LA GUERRA DEL DEBITO: UNA MODERNA TRAGEDIA GRECA

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DI ANDREW GAVIN MARSHALL

Information Clearing House

All’inizio della giornata di giovedì 7 novembre, la squadra antisommossa della polizia greca ha assaltato gli uffici della principale emittente pubblica della nazione la quale, da cinque mesi, era occupata dai lavoratori, i quali si opponevano alla decisione del governo di cessare l’attività della stessa, licenziando migliaia di dipendenti e distruggendo un’importante istituzione culturale.
Sembra che la trasmissione sia giunta alla fine.

Continua la lunga e dolorosa tragedia greca: la società e la cultura vengono distrutte, le persone impoverite e condotte verso una profonda depressione. Si verificano la crescita di conflitti politici e sociali, l’ascesa del fascismo, l’aumento, all’interno dei campi profughi, del numero di immigrati provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, che tentano di scappare dai dittatori che noi armiamo, dalle guerre che supportiamo; si intensificano i casi di suicidio, il degrado di salute e benessere, la scomparsa di servizi e sostegni a favore della popolazione; le persone sono condannate ad essere punite, umiliate, oppresse e distrutte… Queste sono le cosiddette “soluzioni” alla crisi, in nome del “risanamento economico”… Pensateci per un attimo.

Per quale motivo accade ciò? Perché lo richiedono alcune delle principali banche mondiali. Le stesse banche che hanno dato vita alla crisi finanziaria mondiale, alla crisi del debito europeo, alla crisi alimentare globale (la quale riduce alla fame decine di milioni di persone, incrementando, allo stesso tempo, la ricchezza delle sopraccitate banche); che riciclano centinaia di miliardi di dollari nel business del traffico di droga e della vendita di armi, finanziando guerra e terrorismo. Quelle banche esigono che gli abitanti della Grecia (e della Spagna, e dell’Italia, del Portogallo, e dell’Irlanda, e ovunque, sempre, in tutto il mondo) paghino gli interessi che reputano siano loro dovuti.

Permettetemi di spiegarlo il più semplicemente possibile: lo schermo di un computer, da qualche parte all’interno di una grande banca, ritiene che alcuni Paesi debbano a tale banca una certa somma di denaro, così gli abitanti di tale Paese devono soffrire e addirittura morire, in modo che il Governo si possa permettere di ripagare la banca. È questa la funzione del Governo, giusto? Servire le banche… Giusto?

La Grecia deve pagare le banche, perché le banche e tutti i loro amici (i cosiddetti “mercati finanziari”) hanno deciso di punire il Paese scommettendo contro la sua abilità di risanare il proprio debito, facendo crollare la sua affidabilità creditizia, rendendo maggiormente dispendiosa e, quindi, impossibile la sua capacità di prendere in prestito denaro e di reinvestirlo. A questo punto, la Grecia è fondamentalmente in bancarotta. Necessitando di denaro, si rivolge alla UE, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario Internazionale in cerca di “supporto”.

Essi pretendono che il Paese – per restituire il prestito [o i prestiti, ndt] – impoverisca la popolazione, tagli i servizi sociali, l’assistenza sanitaria, l’educazione, qualsiasi cosa vada a vantaggio della popolazione – lo distrugga! – perché “troppo costoso”. Queste sono le cosiddette “misure di austerità”. Poi bisogna assicurare che siano revocati alla popolazione recentemente impoverita tutti i suoi benefici, precedentemente garantiti attraverso il “patto sociale” tra questa e il Governo (sostanzialmente, un accordo che legittima il potere dello Stato di governare sulla popolazione). Tutto ciò deve essere annientato. Cose come pensioni, salvaguardia sociale, diritti e regolamentazioni del lavoro, protezione e sicurezza, industrie, risorse, servizi e ancora tutto ciò che è un bene della popolazione, deve essere demolito e svenduto a banche e aziende straniere. Demolito per assicurare che il Paese e la popolazione appena impoveriti possano essere effettivamente ed efficientemente sfruttate da aziende multinazionali. Queste sono le “riforme strutturali”, presumibilmente chiamate così perché “riformano” la struttura propria della società.

A questo punto, con la combinazione di impoverimento e sfruttamento, arriva la luce santa di ciò che guida in modo integrale il desiderio umano e la civiltà – il nostro obiettivo ed il nostro destino come specie su questo pianeta, il fondamento sul quale sorgono le nostre società, lo stadio più elevato dell’umanità: “la crescita economica”.

Chi non vorrebbe la “crescita”? Beh, a meno che non si parli di qualcosa come verruche, eruzioni cutanee, infezioni, infiammazioni, o di tumori, chiunque desidera la “crescita”, giusto? Anche se a farne le spese sono intere società e popolazioni costituite da esseri umani in carne e ossa, nella loro individualità, come ognuno di noi. Finché si soffrirà in nome della crescita, tutti saranno felici e contenti.

Allora, qual è il significato di “crescita”? Significa che le banche e le aziende – le quali hanno collaborato con le agenzie governative e i loro funzionari, specialmente nella creazione della crisi economica e finanziaria globale – adesso hanno la possibilità di raccogliere i benefici della distruzione: enormi profitti che ne aumentino il potere globale. Le grandi multinazionali possiedono più denaro di molte delle Nazioni della Terra. Il loro potere è salvaguardato dallo Stato, la loro influenza indiscussa, il loro controllo sulle risorse mondiali, sui materiali, sulla cultura e sull’intera società è in rapido avanzamento e sono – istituzionalmente e ideologicamente – totalitarie. Cosa c’è di non apprezzabile in tutto questo?

È proprio questo ciò che vogliono. Profitti e potere. Il nostro mondo è controllato e rimodellato da una minuscola élite finanziaria, industriale, politica e intellettuale. E la maggior parte delle persone deve soffrire in modo che questa possa ottenere tutto ciò che chiunque nella stessa posizione vorrebbe avere: anzi, essi vogliono tutto. Ed esigono che si taccia su queste questioni dando loro modo di impossessarsi di tutto. Se qualcuno dovesse avere problemi a riguardo, bene, è a questo che servono squadre antisommossa, prigioni e fascismo.

Ecco il motivo per cui la Grecia deve soffrire. Ecco perché ascoltiamo continuamente il dissacrante mantra della trinità economica: austerità, riforma strutturale e crescita economica.
La moderna Tragedia Greca della “Guerra del Debito” è condotta dal trio tirannico conosciuto come “Troika”: la Commissione Europea (un’élite sopranazionale non eletta, esente da qualsiasi tipo di responsabilità, di tecnocrati che salvaguardano gli interessi delle multinazionali e del potere finanziario), la Banca Centrale Europea (tecnocrati ed economisti non eletti che si occupano degli interessi dei “mercati finanziari” e delle grandi banche) e il Fondo Monetario Internazionale (tecnocrati ed economisti non eletti che fanno gli interessi della finanza globale e delle corporazioni). Questa “Troika” di istituzioni (Commissione Europea, BCE e FMI) ha rappresentato la realizzazione concreta di quella ideologica: austerità, riforma strutturale e crescita economica.

Insieme istituzionalmente ed ideologicamente, questi fanno precipitare l’umanità nel caos.

Benvenuti nel periodo più FOLLE nella storia dell’umanità; il tutto o niente. Benvenuti nella realtà.

Ora, per piacere, vorreste cortesemente favorire il cambiamento?

Andrew Gavin Marshall è ricercatore indipendente e scrittore di Montreal, Canada, che ha pubblicato numerosi saggi legati a tematiche sociali, politiche, economiche e storiche. È co-autore del libro “The Global Economic Crisis: The Great Depression of the XXI Century” [“La crisi economica globale: la Grande Depressione del XXI secolo”, ndt].

Fonte: www.informationclearinghouse.info

Link: http://www.informationclearinghouse.info/article36789.htm

7.11.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ILREANA

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