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DI GARY L. FRANCIONE

theeuropean-magazine.com

Il veganismo senza i diritti degli animali

Stiamo per difendere quella che può sembrare una posizione controversa: che il nostro rifiuto morale di mangiare carne, latticini, uova, e tutti gli altri prodotti di origine animale sia necessario secondo la nostra eticità convenzionale di rispetto per gli animali. Cioè, se se tu rifiuti l’idea che gli animali sono cose che non hanno alcuna sorta di valore morale, ti senti in dovere di adottare una dieta vegana. Senza neanche il bisogno di abbracciare una teoria dei diritti degli animali.

Ipotesi: Incontri Fred, che gode nel provocare dolore e sofferenza agli animali. Fred ha un certo numero di animali nella sua cantina , dove scende regolarmente e li induce a soffrire il dolore fisico, la paura, e la angoscia, per poi ucciderli. Oppure, Fred è una persona adorabile; il suo debole per uccidere gli animali non riguarda in alcun modo i suoi rapporti con gli altri esseri umani. Alla domanda sul motivo per cui lo fa, Fred spiega che lui trae piacere e divertimento dal compiere queste azioni.

Potrebbe qualcuno non considerare ciò che Fred stava facendo come moralmente riprovevole e, davvero moralmente offensivo? Ovviamente no. Si potrebbe supporre da tale reazione che l’obiettore abbia accettato l’uguaglianza degli esseri umani e non umani? No. Anche se pensiamo che gli animali hanno un valore morale inferiore a quello degli esseri umani, ci sarebbe ancora da obiettare la perversione di Fred, fintanto che si crede che gli animali abbiano un certo valore morale.

Ogni anno uccidiamo quasi 60 miliardi di animali in tutto il mondo

La maggior parte delle persone credono che gli animali hanno un certo valore morale, ma che di per sé non è censurabile usare e uccidere animali per scopi umani fintanto che non vengano loro imposte sofferenze inutili. E la necessità deve escludere la sofferenza inflitta per il piacere, il divertimento o la convenienza. Se il dolore che viene imposto per il piacere, il divertimento, o la convenienza può essere considerato come necessario, allora non c’è nulla che possa essere considerato come inutile. Se il piacere, il divertimento, o la convenienza possono essere considerati come “necessari”, di conseguenza il giudizio convenzionale riguardo agli animali dice che possiamo usare gli animali finché non imponiamo loro inutili sofferenze o sofferenze gratuite. Quindi, nel caso di Fred, il giudizio convenzionale direbbe che Fred non dovrebbe imporre più male di quanto sia necessario per lui nel trarne il piacere e il divertimento che cerca. Ma nessuno permetterebbe a nessuno di considerare ciò come una comprensione plausibile di “necessità”.

Questo è precisamente il motivo per cui la maggior parte delle persone protestano contro gli sport sanguinari come la caccia alla volpe e la corrida: perché impongono troppa sofferenza e morte agli animali per il solo fine del piacere e del divertimento.

Quindi la domanda è: su quali basi possiamo legittimamente uccidere quasi 60 miliardi di animali ogni anno in tutto il mondo (senza contare i pesci)? Nella migliore – la più “umana” delle circostanze – la quantità di sofferenza che viene imposta agli animali perché considerati alimenti è sconcertante. Se crediamo che la sofferenza inutile sia sbagliata, come possiamo giustificare un tale livello di sofferenza? In effetti, anche se avevamo reso l’agricoltura animale molto più “umana” di quanto non lo sia attualmente, ci sarà ancora sofferenza, paura, angoscia, e morte. E non c’è distinzione moralmente coerente fra la carne e gli altri prodotti animali, come il latte e le uova. Tutti implicano sofferenza, angoscia, e morte.

L’agricoltura animale è un disastro ecologico

Dato che abbiamo criticato Fred, che cosa dobbiamo dire in nostra difesa, se Fred punta il dito sui suoi critici come ipocriti che consumano prodotti di origine animale? Fino a poco tempo, la maggior parte delle persone hanno creduto che fosse necessario consumare alimenti di origine animale e che, senza quei cibi, gli esseri umani sarebbero morti. È una credenza di molti ancora oggi.

Questa convinzione non è giustificabile. Abbiamo saputo per secoli che l’uomo può vivere senza consumare proteine ​​animali. Nella misura in cui chiunque sostiene che la fede oggi è una testimonianza della potenza combinata di pubblicità e un mezzo corporativo controllato per rafforzare il nostro desiderio di mangiare quello che siamo abituati e ciò che ha un buon sapore rispetto alla nostra esperienza passata.

Dichiarare che abbiamo bisogno di alimenti di origine animale per l’alimentazione umana è chiaramente e inequivocabilmente falso. E’ ormai riconosciuto da quasi ogni organizzazione professionale che si rispetti, tra cui l’American Heart Association e la Mayo Clinic, nonché da agenzie governative di tutto il mondo, che una dieta composta di soli cibi vegetali, non può essere perfettamente sana, ma è quasi certamente più sana di una dieta ricca di carne, latticini e uova. Ma se una dieta vegana è più sana, certamente non è meno sana e gli alimenti di origine animale non possono essere considerati necessari per la salute umana. C’è anche un ampio consenso riguardo al pensiero che l’agricoltura animale sia un disastro ecologico.

Così, alla fine, qual è la migliore giustificazione che abbiamo per imporre sofferenza e morte a miliardi di animali ?

I cibi animali hanno un buon sapore.

Ci piace il gusto della carne animale e dei prodotti di origine animale.

E’ una convenzione quella di mangiare alimenti di origine animale. E’ un’abitudine.

Come può il nostro consumo di prodotti di origine animale essere diverso dal caso di Fred ? Non lo è. Il piacere del palato non è moralmente diverso da qualsiasi altro tipo di piacere.

Hai adottato una dieta vegana

La classica risposta a questo punto è quella di dire che c’è una differenza morale tra Fred e qualcuno che va al negozio e compra prodotti di origine animale. Ci può essere una differenza psicologica, ma non c’è nessuna differenza morale – non più di quanto vi sia una differenza tra chi commette un omicidio e qualcuno che paga per avere l’omicidio commesso. E non c’è differenza – psicologica o morale – tra Fred e un cacciatore.

Quindi, se ci opponiamo a quello che fa Fred, stiamo agendo in modo incoerente, a meno che non smettiamo di mangiare cibi animali e diventiamo vegani, almeno nei casi in cui non stiamo morendo di fame su di una proverbiale isola deserta o una scialuppa di salvataggio. In tali situazioni, ci sono diverse considerazioni. In effetti, ci sono stati casi in cui gli umani hanno mangiato altri esseri umani in date situazioni e abbiamo considerato la condotta immorale (e illegale), ma giustificabile, date le circostanze.

Alcuni sostengono che il nostro consumo di alimenti di origine animale sia tradizionale e che molti alimenti di origine animale siano culturalmente significativi. Se qualcosa è moralmente sbagliato, il fatto che si tratti di una tradizione o che sia culturalmente significativo non può essere altrimenti. Non c’è niente di più duraturo in una tradizione che il sessismo e la misoginia, aspetti ai quali viene accordata una grande importanza sociale.

E le piante? Questa è la prima domanda fatta ad ogni vegano durante una cena. Le piante sono vive; essi non sono senzienti. Non hanno le esperienze soggettive degli animali che consumiamo come cibo.

Reagiscono agli stimoli; non rispondono. Non hanno interessi; non c’è nulla che vogliano, desiderino, o preferiscano. E anche se le piante fossero senzienti, il veganismo sarebbe ancora un imperativo morale, dato che ci vogliono molti chili di piante per produrre un chilo di carne.

Si prega di notare che vi abbiamo mostrato che, a meno che non abbracciate l’idea che gli animali sono solo cose al di fuori della comunità morale, siete vegani. E non abbiamo mai nemmeno accennato ai diritti degli animali. Questo perché non ne abbiamo bisogno di questo concetto se non stiamo parlando di situazioni in cui vi è una richiesta plausibile di necessità e abbiamo bisogno di un analisi dei diritti per capire e risolvere il conflitto. Ma il 99% del nostro uso degli animali, tra cui il nostro uso numericamente più significativo degli animali come alimento, non comporta alcun tipo di necessità o qualsiasi reale conflitto tra gli interessi umani e non umani. Se gli animali sono una questione morale per tutti, quindi, anche senza accettare una teoria dei diritti degli animali, l’uso degli animali non può essere moralmente giustificato.

Gary L. Francione

Fonte: www.theeuropean-magazine.com

Link: http://www.theeuropean-magazine.com/gary-l-francione/10366-the-morality-of-eating-meat-eggs-and-dairy

13.07.2015

Traduzione per www.comeonchisciotte,org a cura di ELENA ALBERTI

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