GREG PALAST A SYRIZA: NON DITE BUGIE, E’ IMPOSSIBILE PORRE FINE ALL’AUSTERITA’ ALL’INTERNO DELL’EUROZONA

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DI MICHAEL NEVRADAKIS

truth-out.org

Intervista a Greg Palast

“Syriza vuole curare la lebbra, ma non vuole lasciare la colonia di lebbrosi, e questo è impossibile”.

Greg Palast, il noto giornalista investigativo e scrittore di successo, spiega perché crede che Syriza non sia in grado di dar seguito alla sua piattaforma economica mantenendo la Grecia all’interno dell’Eurozona, e perché ritiene che l’euro sia dannoso per l’economia greca. Offre inoltre alcuni spunti sul ruolo rivestito dalla Goldman Sachs nella crisi economica greca, e sulla proposta [statunitense] del TTIP, Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti.

Michael Nevradakis [1]: All’interno e all’esterno della Grecia ci sono molte persone che hanno riposto le loro speranze per la fine dell’austerità su Syriza, spesso considerata come un partito della sinistra radicale. Ma la piattaforma ufficiale di quel partito, nonostante la promessa di porre fine all’austerità e di effettuare il rollback [2] su molte delle misure che sono state applicate nel corso degli anni, non prevede assolutamente l’uscita [della Grecia] dall’Eurozona. Cosa ne pensa delle proposte di Syriza?

Greg Palast: Bene. Quella di Syriza è stata la voce principale [che si è alzata] contro la follia dell’austerità, la qual cosa l’ha fatta diventare popolare. La mia formazione è quella tipica di un economista, e il 90% degli economisti pensa che l’austerità sia una specie di religione, e non una questione economica. Non si taglia il bilancio nel bel mezzo di una depressione, come state facendo in questo momento.

Il problema è che tra le élites greche, europee e della finanza mondiale c’è pieno consenso sul fatto che il cielo andrà a cadere, se la Grecia dovesse uscire dall’euro. Se questo dovesse avvenire il “Grexit” (come essi lo chiamano) porterà morte e distruzione.

Syriza non fa che riprendere lo stesso linguaggio: “non intendiamo lasciare l’euro perché siamo in grado di porre fine all’austerità, possiamo dire sia ai tedeschi che alla troika di fare marcia indietro, ed essi capiranno che l’austerità è autolesionistica. Ma non intendiamo lasciare l’euro se essi non saranno d’accordo, [i tedeschi] non hanno alcuna intenzione di sbatterci fuori a calci”.

Tutto ciò, naturalmente, è pura fantasia. Syriza non ha capito che è l’euro stesso ad essere la malattia, e non la soluzione o la cura. Syriza, in altre parole, vuol fare l’impossibile: sbarazzarsi dell’austerità, conseguenza dell’euro, e tuttavia mantenere l’euro. Vuole curare la lebbra, ma non vuole lasciare la colonia di lebbrosi, e questo è impossibile.

Parliamo della storia dell’euro. Lei ci ha già detto, nell’ambito di interviste e articoli del passato, che sapeva chi fosse il fondatore dell’euro, ovvero l’economista Robert Mundell. Ci racconti quale visione economica del mondo egli avesse, ed inoltre quali fossero le sue opinioni nel dar vita all’idea della moneta comune europea.

Mundell ha insegnato alla Columbia University e ha anche vinto un Premio Nobel per i suoi studi sulla moneta. Quello che è interessante è che egli lo ha vinto per la teoria sulle “Aree Valutarie Ottimali” [AVO], ovvero che le nazioni possono costituirsi in “Unioni Monetarie” solo quando hanno delle economie simili.

Due o più economie agricole, pertanto, potrebbero anche avere una moneta comune. Ma Stati Uniti e Canada, invece, dovrebbero avere due valute diverse … ma in senso est-ovest, e non canadese-statunitense, perché gli Stati Uniti e il Canada occidentali dovrebbero averne una, mentre il Canada e gli Stati Uniti orientali dovrebbero averne un’altra [diversa dalla prima].

Egli credeva, in altre parole, che un’area monetaria come quella che dovesse comprendere, ad esempio, la Germania insieme alla Francia e alla Spagna, fosse una cosa semplicemente ridicola. Si trattava, in effetti, di una violazione della sua teoria, grazie alla quale aveva vinto il Premio Nobel.

Perché è una questione così importante? Perché si tratta della stessa persona che ha inventato, si potrebbe dire, la moneta unica, che egli ha chiamato “euro(pa)”: ovvero che ci deve essere una valuta unica per tutta l’Europa, e che sia maledetta la teoria delle “Aree Valutarie Ottimali”.

Ed allora, perché mai qualcuno dovrebbe consigliare una valuta che è esattamente il contrario di tutto quello che ha insegnato? Ho parlato con Mundell. Egli mi ha detto che la questione non ha niente a che vedere con la creazione di una buona valuta. E’ una vicenda che ha a che fare, invece, con il cambiamento della politica in Europa.

Egli era molto, molto di destra. E’ stato il creatore di un’altra teoria economica che non gli ha fatto guadagnare, però, un altro Premio Nobel: è stata chiamata “economia voodoo”, ovvero la “supply-side economics” [3]. Più tagliate le tasse, maggiori saranno le entrate fiscali. Più deregolamentate l’economia, più prospera sarà la vostra economia e, se deregolamentate le banche, ci saranno meno rischi nel sistema bancario.

Tutti questi sistemi “dal lato dell’offerta”, che noi chiamiamo “Thatcher Economics” o “Reaganomics”, dopo Ronald Reagan sono stati completamente screditati, ed infine chiamati “economia voodoo”. Eppure è proprio questo ciò che l’euro rappresenta. Uno strumento dell’”economia voodoo”.

Avendo una moneta unica per tutta l’Europa, con essa abbiamo anche un solo regolamento – non dimenticate che, insieme all’euro, è venuta la regola secondo cui non si può avere un deficit maggiore del 3%, e un debito maggiore del 60%, rispetto al prodotto interno lordo [Pil]. Questo significa che nessuna nazione, non avendo una valuta propria, ha alcun controllo sulla politica monetaria e fiscale, sui tassi di cambio etc.

In sostanza, si perde completamente il controllo sul sistema finanziario ed egli [Mundell], in effetti, mi ha detto che: “esso viene liberato dall’ingerenza dei parlamenti, dei congressi e dei governi … viene loro impedito di giocare con la politica fiscale ed economica”.

Quello che voleva dire è che la democrazia è di ostacolo ad una buona economia. Ed allora, cosa succede quando ci si sbarazza della democrazia? Mundell sostiene che: “Questo lascia al governo una sola scelta”, ovvero l’unica che ha a disposizione quando c’è una crisi come quella attuale.

Quando c’è una crisi, i governi devono eliminare il potere sindacale e i regolamenti, devono privatizzare le industrie, le società elettriche e le aziende per la fornitura dell’acqua, perché hanno bisogno di soldi per pagare i debiti. Eliminando il potere del governo, dei sindacati e della classe lavoratrice, i salari non potranno che essere ridotti. Al fine di mantenere l’occupazione, i governi permettono ai salari di cadere e ai regolamenti di morire.

In altre parole questa crisi, nei termini di Mundell, è quello che egli aveva previsto e che era stato pianificato dai creatori dell’euro. La crisi non è che una parte del piano alla base dell’euro e dovrebbe causare un riallineamento nel rapporto fra imprese e lavoro in Europa, ed inoltre la distruzione dello stato sociale. E questo è esattamente ciò che è successo. Quello che stiamo vedendo, con il crollo delle economie dell’Europa meridionale – Grecia, Spagna e Portogallo – non è che una parte del piano sottostante all’euro.

La crisi non è stata un errore, un qualcosa che hanno cercato di evitare. E’ quello che volevano accadesse per generare un riallineamento del potere politico e la fine dello stato sociale europeo. Fra l’altro, la fine dello “stato sociale europeo” generata da una crisi non è che una citazione tratta dallo stesso Mundell. Questo è esattamente quello che egli mi ha detto e che ho registrato su nastro.

Di recente abbiamo sentito una serie di dichiarazioni piuttosto contraddittorie, fatte da funzionari sia tedeschi che dell’Unione Europea, sul fatto che un paese possa o meno fuoriuscire dall’Eurozona. Che cosa è applicabile [stante la situazione], e cos’è che costringe un paese come la Grecia a doversi preoccupare di ciò che la politica ufficiale potrebbe avere a che dire su questo tema?

Ebbene, la grande ironia è che può essere effettivamente impossibile, per la Grecia, restare nell’Eurozona senza che vi sia un grosso cambiamento nelle regole. Un paese non può avere un deficit [di bilancio] maggiore del 3% e restare nell’Eurozona, ma questo è impossibile per la Grecia, perché nessuna nazione in depressione può evitare un deficit nella spesa pubblica, o quanto meno non dovrebbe.

Gli Stati Uniti, per recuperare dalla nostra grande recessione, sono andati a farsi prestare il 9, 10, 11% del prodotto interno lordo [Pil]. Abbiamo invaso la nostra economia con 4.000 miliardi di dollari in contanti tramite la nostra Banca Centrale, e abbiamo avuto molto di più di 1.000 miliardi di dollari di deficit in un anno e mezzo. Un deficit enorme, ed è così che gli Stati Uniti sono usciti dalla recessione. Anche la Cina ha generato un enorme deficit di bilancio e la sua Banca Centrale ha effettuato un massiccio rilascio di fondi nel suo sistema. E’ l’unico modo per poter sopravvivere.

Ma se la Grecia non fa la stessa cosa, ovvero se dovesse restare legata al business corrente, che consiste nel perseguire un surplus primario di bilancio, continuerete a vedere la distruzione della vostra economia, perché la gente non ha più i soldi. Le persone vengono private delle pensioni e così non possono più spendere, la vostra economia va giù e, per ironia della sorte, vanno giù anche le entrate fiscali.

In questo modo non potrete mai raggiungerlo [il surplus primario], non potrete mai mantenere quel piccolo deficit [il 3%] – e non potrete mai mantenere il limite sullo stock del debito [il 60%]. Potreste essere cacciati via comunque, a meno che non vengano cambiate le regole.

E questa è la faccenda numero uno. Quella numero due è: guardate che il cielo non cade se non siete più nell’euro. La Grecia ha avuto la dracma per un periodo molto lungo – è stata una moneta buona a sufficienza anche per Platone: sarà abbastanza buona anche per voi e per i vostri nipoti.

Ma com’è che si potrebbe fare? La risposta è: emettete nuovamente la vostra valuta, la dracma, e dichiaratela legale, ovvero valuta legale della nazione, buona per pagare tutti i debiti.

Dite che, inizialmente, 1 dracma è pari a 1 euro, e ripagate in questo modo tutte le obbligazioni che avete emesso con le dracme che avete stampato e, sì, avrete molte cause [citazioni in giudizio], sarete oggetto di urla e grida … ma la verità è che, a questo punto, i governi europei e le Banche Centrali posseggono oltre il 90% del debito sovrano pubblico della Grecia, e pertanto non avrete a che fare con un sacco di [creditori] privati. Dovrete contrattare con tutti, ma sarete di nuovo responsabili del vostro destino.

L’Argentina ha fatto così, nel 2001. Era legata al dollaro statunitense e, quell’anno, si è scollegata. Gli argentini si sono rifiutati di pagare il loro debito estero, quando la contrattazione ha avuto inizio. Quando questa ha avuto fine, all’Argentina è stata data la possibilità di non rimborsare, in un primo momento, i propri debiti. In questo modo il paese ha avuto una sostanziale ripresa, al punto che ha finito per ripagare 165 miliardi dollari ai titolari del debito [pubblico] e, fino a poco tempo fa, erano tutti contenti e felici.

L’economia argentina è cresciuta dopo che il Governo ha detto al FMI, al Tesoro degli Stati Uniti e ai banchieri di andare al diavolo, che avrebbe utilizzato la propria valuta e che non avrebbe pagato i debiti in dollari.

Vediamo il caso di un altro paese, l’Ecuador, che sta facendo bene economicamente e che sta effettivamente utilizzando il dollaro statunitense come valuta propria. Che cosa c’è di diverso nel caso dell’Ecuador?

Nel caso dell’Ecuador, a causa di un’inflazione galoppante, la gente aveva paura a lasciare il dollaro. Ma il loro Presidente, Rafael Correa – un economista che conosco molto bene – ha detto: “OK, manterremo il dollaro, ma non pagheremo i debiti agli avvoltoi che ci stanno caricando di interessi usurari. Semplicemente, non li pagheremo”.

E ha fatto qualcosa d’interessante: poiché aveva detto di non avere alcuna intenzione di ripagare i debiti, questi sono diventati quasi senza valore, esattamente come il debito greco, che è stato venduto a 30 centesimi di euro, ovvero il 30% del loro valore nominale. Le sue dichiarazioni, quindi, hanno abbattuto il prezzo delle obbligazioni ecuadoregne e poi, tranquillamente e segretamente, la sua Banca Centrale ha ri-acquistato quei titoli con un forte sconto.

In altre parole, egli ha davvero imparato a suonarlo, il sistema. Ma Correa è un economista, un uomo senza paura … non aveva paura delle minacce degli altri Governi. Ora, naturalmente, si potrebbe dire che l’Ecuador ha il petrolio. E’ vero, ma la Grecia ha il gas naturale, la Grecia ha un sacco di risorse e, se la finite di privatizzare e svendere le vostre risorse a causa della crisi, potrete sopravvivere senza alcun aiuto speciale da parte dell’Europa.

Parlando di dollarizzazione in Argentina, quale è stato il suo impatto sull’economia, prima che il paese spezzasse il legame con il dollaro?

Bene. L’Argentina, così come la Grecia e la Spagna di oggi, non aveva alcun controllo sulla propria politica fiscale. Non aveva alcun controllo sul suo tasso di cambio perché lo aveva ceduto al dollaro. Non poteva stampare denaro perché doveva mantenere un certo rapporto con il dollaro e, quindi, non aveva alcun controllo sulla sua economia che, di conseguenza, è crollata, perché il governo non aveva potuto reagire ad un calo dei prezzi delle materie prime, alla caduta [del prezzo] del rame.

Così, quando l’Argentina è andata in crisi perché il prezzo del rame era sceso, ha finito con il dover svendere tutto. Ha venduto la sua compagnia petrolifera alla Spagna, ha venduto l’azienda dell’acqua di Buenos Aires alla Enron, mentre gli insegnanti sono stati sbattuti sulla strada a trovare il cibo nei bidoni della spazzatura. Si faceva la fame in tutta l’Argentina, le persone morivano di fame – e questo in Argentina, un gigante dell’agricoltura!

Il FMI diceva loro: “austerità, bisogna tagliare le pensioni, bisogna tagliare i posti di lavoro pubblici, si deve privatizzare tutto”. E il piano di austerità portò giusto ad un’ulteriore devastazione, perché se la gente perde il posto di lavoro, se lo perdono anche gli insegnanti, se i poliziotti perdono le loro pensioni, se i lavoratori perdono insieme al lavoro anche la loro sicurezza, allora non c’è rimasto più nessuno a poter comprare qualcosa, e l’economia continua a calare.

L’Argentina, quindi, ha attraversato la stessa cosa che la Grecia sta attraversando ora, tranne il fatto che [l’Argentina, ad un certo punto] ha detto: “ne abbiamo avuto abbastanza”, ed è uscita dalla trappola del dollaro, dicendo semplicemente che non avrebbe pagato il debito in dollari, avviando allo stesso tempo la sua riorganizzazione. Da allora l’economia ha avuto un andamento stellare, un vero e proprio boom.

Quando le persone discutono di quello che percepiscono come un pericolo connesso alla fuoriuscita della Grecia dall’Eurozona, i problemi che emergono sono quelli di un abbuono unilaterale o di una svalutazione del debito greco, del rischio di una fuga dei capitali, della possibilità che la nuova moneta sia senza valore e che la Grecia possa non essere in grado di importare nulla, del fatto che le obbligazioni greche – come lei ha ricordato poco fa – sono detenute da obbligazionisti ufficiali, ovvero dagli altri Governi e dalla Banca Centrale Europea. Fino a che punto questi pericoli sono legittimi, nella realtà?

Posso dirvi che questi problemi – considerando che la Comunità Europea e la maggior parte dei leaders greci hanno creato un forte spavento – si sono auto-creati, sono più che altro dei problemi temporanei. Dovrete passare attraverso dei tempi molto ruvidi, da sei mesi ad un anno, con alcune persone che saranno prese dal panico e sposteranno il loro denaro dalla Grecia. Alcune aziende si rifiuteranno di operare in Grecia o di vendere i loro prodotti, ma questi tempi passeranno molto velocemente.

Una cosa su cui siete molto fortunati è che in Grecia avete il turismo. L’industria del turismo è la vostra fonte centrale di valuta estera e, come sapete, c’è un paese, giusto vicino a voi, che è stato molto fortunato, perché non è stato ammesso nell’UE e nell’Eurozona: è la Turchia. Questo paese aveva solo la metà del vostro turismo, e ora siete voi ad avere solo la metà del turismo turco, perché una vacanza in Turchia è molto a buon mercato. Così la loro economia ha avuto un boom, portando via i vostri turisti.
Sarete senz’altro in grado di portare via i turisti dalla Turchia, perché avrete la vostra moneta, e nella stessa misura in cui ci sarà una fuga di capitali, questi saranno sostituiti, perché ci sarà chi andrà a pensare: “Hey, questo è un posto veramente economico per fare una vacanza”.
Se ci saranno delle persone che cercheranno di portar via i soldi, vendendosi le industrie, ci sarà al contempo un sacco di gente che invece dirà: “Penso che me le comprerò io”, perché ha visto quello che è successo in Argentina, ha visto quello che è successo in Brasile, ha visto quello che è successo nelle nazioni che hanno detto no ai diktat dell’austerità, ha visto quello che è successo alle nazioni che hanno detto no ai debiti, al FMI e alle Banche Centrali.

Chi ha investito in quelle nazioni, come ad esempio l’Argentina, il Brasile o l’Ecuador, ha fatto un sacco di soldi e così, vista l’esperienza, ci saranno un sacco di investitori che diranno: “Non abbiamo intenzione di perdere un’altra opportunità … se le persone lasciano la Grecia, noi invece vogliamo entrarci”. Vedrete un enorme flusso di investimenti, dopo appena un paio di mesi di panico.

Lei ha studiato il ruolo che ha avuto la Goldman Sachs nell’aiutare sia la Grecia che, apparentemente, alcuni altri paesi, organizzando essenzialmente degli imbrogli lungo la strada che portava all’euro. Com’è potuto accadere?

Sì. Ogni nazione, compresa tra l’altro la Germania, sta tradendo le regole dell’euro. La Germania non ha un deficit del 3%, la Germania non si limita a un debito del 60% rispetto al suo Pil, la Germania imbroglia, tutti nell’Eurozona stanno barando.

Quando la Grecia stava cercando di entrare nell’euro, per far finta di avere un deficit inferiore al 3% il Governo ha assunto la Goldman Sachs, al costo di quasi mezzo milione di dollari [?], per creare una serie di operazioni fasulle, costituite da currency-swaps [4] tra gli euro detenuti dal vostro governo e lo yen giapponese. Furono attuate anche altre operazioni, ma fondamentalmente è questo ciò che è stato fatto.
Furono attuate molte operazioni fasulle per far sembrare che il governo avesse in qualche modo guadagnato dei miliardi di dollari speculando sui mercati valutari. Tutto ciò era falso, perché il Governo quei soldi non li aveva mai fatti. Anzi … la Goldman Sachs, presumibilmente, quei soldi li aveva persi, ma di quanto è stato il deficit reale, in tutto quest’imbroglio, è stato tenuto nascosto.
A proposito, la Goldman ha fatto tutto questo anche per un paio di altri paesi, e so che la JP Morgan ha fatto un accordo simile per la Spagna. Ma la Grecia è stata la peggiore, e quando [l’ex Primo Ministro greco George] Papandreou è entrato in carica, ha detto: “Oh mio Dio, abbiamo un deficit molto grande!”. Credo che egli aveva sempre saputo dell’imbroglio, ma pensava che fosse economicamente o politicamente giusto dire all’improvviso: “Oh mio Dio, abbiamo in realtà un deficit più grande di quello che noi riconosciamo pubblicamente”.
Quando è diventato pubblico il fatto che il deficit era nella realtà molto più grande – che i dati ufficiali sull’ammontare del debito greco erano menzogneri, frutto di operazioni fasulle – chiunque fosse disposto a prestare denaro alla Grecia ha chiesto un premio enorme, dicendo: “Ragazzi, avete commesso delle frodi, siete tutti dei bugiardi e le vostre condizioni finanziarie sono peggiori di quanto si sapesse”.
E’ finita, insomma, con i banchieri che chiedevano interessi del 15-16% … perché voi avete l’euro, e dovete usare l’euro – che, in fondo, è una valuta estera, la valuta della Germania – per ripagare questi enormi debiti ad alto tasso d’interesse.

Così la Goldman Sachs che, ricordate, è stata assunta dal vostro Governo, è sgattaiolata fuori dalla porta posteriore. Questa banca è stata portata dentro alla Grecia da due Governi, da due partiti diversi. Ha defraudato il settore pubblico, ma in coordinamento con i vostri capi.

Una questione che è stata posta in gran parte al riparo del controllo pubblico, è la proposta per il TTIP [Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti], che propone essenzialmente la creazione di una grande zona di libero scambio non regolamentato fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Cosa significa quest’accordo, considerando soprattutto i Trattati analoghi, ovvero il NAFTA, il TRIPS e il TTP? [5]

Bene. Il problema più grande per un paese come la Grecia è che … guardate, la Grecia non ha alcun problema a vendere le olive agli americani o ad accogliere i turisti americani. Non avete bisogno di un accordo di libero scambio per scambiarvi delle merci. Il TTIP è un accordo per effettuare dei “cattivi commerci”.
Quello che intendo dire, con questo, è che una volta che sarete esposti a questo accordo, ancora una volta non vi sarà consentito di bloccare qualsiasi tipo di pericolosa operazione finanziaria. Non vi sarà possibile porre un limite ai derivati ​​sulle operazioni di cambio, ai CDS [6], alla possibilità delle banche di trasferire liberamente il denaro dentro e fuori [dal vostro paese].
A proposito, per evitare la fuga dei capitali, il Brasile e l’Argentina hanno istituito su di essi un controllo, dicendo che: “Se portate all’estero i soldi, commettete un crimine”. Voglio dire … questo è senz’altro un modo per tenere i soldi all’interno del paese, quando andrete fuori dall’euro, un modo per dire che non potete portare i vostri soldi fuori dal paese, che è una cosa illegale.
La maggior parte del mondo, tra l’altro, ha avuto delle regole contro il movimento di denaro attraverso le frontiere, almeno fino a quando non è arrivato Ronald Reagan, nel 1980.
Quello che questo accordo non è, ovvero quello che non crea, è un libero scambio delle merci. Questo c’è già, in Grecia, ovvero tra la Grecia e gli Stati Uniti. Il TTIP è un accordo concepito per creare un commercio di cose cattive, di cose che non volete, di assets tossici.
E lasciate che vi dica: il Brasile è sopravvissuto, in parte, alla grande crisi del 2007-2010 perché Lula, il Presidente di sinistra del Brasile, ha detto no alle privatizzazioni, no all’eliminazione delle banche statali e, soprattutto, perché il Brasile è stato l’unico membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio [WTO] che ha rifiutato di firmare l”accordo sui servizi finanziari”, sostenendo che le banche internazionali già potevano operare [liberamente] in Brasile.
Lula disse loro [alle banche internazionali supportate dagli Stati Uniti] che non c’era alcun modo, che non c’era alcuna possibilità, di vendere [in Brasile] i loro assets tossici, i loro derivati. Non potete giocare con la nostra moneta, non permetteremo che voi lo facciate. Egli ha assolutamente rifiutato, ed è questo uno dei motivi per cui il Brasile ha fatto così bene durante la crisi.

Se lei avesse l’opportunità di parlare con il nuovo Primo Ministro della Grecia, Alexis Tsipras, che consiglio gli darebbe?

Di non mentire. Di non raccontare alla gente che egli può dire ai tedeschi: “No, noi non accettiamo più l’austerità, una maggiore disoccupazione e tagli ulteriori alle pensioni e agli stipendi dei dipendenti pubblici, ma vogliamo [allo stesso tempo] restare nell’euro”. Questa è una bugia. Se desiderate utilizzare la valuta della Germania, allora sarete sotto il controllo del Ministro delle Finanze tedesco.

Prendete una decisione, quindi: volete restare nell’euro, o volete salvare la Grecia? A questo punto non potete avere entrambe le cose. Non potete dire che volete eliminare la malattia dell’austerità [e allo stesso tempo restare nell’euro], oppure che non volete la lebbra, ma che allo stesso tempo volete restare nel lebbrosario.

Voi non potete restare nell’Eurozona. E bisogna essere onesti sulla questione, perché non potete dire all’Europa – ovvero al Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che in questo momento è alla guida delle finanze del vostro paese – che sì, avete l’intenzione di dirle di andarsene all’inferno, ma che comunque volete la sua valuta.

Fonte: http://truth-out.org

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26.02.2015

Traduzione per www.comdonchisciotte.org a cura di FRANCO

NOTE DEL TRADUTTORE [ … ]:

[1] Michael Nevradakis è uno studente greco (Ph. D.) in Scienze della Comunicazione presso l’Università del Texas, ad Austin, e un US Fulbright Scholar (http://us.fulbrightonline.org/). Michael è anche ospite fisso di Dialogos Radio, un programma radiofonico settimanale che offre interviste e copertura mediatica agli eventi in corso in Grecia.
[2] Per roll-back si intende il procedimento iterativo di calcolo che, individuando e sottraendo le operazioni non regolabili per mancanza di titoli e/o contante, ottimizza il processo di liquidazione. Per saperne di più si può consultare il sito: http://www.borsaitaliana.it/bitApp/glossary.bit?target=GlossaryDetail&word=Roll-Back
[3] La supply-side economics è una teoria macroeconomica nata nei primi anni settanta dalle idee di Robert Mundell, Arthur Laffer e Jude Wanniski, assai di moda negli Stati Uniti (la cosiddetta Reaganomics) nei primi anni ‘80, sotto la presidenza di Ronald Reagan. Per saperne di più si può consultare il sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Supply-side_economics
[4] Operazione compresa, in generale, nell’ambito degli Strumenti Finanziari Derivati. Attraverso la sottoscrizione di un currency-swap due controparti si impegnano a scambiarsi flussi di pagamento periodici in due diverse valute, relativamente al capitale e al pagamento degli interessi, secondo le specifiche modalità contrattuali. Per saperne di più si può consultare il sito: http://www.borsaitaliana.it/bitApp/glossary.bit?target=GlossaryDetail&word=Currency%20Swap
[5] Il TRIPS, “The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights”, ovvero l’”Accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuale”, è un trattato internazionale promosso dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), per fissare lo standard per la tutela della proprietà intellettuale. Per saperne di più si può consultare il sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_TRIPs
Il NAFTA è il cosiddetto “North American Free Trade Agreement”, contratto fra Canada, Messico e Stati Uniti. Per saperne di più si può consultare il sito: http://it.wikipedia.org/wiki/North_American_Free_Trade_Agreement
Il TTP è il cosiddetto “Trans-Pacific Partneship”, equivalente in Asia del TTIP euro-americano. Per saperne di più si può consultare il sito: http://en.wikipedia.org/wiki/Trans-Pacific_Partnership
[6] Il Credit Default Swap (CDS) ha la funzione di trasferire il rischio di credito. È classificato come uno strumento di copertura ed è il più comune tra i derivati creditizi. Per saperne di più si può consultare il sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Credit_default_swap

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