LA CRISI RAZZIALE IN AMERICA

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DI NAFEEZ AHMED

counterpunch.org

L’assassinio di Michael Brown, un adolescente disarmato a Ferguson un quartiere di St. Louis County in Missouri, e l’ondata di disordini civili che ne e’ seguita, potrebbe costituire un precedente per il futuro della società americana secondo un veterano della guerra in Iraq, ed esperto di difesa del Pentagono.

Terron Sims, un afro-americano attivo nella locale sezione del partito democratico, che in precedenza aveva servito cinque anni dell’esercito degli Stati Uniti, mi rivelò in un’intervista del mese scorso che senza un cambiamento culturale, e istituzionale nelle attività di polizia americana in tutto il paese, gli Stati Uniti potrebbero assistere nel prossimo futuro ad un escalation di eventi simili a quello di Ferguson.

In un’intervista in Washington DC dove Sims è presidente del North Virginia Black Democrats, e membro del consiglio di amministrazione del Truman National Security Project, gli ho chiesto se la crisi di Ferguson ha offerto un assaggio degli eventi che verranno.

“Questo e’ un assaggio del presente amico mio. Ci siamo già. Questa e’ l’America di oggi” riferisce Sims. “E se non affrontiamo le cause principali in termini di diffusione della discriminazione razziale contro la popolazione di colore, questo sara’ il nostro domani.”

La crisi di Ferguson ha accesso un dibattito nazionale sull’ atteggiamento della polizia in America nei riguardi delle comunita di colore, cosi come la crescente militarizzazione della polizia a causa della politica federale del Pentagono che fornisce equipaggiamenti militari a costi ridotti o nulli.

Lo scorso Martedi, Lt. Col. Jon Belmar, il capo della polizia nella contea di St. Louis, giustificò ad USA Today. il massiccio dispiegamento di equipaggiamento militare come risposta all’ondata di proteste seguite all’episodio di Ferguson. “Se non avessimo avuto la possibilita di proteggere i nostri angenti con quei veicoli, temo che lo avremmo dovuto fare con le nostre pistole.” “Credo davvero che l’utilizzo dei mezzi corazzati ci ha dato la possibilita di non premere alcun grilletto… Penso che i militari usano tali mezzi come forza offensiva, ma i dipartimenti di polizia li usano solamente come deterrente.”

La recente donazione di 3 lancia granate,, 61 fucili, e di 1 veicolo resistente alle mine alla scuola di polizia nel dipartimento di Los Angeles, ha innescato l’azione di movimenti per i diritti civili e di gruppi educativi verso il dipartimento di difesa americano per far cessare queste forniture. Un ufficiale di polizia non identificato ha riferito che le armi sono necessarie per “la sicurezza dello staff, degli studenti, e del personale civile”, e che i lancia granate ed il mezzo corazzato verranno utilizzati sono “in circostanze particolari”, ma nulla e’ stato detto riguardo quest’ ultime.

Al contrario, Terron Sims, un graduato della West Point Military Academy, e comandante di compagnia nel 2003 durante la guerra in Iraq riferisce “Il comportamento della polizia in Ferguson e’ una farsa ed un campanello d’ allarme. Semplicemente non vi sono circostanza in America dove l’uso di equipaggiamento militare puo essere giustificato dalla polizia.” Durante il suo periodo in Iraq, Sims era responsabile nel manetere rapporti tra militari e autorita civili in Baghdad. “Il nostro squadrone aveva uno storico esemplare.” “Avevamo a che fare con qualcosa di molto peggio della polizia nelle strade di Ferguson. Sto parlando di truppe americane che dovevano affrontare orde di civili arrabbiati che ci guardavano come invasori. Rivolte? Proteste? Chi più ne ha più ne metta. Eppure dovevamo essere disciplinati. Il mio squadrone non ha mai usato la forza contro un singolo civile. Difatti, una parte del mio lavoro era quello di assicurare che la nostra squadra lavorasse a stretto contatto con i civili del distretto di Tisa Nessan, in Baghdad, in modo da facilitare la transizione da un istituzione guidata da miliatri, ad un governo guidato da civili.”

Durante la nostra intervista, Terron Sims pote’ a malapena nascondere il suo disgusto per il comportamento degli ufficiali di polizia in Ferguson contro i manifestanti. “Non posso parlare per conto dell’interno esercito americano in Iraq, ma se il nostro squadrone pote’ farcela, non vedo perche’ i poliziotti americani non possano.” Il problema, disse, e’ che il razzismo continua ad essere un problema principale nelle forza di polizia americane: “Questo riguarda una radicata cultura della polizia che non lavora al fianco delle comunità locali. Difatti queste vengono viste come un corpo estraneo, o ancor peggio, come un nemico da combattere. I poliziotti in grado di sparare a pacifici afroamericani non hanno una relazione con la comunità nera. Non hanno nessuna solidarietà.”

Gli chiesi come la polizia avrebbe dovuto trattare la situazione. “La prima cosa che avrei fatto se fossi il capo della polizia sarebbe stata mettermi in contatto con i leader della comunità nera,” disse. “Ascoltare il loro punto di vista, e lavorare insieme al fine di restaurare la capacità della polizia di comportarsi in modo legale e responsabile. Ovviamente in questo caso la polizia chiaramente non ha idea chi siano i leader della comunità nera. Ad essere onesti, se fossi stato il capo della polizia, mi sarei chiesto in primo luogo, ed in maniera molto critica come abbia permesso il raggiungimento di questa situazione.”

Sims puo essere difficilmente definito un attivista anti-establishment. Come convinto sostenitore del processo politico, egli e’ attualmente direttore delle relazioni esterne per il Arlington County Democratic Committee, e presidente del Veterans and Military Families Caucus per il partito democratico della Virginia. In questo contesto, il suo verdetto sul significato dei fatti di Ferguson per l’America e’ schiacciante. “L’assassinio di Michael Brown non e’ avvenuto improvvisamente,” mi disse. “Vediamo di non nasconderci dietro un dito. Cio’ e’ il risultato di una inspiegabile cultura razzista, che non riguarda solamente la polizia. Ovviamente a Ferguson osserviamo anni di una politica repressiva della polizia ai danni della comunita nera, ma cio’ ha radici molto piu profonde.”

La repressione della polizia, spiega Sims, deve essere considerata come parte di una piu ampia crisi della societa americana. “Guarda ad un posto come Ferguson, e vedrai una disoccupazione dilagante, poverta’ e analfabetismo nella comunita nera. Questo trend è continuato e peggiorato nel corso degli anni. Inoltre, non ci sono soldi per migliorare le cose”. “L’amministrazione locale non sta investendo in educazione. Non sta investendo nel lavoro, o in infrastrutture. Ferguson ovviamente non e’ un caso isolato. L’uccisione di neri innocenti in America da parte della polizia ha raggiunto livelli epidemici. Questo e’ una conseguenza delle enormi disuguaglianze tra bianchi e neri in America.”

E’ ora ampiamente riconosciuto che le differenze razziali in America sono peggiorate nel corso dell’ultimo decennio in linea con la situazione economica. Nel 1970 il 33.6% di neri, ed il 10%0 per cento di bianchi erano indigenti. Nel 2012, il 35% di neri vivevano in povertà, rispetto al 13% di bianchi. Mentre il 5% di bianchi americano sono disoccupati, piu del doppio (11%) sono neri. Quasi tre quarti di bianchi sono possessori della loro casa, rispetto al 43% di neri. Inoltre negli ultimi 25 anni, il divario di ricchezza tra bianchi e neri e’ quasi triplicato. La ricchezza media di una famiglia bianca e’ di circa $91,400, mentre per quelle nere e’ di un misero $6,400.

Le disuguaglianze economiche sono aggravate dall’accelerazione nella politica repressiva da parte della polizia nei confronti dei neri e delle minoranze etniche durante gli ultimi due anni. Documenti ufficiali della polizia
dimostrano che, malgrado le carenze nel modo in cui le informazioni sono state catalogate, le vittime di sparatorie della polizia sono soprattutto maschi, giovani, e neri.

Un sorprendente rapporto indipendente intitolato “esecuzioni extragiudiziali di persone nere in America” prodotto dal Malcolm X Grassroots Movement (MXGM) – un’ organizzazione di attivisti presente in Atlanta, Detroit, Fort Worth-Dallas, Jackson, New Orleans, New York City, Oakland, e Washington, DC – ha sollevato domande piu approfondite. Il rapporto, pubblicato nel Maggio del 2013, dunque mesi prima delle violenze in Ferguson, dimostra che ogni 28 ore un maschio afroamericano viene ucciso dalla polizia o da vigilanti privati, con poca o nessuna responsabilità da parte di quest’ultimi. Nel 2012, un totale di 313 afro-americani sono stati uccisi illegalmente in questo modo.

Il rapporto contestuallizza questa sistematica violenza nei confronti della comunita nera da parte delle forze di polizia americane come parte di un piu ampio sistema di repressione razzista nel quale i dipartimenti di polizia locali sono intrecciato con una rete di strutture di sicurezza federali che comprendono “l’ FBI, Homeland Security, la CIA, i servizi segreti, prigioni, compagnie di sicurezza private, insieme a programmi di sorveglianza ed incarcerazione di massa.” Nell’insieme, questo apparato di sicurezza nazionale “crea un’ imponente strategia di pace interna” attraverso un’infinita “campagna di contenimento” nei riguardi di gruppi definiti come problematici o pericolosi al sistema.

L’analisi del MXGM e’ inqueitantemente coerente con le crescenti prove del piano di contingenza del Pentagono riguardo le “insurrezioni domestiche” provocate da motivi sociali, economici, crisi alimentari, o disastri naturali. I documenti del governo federale americano suggeriscono che il ruolo del Pentagono nella militarizzazione delle forze di polizia locali e’ legato alle crescente preoccupazioni riguardo disordini civili interni dovuti alle pressioni di crisi climatiche, energetiche, ed economiche.

La mia approfondita inchiesta ldel mese scorso rigurado la controversa iniziativa del Pentagono denominata Minerva ha, ad esempio, mostrato come il dipartimento di difesa americano stia finanziando le universita al fine di sviluppare nuovi e complessi strumenti per estrarre dati capaci di catalogare automaticamente il livello di pericolo di gruppi ed individui definiti politicamente come “radicali”.

In una società dove le tensione razziali si stanno instesificando, le minoranze etniche e nere ne risultano sproporzionaleme impattate. Le forze di polizia finiscono nell’essere in contatto con le comunita afromericane “con le attrezzature , e la mentalita di un esercito di occupazione che inevitabilmente risulta in una sistematica uccisione extra giudiziaria di cittadini senza il rispetto dei loro diritti umani,” ripata il rapporto del MXGM.
“L’adozione di tattiche militari, equipaggiamento, addestramento, e armi comporta l’adozione di una mentalita di guerra,” conviene Adam Hudson riguardo le conclusioni del rapporto del MXGM. “Sono portati a vedere loro stessi come soldati che combattono contro un nemico straniero piuttosto che una forza di polizia che protegge una comunita’.”

Data l’estensione della divisione razziale in America, cio suggerisce che i movimenti per i diritti civili hanno fallito? Chiesi questa domanda a Terron Sims. “Non e’ che questi movimenti hanno fallito – e’ che la loro missione non e’ ancora finita”, mi disse. “In Ferguson, le condizioni hanno fementato per un po. Persone di colore vengono uccise ovunque in America, ma le regioni per le quali le proteste non sono scattate ovunque e’ dipeso dalle differenti condizioni demografiche. Ferguson ha una popolazione nera abbastanza consistente e concentrata, a differenza dell’uccisione di Trayvon Martin nel distretto della Florida, dove la comunita nera e’ molto piu dispersa e certamente piu abbondante di St. Louis.”

Difatti, Ferguson rappresenta un microcosmo di questi problemi, con disuguaglianze di ricchezza sensibilmente peggiore rispetto alla media nazionale. Per esempio, i dati del censimento per il 2012 in St. Louis mostrano che quasi la meta di tutti gli uomini afroamericani sono disoccupati, a differenza del solo 16% degli uomini bianchi.

“A quei livelli di povertà e disuguaglianza, con nessuno lavoro disponibile e niente da fare tutto il giorno, esiste un serio livello di disparita e disperazione” disse Sims. “Se senza una ragione apparente spari ad un ragazzo in strada in una situazione come questa, e’ chiaro che poi quest’ultima degenera. ”

Per Sims, l’unica soluzione per la comunita afroamericana e’ una mobilitazione sociale e politica: “Una parziale ragione per la quale non vi sono soldi a sostegno di queste comunita e’ perche’ non ci sono politicanti neri che le sostengono… Dobbiamo costringere un cambiamento coinvolgendo le istituzioni. ”

Se non si fa nulla per affrontare questi grandi e profonde questioni di discriminazione razziale e disuguaglianza, Ferguson rappresenta il futuro degli Stati Uniti?

“Certo che potrebbe”, riferisce Sims. “Non sto dicendo Fergusons potrebbe accadere ovunque, ma di sicuro, se le cose continuano così come sono, ci sarà un punto in cui la combinazione di una repressione inspiegabile, dilagante e razzista della polizia infiammera’ le tensioni comunitarie in circostanze di crescenti livelli di deprivazione, e disperazione. Ed è qui che le rivolte razziali potrebbero diventare molto più di norma di quanto ci si potrebbe aspettare. Quindi, a meno che qualcosa cambia, sì, Ferguson è il nostro futuro.”

Nafeez Ahmed

Fonte: www.counterpunch.org

Link: http://www.counterpunch.org/2014/09/22/the-racial-crisis-in-american-society/

22.09.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SIMONE DI COLA

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