LA TOP 10 DELLE MIGLIORI IDEE PER FERMARE I MIGRANTI

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DI CHAWKI AMARI

mondafrique.com

In chiave umoristica, il nostro cronista Chawki Amari descrive le 10 soluzioni più creative, ma purtroppo reali, che l’Europa ha trovato per seppellire la questione dei migranti.




Dall’inizio dell’anno, quasi 500.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo e tra questi, 8 su 10 sono stati aiutati dai trafficanti. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, l’1% di loro sono morti o dispersi , e per un viaggio che costa tra i 1.000 ei 5.000 euro, il traffico avrà generato quasi $ 6 miliardi di fatturato per quest’anno.

A livello internazionale, si stima che sono 59 milioni gli sfollati interni in tutto il mondo, tra questi 4 milioni sono rifugiati siriani. Occorre però ricordare che le domande d’asilo di quest’anno in Europa sono minori rispetto a quelle fatte nel 2000, e che la maggior parte dei migranti si rifugia nei paesi a Sud. L’Europa accoglie solo l’8% degli sfollati nel mondo. 

Per il Mediterraneo, è la guerra e la miseria che spinge i migranti a guardare altrove, insieme alla distruzione della Libia che ha fornito finora il ruolo di subappaltatore nei confini settentrionali e da dove, ad oggi, la maggior parte degli africani si imbarca. Come gestire questo afflusso? Ecco le dieci risposte tra le più inventive d’Europa.



1- Il bombardamento delle imbarcazioni



Aspettando il via libera dell’Onu, che esita ancora su questa decisione senza precedenti nella storia, la strategia europea punta ai mezzi d’imbarco dei migranti in pieno mare. È quello che chiedono alcuni paesi dell’Ue, nonostante l’illegalità della procedura ad intervenire in acque internazionali. Citando il modello australiano, che è riuscito a ridurre quasi a zero il flusso di migranti dal sud-est asiatico attraverso interventi armati in mare forti, oscuri e classificati come “operazioni militari segrete”, aumenta sempre di più il numero degli europei che chiedono un aiuto da parte dell’esercito. 

In Inghilterra, i politici e l’opinione pubblica, dopo aver fallito nella gestione del problema, hanno chiamato l’esercito ad affrontare la situazione. In Austria, l’esercito fa da spalla alla polizia nel trattare con i rifugiati. La Macedonia, lo stato più piccolo dei Balcani, ha chiuso le sue frontiere con la Grecia e la Serbia dichiarando lo stato di emergenza nel suo paese, che è uno dei più importanti valichi di confine con la Croazia. Aspettando i bombardamenti in vitro, l’Unione europea ha già avviato missioni navali militari contro i traghettatori lungo la costa libica, ma il tutto sarebbe limitato ad una prima fase di monitoraggio. Per il momento. Dopo la no-fly zone imposta dalla NATO durante la guerra contro la Libia, arriveremo alla no boat-zone? 



2- Le intercettazioni telefoniche



L’Europol, la super polizia Europea, ha creato una rete di monitoraggio delle comunicazioni telefoniche, che comprende anche i social network dove ora si possono trovare le date d’imbarco, i prezzi e le classi in cui viaggiare, economica o business, un po’ come in ogni tour organizzato. Infatti, se prima i migranti pagavano di volta in volta il loro viaggio, oggi i 30.000 corrieri attivi in tutto il Mediterraneo sono così ben organizzati nella rete che basta un solo pagamento per andare da Damasco a Bruxelles , dall’Eritrea alla Germania e da Dakar a Creta. 

L’idea alla base è semplice, ognuno di noi ha uno smartphone collegato ad internet, anche i rifugiati, con sorpresa di molti europei che pensavano fossero poveri. Nell’ immaginario del premio Nobel per la pace polacco Lech Walesa – uno di coloro che si sono chiesti come fosse possibile che questi rifugiati “sono ben nutriti e meglio vestiti di noi?- l’ idraulico polacco non ce l’ha un telefono? 



3- La patata bollente 



L’idea è vecchia quanto l’Europa, passare il problema al vicino chiudendo gli occhi. Così i francesi rifilano i loro rifugiati all’ Inghilterra, che si innervosisce parecchio, la Spagna fa lo stesso con la Francia e l’Italia con il Nord Europa. Il 15 giugno l’Italia alzò la voce contro la Francia, accusata di aver chiuso la sua frontiera a Ventimiglia per impedire che duecento migranti provenienti dall’Africa venissero fatti passare gentilmente dall’Italia verso la Francia. 

D’altra parte, queste pratiche sono quasi degenerate in incidenti diplomatici, come tra Grecia e Macedonia, quando Atene voleva addirittura raccogliere 3000 immigrati da una barca nel Mediterraneo e mandarli in autobus verso la Macedonia. Se da una parte la Grecia è accusata di non aver saputo monitorare i propri confini e di rifilare i migranti ad altri spinti da un lassismo più o meno premeditato, nei Balcani, tutte le autorità criticano la decisione dei loro vicini ungheresi di erigere un recinto di filo spinato per fermare i migranti, che si spingono verso la Bulgaria e la Croazia. 

A forza di spingerli da una parte all’altra, i migranti finiranno per tornare a casa? Poco probabile…



4- schiavitù…economica 



Il ministro dell’Interno Italiano Angelino Alfano ha ricordato giovedì ai comuni che accolgono i richiedenti d’asilo che potrebbero farli lavorare gratis, vale a dire fornire loro documenti temporanei ma a condizione che non siano pagati per il loro lavoro. Un po’ come dei condannati ai lavori pubblici. 

Questo ritorno ad una forma di schiavitù economica potrebbe diffondersi nel resto d’Europa, perché ha due vantaggi certi : il primo, in questi tempi di crisi, sarebbe quello di non dover pagare i lavoratori, secondo, in questi tempi di migrazione scoraggiare i rifugiati, eliminando alla base il sogno europeo che li fa guadagnare milioni di euro, come Sarkozy o BHL*. Tutti figli di migranti. 



5- La colonizzazione, il ritorno



Seguire la logica europea del 15° secolo, che cacciava gli assaltatori nel proprio territorio, come fece la Spagna cattolica respingendo i Mori andalusi , per poi attaccarli in Nord Africa e colonizzare così il loro territorio. Questa è l’idea della stampa scandalistica inglese e di alcuni conservatori, in particolare di Roger Helmer, un europarlamentare britannico e membro del partito di estrema destra Ukip, che vuole far occupare dall’ Inghilterra la città di Calais, dove una parte dei migranti passa dall’Europa continentale, schernendo la Gran Bretagna.

L’imparabile argomentazione storica dell’europeo eletto: “Calais era inglese fino al 1558, ora è tempo di riprenderla.” 

D’altronde, la Germania sognerebbe di recuperare il resto della Francia e con Roma tutta l’ Europa. 



6- campi profughi nel paese di partenza



François Fillon, principale candidato UMP per il 2017, ha proposto di istituire dei campi profughi in Libia sotto il controllo delle Nazioni Unite. Come l’Australia, che subappalta dietro pagamento il controllo dei campi sull’isola di Nauru, Manus Papua e anche in Cambogia. Solo che Fillon è più astuto, infatti sarebbe l’ONU a dover sborsare. Rimane però una questione da risolvere: chi pagherà le Nazioni Unite? Perché non proprio gli stessi migranti? 



7- L’inserimento del biglietto di ritorno 



Prendete un po’ di denaro e fate il percorso opposto. Questa è una delle idee europee, sull’esempio del modello australiano, che era troppo sopraffatto dal numero di rifugiati. Nel giugno scorso l’Australia ha pagato $ 5.000 per ogni rifugiato che ritornava a casa, come è stato confermato dal caso di una nave indonesiana, che ha rifatto il percorso inverso. 

Il metodo sarà esteso? C’è un limite, quello dei soldi. I 500.000 immigrati arrivati ​​in Europa quest’anno costerebbero un miliardo e mezzo di euro. È 10 volte meno caro rispetto ai bombardamenti in Siria o in Libia, però sono sempre soldi, soprattutto in questi tempi di crisi. 



8- L’appello agli dei dell’Olimpo 



Seguendo il vecchio approccio burocratico in stile Bruxelles, avvengono regolarmente delle riunioni tra vertici. A Vienna il 27 agosto scorso, a Lussemburgo il 4 settembre, a Praga l’11 settembre e a Bruxelles il 14. Aspettando ulteriori riunioni di emergenza, a cosa servono? L’anno scorso, gli europei si sono riuniti per dare un nome all’operazione “Tritone”, che è stata lanciata nel 2014 per monitorare le frontiere nel Mediterraneo, guidata dalla Frontex, l’agenzia europea per la sorveglianza delle frontiere. “Triton” era attesa per sostituire l’operazione ‘Mare Nostrum’, creata nel 2013 e successivamente abbandonata sulla scia di “ Hermes”, “ Poseidon” e “Aeneas” (Enea) tre altre operazioni di contenimento. 

Dei nomi Greci, mentre alla Grecia viene paradossalmente puntato il dito dagli Europei per i suoi costi, ma anche per il suo lassismo alle frontiere. Del resto Hermes è un simbolo, è il messaggero degli Dei, portatore di fortuna, l’inventore dei pesi e delle misure, il guardiano delle vie e degli incroci, dei viaggiatori via terra e del commercio.



9- L’uso del buon vecchio filo spinato 



L’efficacia del filo spinato è più da dimostrare. Se in Ungheria, principale punto di passaggio verso l’Europa dalla Croazia, la realizzazione di 200 km di recinzione da parte dell’esercito ha fatto reagire Bruxelles, nel sud della Spagna o a Calais, nel nord della Francia, queste recinzioni esistono da molto tempo e nessuno ha detto niente. Il Parlamento Ungherese però, in maniera più dura, ha autorizzato l’uso di armi “non letali” per bloccare i migranti che non si sono lasciati scoraggiare dal filo spinato e anche la stazione ferroviaria di Budapest è stata chiusa quest’ estate per impedire loro di circolare, sospendendo il mese scorso tutta la linea Budapest-Vienna-Monaco di Baviera in accordo con Austria e Germania. 

 Tuttavia è qui l’ironia della storia, l’Unione europea importa la maggior parte delle sue risorse minerarie. Dipende al 48% per il rame, al 64% per l’alluminio e fino al 100% per il cobalto, il platino o il titanio, l’acquisto sui mercati africani e sudamericani di 160 milioni di tonnellate di ferro all’anno per il filo spinato, farebbe dell’Ue il secondo importatore a livello mondiale. E a titolo d’esempio, di fronte all’esaurimento delle sue risorse, l’industria siderurgica francese dal 1993 si approvvigiona esclusivamente tramite minerale importato , con la chiusura delle fabbriche nella Lorena.

Un’idea potrebbe essere quella di rendere i migranti dei minatori, indipendentemente dalla loro età. Anche i minori. 

10-

10- Il Profiling



La Slovacchia, dopo aver studiato il caso è stata chiara: non accetta che migranti cristiani. “In Slovacchia, non ci sono moschee, ed è il motivo per cui abbiamo scelto solo i cristiani”, ha detto un portavoce del ministero dell’Interno con tono conciso. Nella vicina Repubblica stesso principio, fino a che Tomio Okamura , leader di estrema destra , ha incoraggiato i suoi compatrioti “ad allevare cani e porci” per respingere l’assalto. In Polonia, “questo è un problema reale”, ha aggiunto Lech Walesa,ancora lui di nuovo “Se l’Europa non chiude le sue frontiere, milioni di migranti verranno qui e non esiteranno ad imporre i loro usi e costumi, tra una decapitazione e l’altra,”, ha predetto alla “Houellebecq”*.

Aspettando un’analisi di profilo più dura, intanto in Slovacchia si accolgono solo giovani donne di 20 anni e con una quarta misura di seno . Il Primo Ministro slovacco Robert Fico, che è stato ripreso ancora per le orecchie da Bruxelles per questo metodo eugenetico, ha posto una domanda disarmante: “Ma chi ha bombardato la Libia e ha creato problemi in Nord Africa? La Slovacchia? No, la Nato”, sintetizzando così la crisi migratoria che imperversa in Europa. 

In breve, le idee e gli argomenti abbondano. Come i rifugiati.

Chawki Amari

Fonte: http://mondafrique.com/

Link: http://mondafrique.com/lire/international/2015/10/03/le-top-50-des-dix-meilleures-idees-pour-mettre-fin-aux-migrants-et-autres-r

3.10.2015

* BHL : Bernard-Henry Lévy, noto personaggio pubblico francese , definito dal Boston Globe come probabilmente il più influente intellettuale della Francia di oggi.


* Houllebecq: Michel Houllebecq, noto autore, produttore e poeta francese.

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LISA

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