LA STORIA SEGRETA DEI RAPPORTI FRA WALL STREET E LA GERMANIA NAZISTA: I DENTI DEL DRAGO DEVONO ESSERE CONFICCATI ANCORA UNA VOLTA NELLA CARNE VIVA DELL’EUROPA

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DI YURI RUBTSOV

strategic-culture.org

Molti media paragonano l’odierna situazione europea a quella dei giorni immediatamente precedenti la 2a Guerra Mondiale. Vorrei apportare, però, un’importante correzione.

In questo momento l’Occidente sta sì favorendo un altro regime nazista (rappresentato dalla giunta di Kiev), ma tutto questo fa ricordare la seconda metà del 1930 (e non, quindi, i giorni precedenti la 2a Guerra Mondiale, ndt), quando l’Occidente fece esattamente la stessa cosa, collaborando con una Germania che si sarebbe presto trasformata in uno stato fascista.

L’Ucraina di oggi, per quanto ne sappiamo, non può essere paragonata alla Germania di Hitler. Ma, come recita il proverbio, “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Non dimentichiamo che la folle corsa del nazismo ebbe inizio da uno sconosciuto caporale che predicava xenofobia e vendetta.

E’ un “segreto di pulcinella” il fatto che Adolf Hitler sia stato sostenuto dagli Stati Uniti. La penetrazione commerciale e finanziaria statunitense, ed in particolare la cooperazione con l’industria bellica tedesca, è stata fin dall’inizio molto significativa. Nel 1933 gli Stati Uniti controllavano alcuni settori-chiave dell’economia tedesca, ma anche diverse grandi banche, come ad esempio la Deutsche Bank, la Dresdner Bank, etc.

Le grandi imprese cominciarono a fidarsi di Hitler. Quelli erano giorni di benessere per il “Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi”, e molti fondi esteri cominciarono ad affluire in quel paese.

Grazie alle donazioni del gruppo di Fritz Thyssen (che comprendeva la “Vereinigte Stahlwerke AG”, la “Interessen-Gemeinschaft Farbenindustrie AG”, etc.), e del magnate dell’industria mineraria Emil Kirdorf, il “Partito Nazista” fu votato da 6,4 milioni di persone, diventando il secondo Partito del Reichstag (Parlamento).

Hjalmar Schacht (1877 – 1970), economista, banchiere e politico liberale, co-fondatore nel 1918 del “Partito Democratico Tedesco”, diventò il collegamento fra l’industria tedesca e gli investitori stranieri.

Anche il mondo commerciale e bancario britannico cominciò a canalizzare importanti donazioni verso il “Partito Nazista”.

Il 4 Gennaio del 1932 Montague Norman (Governatore della Banca d’Inghilterra dal 1920 al 1944), incontrò Hitler ed il Cancelliere tedesco Franz von Papen, per stringere un accordo segreto volto al finanziamento di quel Partito.

In quell’incontro erano rappresentati anche gli Stati Uniti. Erano presenti entrambi i fratelli Dulles. Gli storici occidentali evitano di menzionare questa circostanza. John Foster Dulles ed Allen Dulles erano due avvocati politicamente collegati a Wall Street, servi di quelle Corporations (grandi imprese multinazionali, ndt) che hanno gettato gli Stati Uniti nella guerra invisibile che ha forgiato il mondo di oggi.

Vale la pena notare che nel corso degli anni ‘50, quando la Guerra Fredda era al suo apice, i due fratelli Dulles, immensamente potenti, guidarono gli Stati Uniti in una lunga serie di avventure all’estero, i cui effetti stanno ancora scuotendo il mondo. John Foster Dulles fu Segretario di Stato, mentre suo fratello, Allen Dulles, fu direttore della Central Intelligence Agency (CIA).

Nelle Elezioni Federali che furono tenute in Germania il 5 Marzo del 1933 il “Partito Nazista”, che era già al governo (Adolf Hitler era stato nominato Cancelliere il 30 Gennaio 1933), registrò un forte aumento di voti, conseguenza delle sontuose donazioni provenienti dall’estero, diventando così il più grande Partito tedesco (ma non ottenne la maggioranza assoluta. Ebbe necessità dei voti dell’altro partner della coalizione, il DNVP, per avere la maggioranza del Reichstag).
Il nuovo governo tedesco fu trattato molto favorevolmente dai circoli dominanti degli Stati Uniti e del Regno Unito. Non casualmente le Democrazie Occidentali tacquero, quando Berlino si rifiutò di pagare le riparazioni di guerra.

Hjalmar Schacht, Presidente della Reichsbank e Ministro dell’Economia, il 30 Maggio del 1933 andò negli Stati Uniti per incontrare il Presidente Franklin Delano Roosevelt ed i principali banchieri di Wall Street. Alla Germania fu concesso un credito pari ad 1 miliardo di Dollari.

Nel successivo mese di Giugno, nell’ambito di una visita a Montague Norman a Londra, Schacht chiese un prestito aggiuntivo pari a 2 miliardi di Dollari, nonché la riduzione e l’eventuale cessazione del pagamento dei vecchi prestiti. I nazisti ottennero, in conclusione, qualcosa che i precedenti governi avevano chiesto invano.

Nell’Estate del 1934 la Gran Bretagna firmò l’“Anglo-German Transfer Agreement”, che diventò uno dei princìpi fondamentali della politica britannica nei riguardi del Terzo Reich. Negli anni successivi la Gran Bretagna diventò il primo partner commerciale della Germania.

La “Banca Schroeder” diventò l’agente principale per gli affari fra Germania e Gran Bretagna e, nel 1936, la sua filiale di New York si fuse nella Holding Rockefeller, per creare la banca d’investimento “Schroeder, Rockfeller e Co.”, che il “New York Times” descrisse come “il perno economico-propagandistico dell’asse Berlino-Roma”.

Adolf Hitler, nel mese di Agosto del 1936, emise un “Memorandum Segreto”, dei cui contenuti solo pochi alti dirigenti nazisti erano a conoscenza. Il “Memorandum Segreto” stabiliva che entro quattro anni la Germania avrebbe dovuto dotarsi di forze armate pronte al combattimento e che la sua economia, conseguentemente, doveva mobilitarsi per soddisfare le esigenze della guerra.

Nel Settembre del 1936, durante una festa-raduno a Norimberga, agli attivisti del Partito fu formalmente annunciato il lancio di un “Piano Quadriennale”. Il credito estero costituiva la base finanziaria necessaria al suo sviluppo (ufficialmente, nient’altro che un piano d’investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture tedesche, ndt), e quindi tutto ciò non aveva sollevato il minimo allarme.

Nel mese di Agosto del 1934 il gigante petrolifero americano Standard Oil acquistò 730.000 ettari di terreno in Germania, per costruirci delle grandi raffinerie di petrolio, per rifornire di carburante i nazisti.

Allo stesso tempo altre Corporations statunitensi rifornirono la Germania delle più moderne attrezzature per la costruzione di aerei (civili), che in realtà davano copertura alla produzione di aerei militari.

La Germania fu in grado di utilizzare un gran numero di brevetti provenienti da società americane, tra le quali la Pratt & Whitney, la Douglas e la Bendix Corporation. Il bombardiere “Junkers-87”, ad esempio, fu costruito utilizzando esclusivamente delle tecnologie americane.

Quando la guerra scoppiò, i monopoli americani si attaccarono alla vecchia e buona regola del “niente di personale, si tratta solo di affari”. Nel 1941, quando la 2a Guerra Mondiale era già in pieno svolgimento, gli investimenti americani nell’economia tedesca furono pari a 475 milioni di Dollari (dell’epoca, ndt): la Standard Oil, da sola, aveva investito 120 milioni di Dollari, la General Motors 35 milioni, la ITT 30 milioni, la Ford 17,5 milioni etc.

Quali motivazioni aveva l’Occidente per far crescere la forza della Germania nazista? L’obiettivo era quello di far dirigere Hitler ad Est, verso l’invasione tedesca della Russia. La conquista dello “spazio vitale” costituiva, per Hitler ed il resto dei nazionalsocialisti, il più importante obiettivo di politica estera.

Al suo primo incontro con i principali Generali ed Ammiragli del Reich (3 Febbraio 1933), Hitler parlò della “conquista dello spazio vitale” ad est e della spietata “germanizzazione” come dei due “obiettivi finali” della sua politica estera.
Per Hitler, la terra che avrebbe fornito sufficiente “spazio vitale” alla Germania era costituita dall’Unione Sovietica, che agli occhi di Hitler era un paese dotato di ricchi e vasti terreni agricoli, abitato da “slavi sub-umani” governati da una banda di “rivoluzionari ebrei”, assetati di sangue ma grossolanamente incompetenti. Queste persone, ai suoi occhi, non erano “germanizzabili” … solo il terreno lo era.

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, che si opponevano con fermezza alla crescita del comunismo sovietico, avevano tacitamente avallato “la conquista dello spazio vitale ad est” da parte di Hitler, che egli stesso aveva preannunciato nel Mein Kampf:

“Noi Nazionalsocialisti sottolineiamo in modo consapevole la direzione della nostra politica estera. Vogliamo cominciare da dove abbiamo finito, sei secoli fa. Se fermiamo la perpetua marcia tedesca verso il sud e l’ovest dell’Europa, avremo sotto ai nostri occhi i paesi che si trovano ad est. Mettiamo fine alla politica coloniale e commerciale del periodo ante-guerra (1a GM, ndt), e procediamo in direzione della politica territoriale del futuro. Sia chiaro, comunque, che quando parliamo di “nuove terre” in Europa, parliamo soprattutto della Russia e dei paesi al confine orientale”.

I paesi occidentali, nel 1930, attuarono verso la Germania una politica di “appeasement”, nel contesto generale costituito dalla piena cooperazione economica e finanziaria fra anglo-americani e Germania nazista.

Nel mese di Ottobre del 1930 la Germania si ritirò sia dalla “Conferenza per la Riduzione e la Limitazione degli Armamenti – 1932-1934” (chiamata anche “Conferenza sul Disarmo Mondiale” o “Conferenza di Ginevra sul Disarmo”), che dalla Società delle Nazioni.

Nel Marzo del 1936 Hitler ordinò alle sue truppe di rientrare apertamente nella Renania, che era stata smilitarizzata ai sensi del “Trattato di Versailles”.

Nel Marzo del 1938 fu annessa l’Austria.

In nessun caso l’Occidente reagì.

Nel Dicembre del 1937 Hitler approvò il “Fall Grun”, un piano militare per l’occupazione della Cecoslovacchia. Questo piano in un primo momento fu ritirato, conseguenza della sottoscrizione del “Patto di Monaco” fra Inghilterra, Francia, Italia e Germania nazista, il 30 Settembre del 1938.

Ma subito dopo aver firmato quell’accordo (insieme ad Arthur Neville Chamberlain, Edouard Daladier e Benito Mussolini), Hitler decise di procedere comunque con l’invasione della Cecoslovacchia.

Il 21 Ottobre del 1938 Hitler ordinò di avviare i preparativi per l’annessione militare di alcune parti della Cecoslovacchia e della Regione di Klaipeda (noto anche come “Territorio di Memel”), che dal 1923 faceva parte della Lituania (di cui era l’unico porto, ndt).

Nel Marzo del 1939 la Germania pose un ultimatum alla Polonia, chiedendole la rinegoziazione dell’accordo per Danzica. Il “Corridoio Polacco” (noto anche come “Corridoio di Danzica” o “Corridoio per il Mare”) era un territorio situato nella Pomerelia (o Pomerania Orientale, già parte della Prussia Occidentale), che forniva alla Polonia della Seconda Repubblica (1920-1939) un accesso sul Mar Baltico, ma che divideva la Prussia Orientale dal resto della Germania. La città libera di Danzica (ora città polacca) era separata sia dalla Polonia che dalla Germania.

Ma il “Territorio di Memel” e Danzica non erano l’obiettivo finale della Germania nazista. Adolf Hitler era consapevole del fatto che nessuno, in Occidente, aveva intenzione di fermarlo. Così, nell’Aprile del 1939, ordinò segretamente che la Polonia doveva essere attaccata il successivo 1° Settembre.

Con l’occupazione della Cecoslovacchia, il fine della politica di Hitler diventò il classico “segreto di pulcinella” anche per i politici ed i diplomatici meno lungimiranti.

L’Unione Sovietica accarezzava la speranza di poter costruire un sistema di sicurezza collettivo in Europa. Riuscì a dar inizio, in effetti, a dei colloqui con Londra e Parigi, per la creazione di un’efficace alleanza in grado di contrastare l’aggressore. Ma quei colloqui rivelarono che i partners occidentali erano piuttosto riluttanti ad ostacolare la politica espansionistica di Hitler verso l’Oriente.

Sir Alexander Cadogan (Sottosegretario Permanente presso il Ministero degli Esteri britannico) riferì in seguito che Chamberlain avrebbe preferito dimettersi (dalla premiership), piuttosto che stringere un accordo con i sovietici.
Quando la Germania attaccò la Polonia, dando inizio alla 2a Guerra Mondiale, i leaders occidentali puntarono il dito sia contro l’Unione Sovietica che contro la Germania, che il 23 Agosto del 1939 avevano firmato un “patto di non aggressione”.

Supportati dal coro della propaganda, dissero che la colpa per aver scatenato la guerra non era da attribuire alla politica di “appeasement” portata avanti dai paesi occidentali, ma piuttosto al “patto di non aggressione” fra l’URSS e la Germania.

Nonostante fossero chiaramente sulla strada che portava alla 2a Guerra Mondiale, né Londra, né Washington, né Parigi vollero lasciar spazio alla verità, in relazione a quegli eventi storici.

Com’è possibile che questi paesi abbiano firmato il verdetto del “Processo di Norimberga” – che ha giudicato la Germania colpevole di crimini molto gravi, e di aver violato il “diritto internazionale” e le “leggi di guerra” – senza riconoscere chi c’era dietro alla Germania nazista?

Le élites politiche e finanziarie degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia erano direttamente coinvolte nella promozione del regime nazista. Hanno incitato Hitler a muoversi verso est.

L’Occidente non ha mai riconosciuto la proprie responsabilità per aver dato sostegno al regime di Hitler, ed in questo momento sta facendo del suo meglio per impedire il ritorno della Russia sulla scena mondiale.

Oggi l’Occidente è di nuovo a favore del nazismo e della xenofobia. Per nascondere la verità fa circolare la storia, inventata da Washington ed imposta all’Europa, dell’aggressione russa contro l’Ucraina. La Russia viene prima provocata e poi demonizzata, per coinvolgerla direttamente nel conflitto interno ucraino.

Se è vero che la giunta di Kiev non fa parte “dello stesso campionato” del regime nazista in Germania, è anche vero che l’ulcera del nazismo, combinata con le spinte russofobiche, sta guadagnando slancio. La storia dimostra che la situazione, prima o poi, potrebbe andare al di fuori del controllo di chi, in un primo momento, l’ha incoraggiata.

Lo slogan “l’Ucraina innanzitutto” suona come un remake del motto nazista “Deutschland über Alles”. Il motto “Ukraine über Alles” viene costantemente utilizzato per giustificare i crimini commessi dalle forze ucraine in Novorossiya.

Yuriy Rubtsov

Fonte: ttp://www.strategic-culture.org/

Link: http://www.strategic-culture.org/news/2014/09/01/dragon-teeth-to-be-planted-all-over-europe-again.html

1.09.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCO

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