GRECIA: L'IRRAZIONALE ROMANTICISMO EUROPEO ???

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DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

Scialuppa in vista … Su Der Spiegel Magazine si legge: «Festa della razionalità ! La crisi greca ha chiuso il periodo dell’irrazionale romanticismo europeo. Finalmente torna la ragione.»

«Se fosse una questione solo di soldi e di numeri, i greci sarebbero già volati fuori dall’euro, se sono ancora in Europa devono ringraziare i romantici del Nord Europa, i più grandi romantici e sognatori, ora questo periodo volge al termine, un’Unione senza la “culla della democrazia” era impensabile fino a qualche tempo fa, ora non fa più paura a nessuno.»

L’articolo prosegue naturalmente, corredato di una bella immagine, dove due greci baffuti, ballano il sirtaki e bevono vino greco, insomma fanno la bella vita con il portafoglio stracolmo di euri, spalmati su di una bianca scogliera che spicca su di un mare azzurro cielo.

https://magazin.spiegel.de/digital/?utm_source=spon&utm_campaign=centerpage#SP/2015/29

Lo si era detto già da qualche anno, da quando i paesi del sud Europa vennero definiti Piigs, cioè luridi maiali e fannulloni, dai paesi del nord invece laboriosi, seri e produttivi. Reminiscenze di una memoria infame, quando gli ebrei sotto il regime nazista venivano raffigurati come diabolici usurai, sporchi comunisti, virus micidiali che avrebbero infettato tutto il globo terrestre.

Non è stato solo un braccio di ferro tra Grecia e Germania, ma uno scontro che trascende i confini territoriali ellenici per coinvolgere le sorti di tutta l’Eurozona e mutare la dinamica dei rapporti di forza politici ed economici, tra gli stati. L’attuale Eurozona sta per implodere su se stessa, ma l’implosione naturalmente verrà pilotata dalle potenze dominanti, che stanno governando il transito verso un organismo del tutto nuovo.

La crisi greca infatti ha mostrato chiaramente l’esistenza di un forte conflitto tra Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco, espressione del potere teutonico della Bundesbank e Mario Draghi, presidente della Bce, ed espressione del potere euroatlantico di Goldman Sachs. La Germania dunque, divenuto lo stato egemone grazie all’euro, ora sembra voler sganciarsi dal progetto europeo, così come lo abbiamo conosciuto finora. La miccia che darà fuoco al sistema potrebbe essere proprio la Grecia, perché l’accordo concluso non può ritenersi realizzabile, dato che il debito greco è assolutamente insostenibile e le gravose misure di bailout non faranno che peggiorarne le condizioni.

Schäuble infatti è sembrato fortemente interessato ad un Grexit, le cui prospettive anche ora non sembrano del tutto scongiurate, e sulle posizioni di Berlino si sono schierati alcuni paesi dell’area mitteleuropea, quali: Slovenia, Slovacchia, Austria, Finlandia, Lituania, Olanda, Estonia. Sembra quasi di assistere alla ricostituzione di un nuovo bacino di potere economico finanziario imperiale, che attrae con forza centripeta i paesi limitrofi intorno a Berlino. Invece la Francia di Hollande ha appoggiato Tsipras nella realizzazione della sua proposta negoziale, in chiave diametralmente polemica con la Germania, che vorrebbe scavalcare i progetti euroatlantici ed escluderla dal nuovo assetto mitteleuropeo.

La rigida intransigenza con cui il “falco” Schäuble ha condotto i negoziati, stanno a dimostrare che ormai Berlino, dopo aver dissanguato i paesi del sud, e aver notato un progressivo aumento dei dissensi eurocritici tra i vari populismi, ha in mente altri progetti di egemonia imperiale. Ormai la sopravvivenza dell’euro sembra non essere più così necessaria, e mentre Draghi ha cercato finora in tutti i modi di salvarlo da un possibile tracollo, con iniezioni ricostituenti di QE, ora il nuovo potere mitteleuropeo di Berlino si sta ribellando alle imposizioni euroatlantiche, scortando l’Eurozona verso un’uscita controllata dalla moneta unica.

Berlino insomma, assumendo posizioni sempre più oltranziste, dimostra di non avere nessunissima intenzione di consegnare all’Ue un potere politico, perché ciò equivarrebbe a condividere con i Piigs assetti fiscali e debitori, quindi forse meglio sganciarsi dal sistema, diventato ormai esplosivo per vari motivi (movimenti populisti ribelli, sfaldamento dell’asse franco-tedesco).

Martedì scorso il ministro ha fatto ulteriori commenti, sostenendo che molti tedeschi sarebbero favorevoli al Grexit. Nel corso poi della riunione dell’Eurogruppo durante il fine settimana Schäuble aveva anche suggerito che il governo di Atene avrebbe potuto emettere dei “pagherò” per rispondere ad una parte delle necessità nazionali, per pagare stipendi e pensioni, indicando con precisione il possibile utilizzo degli Iou (“I Owe You), un riconoscimento di debito scritto privo di effettivo valore legale, uno strumento già utilizzato durante la crisi del ’29 e nella California del 2009.

Questo potrebbe essere il senso della rigidità di Schauble durante i negoziati con la Grecia, ma per il momento ha ceduto ancora una volta di fronte ai diktat dello zio Sam. Anche se il Grexit non è ancora scongiurato, infatti il Fmi ha fortemente criticato l’accordo di salvataggio di 82-86 miliardi per i prossimi tre anni, concordato con la Grecia, sostenendo che il debito greco è ormai “altamente insostenibile”, e ha sollecitato la riduzione del debito ben al di là del limite considerato oggi.

Come dice poi Giulietto Chiesa, il “piano di punizione” della Grecia, che Tsipras ha portato a Bruxelles, ma che è stato scritto dal ministero delle Finanze di Hollande, non contiene nessun elemento che faccia anche solo presumere che il debito greco sia in qualche modo solvibile, e che quindi possa rappresentare la speranza di un futuro migliore per i suoi cittadini.

Questo dimostra che il piano di aiuti e riforme sembra essere una vera riparazione di guerra, espressione della fine del concetto di Europa intesa come unione pacifica di stati disposti a collaborare per il bene comune, aventi dunque obiettivi e finalità economiche culturali comuni, e si è invece rivelato un’accozzaglia di stati che si pongono in relazione di rapporti di forza darwiniani, in cui vige la legge della giungla. Niente di nuovo sotto il sole del resto, tutto era stato predisposto fin dal sorgere di questa Unione Europea criminale, che opera per ridistribuire le ricchezze pubbliche, conquistate attraverso tanti anni di lotte sindacali e sacrifici sociali, e consegnarle all’avidità criminale delle oligarchie finanziarie.

Sappiamo che il FMI non è un’organizzazione di volontariato che salvaguarda diritti democratici e benessere sociale, ma esattamente il contrario, dunque il prestito di miliardi in giro per il mondo serve appunto a sottoporre a ricatto usuraio i paesi economicamente depressi, che in seguito alla cura ormonale diventano schiavi del loro stesso debito, alimentato ad arte. E’ questo uno dei fondamenti del funzionamento dell’economia politica secondo il modello economico neoliberista. Tramite il privilegio di emettere il denaro, i banksters possono assicurarsi anche il potere politico, in quanto strozzano e ricattano la politica degli stati, prestando ad usura e impadronendosi dei loro assets economici, con il consenso dei politici maggiordomi e dei popoli ignari e sprovveduti.

Dunque ora il FMI, espressione del potere degli USA, è entrato in rotta di collisione con l’Unione Europea, probabilmente le ragioni dello scontro derivano dalla difficoltà degli Usa di governare con la consueta autorevolezza la possibile disgregazione dell’Eurozona, che si sta delineando in maniera sempre più credibile sotto i nostri occhi. Infatti il FMI, durante i negoziati della crisi greca, ha consegnato in un rapporto riservato a Reuters, un testo inviato a tutti i membri dell’Eurogruppo, che riconferma ciò che aveva già dichiarato prima del referendum, mostrandosi un improbabile partner politico dello stesso Yanis Varoufakis. I punti del rapporto infatti contraddicono clamorosamente la dottrina Schäuble imposta alla Grecia:

1) dovete raddoppiare il periodo di grazia per la Grecia (da 15 a 30 anni);

2) dovete tagliare non un pochino, non ‘abbastanza’, ma tanto il debito, perché il debito è tecnicamente insostenibile. Non ristrutturarlo, bensì tagliarlo (haircut). (Pier Luigi Fagan)

I due punti sono stati sostenuti da Varoufakis e Tsipras nella lunga trattativa durata cinque mesi, dunque perché l’Ue, nelle vesti brutali di Schauble, contraddice apertamente il Fmi?

Credo che la ragione consista non solo nel ribilanciamento dei pesi interni al Fondo, cosa che ha a che fare con la nuova banca BRICS e con gli equilibri geopolitico-economici su scala globale, come dice Fagan, c’è anche una novità tutta europea, cioè una nuova ridefinizione di Unione Europea, che mostra il suo volto criminale senza mostrare alcun pudore, perché ormai grazie all’euro è maturata una tale divergenza di potere economico tra i paesi “virtuosi” e quelli “maiale”, tale da poter mostrare impunemente la protervia arrogante di Schauble, che tenta di sganciarsi dalla dipendenza Usa.

Sta di fatto che anche il Financial Times sostiene che Christine Lagarde potrebbe rifiutarsi di condividere l’accordo, dato che il FM ha detto e ripetuto fin dal 2010, in un rapporto oscurato dall’Ue, che il debito di Atene non è considerato sostenibile. La dichiarazione nel merito: Il Fondo monetario internazionale ha inviato un forte segnale sul fatto che potrebbe ritirarsi dal nuovo programma di salvataggio della Grecia, in quanto in un’analisi riservata sostiene che il debito del paese è alle stelle e gli obiettivi di avanzi primari fissati da Atene non possono essere raggiunti. … Il debito della Grecia infatti può essere reso sostenibile solo attraverso misure di riduzione del debito che vadano ben al di là di quanto l’Europa è stata disposta a prendere in considerazione fino ad ora. In base alle sue regole, il FMI non è autorizzato a partecipare ad un piano di salvataggio se il debito di un paese è considerato insostenibile e non vi è alcuna prospettiva che il paesepossa tornare suimercati obbligazionari privati ​​per il finanziamento. Il FMI ha forzato le sue regole per partecipare a precedenti salvataggi greci, ma il rapporto suggerisce che questo ora non è più possibile.”

Le conseguenze di tali dichiarazioni sono palesemente esplosive, perché equivalgono ad un’esplicita volontà da parte del FMI di rifiutare il pacchetto di salvataggio della Ue per la Grecia, a meno che la Germania e le potenze creditrici finalmente non si decidano ad una drastica riduzione del debito.

Intanto qualcuno dell’Eurogruppo ha cominciato a dire che il prestito ponte alla Grecia lo si fa coi fondi europei, quindi non li dovrebbero sborsare solo i 18 paesi dell’euro, ma tutti i disgraziati 28 paesi dell’Ue.

Insomma … voleranno stracci bagnati sulle orecchie … speriamo solo stracci

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

16.07.2015

http://it.sputniknews.com/economia/20150714/744391.html

Grexit/4: nella mischia

http://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/griechenland-so-koennte-die-brueckenfinanzierung-funktionieren-a-1043565.html

https://magazin.spiegel.de/digital/?utm_source=spon&utm_campaign=centerpage#SP/2015/29/1000

https://magazin.spiegel.de/digital/?utm_source=spon&utm_campaign=centerpage#SP/2015/29

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=121944&typeb=0&fmi-contro-ue-il-debito-greco-va-tagliato

http://www.bbc.com/news/business-33531845

http://www.ft.com/home/europe

http://www.zerohedge.com/news/2015-07-14/imf-may-walk-away-greek-bailout

http://www.theguardian.com/business/2015/jun/30/greek-debt-troika-analysis-says-significant-concessions-still-needed?CMP=share_btn_tw

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