LA CRISI DEL 1929 CI PIOMBA ADDOSSO

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DI ALGARATH

reseauinternational.net

Il compito è difficile. Scrivere un articolo in cui si parla di finanza è facile e alla portata di un buon professionista, ma questo non interessa quasi a nessuno. Scrivere un articolo comprensibile, semplice e chiaro, abbordabile da molti lettori, interessarli e condurli all’essenziale è tutt’altra cosa, ma è ciò che proverò comunque a fare adesso.
Un dissidente lucido dovrebbe essere cosciente che è a causa dei profitti enormi della finanza che la super-classe egemone mondializzata può permettersi i costi della sua dominazione sui popoli.

Guerre, eserciti, armamenti, complesso militare-industriale, ONG, corruzione delle persone che occupano posti di governo, acquisto dei media, tutto questo non sarebbe possibile senza i profitti della finanza. Prosciugare le fonti del profitto dalla finanza è rendere impotente i dominatori e riequilibrare le forze, offrendo una possibilità al cambiamento. D’altra parte, per esempio, siamo tutti convinti che è solo tagliando le risorse finanziare ai terroristi che potremo sconfiggerli.

Sebbene cosciente, il dissidente, che sia attivo o un semplice commentatore, non conosce i meccanismi che permettono questa dominazione, essendo la finanza quasi un’entità inconoscibile. In più, il dissidente medio, pensando che la finanza sia una cosa da ricchi, storce il naso sull’argomento. Niente è meno vera di questa affermazione, poiché la finanza aggredisce la massa dei poveri e li mantiene nella loro condizione.

Spiegherò qui un solo meccanismo di base facile, ma essenziale, da capire, quello per il quale la finanza ci tocca. Non è l’unico, ma è senz’altro quello per il quale siamo asserviti alla finanza. Comprendendo questo meccanismo, capirete come la finanza ci manipola e ammassa i suoi lauti guadagni, ottenendo così di esercitare il suo dominio su di noi. Capirete anche come fare cessare questi incredibili privilegi, anche se potranno essere solo limitati, e in parte, i dégâts che sono già in corso.

Prima tappa, la crisi del 1929

La creazione della Federal Reserve, il 23 dicembre 1913, è stata la prima data essenziale. Ci vorranno voluti 16 anni affinché l’impero della finanza porti il suo primo attacco utilizzando la sua arma segreta, la manipolazione del tasso d’interesse e più precisamente il suo aumento, la sua riduzione e di nuovo il suo aumento.

Tra il 1913 ed il 1927 i tassi sono rimasti normali, al 5,5% agli inizi del 1927. Questi tassi scesero rapidamente e condotti al 1,5 % nel 1929, perché gli Stati Uniti sono stati così pazzi da affidare ad un organismo privato, la FED, il diritto di aumentare o diminuire il tasso d’interesse. Il risultato: questo ribasso ha favorito l’appetito feroce verso il rischio degli investitori. Tenete a mente questo principio: quando i tassi d’interesse si abbassano rapidamente, gli investitori hanno il gusto esagerato per il rischio.

La borsa, in seguito a questa straordinaria riduzione dei tassi d’interesse, è schizzata in alto del 40% in poche settimane e le persone si sono indebitate prendendo in prestito per comprare azioni e partecipare al suicidio collettivo. Fu a quel punto che la FED innalzò i tassi. Riporto il passaggio di uno studio descrittivo al quale avevo collaborato all’epoca e che spiega la crisi del 1929 in lungo ed in largo. È fondamentale, sia per coloro i quali siano interessati alla storia che per quanti vogliano comprendere la peggiore truffa in preparazione di tutti i tempi, capire la crisi del 1929. L’appetito per il rischio svanisce e gli investitori vendono nel panico i loro portafogli.

Il crac del 1929 fu una crisi economica globale, della borsa, finanziaria ed infine industriale che ebbe luogo alla Borsa di New York tra il 24 ottobre ed il 29 ottobre 1929, ma che provocherà le sue conseguenze negli anni seguenti. Questo evento segna l’inizio della Grande Depressione, la più grande crisi economica del XX secolo, che attanagliò progressivamente tutte le economie mondiali, con la sola eccezione della Russia sovietica, economicamente isolata a partire dalla rivoluzione del 1917.

Tutto iniziò con la creazione di una bolla speculativa nel 1927. La bolla fu amplificata dal nuovo sistema d’acquisto “scoperto”, che è permesso a Wall Street dal 1926. Gli investitori possono acquistare dei titoli con una copertura del solo 10%.

Il sistema funziona così:
• più il tasso per i prestiti è basso, più le persone prendono a prestito;
• più le persone prendono a prestito, più investono in borsa;
• più investono in borsa, più la borsa sale;
• gli investitori rivendono puntualmente alla scadenza per intascare i rendimenti. Almeno se tutto continua a funzionare bene.

Secondo questo sistema tutto dipende da due cose:
• Il tasso per i prestiti deve restare basso
• Il tasso di crescita della borsa deve restare alto

Se uno dei due parametri non si avvera, il sistema crolla
Nell’aprile del 1929, i tassi d’interesse aumentano, immediatamente la borsa comincia a stagnare. Tutti coloro che speculavano con i prestiti, sono obbligati a vendere per pagare i loro prestiti. La vendita delle azioni precipita la sua corsa verso il basso. La bolla scoppia. La fiducia nel sistema si incrina, ma il fenomeno rimane marginale e conosciuta che ai soli pochi addetti ai lavori. Più grave è la mancanza di liquidità nel mondo dell’economia reale, cosa che ha due conseguenze:

• l’aumento dei tassi d’interesse è necessario per alimentare “normalmente” il finanziamento dell’economia reale, il cui funzionamento è disturbato da un mercato borsistico falsato da una certa asfissia (i capitali disponibili accorrono alla Borsa, piuttosto che verso l’economia reale). L’aumento del tasso permette di retribuire normalmente l’investimento sano.

• L’aumento dei tassi d’interesse è mortale per la speculazione, poiché gli speculatori debbono prendere a prestito per acquistare la quasi totalità delle loro azioni. A poco a poco diventa sempre più difficile prendere a prestito per speculare, perché il saldo dell’operazione potrebbe essere negativo, considerata la differenza tra, da un lato, il prezzo di vendita e, dall’altro, il prezzo d’acquisto più il costo del prestito.

Qualche giorno prima del crac (il 18, il 19 ed il 23 ottobre 1929), le prime vendite massicce di titoli hanno avuto luogo. Si tratta di vendite effettuate secondo le scadenze per incamerare i rendimenti, ma che danno inizio alla corsa al ribasso. Giovedì 24 ottobre (noto come “Giovedì nero” o “Black Thursday”) è la data che segna la diffusione del panico. La mattina non si trova praticamente un compratore, quale che sia il prezzo. A mezzogiorno l’indice Dow Jones ha perso il 22,6% e una sommossa scoppia all’esterno del New York Stock Exchange, dopo che le guardie del palazzo e la polizia hanno impedito a degli investitori d’entrare. Per un effetto domino, è tutta la Borsa a crollare. La caduta dal 1930 al 1932 è superiore a quella del 1929. L’8 luglio 1932, il Dow Jones crolla al 41,22%, il più basso livello dalla sua creazione nel 1896.

Tra i più spettacolari crolli del periodo 1929-1932:

• U.S. Steel passa da 262 dollari a 22
• General Motors passa da 1075 dollari a 40
• General Electric passe de 1612 dollari a 154
• Le Dow Jones perde, nel periodo, l’89% del suo valore.
• Il valore virtuale del denaro “volato via” ammonta a 72 miliardi de dollari.

La catastrofe è totale e colpisce in serie 3 bersagli:

• La borsa
• Le banche
• Le imprese
La perdita di fiducia dovuta alla crisi della borsa infetta i consumi e gli investimenti nei mesi seguenti il crac.
Gli investitori che hanno speculato non possono più rimborsare i loro debiti. Senza i loro rimborsi, le banche non possono più alimentare il commercio e l’industria. Le imprese, che si ritrovano senza clienti e senza liquidità, cominciano ad essere in difficoltà.

Le banche sono strette tra i loro clienti e i loro partners abituali (gli speculatori e le imprese), che si rivelano “insolventi”.
La chiusura delle piccole banche fa diffondere il panico, specie tra gli uomini comuni che vorrebbero ritirare i propri soldi dal sistema bancario, il quale affonda sempre più sotto questa incessante richiesta. Il contagio della crisi dalla borsa alle banche ha richiesto qualche mese. Ci vorrà ancora qualche mese prima che la catastrofe si diffonda all’industria ed al commercio, le quali, fino a quel momento, riuscivano ancora in qualche modo a restare in piedi.

L’assenza di liquidità e, dunque, la mancanza di clienti fissi comporta la chiusura delle imprese e la disoccupazione di milioni di persone, cosa che, di conseguenza, riduce il potere d’acquisto globale della popolazione.

Un tentativo di aggiustamento dell’economia americana sarà accennato con il New Deal a partire dal 1933, ma una nuova caduta avrà luogo nel 1937. Non fu che con l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, nel 1941, che il paese si riprenderà in modo definitivo. Gli indici di borsa ritorneranno a valori comparabili a quelli precedenti la crisi del 1929 solo 25 anni più tardi (il picco nel 3 settembre 1929 è superato solo il 23 novembre 1954)

Il “Greenspan put”

Il termine «put» si riferisce ad una tecnica di opzioni finanziarie, ma si tratta anche del termine scelto dagli analisti per descrivere la strategia di Greenspan. Alan Greenspan (di che origine sarà mai?) è un ex presidente della FED. È autore della riduzione e del mantenimento dei tassi d’interesse a livello ridicoli fino al 1999, a partire dal quale ha deciso di aumentarli improvvisamente, invogliando gli investitori nel panico a vendere. Ciò provocò la crisi del Nasdaq del 2000, il quale passò da 5500 a 1500 punti. Mediante l’attuazione di questa strategia, che molti analisti non stupidi giudicano identica a quella del 1929 e che da loro è stata chiamata “Greenspan put”, la bolla speculativa è scoppiata. A questo punto, l’élite egemonica comincia a fare incetta delle azioni il cui valore è crollato in basso.

Il “Bernanke put”

Ben Bernanke (e di che origine è anche costui?) diventa presidente della FED dopo Greenspan. I tassi d’interesse sono quasi a zero tra il 2008 ed il 2015. Scoppia la crisi dei titoli «subprime» e il crash del 2008. L’élite egemonica raccatta ancora una volta le azioni di tutte le borse, crollate del 37% in Canada, del 55% negli USA, del 75% nei paesi emergenti. Terza rapina (1929-1932, Nasdaq 2000, Crisi 2008-2009).

Grazie a queste 3 crisi, create deliberatamente, volute e coordinate dalla banca centrale, l’élite ha guadagnato 40 trilioni di dollari, ossia 40,000 miliardi de dollari. Questo denaro alimenta sia il complesso militare-industriale che gli armamenti, con la complicità dei più alti livelli politici, che assistono ciecamente Israele.

Janet Yellen: la transizione tra il “put” e il “call

Janet Yellen (toh! Ma di che origini è anche costei?) è da pochi mesi alla guida della FED. Adesso, è opportuno reiterare i tre episodi precedenti, che tanto bene hanno fatto alla élite (1929-1932; Nasdaq 2000; Crise 2008-2009)
Grazie ad episodi da cinema realizzati con grande cura e messi in scena nella forma di logorante psicodramma, probabilmente si sta preparando il terreno per l’aumento dei tassi d’interesse ad opera della FED nelle prossime settimane. Siamo, dunque, giunti al punto cruciale che infetterà la finanza planetaria. Questo aumento scoraggerà gli speculatori, che, presi dal panico, venderanno le loro attività, ossia azioni ed obbligazioni, ma anche oggetti d’arte e immobili. Ciò avverrà tra il 2106 ed il 2020.
Quello che si prepara in questi giorni è il più grande furto dalle nostre tasche a quelle della Cabala & Kazari e anche ai governi.

Ve ne spiego il meccanismo:

1. I soldi dalle nostre tasche o da quelle degli investitori provenienti dalle borse (60.000 miliardi di dollari) e di debiti (obbligazioni per un valore pari a 9 volte la borsa), finiranno nelle tasche dei banchieri e dei Kazari;

2. I soldi dei risparmiatori finiranno in quelle dei banchieri e dei governi grazie al sistema del “bail-in”. I governi rimborseranno i loro debiti. Per esempio, la Francia deve 2.000 miliardi d’euro, ma i risparmi dei francesi sono stimati intorno a 12.000 miliardi di euro. Sequestrando circa il 25% di questo risparmio, il governo avrà saldato il suo debito e potrà ricominciare da zero. Il totale rapinato sarà colossale. Ecco come ciò avverrà:

Il debito (per mezzo delle obbligazioni) è stato venduto durante gli ultimi 8 anni (2008-2015) a tassi anemici, fino anche allo 0%. Facciamo un esempio: l’obbligazione è di valore pari a 100 e l’interesse è pari al 5% o anche meno.

Le banche centrali aumentano progressivamente i tassi d’interesse (a breve) dallo 0% al 4% o anche al 4,5%, che corrisponde alla media annuale a partire dal 1913. Questo vuole dire che il prezzo delle obbligazioni esistenti (non di quelle nuove, che verranno emesse al tasso del 4%) crollerà del 4%-5% ogni anno per 10 anni o più ossia si deprezzeranno del 50% o più. L’aver fatto scendere i tassi d’interesse a zero per poi farli risalire permette il meccanismo.
Quando le vecchie obbligazioni avranno perduto il loro valore, se confrontate a quelle nuove, la maggioranza degli investitori venderà “scontate” le vecchie. Saranno vendute al 100% meno il 50% del loro valore nominale, ossia 50. E ce n’è per 540.000 miliardi di dollari. Le perdite per gli investitori saranno enormi, ma queste obbligazioni saranno acquistate dalla Cabala & Kazari. Ciò avrà due effetti: da una parte avranno ridotto la loro esposizione debitoria, e dall’altra, soprattutto, avranno acquistato al prezzo di 50 ciò che varrà 100 negli anni successivi, perché il tasso sarà nuovamente ribassato una volta conclusa la manipolazione.

Identico discorso per le borse. Questo colpo sulle borse, tuttavia, è già stato perpetrato come già spiegato nel 1929 e più di recente nel 2000 e nel 2008.

Bisogna comprendere la misura del guadagno intascato dai Kazari in questa operazione: 280.000 miliardi di dollari. È una somma davvero considerevole, se paragonata a quanto ci hanno estorto in passato con tutte le truffe realizzate a partire dal 1913: 40.000 miliardi di dollari.
Evidentemente, essi possono fare ciò perché totalmente impuniti, essendo essi stessi a decidere le dimensioni del QE e come e quando aumentare o ridurre i tassi.

Conclusioni:

La stessa strategia messa in atto con il grande successo del 1929, ossia un aumento dei tassi seguito da un brusco ribasso, seguito da un nuovo rialzo, è stato riutilizzato nel 1999 e nel 2008. Adesso, è prossima ad essere riedita ad un grado 10 volte superiore. Le volte precedenti sono state coinvolte le solo azioni; questa volta nemmeno le obbligazioni avranno scampo (costituiscono circa 9 volte il volume delle azioni)

Purtroppo, siamo ad uno stato avanzato del programma, perché la fase di alti tassi, seguita da una con tassi bassi, è già stata consumata. A questo punto, alla FED non resta che aumentare il tasso, azionando il suo privilegio di stabilirlo unilateralmente, perché l’economia è asfittica.

Come dei vitelli che si conducono al mattatoio, la più grande truffa finanziaria dall’alba dell’umanità ci schianterà e andrà crescendo nei prossimi 4-5 anni. Essa è inevitabile. Gli speculatori e gli investitori saranno i primi ad essere toccati, alcuni saranno rovinati, ma a nessuno fregherà molto. Diversamente, il contagio dell’economia reale provocherà un livello di disoccupazione peggiore di quello raggiunto nel 1929

Algarath

Fonte:bhttp://reseauinternational.net

Link: http://reseauinternational.net/la-crise-de-1929-plane-sur-nous/

24.11.205

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICOLA PALILLA

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