GIOCHI OLIMPICI DI SOTCHI: RESURREZIONE DELLA RUSSIA MILLENARIA

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Da Caterina II a Dostoïevski, a Putin e a Sotchi

SotchiDI CHEMS EDDINE CHITOUR
www.mondialization.ca

Ma guarda, la città balneare di Sotchi è illuminata da mille fuochi d’artificio! Tutto questo nonostante la trafila di critiche infondate, espresse dai paesi Occidentali. Il giornale “Le Monde” rincara la dose e si mette in prima linea per sminuire i festeggiamenti e le decorazioni dei Giochi Olimpici invernali del 2014 in questa città. “Le Monde” si è permesso di dichiarare: “Vladimir Putin non salirà sul podio.” E invece è avvenuto esattamente il contrario! È stato uno spettacolo meraviglioso, degno della grande Russia.

Stiamo parlando della Russia di Gorki, Puskin, Dostoïevski, Tolstoï, la Russia di Shostakovitch, il quale scrisse, nel bel mezzo del blocco di Stalingrado, la sua famosa Sinfonia, dedicata a centinaia di milioni di uomini della resistenza che hanno avuto la meglio sull’armata tedesca del maresciallo Von Paulus. La Russia di Tchaikovsky che ci ha fatto dono del «Il lago dei cigni». Fuori da ogni tipo di orientamento politico, è dalla Russia che abbiamo avuto diritto alla conquista dello spazio. La stampa francese, invece, è al primo posto per cattiveria, gelosia e imparzialità, da quanto è incline a sminuire la bellezza e la perfezione di questa manifestazione sportiva che si tiene a Sotchi. I giornalisti francesi, senza dubbio frustrati dal fatto che la Francia sette anni fa è stata esclusa dall’organizzazione dei Giochi, fanno di tutto per sminuire l’evento, bramandone però le medaglie. Attaccano Vladimir Putin e lo paragonano a Pietro il Grande: “I russi hanno speso 37 miliardi di euro per Sotchi, quattro volte di più rispetto alla spesa dei britannici per i Giochi estivi di Londra. In particolare, Vladimir Putin ha voluto Sotchi per farne il coronamento del suo regno, il trionfo di una presidenza, la cui ambizione è quella di manifestare il ritorno della Russia tra i Grandi.”(1)

E allora? Che c’è di male? Ovviamente la politica nazionale russa non piace. Nessuno voleva avere a che fare con l’impero sovietico, ma si pensava che il suo smantellamento avrebbe permesso all’Occidente di sfruttarlo a suo tornaconto. L’OCSE ha recentemente diramato una serie di infauste notizie: la Russia importa tutto o quasi; investe davvero poco e fa fuggire i capitali. Il lavoro del grande inquisitore è sempre molto richiesto. E quindi ci si domanda se quello di “Le Monde” sia un editoriale sui Giochi Olimpici o sulla personalità di Putin. Ma poi, è solo un caso che l’Occidente finanzi il jihadismo sunnita? Chi ha spronato la guerra civile in Siria? Chi incoraggia un’opposizione e finanzia i banditi ucraini? La Libia è Putin? L’Irak è Putin?

La testata giornalistica francese sta per diventare una delle voci dell’imperialismo/colonialismo dell’Occidente. “Le Monde” guarda oltre e scrive: “Montagne di detriti e bacini d’acqua inquinati insozzano gli ambienti di Sotchi, che fino a poco tempo fa era una pittoresca zona balneare subtropicale che proteggeva il suo fragile ecosistema. Migliaia di abitanti sono stati costretti a spostarsi: case e quartieri interi sono stati demoliti. Le regioni vicine del Caucaso, in particolare il Daghestan, sono focolai di attività terrorista, dove non passa una settimana senza aver notizia di un attacco o di un attentato-suicida.”(2)

Con il beneplacito dell’agenzia France Presse, sempre sullo stesso didattico giornale leggiamo: “Nonostante la numerosa assenza di parecchi dirigenti, gli organizzatori si sono vantati di aver radunato 44 dirigenti politici, tra cui: il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon; il presidente ucraino Viktor Ianoukovitch, contestato nelle strade di Kiev; i suoi affini cinesi e afgani, rispettivamente Xi Jinping e Hamid Karzaï, così come il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan e il premier giapponese Shinzo Abe.”(3)

“Il più discusso è il presidente bielorusso Alexandre Loukachenko assieme a Leonid Tibilov, presidente della regione separatista georgiana, l’Ossezia del Sud, riconosciuta da Mosca. Entrambi erano nel palco degli invitati. Ricordiamo però che coloro che hanno boicottato rappresentano meno di 500 milioni su 7 miliardi che invece sono stati rappresentati. La cosiddetta tecnica dei due ferri è quella adottata da questi paesi, che non vogliono mettere a repentaglio la candidatura per i Giochi che si potranno poi svolgere nei propri territori. E comunque questo è lo sport, lo spirito olimpico.”(3)

Minimizzando lo spettacolo, lo riduce a una pozione magica: “Tutta questa bella gente, senza dubbio, apprezza le diverse animazioni e coreografie che, attraverso gli anni, hanno tracciato la storia gloriosa della Russia eterna. Tanto per cominciare un po’ di Medioevo, poi un po’ di zarismo, un tantino di bolscevismo e, per finire, lo stato attuale del Cremlino: una Russia vincitrice.” Saturo di cattiveria e di brama di dar lezioni, si legge ancora: “Il presidente Obama, se si è degnato di seguire l’evento dalla televisione, non avrà potuto fare a meno di notare che solo 4 dei 5 anelli olimpici sono accesi all’inizio della cerimonia (…) Per fortuna, la cerimonia non è stata disturbata dall’intrusione di un branco di cani randagi per le strade di Sotchi. Il presidente Obama ne troverebbe a migliaia, destinati a una fine funesta. Ma uno di questi, è riuscito ad introdursi nelle tribune, prima di farsi cacciare dalla sicurezza.” Una triste debacle morale per questo giornale.

Gli Occidentali, che si permettono di impartire lezioni, hanno un’amnesia selettiva, per esempio su Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni Giochi Olimpici, che rappresentò i Giochi 1936 a Berlino. Da fonti non certe, sappiamo che Pierre de Coubertin era in buoni rapporti con il Führer, che gli avrebbe proposto anche una pensione. Inoltre, parlando di razzismo, De Coubertin non amava la gente di colore e le donne: quest’ultime erano per lui indegne di partecipare ai Giochi. Credere che un boicottaggio, a geometria variabile, possa far perdere a Putin la propria strada significa non conoscere lo spirito russo di Puskin e di Tolstoï (la rappresentazione di “Guerra e Pace”, alla cerimonia di apertura, è stato un evento grandioso, sotto tutti i punti di vista). L’epopea russa è stata raccontata in undici scene, con 3500 attori. Una delle scene più commoventi è stata quella in cui Valentina Térechkova, la prima donna nello spazio, si attacca alla Terra e alla conquista delle stelle, come d’altronde fece Yuri Gagarin.

Il debito dell’Occidente nei confronti dell’Unione Sovietica

Una critica così gratuita è caratteristica dell’Impero, e tradisce il giornalismo, così come la storia. L’Unione Sovietica ha salvato l’Occidente fermando le forze naziste. Fu l’armata del generale Joukov che per prima entrò a Berlino. E l’epopea di Stalingrado fu un esempio: “Il 2 febbraio 1943, si legge in un tributo di Laurent Brayard, i combattimenti cessarono nelle rovine di Stalingrado, il maresciallo Von Paulus, appena nominato, capitolava con il resto della sesta armata. Gli effetti di questo evento si propagano da settanta anni, ed è stato considerato come il punto di svolta principale della Seconda Guerra mondiale, il colpo di arresto alle forze dell’Asse che persero definitivamente l’iniziativa.”

“Questa vittoria fu opera dell’intero popolo sovietico, rendiamo omaggio in questo giorno a coloro che sono caduti per la libertà del mondo. 841.000 soldati tedeschi e rumeni, ungheresi, italiani e croati, di cui 91.000 prigionieri al momento della tedesca, rappresentano le perdite dell’Asse. Dalla parte sovietica ci furono 1.128 619 vittime, di cui circa 478.000 morti, 650.000 feriti e prigionieri, e più di 40.000 civili. Fu questo il bilancio finale di questa battaglia titanica che si svolse sulle rive del Volga tra il 17 luglio 1942 e il 2 febbraio 1943. Il 30 gennaio Hitler conferì a Von Paulus il titolo di Maresciallo, per incoraggiarlo a non arrendersi. A Stalingrado l’Umanità resterà debitrice verso migliaia di soldati sovietici che persero la loro vita in battaglia. Il sacrificio inaudito, in questo frangente della guerra, permise la sconfitta della Germania nazista, e allo stesso tempo provocò una disfatta ancor maggiore, quella di el-Alamein nel Nord Africa. Gli eroi dell’Unione sovietica non erano caduti per niente e il mondo libero si ricorderà di loro in eterno.”

La realtà economica

Un‘altra direzione d’attacco dei media francesi viene dalla situazione finanziaria russa, che viene definita “arretrata”. Leggiamo, in un tributo di Challenges.fr, il contenuto obbiettivo di questa “arretratezza” in rapporto ai boriosi occidentali: “Rispetto al potere di acquisto comparato, le prime quattro potenze emergenti hanno ormai sorpassato la Francia. A fine dicembre 2012, il Center for Economics and Business Research (CEBR) ha annunciato che il Brasile nel 2011 era divenuto la sesta potenza economica davanti al Regno Unito. La Francia, quinta in classifica, sarebbe stata davanti ancora per qualche anno […] la Francia si ritrova, secondo il FMI, alla nona posizione con 2.217 miliardi di dollari di PIL (PPA). Il Brasile, invece, è gia settimo con 2.309 di dollari di PIL (PPA). […] L’Esagono si trova dietro gli altri tre BRIC: la Cina (2a), l’India (3a) e la Russia (6a). Che si adotti un metro di misura sui loro PIL in dollari correnti o a parità di potere di acquisto, la Cina, l’India, la Russia e le altre potenze continueranno la loro ascesa negli anni a venire.”(5)

Perché quest’ostinazione verso il nuovo “Zar di tutte le Russie”?

I contenziosi con l’Occidente sono numerosi, soprattutto quello di aver accolto Edward Snowden in Russia. Laïd Seraghni elabora un’altra spiegazione di tono simile: “Gli avvenimenti che si svolgono attualmente in Siria non sono in alcun caso legati alla questione della democratizzazione della società, né alla libertà per i Siriani. Si tratta di un ordine mondiale che gli Stati Uniti cercano di imporre assieme ai loro vassalli e ai predatori occidentali. Il punto di partenza per la nuova configurazione geopolitica del mondo passa oggi per Damasco. Qui si gioca l’avvenire della Russia. Anche Putin, sulla linea di Caterina II, che riteneva che “Damasco detenesse la chiave della casa Russia”, comprende che “ Damasco è la chiave di una nuova era”. Dall’inizio delle contestazioni in Siria, la Russia, appoggiata principalmente da Cina e Iran, ha deciso di far fallire tutti i tentativi per il cambiamento del regime, poiché era persuasa del fatto che, se il piano degli occidentali fosse riuscito, sarebbe stata confinata in un ruolo di secondo piano e sarebbe stata minacciata la sua integrità territoriale. È per questo motivo che, dall’inizio della crisi, la Russia si è mostrata molto chiusa e si è opposta a tutti gli interventi militari […] A ogni tentativo che mirasse alla riproduzione dello scenario libico o yemenita, la Russia si è opposta con un rifiuto categorico.(6)

Karl Muller ci spiega perché l’Occidente ce l’ha con la Russia. Essa è colpevole di “non rientrare nei ranghi dopo la disfatta dell’impero sovietico”. Colpevole anche di aver sostenuto Assad, di essere contro gli scudi anti-missile (…) La prova di tutte queste manovre si trova nel libro “La grande scacchiera”, pubblicato nel 1997 e il cui autore è Zbigniev Brzezinski, consigliere personale di vari presidenti americani. “Contrariamente all’Occidente, dove si pone l’accento su un modello di politica utilitarista, il governo russo sembra appoggiarsi a una concezione orientata sui fondamenti della Chiesa cristiana, che mette l’uomo e il mondo al centro della sua azione. Dov’è possibile trovare questo approccio in Occidente? Quel governo occidentale si fa ancora leva su questa concezione cristiana per il profitto della famiglia, della religione e della nazione per il grande bene dei popoli e del progresso?”(7)(8)

E poi c’è la confessione di un deputato australiano: “L’ex presidente e attuale Primo Ministro russo Vladimir Putin è il miglior dirigente da Pietro il Grande in poi”, ha sottolineato l’ex deputato australiano Ross Cameron sulle pagine del Sidney Morning Herald: “Una volta agente segreto nella Germania Ovest, Putin poteva verificare i vantaggi incontestabili del libero mercato”, ha ricordato Cameron, che ha poi affermato che l’Occidente aveva torto a insistere sul fatto che Putin era un uomo del KGB. Sotto Putin il potere degli oligarchi si è indebolito, mentre è aumentato quello del Parlamento, la supremazia della legge e la classe media, che si è accresciuta in maniera vertiginosa passando da 8 a 55 milioni di persone”, ha affermato Cameron. Il deputato australiano ha anche detto di non credere che la Russia abbia ambizioni imperialiste. Di conseguenza, conclude, “le persone di buona volontà non posso deplorare l’influenza che Putin ha in Russia e nel mondo”.(9)

Nonostante tutti i sommovimenti, stiamo assistendo all’avanzata russa. I Giochi Olimpici avranno successo, non se ne può dubitare, mentre l’Occidente, che pensava di dettare ancora i suoi ordini, non ha capito che il baricentro del mondo gli è definitivamente scivolato dalle mani. L’Occidente ha perduto il suo magistero morale che poi si è dimostrato essere come il vento. L’Occidente, nei periodi di abbondanza, si prende il lusso di essere un buon principe e quello di distribuire ovunque lezioni di democrazia che, curiosamente, si applicano sempre meno su di sé, con tutti i metodi approvati dalla sua morale, controllando le masse, per asservire definitivamente i più deboli. La vera sfida è una lotta planetaria per la dignità dell’uomo, a tutte le latitudini, e i pochi giornali obbiettivi vengono asfissiati dalla cacofonia dei mezzi di comunicazione mainstream, più preoccupati di avere visibilità che di informare onestamente la cittadinanza, come aveva già promesso, ad esempio, sessant’anni fa un certo Hubert Beuve-Méry, il fondatore di “Le Monde”.

NOTE:

1. Vladimir Poutine ne mérite pas de podium, Le Monde, 08 febbraio 2014.

2. Garry Kasparov, Les Jeux Potemkine de Poutine, par Garry Kasparov, Le Monde, 8 febbraio 2014.

3. La gazette des Jeux : une cérémonie « poutinienne » et quelques accrocs, Le Monde, 8 febbraio 2014.

4. Il y a 70 ans Von Paulus capitulait à Stalingrad, La Voix de la Russie, 2 febbraio 2013.

5. PIB : la France derrière la Chine, l’Inde, la Russie et… le Brésil, wwww. Changelles.fr, 3 gennaio 2012.

6. Pour Catherine II Damas détient « la clé de la maison Russie » et pour Poutine « elle est la clé de la nouvelle ère », Le Grand Soir, 26 febbraio 2013.

7. Karl Müller, Pourquoi ne cesse-t-on pas de s’en prendre à la Russie?, Voltaire.net, 23 dicembre 2013; Bill Van Auken, L’Irak glisse vers la guerre civile, 9 gennaio 2014

8. Chems Eddine Chitour, L’Occident et la croisade anti-russe: La force tranquille de Poutine, Mondialization.ca, 16 gennaio 2014.

9. Aleksey Druzhinin, Poutine meilleur leader russe depuis Pierre le Grand (politique australien), RIA Novisti, 11 gennaio 2010.

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Professeur Chems Eddine Chitour

Ecole Polytechnique enp-edu.dz

www.mondialization.ca

Link: Jeux olympiques de Sotchi : Résurrection de la Russie millénaire

11.02.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GILDA ELIA

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