I MISTERI FINALI ATTORNO A BLACKSTAR DI DAVID BOWIE – ELVIS, CROWLEY E LA ‘VILLA DI ORMEN’

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DI JUDE RODGERS

theguardian.com

L’ultimo album del cantante è stato esaminato nei suoi contenuti, ma ciò non ha fermato i fan più ossessionati dallo scavare ancora più a fondo per maggiore chiarezza

Circa due settimane dopo che ci è stato detto “Guardate quassù, sono in paradiso”, siamo ancora ossessionati dalla morte di David Bowie. I detective del pop stanno trovando indizi criptici circa la sua scomparsa nel suo ultimo album, Blackstar, così come un tumblr che la star stessa potrebbe aver scritto. Ecco la nostra pratica guida a livello-Illuminati riguardo il più grande lavoro di arte postuma che si sia mai visto in internet, per farvi smettere di cacciare la testa in una tana del Bianconiglio di proporzioni Bowieche.

  1. Il titolo dell’album

Sì, è il nome di una lesione tumorale, nonostante sia di solito associata al cancro al seno, quindi il significato “spaziale” potrebbe aver avuto un senso ancora più profondo per lo Starman. È anche il nome di un “pianeta nascosto” che gli affezionati dell’Apocalisse pensano si schianterà contro la Terra (“Ragazzi! Lui lo sapeva!”) e un nome alternativo di Saturno (“Una volta ha vinto un Saturn Award!”), è anche il nome dello stato di transizione tra una stella collassata e una singolarità fisica (uno stato di infiniti valori) – il che ha senso se Bowie si considera la stella collassata, che entra nello stato di singolarità dopo la morte.

Forse Bowie rimandava al suo grande amico Mos Def, che aveva un collettivo con lo stesso nome, per di più Black Star è il titolo di una canzone semisconosciuta di Elvis che è stata rispolverata. Parla della morte. “Quando un uomo cerca la sua stella nera” canta Presley “sa che la sua ora è giunta”. Si sapeva che Bowie fosse un grandissimo fan di Elvis, aveva detto a Q nel 1997 “è stato uno dei miei idoli e io probabilmente ero abbastanza stupido da pensare che compiere gli anni il suo stesso giorno significasse davvero qualcosa”. Il che ci porta a …

  1. La data di uscita di Blackstar e la copertina

Sì, Elvis e Bowie erano nati lo stesso giorno, ma l’8 gennaio 2016 era anche la data di attivazione del replicante Roy Batty di Blade Runner – Bowie era un fan accanito del film. Su Salon.com, un lettore sostiene che Bowie ha parafrasato una famosa frase del monologo finale di Batty in una nota mandata al funerale del suo fratellastro schizofrenico, Terry Burns: “Tutti questi momenti andranno persi, come lacrime lavate via dalla pioggia.” (Menzioni a pornostar e stelle erranti nei titoli delle canzoni rimandano anche a personaggi del film).

Blackstar è stato il primo album di Bowie in cui non compariva la sua immagine in copertina, forse perché sapeva che sarebbe morto di lì a poco. Per di più Blackstar nella release in vinile è fustellato – probabilmente per rappresentare la sua assenza. L’alfabeto grafico in basso nella copertina pare sia un alfabeto cifrato, a scrivere Bowie, @mattround su Twitter ha una teoria ancore più estrema: “Il titolo dell’ultimo album di Bowie non è solo un riferimento ad Elvis. Il codice Unicode del carattere stella nera ★ è U+2605. Il 26 maggio è il compleanno di Mick Ronson”.

  1. Testi e video di Blackstar e Lazarus

La canzone Blackstar inizia nella “Villa di Ormen”. Questo è anche il nome di un Tumblr creato il 20 novembre 2015, un giorno dopo l’uscita del video della canzone, su questo profilo l’ultimo post è stato del 10 dicembre. Gli avvenimenti suggeriscono che sia stato creato dai fan, se non fosse che alcuni post rimandano a immagini del video di Lazarus, uscito 6 settimane dopo: una donna che esce dall’anta destra di un guardaroba (Bowie termina il video di Lazarus entrando a sinistra, come se stesse entrando in una bara), oltre a un teschio su un tavolo.

Ormen è anche un villaggio in Norvegia, la nazione in cui la vecchia fidanzata di Bowie, Hermione Farthingale, andò nel 1969 per apparire nel film Song of Norway, sul compositore Edvard Grieg – e può essere stato preso da un musical scritto da un tale Milton Lazarus. Bowie indossava una t-shirt con il titolo del film nel video della canzone del 2013 Where are we now?. Altri pensano che Bowie stia giocando con il linguaggio: un poster di Reddit sostiene che “in the villa of Ormen” suoni come “the revealer of all men”, ovvero la morte.

Ormen in norvegese significa serpente, una creatura menzionata negli scritti dell’occultista Aleister Crowley, del quale Bowie era ossessionato negli anni ’70. Non è pretestuoso come sembra.: in Blackstar, il verso “at the cetre of it all”, rispecchia un famoso verso del rituale di Crowley chiamato la stella zaffiro. In più, gli abiti neri ed argento che Bowie indossa nel video di Lazarus somigliano a quelli che porta sulla manica di Station to Station, in cui egli disegna un Albero della Vita ispirato a Crowley. “La canzone Station to Station stessa … è l’album più simile ad un trattato di magia che io abbia mai scritto” Bowie aveva detto, sempre a Q nel 1997. “Non ho mai letto una critica che l’avesse compreso. È un album estremamente oscuro”. Qualcosa di meno oscuro per finire: la spilla a smile sorridente sulla giacca dell’astronauta nel video di Blackstar è la faccia di Gerty, il robot amico nel film del figlio di Bowie Duncan Jones, Moon, un ultimo amorevole messaggio da padre a figlio.

  1. Altri testi dell’album

Il primo singolo rilasciato alla fine del 2014 – per quanto ne sappiamo, poco dopo la diagnosi di cancro – Sue (in a season of crime) contiene il verso “La clinica ha chiamato/i raggi X vanno bene/Ti ho portato a casa”. La canzone Dollar Days (forse ancora un collegamento a Dollar Day di Mos Def) ha anch’essa un verso illuminante “Non pensare per un secondo che ti sto dimenticando/Ci sto provando/Ci sto morendo”. O “Sto anche morendo”P [Gioco di parole tra I’m dying to e I’m dying too, NdT]. Il titolo dell’ultima traccia, I can’t give everything away, suona deliberatamente scherzoso – vi sto dando così tanti indizi, ma non vi sbatto tutta la storia in faccia, dannazione – inoltre campiona il solo di armonica da Anew career in a New Town. Una nuova carriera in una nuova città di sicuro per Bowie, online, nelle stelle, ovunque, sempre.

Fonte: http://www.theguardian.com/

Link: http://www.theguardian.com/music/2016/jan/21/final-mysteries-david-bowie-blackstar-elvis-crowley-villa-of-ormen?CMP=share_btn_fb

21.01.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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