L'ASSASSINIO DEI GIORNALISTI…I LORO E I NOSTRI

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DI WILLIAM BLUM

globalresearch.ca

Dopo Parigi, la condanna del fanatismo religioso è al suo culmine. Penso che ci siano anche molti progressisti che sognano di spezzare il collo ai jihadisti, per infilare nelle loro teste qualche riflessione sull’intelligenza, la caricatura, l’umorismo e la libertà d’espressione. Parliamo qui, dopo tutto, di giovani cresciuti in Francia, non in Arabia Saudita.

Da dove viene tutto questo fondamentalismo islamico dei tempi moderni ?

La maggior parte viene – addestrato, armato, finanziato, indottrinato – dall’Afghanistan, dall’Irak, dalla Libia e dalla Siria. Durante periodi diversi, dagli anni 1970 ai nostri giorni, questi quattro paesi furono gli stati-assistenziali più laici, moderni, istruiti del Medio Oriente. Che è successo a questi stati laici, moderni e istruiti ?

Negli anni 1980, gli Stati Uniti hanno proceduto al rovesciamento del governo afghano che era, lo crediate o meno (1), progressista, dove le donne godevano di tutti i diritti, per portare alla creazione dei talebani e alla loro presa del potere.
Negli anni 2000, gli Stati Uniti hanno rovesciato il governo iracheno, distruggendo non solo la laicità, ma anche uno stato civile, del quale restano solo le macerie.

Nel 2011, gli Stati Uniti e il loro apparato militare NATO hanno rovesciato il governo libico di Muammar Gheddafi, lasciando dietro di sé uno stato di illegalità e diffondendo centinaia di jihadisti e tonnellate di armi in Medio Oriente.
E da qualche anno, gli Stati Uniti stanno tentando di rovesciare il governo laico siriano di Bashar al-Assad. Ciò, insieme all’occupazione americana che ha innescato una guerra generalizzata tra sunniti e sciiti in Irak, ha portato alla creazione dello Stato islamico, con tutte le sue decapitazioni e le altre impressionanti pratiche.

Ma nonostante tutto ciò, il mondo è più sicuro per il capitalismo, l’imperialismo, l’anticomunismo, il petrolio, Israele e i jihadisti. Dio è grande !

A partire dalla guerra fredda, con la moltiplicazione degli interventi militari già citati, abbiamo a che fare con 70 anni di politica estera americana, senza la quale – come ha fatto notare lo scrittore russo-americano Andre Vltchek – «quasi tutti i paesi musulmani, fra cui l’Iran, l’Egitto e l’Indonesia, sarebbero oggi molto probabilmente socialisti, guidati da un gruppo di leader molto moderati e abbastanza laici» (2). Anche l’ultrarepressiva Arabia Saudita – senza la protezione di Washington – sarebbe probabilmente un paese molto diverso.

L’11 gennaio, Parigi è stata teatro di una marcia di unità nazionale in onore della rivista Charlie Hebdo, i cui giornalisti erano stati assassinati da terroristi. La marcia è stata piuttosto toccante, ma è stata anche un’orgia di ipocrisia occidentale, con i canali televisivi francesi e la folla riuniti a vantare all’infinito la venerazione della NATO per i giornalisti e la libertà d’espressione in tutto il mondo; con un mare di cartelli a proclamare « Je suis Charlie … Nous Sommes Tous Charlie » ; brandendo matite giganti, come se le armi scelte dall’Occidente per il Medio Oriente durante il secolo scorso fossero state matite, e non piuttosto bombe, invasioni, colpi di stato, torture e droni.

Nessuno ha notato che l’esercito americano, nel quadro delle sue guerre durante gli ultimi decenni in Medio Oriente e altrove, è stato responsabile della morte deliberata di decine di giornalisti. Per l’Irak, tra gli altri episodi, dobbiamo rivedere il video del 2007 di Wikileaks sull’assassinio a sangue freddo di due giornalisti della Reuters ; l’attacco nel 2003 con un missile terra-aria statunitense sugli uffici di Al Jazeera a Baghdad, che ha fatto tre morti e quattro feriti fra i giornalisti; e l’attacco americano all’Hotel Palestine a Baghdad lo stesso anno, che ha ucciso due cameramen stranieri.
Inoltre, l’8 ottobre 2001, durante il secondo giorno di bombardamenti americani sull’Afghanistan, le emittenti di Radio Shari del governo talebano sono state bombardate e poco tempo dopo gli Stati Uniti hanno bombardato qualcosa come 20 siti di radio regionali. Il Segretario americano alla Difesa Donald Rumsfeld ha difeso la distruzione di queste installazioni dichiarando: « Naturalmente, non possono essere considerati dei media liberi. Essi sono i portavoce dei talebani e di coloro che ospitano i terroristi». (3)

E in Jugoslavia, nel 1999, durante i 78 giorni di bombardamenti di un paese che non minacciava né gli Stati Uniti né nessun altro paese, la Radio Televisione Serbia (RTS), di proprietà dello Stato, diventò un target [vedi foto. Nota GS] perché trasmetteva cose che non erano di gradimento degli Stati Uniti e della NATO (compresi gli orrori causati dai suddetti bombardamenti). Le bombe hanno ucciso numerosi impiegati della stazione televisiva, ed entrambe le gambe di uno dei sopravvissuti hanno dovuto subire l’amputazione per essere liberate dalle macerie. (4)

Ecco un’opinione su Charlie Hebdo che mi è stata inviata da un amico a Parigi che ben conosce questo giornale e i suoi giornalisti:

« In materia di politica estera, Charlie Hebdo era neoconservatore. Ha sostenuto tutti gli interventi della NATO a partire dalla Jugoslavia. Era anti-islamico, anti-Hamas (e qualsiasi organizzazione palestinese), anti-russo, anti-cubano (con l’eccezione di un disegnatore), anti-Chávez, anti-Iran, anti-Siria, pro-Pussy Riot, pro-Kiev… Dobbiamo continuare?
« Curiosamente, la rivista è stata considerata « di sinistra ». Ora, mi è difficile criticarli, perché non erano « malvagi », ma solo una banda di fumettisti divertenti, sì, ma andavano a ruota libera, senza un’agenda precisa e in fondo se ne infischiavano del « correct » – che fosse politico, religioso o qualsiasi altro; non facevano altro che divertirsi cercando di vendere una rivista « sovversiva » ( con la notevole eccezione dell’ex direttore, Philippe Val, che è, credo, un neocon purosangue) ».

Più idiota degli idioti

Vi ricordate di Arseniy Yatsenuk ? Quel funzionario ucraino che il Dipartimento di Stato americano aveva adottato come uno di loro all’inizio del 2014 e guidato verso il posto di Primo ministro al fine di dirigere le Forze ucraine del Bene contro la Russia nella nuova guerra fredda?

In un’intervista alla televisione tedesca, il 7 gennaio 2015, ecco cosa Yatsenuk si è lasciato scappare dalla bocca: « Noi ci ricordiamo tutti molto bene l’invasione sovietica dell’Ucraina e della Germania. Non lo permetteremo e nessuno ha il diritto di riscrivere la storia della Seconda Guerra mondiale ». (5)

Le Forze ucraine del Bene, bisogna ricordarlo, hanno anche diversi neonazisti che occupano posti di rilievo nel governo e molti altri che partecipano alla lotta contro gli Ucraini filorussi nel sud-est del paese. Lo scorso giugno, Yatsenuk ha descritto i filorussi come dei « sub-umani » (6), un chiaro riferimento al termine nazista « untermenschen ».
Così, la prossima che scuoterai la testa di fronte a un’osservazione stupida fatta da un membro del governo americano, cerca di consolarti pensando che gli alti responsabili statunitensi non sono necessariamente i più stupidi, tranne ovviamente per quanto riguarda la loro scelta degli alleati più degni dell’impero.

Il tipo di manifestazione che si è svolta in questo mese a Parigi per condannare un atto di terrorismo dei jihadisti avrebbe potuto benissimo svolgersi anche per le vittime di Odessa in Ucraina, nel maggio scorso. Gli stessi neonazisti descritti sopra avevano interrotto le loro sfilate con svastiche, inneggiando alla morte dei Russi, dei comunisti e degli Ebrei, avevano incendiato un edificio sindacale a Odessa, ucciso decine di persone e inviandone centinaia all’ospedale; la maggior parte delle vittime sono state picchiate o uccise mentre cercavano di sfuggire alle fiamme e al fumo; alle ambulanze è stato impedito di portare soccorso ai feriti… Andate a cercare se c’è un media mainstream USA che abbia solo provato a descrivere tutto quest’orrore. Vi toccherà visitare il sito russo RT.com a Washington, DC, e cercare « Odessa fire » ( « incendio di Odessa ») per trovare molti articoli, immagini e video. Guardate anche l’articolo di Wikipedia sul 2 maggio 2014 e gli scontri a Odessa.

Se il popolo americano fosse stato costretto a guardare, ascoltare e leggere tutte le storie sul comportamento dei neonazisti in Ucraina durante gli ultimi anni, penso che esso – sì, anche il popolo americano e i suoi rappresentanti intellettualmente limitati del Congresso – comincerebbe a domandarsi perché il suo governo sia stato così strettamente alleato di simili personaggi. Gli Stati Uniti potrebbero anche allearsi con la Russia per combatterli.
L’Occident n’est pas Charlie pour Odessa. Il n’y a pas de défilé à Paris pour Odessa. (in francese nel testo – NdT)

Qualche riflessione su ciò che si chiama ideologia

Norman Finkelstein, il virulento critico americano d’Israele, è stato intervistato recentemente da Paul Jaysur, The Real News Network. Finkelstein ha raccontato di come fosse stato un maoista durante la sua gioventù e di come si fosse sentito devastato dall’esposizione e dalla caduta della Banda dei Quattro nel 1976 in Cina. « Si è scoperto che c’era un sacco di corruzione. Gente che ritenevamo totalmente disinteressata era in realtà totalmente egoista. Era chiaro. Il rovesciamento della Banda dei Quattro aveva un enorme sostegno popolare ».

Molti altri maoisti si sono sentiti lacerati dall’evento. « Tutto è crollato all’improvviso, tutto il sistema maoista, che noi pensavamo [fossero] degli uomini nuovi socialisti, che mettevano l’io in secondo piano, nella lotta contro l’egoismo. Poi, dall’oggi al domani, fu tutto il contrario. »

« Sai, tanti pensano che fosse McCarthy a distruggere il Partito comunista, » ha continuato Finkelstein, « Questo è assolutamente falso. Sai, quando all’epoca eri un comunista, avevi la forza interiore per resistere al maccartismo, in nome della causa. Quello che distrusse il Partito comunista fu il discorso di Kruscev », un riferimento al 1956 e la rivelazione da parte del primo ministro sovietico Nikita Kruscev dei crimini commessi da Iosif Stalin e dal suo regime dittatoriale.

Anch’io ero abbastanza grande ed interessato da poter essere influenzato dalle rivoluzioni russa e cinese, ma questo non fu il mio caso. Ero un ammiratore del capitalismo e un buon anticomunista leale. E la guerra del Vietnam fu la mia Banda dei Quattro e il mio Nikita Krushev. Giorno dopo giorno nel 1964 e all’inizio del 1965, seguivo attentamente le informazioni per conoscere le ultime statistiche della giornata sulla potenza di fuoco americana, le uscite dei bombardieri e il numero dei morti. Ero pieno di orgoglio patriottico davanti alla nostra dimostrazione di potenza che andava a modellare la storia. Parole come quelle pronunciate da Winston Churchill, all’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra mondiale, mi tornano oggi facilmente alla mente – « l’Inghilterra vivrà; la Gran Bretagna vivrà; la Comunità delle Nazioni vivrà ». Poi un giorno – un giorno come un altro – all’improvviso e in modo inspiegabile, qualcosa mi colpì. In quei villaggi dai nomi strani, c’erano persone su cui le bombe cadevano, persone che fuggivano nella totale disperazione davanti al diluvio di fuoco che cadeva dal cielo.

E quell’idea non mi ha più abbandonato. I bollettini d’informazione provocavano in me la soddisfazione ipocrita secondo la quale noi stavamo dando una lezione a quei maledetti comunisti e che non l’avrebbero fatta franca, qualunque fosse la cosa con cui stessero cercando di farla franca. L’istante dopo, ero colpito da un’ondata di repulsione davanti a tutto quest’orrore. La repulsione ha finito per prendere il sopravvento sull’orgoglio patriottico, e non ho mai più fatto marcia indietro, condannandomi a sentire la disperazione davanti alla politica estera degli Stati Uniti, sempre di più, decennio dopo decennio. (7)

Il cervello umano è un organo straordinario. Lavora 24 ore su 24, sette giorni su sette e 52 settimane all’anno, fin da prima della vostra nascita, fino al giorno in cui diventate un nazionalista. E quel giorno può arrivare molto presto. Ecco un recente titolo del Washington Post : « Negli Stati Uniti il lavaggio del cervello inizia fin alla scuola materna. »

Ah, mi sono sbagliato. In realtà, il titolo era « In Corea del Nord il lavaggio del cervello inizia fin dalla scuola materna. » (8)

Permettiamo a Cuba di vivere! Lista diabolica di ciò che gli Stati Uniti hanno fatto a Cuba

Il 31 maggio 1999, una denuncia contro il governo degli Stati Uniti per 181 miliardi di dollari – per morti, feriti e danni economici – fu depositata in un tribunale dell’Avana. Essa fu poi presentata presso le Nazioni Unite. Da allora, il suo destino è un mistero.

La denuncia riguarda i 40 anni dopo la rivoluzione del 1959 e descrive, con la minuzia dei dettagli forniti dalle testimonianze dirette delle vittime, gli atti di aggressione degli Stati Uniti contro Cuba; citando spesso il nome, la data e le circostanze precise di ogni persona uccisa o gravemente ferita. In totale, 3478 persone sono state uccise e 2099 gravemente ferite. (Queste cifre non comprendono le numerose vittime indirette delle pressioni e del blocco economico di Washington, che ha causato difficoltà per ottenere farmaci e cibo, in aggiunta ad altri problemi.)

In termini giuridici, la denuncia è stata redatta in modo molto preciso. Essa riguardava la morte di individui, a nome dei sopravvissuti, e i danni fisici di quanti erano sopravvissuti a gravi lesioni, a loro nome. Nessun attacco americano fallito è stato registrato, e di conseguenza non c’è alcuna testimonianza sulle diverse centinaia di tentativi di attentati falliti contro il presidente cubano Fidel Castro e contro alti funzionari, né degli attentati che non avevano fatto vittime. Sono stati esclusi anche i danni occasionali alle colture, al bestiame o all’economia cubana in generale. Non c’era quindi alcuna testimonianza sull’introduzione nell’isola della peste suina o della muffa del tabacco.

Tuttavia, gli aspetti della guerra biologica e chimica condotta da Washington contro Cuba e che aveva fatto delle vittime erano stati descritti in dettaglio, in particolare la creazione di un’epidemia di febbre emorragica dengue nel 1981, durante la quale qualcosa come 340 000 persone furono infettate e 116 000 ricoverate in ospedale; e questo in un paese che non aveva mai conosciuto prima un solo caso di questa malattia. Alla fine, 158 persone, fra cui 101 bambini, sono morte. (9) Il fatto che ci siano stati solo 158 morti sui circa 116 000 ricoverati, costituisce un’eloquente testimonianza a favore del notevole sistema sanitario pubblico di Cuba.

La denuncia descrive la campagna di attacchi aerei e navali contro Cuba, iniziata nell’ottobre del 1959, quando il presidente americano Dwight Eisenhower approvò un programma che comprendeva i bombardamenti delle raffinerie di zucchero, l’incendio dei campi di canna da zucchero, gli attacchi a mitragliatrici nell’Avana, compresi anche quelli contro treni di viaggiatori.

Un’altra sezione della denuncia descrive i gruppi terroristi armati, Los Bandidos, che hanno devastato l’isola per cinque anni, dal 1960 al 1965, quando l’ultimo gruppo fu individuato e sconfitto. Queste bande terrorizzavano i piccoli agricoltori, torturavano e uccidevano quelli considerati (spesso a torto) come partigiani attivi della Rivoluzione ; uomini, donne e bambini. Diversi insegnanti volontari della campagna di alfabetizzazione furono fra le vittime di questi banditi.
Ci fu anche, naturalmente, la famosa Baia dei Porci, nell’aprile del 1961. Anche se l’intero incidente durò meno di 72 ore, 176 Cubani furono uccisi e altri 300 feriti, fra i quali 50 disabili a vita.

La denuncia ha anche descritto la campagna implacabile di grandi atti di sabotaggio e di terrorismo che comprendevano il bombardamento di navi e di aerei, nonché di negozi e uffici. L’esempio più orribile di sabotaggio fu naturalmente l’esplosione in volo nel 1976 di un aereo della Cubana che aveva decollato dalle Barbados, uccidendo i 73 passeggeri. C’è anche l’assassinio di diplomatici e funzionari cubani in tutto il mondo, fra i quali uno in una strada di New York nel 1980. Questa campagna è proseguita negli anni 1990, con gli omicidi di poliziotti cubani, soldati e marinai nel 1992 e nel 1994, e un’ondata di attacchi contro alberghi nel 1997, che è costata la vita a un turista; la campagna di attentati mirava a scoraggiare il turismo e ha portato all’invio di agenti segreti cubani negli Stati Uniti nel tentativo di mettere fine agli attentati; fra essi c’erano i Cinque Cubani.

A quanto sopra, si possono aggiungere i numerosi atti di ricatto finanziario, di violenza e sabotaggio, condotti dagli Stati Uniti e dai loro agenti nei 16 anni successivi alla presentazione della denuncia. In breve, il trauma e le profonde ferite inflitti al popolo cubano possono essere considerati come la loro versione dell’11 Settembre 2001. (10)

William Blum

Fonte: www.globalresearch.ca

Link: http://www.globalresearch.ca/murdering-journalists-them-and-us/5425752?print=1

20.01.2015

Scelto e tradotto dal francese per www.comedonchisciotte.org a cura da MARCELLA GUIDONI

Note

(1) US Department of the Army, Afghanistan, A Country Study (1986), pp.121, 128, 130, 223, 232
(2) Counterpunch, January 10, 2015
(3) Index on Censorship, the UK’s leading organization promoting freedom of expression, October 18, 2001
(4) The Independent (London), April 24, 1999
(5) “Ukrainian Prime Minister Arseniy Yatsenyuk talking to Pinar Atalay”, Tagesschau (Germany), January 7, 2015 (in Ukrainian with German voice-over)
(6) CNN, June 15, 2014
(7) See William Blum, West-Bloc Dissident : A Cold War Memoir, chapter 3
(8) Washington Post, January 17, 2015, page A6
(9) William Blum, Killing Hope : US Military and CIA Interventions Since World War II, chapter 30, for a capsule summary of Washington’s chemical and biological warfare against Havana.
(10) For further information, see William Schaap, Covert Action Quarterly magazine (Washington, DC), Fall/Winter 1999, pp.26-29

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