la sua critica ad Orban, dà una visione allargata della strategia, del comportamento, delle concezioni della fazione estremista (neocon, appoggiata sui suoi alleati liberali-interventisti tipo “R2P” affinché non si possa più distinguere l’uno dall’altro) di cui lei è la principale rappresentante nell’amministrazione Obama. Questa tendenza rappresenta oggi la messa in opera della politica sistemica di destrutturazione e di dissoluzione perseguita dall’amministrazione Obama in nome degli USA. (Si può dire che la politica-Sistema, ossia il Sistema, serve da cemento bipartisan per la politica di sicurezza nazionale di Washington: costituisce l’orientamento, la dinamica di ferro della politica washingtoniana completamente al servizio del Sistema). Infine, questo discorso conferma la centralità dell’Europa in uno scontro che noi giudichiamo come ultimo, e uno scontro che va bene sia per aggressioni e conflitti esterni che per l’uso sfrenato della sovversione interna (“L’Europa Centrale è ancora una volta in prima linea nella lotta per proteggere la nostra sicurezza e i nostri valori. E oggi, quella lotta è di nuovo sia esterna che interna”). (I principali estratti del suo discorso vengono da EUObserver, del 3 ottobre 2014. Sono efficacemente abbelliti con commenti di presentazione degli estratti del discorso del giornalista Andrew Rettman, la cui ortodossia è garantita, che permettono di capire meglio di che si tratta).

– Su Orban direttamente, la Nuland si mostra molto critica, al punto che ci si può chiedere se, in alcune circostanze che non sono lontane dall’attuale verità della situazione, un’offensiva destabilizzante di sovversione tipo-Maidan/Ucraina non potrebbe essere lanciata contro l’Ungheria (la quale si mostra molto preoccupata dagli avvenimenti in Ucraina, dove si trova una minoranza ungherese importante e non abbastanza amante della linea Kiev-Nuland) … “Victoria Nuland, il principale diplomatico americano in Europa, ha indirettamente criticato il leader ungherese Viktor Orban per il “cancro” della “ricaduta democratica”. […] Non nomina direttamente Orban, ma allude alla sua aperta critica alle sanzioni occidentali alla Russia. “Applicare le sanzioni non è facile e molti paesi stanno pagando un prezzo alto”, dice. “Ma… quando leader [Europei] sono tentati di fare dichiarazioni che strappano il tessuto della nostra decisione, vorrei chiedergli di ricordare la loro stessa storia nazionale, e come hanno desiderato che i loro vicini fossero stati con loro.”

– La Nuland fa riferimento ad una dichiarazione del Primo ministro ungherese, a luglio, in Romania, dove si faceva sostenitore di un’affermazione nazionale, statalista, eventualmente antagonista del liberalismo sfrenato richiesto dal Sistema (“Non credo che la nostra appartenenza all’UE ci impedisca di costruire un nuovo Stato antiliberale, su fondamenta nazionali”); si riferisce a tale dichiarazione per scagliare un anatema contro tutti questi orientamenti, e dunque contro ogni atteggiamento sovrano… “Anche se raccolgono i benefit della NATO e dell’appartenenza all’UE, troviamo leader nelle regioni che sembrano aver dimenticato i valori su cui sono basate queste istituzioni”, dice la Nuland giovedì […] “Così oggi chiedo ai loro leader: Come potete dormire di notte sotto la vostra coperta dell’Articolo 5 della Nato mentre spingete la “democrazia illiberale” ogni giorno; creando il nazionalismo; limitando la stampa libera; o demonizzando la società civile? Ha parlato dei “cancri gemelli di ricaduta democratica e corruzione” nell’Europa orientale, che creano “buchi che danneggiano la loro sicurezza nazionale.”

– La Nuland allarga ancora il registro del suo attacco chiamando in causa il progetto del gasdotto South Stream. Per lei, tutti i paesi europei che partecipano a questo progetto, che permette la consegna del gas russo dal Sud aggirando l’Ucraina, commettono un atto che si dovrebbe qualificare riprovevole, ossia antiamericanista, ossia antiSistema. “Attacca anche gli stati EU che si stanno preparando per costruire South Streamun gasdotto russo attraverso i Balcani occidentali fino all’Austria e Italia, coinvolgendo Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Romania e Slovenia. “Chiedo lo stesso di coloro che… tagliano gli affari sporchi che aumentano la dipendenza dei loro paesi da una fonte di energia nonostante la loro affermata politica di diversificazione” dice la Nuland.”

– Infine, il discorso presenta ugualmente (in fine) la tesi del carattere inviolabile dei diritti delle ONG a lavorare come loro lo intendono nei paesi in cui esse si trovano. Se lo si traduce, si capisce che si tratta di Organizzazioni Non-Governative US, che sono in generale generosamente finanziate dal governo americano, con compito principale l’ingerenza sistematica e assolutamente sovversiva negli affari interni dei paesi in cui esse si trovano attraverso “disordini sociali” (vedere come noi comprendiamo questo termine, il 30 aprile 2013). L’ obiettivo ultimo è evidentemente il cambio di regime a favore dell’instaurazione di un potere totalmente acquisito agli ordini del Sistema dall’intermediario del controllo diretto degli USA. Si riprende qui una citazione già fatta, interpretata da questo punto di vista, e rafforzata da recenti dichiarazioni di Obama… “Con Orban anche accusato di limitare la libertà di stampa e repressione dei diritti umani delle ONG in Ungheria, lei ha aggiunto: “Come potete dormire di notte sotto la vostra coperta dell’Articolo 5 Nato …[…] … limitando la stampa libera; o demonizzando la società civile?”

“I suoi commenti (di lei) vengono dopo che il presidente americano Barack Obama ha messo l’Ungheria nello stesso cesto della Russia in termini di minacce alla società civile. “Dalla Russia alla Cina al Venezuela, state vedendo repressioni senza sosta, denigrando il legittimo dissenso come sovversivo. In posti come Azerbaijan, le leggi rendono incredibilmente difficile persino operare alle ONG. Dall’Ungheria all’Egitto, regolamenti senza fine ed intimidazioni aperte bersagliano sempre più la società civile”, ha detto ad un evento a New York il 23 settembre.”

Questo discorso della Nuland dovrebbe essere ritenuto come significativo dell’attivismo-Sistema degli USA che decidono di agire a viso scoperto, senza essere minimamente cauti, e agire pressando i ritmi e la velocità degli eventi. Il progetto è chiaro: una sovversione completa di tutti i paesi del blocco BAO (i paesi dell’UE) nella linea-Sistema generale, iperliberale e anti-sovranista, antirusso, come una specie di creazione di una struttura politica e strategica dove si iscriverebbe in particolare quello che dovrebbe essere il TTIP (vedere il 13 novembre 2013). Va da sé che la Nuland considera che, in questo caso, l’UE istituzionale stessa è una cinghia di trasmissione degli ordini così prescritti. (Certo, la Nuland è “Fottiti EU” (vedere il 7 febbraio 2014), ma in questo caso conta che la fottuta EU farà il suo lavoro di fedele portatrice di acqua per gli USA e il Sistema. Da un certo punto di vista, è predicare, o spingere una convertita: il problema è che l’UE, che sembrerebbe essere tutta soggetta agli USA, non lo è che secondo uno stato di spirito “egualitario”, semplicemente sposando gli stessi “valori”- Sistema degli USA e affermando un’autonomia di decisione in questo quadro. Fatto questo l’UE, se segue la stessa dinamica degli USA, intende farlo secondo la sua propria scelta, in tutta “indipendenza” se non si teme l’impiego caricaturale della parola, che conduce a delle liti nella misura in cui l’isteria alla-Nuland reclama sempre più schieramento sugli ordini, e sempre più veloce, e sempre secondo una procedura degradante di asservimento visibile per coloro che sono così apostrofati.)

I temi sviluppati, i termini scelti, mostrano l’impudenza e la sfacciataggine di cui parliamo più su. La Nuland interviene nella situazione e la politica dei paesi dell’UE come se fosse una specie di presidente-dittatore della cosa o una sorta di Juncker- donna che avrebbe preso tutti i poteri. Ci coinvolge la NATO senza vergogna, sotto intendendo di conseguenza che l’appartenenza alla NATO e il “beneficio” (?) dell’Articolo 5 dipendono tutto semplicemente da un completo asservimento, dall’abbandono completo di ogni sovranità per le grandi scelte non solo militari, ma politiche, economiche e societarie dei paesi membri. Ormai non ci sono più differenze, e chi fa parte dell’UE è responsabile delle nuove regole che disciplinano la NATO come le sviluppano in fine, ed è dunque ingiunto ad applicare gli ordini diretti di Washington e del Sistema. Il modello universale da seguire per tutto il mondo, è l’applicazione della formula del trionfo ucraino di cui ognuno (tutto il mondo) può godersi i frutti (vedere 3 ottobre 2014).

Tutto questo è detto su uno sfondo di ostilità antirussa ( e molto presto,se non fin da ora, anticinese, con l’affare di Hong Kong) che ci sembra senza ritorno. Coloro che sperano negli accordi con gli USA, specialmente Putin nella parte del suo percorso in questo senso, ne rimetteranno senza il minimo dubbio le spese. Gli USA sono impegnati in una corsa intransigente, cieca, senza ritorno che ha contemporaneamente per effetto e per obiettivo la destrutturazione e la dissoluzione sistematiche. Si avrebbe torto, perché è il contrario, di vederci un’avanzata vittoriosa, la vitalità e la certezza di una Nuland che indica a questo proposito la passione allucinata della patologia molto più che la certezza della vittoria. Questa spinta degli USA è quella di una potenza che si vorrebbe imperiale e che si ritiene “eccezionale”, ma che in realtà è con le spalle al muro in diversi domini essenziali, e prima soprattutto, per le sue menti animate dall’ossessione della finanza, del denaro e del racket, a causa della sorte del dollaro davanti alle prospettive di progetti diversi per fare uso di altre monete per le transazioni internazionali, – in capo alla Russia, alla Cina, ecc. Una tale minaccia contro il dollaro è una minaccia di crollo degli USA a causa del suo debito colossale e delle sue pratiche di stampa della banconota (Quantitative Easing) per continuare a finanziare queste stesse attività destrutturanti e dissolventi. (Lo stesso in altri domini più concreti: la minaccia ricevuta da numerosi Europei, che costituisce il trattato del TTIP, è più che ipotecata, vale a dire essa stessa minacciata, da un’opposizione interna che non fa che rinforzarsi col passare dei mesi). Insomma, gli USA presentano i caratteri del disordine finale della formula superpotenza-autodistruzione attivato al vertice del suo dinamismo: una pesante offensiva senza nessuna trattenuta, contro tutte le strutture ancora a posto, in una situazione di instabilità straordinaria, a causa dei suoi propri caratteri di destrutturazione e di dissoluzione di questa potenza, e dunque in costante pericolo di crollo.

Il discorso della Nuland conferma dunque una tendenza all’accelerazione degli eventi verso una situazione di scontro supremo. Destinato all’UE, non può essere, giustamente, ridotto al quadro della sola UE: si mette in un contesto generale, giustamente anche lì, dove l’UE non è che un attore tra altri, e dove si tratta della situazione generale caratterizzata da quest’ “accelerazione degli eventi”. Rivolgendosi all’Ungheria, e ai paesi dell’UE, Nuland si rivolge indirettamente alla Russia e alla Cina, mostrando che gli Usa sono più che mai sul cammino dello scontro globale. Così questo discorso unisce finalmente le grandi linee di un’alternativa, secondo lo schema che avevamo già citato a proposito dell’Ucraina (vedere il 3 marzo 2014) di una conflagrazione generale, o di un crollo degli USA (del blocco BAO) che rende operativo il crollo del Sistema. A tal proposito le direzioni russe e cinesi sono particolarmente interessate. Si può dunque citare un articolo recente di Paul Craig Roberts (il 25 settembre 2014 nella sua versione originale, il 1° ottobre nella sua versione francese, sul “Saker-français”, che qui citiamo): la sua conclusione ha il suo posto in questo commento, come illustrazione della posta in gioco terribile in cui si posiziona il discorso della Nuland.

“L’incapacità dei governi russo e cinese di affrontare la minaccia contro la loro sovranità, e l’insistenza degli adepti dell’economia neo-liberale, rendono più probabile la guerra nucleare. Se i Russi e i Cinesi comprendono la posta in gioco troppo tardi, la sola alternativa sarà la guerra o la sottomissione all’egemonia americana. Siccome non c’è alcuna possibilità per gli Usa e la Nato di occupare la Russia e la Cina, la guerra sarà nucleare”.

“Per evitare questa guerra, che, secondo numerosi esperti, potrebbe distruggere la vita sulla terra, i governi russo e cinese devono diventare rapidamente realisti nella loro valutazione del male nell’ambito di Washington, che ha fatto degli USA il peggiore stato terrorista del pianeta.

“E’ possibile che la Russia, la Cina e il resto del mondo possano essere salvati dall’implosione dell’economia americana. L’economia degli USA è un castello di carte. Il reddito medio reale delle famiglie è in declino sul lungo termine. Le università producono laureati coperti di debiti, ma senza lavoro. Il mercato obbligazionario è manomesso dalla Federal Reserve, che ha bisogno di trafficare (intrallazzare) sui mercati dei lingotti per proteggere il dollaro. Il mercato borsistico è truccato dalla fuoriuscita di banconote emesse dalla Federal Reserve e la sua squadra di protezione contro il crollo, così come le imprese che riacquistano le loro stesse azioni borsistiche. Il dollaro è sostenuto da tradizione, abitudine e baratto di monete.

“Il castello di carte americano continua a resistere, grazie alla tolleranza mondiale verso la corruzione a grande scala e alla disinformazione, e anche [dalla] cupidigia soddisfatta dal denaro proveniente da un sistema truccato. La Russia e la Cina (o entrambe) potranno abbattere questo castello di carte quando avranno dei responsabili capaci di [deciderlo].”

Fonte: www.dedefensa.org

Link: http://www.dedefensa.org/article-la_hongrie_et_l_europe_dans_le_collimateur_de_nuland_04_10_2014.html

4.10.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANNA GRASSO

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