LA RIVOLTA DEI CONTADINI IN GRECIA

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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Gli agricoltori hanno evacuato Atene per ritrovarsi, con le loro macchine agricole, sull’asfalto di strade e autostrade. Storia di tutti giorni…una Grecia interrotta per i blocchi sulle maggiori vie di collegamento stradali, tanto più che il paese si trova già ridotto all’inutilità a causa della cosiddetta “crisi”. La realtà, semplicemente tutto evacuato… e in attesa. La frontiera tra la Grecia e la Bulgaria è chiusa dal 18 febbraio.

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È sicuramente per questa ragione che il governo di Syriza negli ultimi giorni (i loro ultimi giorni?) sta distruggendo – secondo le mie fonti – i documenti (tanto elettronici quanto cartacei, tangibili), stampati e manoscritti, archiviati dalla Commissione per la verità sul debito greco, anch’essa dissolta nel novembre 2015 dagli…ex compagni. Realtà…evacuata.

Piazza Syntagma (Piazza della Costituzione), vicino al presidio installato dagli agricoltori manifestanti il 12 febbraio, il messaggio della dignità è riapparso, appeso sotto un cipresso, dove il nostro concittadino e farmacista in pensione Dimitris Christoulas si suicidò nell’aprile 2012.

La “Rete Informale della Vita contro il Suicidio”, autrice del messaggio e di cui conosco personalmente i principali promotori, aveva fatto, inizialmente, uno sforzo parallelo in connessione con la Commissione per la verità sul debito greco, con lo scopo, partendo da un’approfondita inchiesta riguardante tutta la Grecia, di recensire, documentare e infine trarre conclusioni sul legame tra i casi di suicidio (e di altre cause di mortalità) in Grecia e la politica criminale dei Memoranda.

Place Sýntagma, le 12 février
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Hélicoptère de la Police dans le ciel. Place Omónia, Athènes, février 2016
Non à la peur. Graffiti datant de juillet 2015. Athènes, février 2016

«La “Rete Informale della Vita contro il Suicidio” è un’iniziativa cittadina il cui obiettivo è vegliare sulla società in modo da sensibilizzare lo Stato sulla gravità del problema dei suicidi e ottenerne una reazione. La gran parte di noi, a partire dall’aprile 2012, ha preso diverse iniziative sotto questo cipresso di Piazza Syntagma (Piazza della Costituzione), immediatamente dopo l’atto sacrificale e politico del farmacista in pensione Dimítris Christoúlas, che si è suicidato anche per smuovere le coscienze dei nostri concittadini e per renderli, grazie a questo gesto, più attivi e responsabili».

È anche necessario ricordare che, suicidandosi in Piazza della Costituzione, il farmacista pensionato non aveva nascosto le sue ultime parole. Ero, caso strano, arrivato sul posto appena qualche minuto dopo il suicidio. Questo il suo ultimo biglietto, scritto di proprio pugno, simile ad un manifesto politico invitante a non cessare mai di resistere: «Credo che i giovani senza avvenire, in questo paese, prenderanno un giorno le armi e appenderanno i traditori». Questa idea, la più diffusa (dopo il 2012) nella Grecia delle classi popolari ormai ridotte alla povertà, ricomincia a prendere piede, con la grande differenza che, a partire dall’estate 2015, anche quelli di Syriza sono considerati parte della vituperata categoria dei politici.

Altro scopo della Rete Informale della Vita contro il Suicidio, annunciato tra gli altri dal mio amico Yorgos Vichas dell’Ambulatorio solidale Ellinikon a sud di Atene, è di istruire un fascicolo da distribuire alle più importanti giurisdizioni nazionali ed internazionali (ONU, Tribunali internazionali) per incolpare i responsabili dei crimini commessi in Grecia con le politiche dei Memoranda, che hanno provocato direttamente la morte di almeno 25 mila persone (per suicidio, mancanza di cure, sovramortalità).

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Petits vieux et petits métiers. Athènes, février 2016
Les nouvelles… ainsi figées. Athènes, février 2016
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“Nous sommes tous des salopards”. Affiche sur un livre. Athènes, février 2016

Gli individui potenzialmente sotto mira sono quelli che “governano” il paese dal 2010, calpestando, come sappiamo, la Costituzione (quindi, anche Alexis Tsipras), come anche i “responsabili” della Troika, dell’Eurogruppo e della BCE nella loro qualità di “forze occupanti”. È in questo senso che i lavori della “Rete Informale della Vita contro il Suicidio” dovevano essere indissolubilmente legati alle inchieste già concluse dopo la creazione della Commissione per la verità sul debito greco.

Per questa stessa ragione la Rete rimane informale, essendo palese che essa è stata silurata dal “governo” di Syriza; d’altro canto, la regione Attica (guidata da Rrena Dourou) non ha mai voluto sostenerla realmente. Questo spiega tutto!

Kiosque abandonné. Athènes, février 2016
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Dans Athènes, la Police qui interdit la circulation. Février 2016
Mendiants, parfois handicapés. Athènes, février 2016
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Gros plan du morceau de gâteau… emballé. Athènes, février 2016

Nemmeno sorprende vedere gli uomini di Syriza (che, a mio avviso, potrebbero avere agito sotto gli ordini delle Istituzioni europee e di Berlino), distruggere in questo momento tutte le prove ufficiali scoperte ed archiviate dalla Commissione per la verità sul debito greco. Perché questi meschini politici dell’ex sinistra ex radicale sanno che, se in Grecia tornasse la democrazia (probabile ed ipotetico), finirebbero col comparire dinnanzi una Corte di Giustizia, dove, insieme ad altri, sarebbero accusati, per via delle loro azioni, di “alto tradimento”, un crimine che consiste nell’estrema slealtà nei confronti del proprio paese e che, come sappiamo, è spesso associato ai servizi d’intelligence del nemico. Perché ciò che stiamo vivendo non è soltanto una crisi, ma anche una forma di guerra, totale ma a basso voltaggio…insomma, alla maniera europea, cosa che non fa presagire niente di costruttivo per gli altri popoli della cosiddetta “Unione Europea”. Queste dovrebbero essere le conseguenze politiche, oltre che penali, per i vari Papandreou, Papademos, Samastras e Tsipras, per citare solo i capilista. In Grecia, gli ultimi abiti del solito carnevale politico cadono in brandelli.

Giovedì 18 febbraio, il vice-ministro (ANEL) delle Infrastrutture, Panagiotis Sgouridis, è stato messo “in stato di dimissioni” da Alexis Tsipras (in trasferta a Bruxelles). Sgouridis aveva appena dichiarato, in un’intervista accordata ad un’emittente locale del nord della Grecia a Alexandroupolis, né più né meno che «Alexis Tsipras ha raggirato gli elettori…agricoltori, esattamente come in precedenza avevano fatto Papandreou e Samaras».

Sempre durante la mattinata del 18 febbraio, i locali del ministero della Salute sono stati occupati dagli scioperanti scaturiti da un movimento sociale negli ospedali pubblici. Nello stesso momento, in tutta la Grecia, numerose sedi di Syriza finiscono sotto attacco da parte dei contadini, come a Missolonghi, nella Grecia occidentale. I deputati della maggioranza non possono più circolare nelle loro circoscrizioni elettorali, se non scortati dalla polizia, altrimenti dovrebbero affrontare tutti i colori della collera locale. Bisognava aspettarselo.

É da qualche giorno (dal 8 febbraio), nella città di Canea, sull’isola di Creta, che davanti ai locali appartenenti alla Banca (Centrale) della Grecia (come noto, di proprietà della famiglia Rothschild), è stato affisso dai contadini un messaggio chiaro: «É la banca dei colonialisti. I Rothschild fuori dalla Grecia».

Si spera che, finita la febbre passeggera e trovati degli accordi tra il governo e quanti stanno protestando (in verità, tutte le categorie della popolazione), si finisca col calmare gli animi. Syriza/ANEL giocano la carta della divisione, avendo concesso, previo accordi con il governo, ad una ventina di mezzi agricoli del coordinamento agricolo della Tessalonica (vicino al partito comunista greco) di entrare ad Atene, ma avendo negato, allo stesso tempo, ai contadini del Coordinamento del Peloponneso (giudicato fuori controllo dal governo) la stessa entrata ad Atene (con lo scopo di raggiungere il grande presidio del mondo agricolo a Piazza Syntagma del 12 febbraio). Molto amareggiati, dopo essere stati vittime della repressione della polizia, quelli del Peloponneso annunciano, l’irrigidimento del loro movimento, che si traduce sul terreno con il blocco degli assi stradali passanti dal Canale di Corinto e l’isolamento del Peloponneso dall’Attica.

Dentro Atene, invece, è la polizia che spesso vieta la circolazione al passaggio delle manifestazioni, assai numerose di questi tempi. Immagini consuete, come la desolazione dei chioschi abbandonati o ancora lo spettacolo degli ambulanti e dei mendicanti, a volte portatori di handicap, e spesso “pensionati”, che cercano di sopravvivere tra le automobili ferme davanti al rosso. Sottolineo, d’altra parte, che in meno di un anno, ossia da quando Syriza è al governo, i mendicanti africani o pakistani dei semafori rossi sono stati sostituti dai greci, di solito più anziani. Anche questo bisognava attenderselo.

Ad Atene osserviamo come c’è qualcuno che lascia pezzi di torta, ben imballati, appoggiati sui cassonetti della spazzatura, in favore di sconosciuti cittadini (o di migranti) affamati. E, in linea con la complementarietà della nostra modernità contemplativa, ci sono anche quelli che lasciano mangimi e acqua per gli animali abbandonati, sempre molto numerosi.

Tutto non sarà completamente perduto in un sistema che affonda e di cui le riserve si svuotano senza che abbiamo trovato…il piede su cui ballare. Ad Atene è divenuto possibile imparare a ballare per soli 3 euro a lezione, avendo la crisi reso sempre più accessibile ciò che non lo era prima. Ma è una falsa realtà…nel paese dei salari inaccessibili: «Non posso più fare grandi cose, a parte sopravvivere. Dopo il nuovo colpo del memorandum Tsipras, debbo proporre le mie lezioni a 6 euro all’ora», afferma mio cugino Kostas, insegnante in una piccola scuola privata di corsi di sostegno.

De la nourriture pour animaux adespotes. Athènes, février 2016
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Apprendre à danser… Athènes, février 2016
El Greco, le peintre. Exposition datant de 2015, Athènes, février 2016
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Animal adespote près de l’Hôpital Agios Sávvas. Athènes, février 2016

Nei dintorni dell’ospedale “Agios Savvas” di Atene, gli animali randagi si credono gli unici padroni del posto, passando liberamente e con agilità da un terrazzo all’altro tra blocchi di immobili malandati. Si tratta di un insieme di immobili moderni, a suo tempo, quando, negli anni ’30, i loro appartamenti, di circa 50mq ciascuno, furono attribuiti ai rifugiati greci venuti dall’Asia minore tra il 1922 ed il 1923.

Altri hanno creduto di esserne i padroni, ma non lo sono mai stati che in maniera assai passeggera, come sempre tra gli umani. Durante la battaglia di Atene (dicembre 1944-gennaio 1945), la quale ha visto opporsi l’armata britannica contro i combattenti comunisti, questi immobili avevano ospitato quelli di sinistra nella seconda fase della guerra civile in Grecia; i segni degli spari delle mitragliatrici britanniche sono ancora visibili. Luoghi strani di memoria in questa Grecia…sempre movimentata.

Non lontano da lì, il nostro amico Panagis P., è stato appena operato per la seconda volta, proprio nell’ospedale Agios Savvas, un centro ospedaliero specializzato nella diagnosi e nel trattamento del cancro e ancora funzionante: “Tra la mia prima operazione ed il ricovero di dieci mesi fa e quella dell’altro ieri, ho constatato un netto peggioramento del servizio, il personale non riesce ad occuparsi di tutti, le insufficienze regnano. Per fortuna, abbiamo ancora le nostre medicine”

Les immeubles classées mais délabrés. Athènes, février 2016
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Les traces des balles laissées sur les murs… Athènes, février 2016
L’Hôpital Agios Sávvas à Athènes. Février 2016

Il nostro amico Panagis crede d’essere obbligato a fare il bilancio della sua vita e della sua militanza a sinistra, dai lontani anni ’70 al, pure lui lontano, anno 2012, quando ha definitivamente lasciato Syriza in seguito alla “destrizzazione” che, già allora, veniva portata avanti da Tsipras, evidente a chi aveva gli occhi per vederla.

La realtà molto semplicemente evacuata nel suo stesso senso, sotto lo sguardo degli animali randagi che frequentano ogni giorno quei luoghi e quei quartieri. I cartelli dell’ospedale riportano un messaggio molto chiaro: «Non nutrite gli animale randagi né i piccioni».

Bisognava attendersi anche questo!

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Panagiotis Grigoriou

Fonte: www.greekcrisis.fr

Link: http://www.greekcrisis.fr/2016/02/Fr0497.html#deb

18.02.2016

Articolo tradotto per il sito www.comedonchisciotte.org a cura da NICOLA PALILLA

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