L'ACCORDO USA-RUSSIA-UCRAINA

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DI PEPE ESCOBAR
Asia Times

Quando leggerete questo articolo, la Russia avrà invaso l’Ucraina. Beh, questo è quello che vuol far credere il Comandante Supremo Alleato della North Atlantic Treaty Organization, il Generale dell’US Air Force Philip Breedlove. Breedlove il Supremo ha detto che i russi sono “pronti a partire” e potrebbero facilmente prendere il sopravvento nell’Ucraina orientale. I media occidentali hanno già rispolverato i loro giubbotti in kevlar.

Ora confrontate Breedlove il Supremo con un diplomatico adulto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha gentilmente invitato la NATO a far rientrare “l’irragionevole” retorica guerrafondaia, che implica anche la fine di qualsiasi forma di cooperazione civile e militare con la Russia, e la pianificazione di altre iniziative militari nell’Europa orientale.

Mentre la NATO – ossia la branca europea del Pentagono – esce fuori di testa, soprattutto per bocca del suo Segretario Generale uscente, il fesso danese Anders Fogh Rasmussen, vediamo quali siano i fatti reali, basandosi sulle voci che provengono sia dal campo di Lavrov che da quello del Segretario di Stato americano, John Kerry.

Il cuore della questione – oscurato da un arcobaleno d’isteria – è che né Washington, né Mosca vogliono che l’Ucraina diventi una ferita purulenta. Mosca ha detto a Washington, ufficialmente, che non ha alcuna intenzione di “invadere” l’Ucraina. E Washington ha detto a Mosca che, pur usando una sua demente retorica, non vuole espandere la NATO in Ucraina o in Georgia.

Qualunque siano le azioni di Washington, non convinceranno il Cremlino del fatto che il putsch a Kiev non sia stato orchestrato in gran parte da sicari alleati del Kaghanato di Nuland, alias la Segretaria di Stato Aggiunta, Victoria Nuland. Allo stesso tempo, il Cremlino sa che il tempo è dalla sua parte, e sarebbe del tutto controproducente contemplare l’”invasione” dell’Ucraina orientale.

A complicare le gazzarre viziose tra le losche fazioni che ci sono a Kiev – dai fascisti a Santa Julia “Uccidete tutti i russi” Timoshenko -, Gazprom ha alzato il prezzo del gas naturale dell’80%; e il Fondo Monetario Internazionale sta preparando un qualche aggiustamento strutturale che farà sembrare la Grecia una Cenerentola che si diletta in un giardino di rose, e Mosca ha bisogno solo di sedersi, rilassarsi e guardare la carneficina (interna).

Lo stesso vale per i paesi baltici che, come vorrebbe l’isteria della NATO, potrebbero essere invasi la settimana prossima. Dato che i Paesi Baltici fanno parte della NATO, i Robocop di Bruxelles stanno davvero andando fuori dai gangheri. Solo gli arroganti/ignoranti patentati neo-con credono che Mosca metterà a repentaglio le complesse relazioni politico/commerciali con l’Europa – soprattutto con la Germania – rischiando un conflitto sul Baltico. I tedeschi non vogliono una guerra, né fredda, né calda. Anche nel caso estremamente improbabile che ciò accada, cosa potrebbero fare i bellimbusti della NATO, sotto gli ordini del Pentagono? Invadere il territorio russo?

Questa battuta è riuscita davvero male. A proposito di battute orribili, è difficile superare Olli Rehn, il kafkiano vicepresidente della Commissione Europea, che ha sottolineato che “per poter mantenere la pace e la stabilità nel nostro continente” l’Unione Europea deve partecipare con 11 miliardi di euro (15 miliardi di dollari) al funesto pacchetto capitalista del FMI per saccheggiare, oops…, “aiutare” l’Ucraina, e questo mentre milioni di cittadini europei sono disoccupati e/o prostrati nella miseria.

La priorità assoluta di Berlino è tentare di sottrarre l’Unione Europea da uno scontro funesto, e ciò implica il mantenere una devastazione economica nel Club Med e nell’Europa centrale, mentre si cerca di combattere la crescita impetuosa del neofascismo “normalizzato”. “Impegno sovrumano” non riesce a descrivere minimamente il problema. Perché aggiungere uno scontro con Mosca a questa indigeribile bouillabaisse?

Un nuovo asse in casa

Le elevate epifanie morali, come questo editoriale del Guardian (“ha guadagnato una penisola, ma ha perso un paese“), non hanno alcuna utilità. Lo stesso vale per la Polonia leccapiedi, che, schizzatissima, ha chiesto più “protezione” dalla mafia di Bruxelles.

Com’era prevedibile, i media occidentali ci vogliono far credere che Putin “ha chiuso gli occhi” quando gli ha telefonato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per cercare di elaborare una soluzione comune, che comprende, prima di tutto, una federalizzazione dell’Ucraina. L’amministrazione Obama – composta principalmente da increbili mediocri – sa che questo è l’unico modo razionale per andare avanti. E nessuna “pressione” piegherà Mosca. I giorni spensierati, quando si poteva imporre qualsiasi capriccio all’ubriacone seriale Boris Yeltsin, sono ormai lontani. Invece, Mosca è un attore pragmatico, pienamente consapevole che l’unica soluzione possibile per l’Ucraina dovrà essere pianificata con Washington.

Quindi, l’Ucraina è più che altro un dettaglio, e l'”Europa” non è altro che uno spettatore impotente. Chi rappresenta l’”Europa”? Quella non-entità magrittiana, il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy? Chiunque sia stato a Bruxelles sa che l’”Europa” è una gloriosa collezione di principati, che si battibeccano in un bordello linguistico. Machiavelli l’avrebbe sicuramente definita a questo modo.

Per chiudere la discussione, l’amministrazione Obama non ha idea di cosa voglia in Ucraina. Una “democrazia costituzionale“? Mosca potrebbe anche essere d’accordo, pur sapendo, grazie a una mole ingente di ragioni storico-culturali, che sarà destinata al fallimento. La linea rossa è stata ripetuta più e più volte: niente basi Nato in Ucraina.

Le persone razionali che sono a Washington – certamente una minoranza – avranno notato che, se non si gioca con Mosca, la Russia reagirà molto duramente nell’ambito dei negoziati sul dossier nucleare iraniano che verrà discusso dal P5+1 (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU più la Germania).

Solo i ciechi non riescono a vedere che Mosca e Tehran stanno stringendo una collaborazione strategica sempre più stretta, così come stanno facendo Mosca e Pechino. C’è in ballo un asse geopolitico-strategico fondamentale – Mosca-Pechino-Tehran – e tutto il mondo in via di sviluppo ha già capito dove soffia il vento. Ma per quanto concerne l’Ucraina, la cosa riguarda solo gli USA e la Russia.

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PEPE ESCOBAR

Asia Times

Link: http://www.atimes.com/atimes/Central_Asia/CEN-03-040414.html

04.04.2014

Tradotto per Come Don Chisciotte a cura di SUPERVICE

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