LA GERMANIA “SALVA” L’EURO UMILIANDO LA GRECIA

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DI PEPE ESCOBAR

sputniknews.com

C’è voluto il più lungo Eurosummit di sempre per le “istituzioni” dell’UE per confezionare una terribile umiliazione della Grecia camuffata dalla neolingua eurocratica.

La notizia viene dalle “istituzioni” che non battono ciglio quando bisogna applicare sanzioni contro “l’aggressione russa”. Quelle ore interminabili sono state dure a sufficienza. Il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble si divertiva enormemente nella camera delle torture – non gli importava un fico secco di spezzare l’Europa in due o tre blocchi inconciliabili tra loro.

È finita con la Francia (il Presidente Hollande) contro la Germania (la Cancelliera Merkel) – due burattini che la storia ha piazzato a questo incrocio del fato – per decidere il futuro dell’Europa nel bel mezzo ella notte. La Germania ha vinto – con la Francia che difficilmente addolcirà la medicina che verrà propinata al Primo Ministro greco Alexis Tsipras.

Nel processo, la MErkel e Hollande si sono comportati come un commando della NATO, scatenando un remix europeo (economico) di Shock and Awe. Un non identificato ed invisibile – ma sconcertato – eurocrate lo ha memorabilmente descritto come “waterboarding mentale intensivo”. Dick Cheney e Donald “conosciuti sconosciuti” Rumsfeld dovrebbero chiedere delle royalties – nello spirito dell’amicizia atlanticista.

Il risultato – la dichiarazione dell’Eurosummit – aggiunge un nuovo legame alla massima di Tacito “fanno un deserto e la chiamano pace”. Il Financial Times – che almeno è familiare con la storia dell’Impero Romano – l’ha definito “il più intrusivo programma di supervisione economica mai esistito nell’UE”.

Vi rimandiamo nel medioevo

Anche prima dell’ “offerta che non si può rifiutare” dal sapore mafioso suggerita dai “leader” dell’Eurozona, Twitter è esploso in tutto il mondo con #ThisIsACoup [questo è un colpo di stato, NdT]. Perchè effettivamente è così. Il nostro accordo – oppure bancarotta ed espulsione dall’Euro. Se questo è ciò che l’Europa offre agli “amici”, non ha bisogno di nemici. Esclusa l’ “aggressione russa”.

Quindi ora abbiamo un durissimo accordo di bailout che salta fuori proprio una settimana dopo che i Greci hanno in massa rifiutato il precedente e più morbido – che ora sembra un articolo da scuola infantile.

Tsipras ha ceduto su tutto – dai tagli alle pensioni all’aumento delle tasse, in modo da trasformare la Grecia in una colonia del FMI (centinaia di milioni di persone del Sud del Mondo danno benissimo come ciò si traduca nel disastro economico).

La sua unica “vittoria” è stata riguardo i 50 miliardi di Euro di asset pubblici greci che verranno messi in un trust di base nel famoso paradiso fiscale del riciclaggio noto come Lussemburgo – in una privatizzazione rapida, ovvero capitalismo disastroso, che permetta di “contribuire” a saldare i debiti. Il fondo avrà sede ad Atene.

Come sostiene la dichiarazione dell’Eurosummit, l’attuale governo greco sarà addirittura forzato a “fare marcia indietro sui precedenti programmi oppure identificare chiari equivalenti compensatori per i diritti che ne sono scaturiti”.

Traduzione: noi, Signori dell’Eurozona, vogliamo che si applichi la soluzione cartaginese alla vostra economia.

Non c’è da stupirsi che gli appassionati di storia dell’UE – e ce ne sono molti – sono convinti che ciò sia peggio del trattato di Versailles del 1919. Tutti noi sappiamo come tutto sia andato a rotoli dopo di esso.

Prendendo per buono che “l’offerta che non si può rifiutare” non salti, la tabella di marcia successiva è frenetica – comprendendo la creazione di un nuovo Governo di Unità Nazionale che faccia passare una legge che applichi l’IVA a tutto il paese [ora le isole hanno un regime fiscale agevolato per favorire il turismo, NdT], per fare a pezzi le pensioni; successivamente i Parlamenti di Germania, Finlandia, Austria, Olanda, Slovacchi ed Estonia si riuniranno per approvare un nuovo programma triennale di bailout. Per non menzionare che il Parlamento greco dovrà approvare altre leggi per avere prestiti-ponte in modo che Atene sia in grado di pagare la BCE il prossimo lunedì.

Se fallirà – come è probabile – sarà colpa della Grecia “Il rischio di non concludere rapidamente le negoziazioni è tutto a carico della Grecia”.

Il Presidente della Commissione Europea, il famoso opportunista Jean-Claude Juncker è “convinto” che il Parlamento greco accetterà l’accordo. Come al solito: o l’autostrada della troika o la via che porta al patibolo – ovvero il Grexit.

Vallo di Adriano remix?

Quindi Angela Merkel “vince”. Blitzkrieg Schauble “vince”. Il “messaggio” della Germania alle altre nazioni in difficoltà dell’Eurozona – Spagna, Portogallo ed Irlanda – è “provate a inventarvi qualcosa di simile e vi tratteremo con cura medievale”.

In un migliore mondo possibile di Voltaire, Atene potrebbe godere di un’apertura per operare quelle riforme drastiche in tempo record. Buona fortuna a chi riuscirà a far pagare le tasse ai ricchi oligarchi greci. Stando più vicini alla realpolitik, si può prevedere che l’Eurozona – a lungo termine – sia condannata.

Ora dipende dai Greci – ancora una volta – l’ultima parola. Ad un livello di sopravvivenza quotidiana, naturalmente milioni di perone sarebbero felici di vedere le banche tornare in affari, i bancomat funzionare, i turisti sulle isole e le loro pensioni svalutate e i loro risparmi ancora denominati in Euro.

È il popolo greco – con i propri diritti sociali – ad essere stato terribilmente punito. E ciò non è giusto. Dal 2001 – quando la Grecia è entrata nell’Eurozona – fino all’inizio della crisi del 2007, la Grecia ha speso meno in programmi sociali (20.6%) della Francia (28.7%) e – sì – della Germania (26.7%).

La produttività in Grecia era più alta che – sì – in Germania. Fino al 2008, la crescita reale del PIL greco era ad un 3.6% di media e la Germania all’1.3%. Per precisare a riguardo della leggenda – famosa tra i Tedeschi e le altre nazioni del nord Europa – che i Greci siano un mucchi di fannulloni attaccati alla tetta di pensioni generose e sussidi di disoccupazione.

La vittoria “a terra bruciata” della Germania potrebbe essere più emblematica di quella di Pirro. Le superbe “istituzioni” di questa antidemocratica idea di Europa sono largamente ignorati – se non disprezzati – dai loro cosiddetti cittadini. Stati Uniti d’Europa? Non ci saranno mai. Nemmeno per sogno. Non c’è da stupirsi che alcuni cinici e stoici stiano paventando l’idea di ricostruire il Vallo di Adriano – per separare i barbari del Nord dalla culla della cultura occidentale.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].

Fonte: http://sputniknews.com/

Link: http://sputniknews.com/columnists/20150629/1023985989.html

13.07.15

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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