IL NEMICO RILUTTANTE

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La Convenzione Democratica 2016 mi ha ricordato The Triumph of the Will, il paradigmatico film di Leni Riefenstahl. L’orazione di fuoco del “Generale a quattro stelle dei Marine” il Gen. (in pensione) Allen, pronto a prendere a calci in culo i Russi, agitandosi al grido ritmico e isterico di un Uoo-eS-Ay, pieno di tutta l’aggressività galoppante e la pompa militare dell’eccezionalismo de “L’America è grande perché l’America è buona”.

Gli Stati Uniti come paese indispensabile, per il suo “potere di trasformare il mondo”, un mix velenoso di Uber Alles e di Manifest Destiny che calzano come un guanto a una matrice che già vedemmo nel raduno del Partito Nazista a Norimberga nel 1934, in Germania.

Qui finiscono le somiglianze: la versione demo è tutta a favore dei banchieri e contro i lavoratori, mentre i nazisti si definivano ” partito dei lavoratori” e andavano contro il capitale finanziario. I nazisti dicevano di essere per la famiglia e la maggior parte dei democratici dice di non preoccuparsi dei voti dei lavoratori, in quanto hanno già abbastanza voti dalle femministe e dai gay.

E gli ebrei adesso sono a favore, e non contro. L’agenzia di stampa ebraica JTA descrive le dichiarazioni del generale (in pensione) Allen-sputafuoco come “il momento ebraico del DNC … che ha dato la maggior rassicurazione ai falchi della comunità ebraica” avendo promesso che “le nostre forze armate saranno ancora più forti”. Bill Clinton sembrava essere un pulsante che ripeteva Hillary in ebraico, per mobilitare tutta la comunità ebraica per la Clinton e per la guerra. Il devoto sionista Rupert Murdoch ha pubblicato nella sua New York Post le foto nude della signora Trump.

Uno scrittore american-israeliano Bradley Burston ha scritto sul giornale Haaretz newspaper un pezzo intitolato Questa è la guerra e Trump è il nemico. Lo sapevamo bene che le elezioni USA non erano fatte per i vegetariani. La corsa spiritosa di Mark Twain come Governatore è una prova che erano e che sono una lotta senza regole né prigionieri. Eppure, pezzi come questi di Burston trasformaranno queste elezioni in una partita in cui non si grida, ma si spara.

Se l’unica obiezione da fare ai nazisti era di essere delle bestie contro gli ebrei, non ci può essere nessuna obiezione per il militarismo americano.

I candidati presidenziali hanno annunciato qual è il loro nemico. Carl Schmitt, un grande filosofo politico del secolo scorso, disse che la scelta del nemico è la scelta politica più importante, molto più importante della scelta degli amici: questa scelta è stata ufficializzata al DNC. Mentre il nemico per Trump sarà la disoccupazione, l’outsourcing, l’immigrazione, le guerre all’estero, i neocon e gli alleati trovati lungo la strada, i clintoniani hanno scelto, o meglio hanno confermato, che i russi sono il loro Nemico.

Parole di Jeffrey Sachs, “Hillary è la candidata di Wall Street. Ma ancor più pericoloso è che è anche la candidata del complesso militare-industriale che appoggia qualsiasi guerra che chieda lo stato di sicurezza USA gestito dall’esercito e dalla CIA.” E adesso sia lei che il suo partito hanno messo gli occhi sulla Russia.

I russi non hanno avuto nessuna voce in capitolo in questa decisione: sono stati formalmente nominati Nemico dell’Impero, e questa nomina non prevede nessun accordo da parte della vittima.

Perché sono stati scelti i russi? E chi altro se no? La macchina da guerra degli Stati Uniti ha bisogno di un nemico, e il mondo non è poi tanto grande. L’Europa è già sottomessa e occupata. La Cina è troppo grande, l’India è troppo moscia, gli arabi sono troppo poco. Il Giappone è già stato scelto come nemico nei primi anni Novanta, ma si è arreso. Putin aveva compreso perfettamente che la macchina da guerra USA stava cercando un nemico, già quando alle Nazioni Unite propose agli americani di combattere lo Stato Islamico insieme con la Russia. Questo nefasto Stato islamico rimane una possibilità con cui si dovrà aver a che fare ma, nel frattempo, serve un nemico più grande e più serio, un nemico che abbia la capacità di attrarre dei budget sostanziosi e, per questo, va meglio la Russia.

La Russia ha un fascino in più: è la nazione erede dell’URSS, che è stato il nemico di tutto l’Occidente per tanto tempo, fino al 1991. Quindi si tratta di un nemico tradizionale. Hillary come le Goldwater Girls appoggia la Russia, come il più odiato candidato alla guerra e, a quanto pare, si sente ancora emozionata. E ‘vero che lo stato di nemico per la Russia era giusticato dalla natura satanica di un comunismo senza Dio, ma questa spiegazione è morta e sepolta, comunque le spiegazioni non sono ragioni, si tratta di retorica secondaria. Il motivo è la necessità di un nemico che possa far aumentare sufficientemente il bilancio di guerra e che permetta a generali e produttori di armi di continuare a vivere allo stesso stile di vita a cui sono abituati.

Gli interventisti Liberal sono straordinariamente bravi a spiegare il motivo perché combattere un nemico scelto dalla macchina della guerra sia necessario e sia anche un bene per l’umanità. Sono troppo bravi: riescono a demonizzare il nemico a tal punto che la pace diventa impossibile. Per loro, ogni avversario che non abbassi le penne velocemente diventa un nuovo Hitler. Ora è il turno della Russia e di Putin.

I Russi spesso si chiedono cosa fare per evitare l’ira americana. La risposta è niente. Non si tratta della Crimea, perché prima della Crimea c’erano altri motivi, in particolare il fatto che i russi non adoravano i gay, oppure il loro rifiuto a lasciare che i bambini russi fossero esportati all’estero per essere adottati da “famiglie” dello stesso sesso. Prima ancora era perché Putin era un dittatore. E prima per la corruzione, per la mafia russa e per la proprietà iniqua delle abbondanti risorse che avrebbero dovuto appartenere al genere umano, nel senso delle società degli Stati Uniti, come spiegava Madeleine Albright. Non ha senso scervellarsi per trovare spiegazioni, tanto per i russi non può cambiare niente: la reale necessità della macchina della guerra USA è avere un nemico.

Gli americani dovrebbero decidere se vogliono continuare a combattere congtro dei novelli Hitler e continuare ad arricchire generali, banchieri e proprietari dei mass-media. Se vogliono questo, Clinton sarà la persona giusta. Dar retta a questa gente porterà l’America in guerra con una regolarità spaventosa. Ma se non vogliono questo, hanno una alternativa.

Donald Trump non è un “male minore” – è un uomo senza paura che intende cambiare il paradigma degli Stati Uniti dalla guerra verso una tendenza pacifica a curare il proprio giardino. Sono rimasto stupito dalla forza d’animo di Trump mostrata nella vicenda del funzionario musulmano morto e della sua famiglia. La storia è chiara: quest’ uomo è morto strangolato dalla macchina da guerra degli Stati Uniti in una guerra di aggressione che ha ucciso (e continua ad uccidere) milioni di musulmani e di cristiani in Medio Oriente. Quell’uomo è morto, in effetti, se non nelle intenzioni, per portare lo Stato Islamico al potere. Suo padre disgustosamente ha voluto usare la morte del figlio per appoggiare l’assassino finale di suo figlio. Trump ha preso una posizione molto morbida su questo punto ed è stato aggredito dai suoi nemici nel partito e fuori. Mi sarebbero venuti i brividi e mi si sarebbe gelato il sangue di fronte a attacchi di quel genere, ma Trump non si è smosso di un millimetro.

In particolare, tra i senatori repubblicani più guerrafondai, John McCain ha condannato Trump per aver parlato contro il soldato caduto e la sua famiglia. Ma si tratta di quello stesso McCain che tradì i suoi commilitoni prigionieri in Vietnam. Ron Unz ha portato prove convincenti che dimostrano che McCain fu l’uomo la cui falsa testimonianza fece condannare i POW prigionieri di guerra e i MIA soldati americani scomparsi a rimanere per sempre e morire in terra straniera. Malgrado questo suo orribile crimine, è diventato senatore e portavoce della macchina della guerra. E’ lo stersso che ha benedetto lo Stato Islamico, che ha fatto fotografare i mostri taglia-test in Siria e in Iraq, che ha chiesto la consegna delle armi in Ucraina. Uno dei primi atti profondamente apprezzabili di Donald Trump è stato il suo rifiuto di appoggiare la rielezione di questo vecchio criminale. Speriamo che gli elettori dell’Arizona lo mandino presto all’inferno, come gli compete.

Un nemico può essere utilizzato in mille modi. Clinton ha usato la Russia come pretesto per cambiare argomento. Mentre Wikileaks stava pubblicando la corrispondenza hackerata sul DNC che mostrava che i seguaci della Clinton avevano commesso enormi frodi non tenendo conto di milioni di voti per Sanders, e la sua posizione stava traballando, hanno accusato i russi di hackeraggio, Wikileaks di essere uno strumento dei russi e Trump di essere un tirapiedi di Putin.

I nostri colleghi di Counterpunch sono rimasti stupiti dalle “urla di indignazione per l’hacking russo su comunicazioni di cittadini USA”….. si sono forse dimenticati che è già stato reso noto che la NSA mantiene record sulle telefonate e sulla attività internet di praticamente tutti, in tutto il mondo? Che regolarmente e ogni giorno la NSA monitora le comunicazioni di Angela Merkel, del Papa, del Segretario Generale delle Nazioni Unite, ecc. senza nessun senso di vergogna? “Sappiamo dai file di Snowden, che la sorveglianza statunitense sulle comunicazioni russe è quasi totale. Il Dipartimento di Stato è orgoglioso delle sue interferenze sulle elezioni in altri Stati, tra cui anche la Russia.

Quindi, anche se fosse vero, questo trucchetto sarebbe l’effetto che tutto gira e che quello che fai ti viene sempre rifatto. Vorrei dare il benvenuto al Cremlino se volesse aiutare quelle forze che, negli Stati Uniti, si distinguono per volere la pace con la Russia e la democrazia in America. Ma non è il caso. I russi non c’entrano niente con l’hackeraggio del DNC. The Intercept ha dichiarato che la NSA ne era al corrente e la NSA non ha confermato nessun hackeraggio.

I cosiddetti “puntatori” che dimostrerebbero il coinvolgimento russo potrebbero essere stati individuati e resi innocui facilmente. Ci sono molti programmatori russi fuori dalla Russia, in Israele e negli Stati Uniti. “Se gli hacker avessero voluto far sembrare che arrivassero dalla Russia, avrebbero messo stringhe in russo nei loro codici e così avrebbero fatto intendere il luogo da qualche parte in Russia usato per lanciare l’attacco”, ha scritto USA Today che, sicuramente non è un fan dei russi. Ho attentamente letto tutte le relazioni: sono piene di parole ambigue di “probabile”, di “non si può escludere”, di ” è ovvio”. I titoli invece sono scritti in grassetto e non hanno dubbi: “L’hanno fatto i russi” ma quello che è scritto in caratteri normani non arriva a concludere assolutamente niente.

Julian Assange ha detto: “Non c’è nessuna prova di [coinvolgimento russo] di sorta. Non abbiamo rivelato la nostra fonte, ma, naturalmente, questo è un diversivo diffuso dalla campagna di Hillary Clinton. Questa è una meta-storia. La vera storia è quello che contengono queste e-mail e quello a cui si arriva è collusione. Lo stesso capo del partito democratico, Debbie Wasserman Schultz, è ora costretta a dimettersi”.

Non c’è dubbio che la pubblicazione di e-mail sia stata un bene per il pubblico. Julian Assange ha fatto una grande cosa a rivelare il complotto contro il popolo americano quando ha pubblicato le e-mail del DNC. Molto tempo fa, quando lo incontrai per la prima volta, mi disse: noi scopriremo le trame delle elite contro il popolo – ed è stato fedele alla sua promessa.

I russi non sono da nessuna parte in questa storia. Mi piacerebbe che c’entrassero qualcosa, che potessero smascherare gli imbrogli del DNC, ma loro cercano di mantenere una debita distanza dai dissidenti occidentali, come Assange e Snowden.

Se Julian Assange fosse vicino ai russi come si insinua, ora sarebbe a Mosca, non nell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra. In realtà i russi sono sempre stati piuttosto sospettosi su Wikileaks, e per parecchi tempo hanno creduto che fosse un’operazione sospetta dei servizi segreti americani. Allo stesso tempo altri sospettavano che fosse una operazione del Mossad in parte perché Israel Shamir lo può testimoniare con la sua presenza , e in parte perché non è stato pubblicato niente sulle schifezze fatte da Israele. Così Wikileaks è stata subito attaccata e presa per spia russa, americana e israeliana, e questa è la prova perfetta che non era la spia di nessuno di quelli.

I russi non volevano prendere Snowden, come Snowden non voleva andare in Russia. Si trovava in transito a Mosca su un volo da Hong Kong e avrebbe dovuto semplicemente cambiare aereo per continuare verso il Venezuela passando da l’Avana, ma non ha funzionato, perché il suo passaporto americano era stato annullato da Obama. Snowden ha passato più di un mese in condizioni molto disagiate nell’ aeroporto Sheremetevo di Mosca, fino a quando i russi non hanno deciso di concedergli asilo temporaneo.

In breve, i russi erano e sono i nemici anche se non lo vogliono. Preferirebbero essere amici, o almeno partner con gli Stati Uniti e con gli stati europei, i russi non vogliono litigare con nessuno, figuriamoci combattere una guerra. Ora sono occupati a riorganizzare la loro vita. Hanno già speso una fortuna per fare un lifting completo a Mosca, trasformando questa città piuttosto triste e fatiscente in una brillante e confortevole megalopoli europea con piste ciclabili, con alberi piantati a decine di migliaia, con le case dipinte e con le strade tirate a lucido.

Stanno combattendo seriamente la corruzione: governatori provinciali, ministri, generali nel cambiare incarico hanno trovato la loro nuova casa nel carcere di Lefortovo. Amici personali di Putin, troppo avidi che erano responsabili della dogana russa hanno perso il lavoro. Padrini di famiglie mafiose stanno in galera, anche, a cominciare da quelli più importanti. Sembra che Putin abbia deciso di intraprendere la quinta fatica di Ercole: sta ripulendo tutte le stalle di Augìa della Russia, smontando le reti criminali che si erano formate nei giorni del presidente Eltsin.

Per questo motivo credo che Donald Trump abbia la possibilità di far cambiare strada al mondo. Potrebbe fermare la macchina della guerra, e mettere i soldi per il lavoro, per il bene degli americani qualunque. Invece di spendere un altro trilione in nuove armi nucleari potrebbe riparare le infrastrutture, potrebbe riportare le industrie a casa e rendere di nuovo gli Stati Uniti grandi. E sarà in grado di farlo perché la persona che la Clinton vuole avere come nemico, vale a dire Vladimir Putin, preferirebbe l’amicizia e la collaborazione.

Israel Shamir è raggiungibile a [email protected]

Fonte: http://www.unz.com/

Link: http://www.unz.com/ishamir/the-unwilling-enemy/

4.08.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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