IL 25 APRILE E IL SANTINO DELLA RESISTENZA

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FONTE: CLOROALCLERO (BLOG)

Oramai chi mi legge mi conosce: non ho grossi tabù e non mi piacciono le religioni di nessun tipo.
Domani è il 25 aprile e uno spazio facebook partigiano ha pubblicato quest’atroce foto di un assassinio nazifascista

La prima cosa che m’è venuta in mente, vedendola, sono gli impiccati di oggi, le suicide e i suicidi ad “opera di quella gentaglia che non vale il volume che occupa in parlamento. Certo, oggi non ci sono “i nazifascisti” in divisa, le ss che portavano quelli che risparmiavano a Buchenwald.Oggi gli “eseguiti” sno tali ad opera di potenti arroganti la cui arma non è il fucile, ma la “baionetta” equitalia generante disperazione. Oppure sono uccisi dalla violenza della disoccupazione artatamente indotta, o dalla depressione di dover subire la perdita della casa. E l’orrore, nello scoprirli, da parte dei loro cari, credo generi una rabbia sempre uguale nonostante i decenni. Come la violenza, che pure assume forme diverse, anche la disperazione ha un che di eternamente appartenente alla natura umana e chi la induce è responsabile del suo esito.

Ma non era di questo che volevo parlare, in realtà. Volevo celebrare a mio modo il 25 aprile, questa festona antifascista della liberazione e dell’accoglienza degli americani nel nostro territorio. Nonostante io ami sopra ogni cosa la libertà, infatti, non riesco a gioirne completamente. Conosco e so che significa prendere il coraggio a quattro mani e rischiare la vita e l’orrore per mettersi di traverso rispetto ad un potere politico iniquo ed immensamente più grande di noi.

Per cui ho rispetto sommo e ammirazione per i partigiani, anche se io, di famiglia, provengo da un sottufficiale dell’esercito italiano che ha fatto guerra ad El Alamein, che è stato preso prigioniero e che, da perdente, è stato portato al campo di concentramento americano di Hereford tornandone a guerra finita.

Sarà per questa deformazione familiare, oltre che per l’informazione che possiedo sulla ehm… politica estera di oggi, da parte degli Stati Uniti, che il mio modo di sentire il 25 aprile è un po’ diverso da quello comunemente condiviso tra le fila degli estimatori della storia monumentale della resistenza.

Non posso dimenticare che la costituzione, bellissima e poetica, che è stata espressa in seguito alla lotta partigiana ci è costata l’invasione statunitense. Non posso dimenticare le oltre 90 bombe atomiche USA che stanziano sul nostro territorio oggi e non posso dimenticare che la guerra non è solo alle nostre spalle, ma è contemporanea alla nostra vita: in Siria, in Iraq, in Afghanistan e non solo.

Poi, qualche spazio facebook di sapore filofascista posta questo video che è poi un video propagandistico de “la destra” penso di storace.

Si tratta di una ragazzina di 18 anni, che, non avendo aderito alla resistenza, ma senza mai esser stata collaborazionista dei fascisti, è stata portata in un campo di concentramento dei partigiani e violentata e uccisa da essi. Alcuni filofascisti di Savona hanno chiesto all’ANPI di commemorare questa ragazzina e l’ANPI non ha voluto neppure incontrare queste persone. Le motivazioni, risibili, si possono sentire nel video da parte non di un vecchietto che ha vissuto quelle vicissitudini, ma di un ragazzotto imbarazzato che non sapeva nemmeno di cosa si stava parlando.

La storia “monumentale” della resistenza ha i suoi dogmi: 1)nessun dialogo con i fascisti 2)nessuna commemorazione di chi è stato ucciso dai partigiani 3)chi è in disaccordo con il punto 1) e/o col punto 2) è sicuramente un fascista.

Poco importa che poi escano libri come quello di Gianpaolo Pansa (il sangue dei vinti) che producono moltissime vendite, segno che la voglia del grande pubblico consumista di sapere quanto i partigiani siano stati meritevoli di monumenti c’è.

Non ha neppure importanza se in qualche parte d’Italia (Affile) viene eretto un sacrario in onore di Rodolfo Graziani benedetto dalle istituzioni vigenti di ogni colore politico.

Non ha neppure importanza se il nobile prodotto della parte politica che nel 1945 stava dalla parte della Resistenza -la Costituzione- oggi sia stato stravolto, sfregiato, calpestato e contraddetto da una classe dirigente indegna che si macchia di ogni misfatto: dalla partecipazione alle missioni umanitarie (o “di pace”) alla privazione di ogni diritto e di ogni tutela per le donne, per i bambini, per i lavoratori, per i disoccupati, per gli immigrati, per chi rimane senza niente, per chi è disperato, per chi ha studiato e non quaglia nulla, per chi è sbattuto da una vita dura e s’è visto portar via senza fiatare cio’ in cui consisteva la sua pensione.

Ciò che è importante è la visione cristallizata del “santino” della Resistenza. I partigiani non si toccano, non si discutono e non si revisionano. Non è possibile nessuna “sintesi” tra le conoscenze storiche del passato e le esperienze collettive di oggi. Ciò che è stato dev’essere solo onorato così come è stato confezionato decenni fa. Così è. Muti e zitti e “chi non salta, fascista è”

La divisione tra partigiani-fasci, oggi puramente teorica, deve rimanere invariata e deve stare lì immobile, senza dare alcun afflato per la modificazione del presente che certo non vede gli italiani beneficiati dalla “libertà” come concretizzazione dell’ideale che aveva animato i guerrieri resistenti. La resistenza, nei messaggi “monumentali” è e dev’essere sempre foriera di quell’odio antico che non si deve toccare, come un tessuto dell’epoca assiro-babilonese, che se lo toccate si trasforma in polvere. Una guerra civile che sempre potrebbe riscoppiare, questo è il messaggio ideologico di gente come i componenti dell’Anpi di quel video. Con il risultato che la povera Giuseppina Ghersi, di 18 anni, assassinata innocente, è morta per nulla, anzi è morta per far sì che un gruppo come “la destra” possa farsi pubblicità e che l’ANPI possa a sua volta farsi pubblicità, perchè a nessuno deve venire in mente che questa Giuseppina, come la donna anonima appesa in quella foto più sopra, sono entrambe vittime di una guerra. Che è finita senza che sia stato possibile impedire di cominciarne altre, esplicite o meno.

Il fascismo non è passato, come schema. Sono cambiate le etichette, le facce e le generazioni, ma esso si presenta e si ripresenta in mille momenti della nostra attualità. Da Napoletano a vita, all’Anpi che bandisce le bandiere palestinesi, da Franceschini che vuole espellere dal PD chi non voterà la fiducia al governo,  agli accordi per fissare sugli F35 difettosi che il governo monti ha acquistato degli ordigni nucleari. Da profumo che vuol negare ai ragazzi un anno di istruzione per risparmiare, a monti che rende pignorabili pensioni e salari e decurta i risarcimenti per incidenti e infortuni, in strada e sul lavoro.

Chiudo, chiedendo scusa se qualcuno s’è sentito offeso leggendo questo post, è che non mi piacciono i santini, non mi piacciono le preghiere nè i segni della croce. E non intendo con queste simbologie solo ciò che è religioso, ma tutto quello che, a discapito di un’utilità collettiva e concreta da far valere nel presente, rimanda a ciò che un immenso filosofo definiva “mondo dietro al mondo”.

Fonte: www.cloroalclero.com
Link: http://www.cloroalclero.com/?p=10857
24.04.2013

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