GERMANIA, ITALIA, GIAPPONE E LA CLAUSOLA DEGLI “STATI NEMICI” DELLO STATUTO DELLE NAZIONI UNITE. UN OSTACOLO ALLA PACE IN ASIA ED EUROPA

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DI CRISTOF LEHMANN

globalresearch.ca

Lo Statuto delle Nazioni Unite designa ancora l’Italia, la Germania e il Giappone come stati nemici delle Nazioni Unite. In termini legali, ciò significa che qualsiasi Stato membro delle Nazioni Unite può lanciare un’offensiva militare “preventiva” contro queste nazioni, senza una dichiarazione di guerra. Raramente discusso, si può sostenere che questo status di “stato nemico” sia oggi uno dei maggiori ostacoli ad una pace duratura in Europa ed in Asia.

Dalla fine della seconda Guerra Mondiale nessuno stato tra i G-4, che sono Cina, Gran Bretagna, Stati Uniti e USSR/Russia, ha preso dei provvedimenti per abolire la clausola dello “Stato nemico” dallo Statuto delle Nazioni Unite.

Lo Statuto delle Nazioni Unite designa ancora l’Italia, il Giappone, e la Germania come stati nemici alle Nazioni Unite. Questo fatto è di solito omesso dal discorso politico pubblico; ovvero, sia nelle nazioni del G-4 che in Italia, Giappone e Germania. Le implicazioni e la mancanza di sovranità (cioè lo jus ad bellum) sono, molto verosimilmente, uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento di una pace duratura in Asia ed in Europa. Qualche esempio dovrebbe ampiamente dimostrarne il perché.

Italia – Germania e Gladio

Sia le Brigate Rosse italiane che la Rote Armee Fraktion (RAF) tedesca erano infiltrati rispettivamente dai servizi segreti italiani e della Germania Occidentale, già prima di essere formalmente costituite. In Germania, i servizi segreti interni di Berlino (Landesamt für Verfassungsschutz Berlin – LfV Berlin), così come i servizi segreti interni federali (Bundesamt für Verfassungschutz – BfV) avevano infiltrato quest’ultimo perché fosse una sinistra militarizzata dall’inizio della protesta studentesca di sinistra a metà degli anni ’60. Per citare un esempio; un agente del LfV-Berlin, Peter Urbach, è stato il primo a fornire armi ed esplosivi a quella che successivamente sarebbe diventata il gruppo militante 2. Juni e la RAF. Per quanto riguarda le Brigate Rosse italiane, la situazione era simile. Quando i tedeschi di sinistra andarono in Italia per aiutare a procurare armi per la sinistra in Grecia che era pronta ad attaccare la dittatura militare, diventò ovvio che la polizia ed i servizi segreti italiani che avevano legami con il network Gladio erano ben informati e coinvolti. (Dichiarazioni di ex membri del movimento tedesco 2. Juni e della RAF).

Alcuni critici della resistenza armata vorrebbero interpretare questo come se la sinistra militante avesse lavorato per conto dei servizi segreti fin dall’inizio. Falso. Ciò che è vero, tuttavia, è che la sinistra militante era infiltrata sin dal primo giorno, e che alcuni attacchi sono stati istigati, altri li si ė lasciati accadere, con i servizi segreti che impedivano le indagini di polizia. Altri attacchi, come l’assassinio di Von Herrenhausen e di Rohwedder, sono stati presumibilmente portati a termine dai servizi segreti NATO, accusandone la RAF o, nel caso di Von Herrenhausen, la RAF e parti del Libanese Hezbollah, che ė risaputo essere pesantemente infiltrato dal Mossad israeliano. Oggi, ci sono seri e fondati dubbi se i networks di Gladio fossero coinvolti nell’assassinio del Direttore della Deutsche Bank Alfred von Herrenhausen e di Treuhand Rohwedder. Von Herrenhausen aveva fatto pressioni per una politica più benevola nei confronti delle così dette nazioni del terzo mondo, e per una moratoria parziale del debito. Rohwedder, dopo la riunificazione della Germania (matrimonio riparatore), ha investigato energicamente sulla presa di potere di stampo mafioso sulle società della Germania dell’Est da parte di soggetti stranieri.

E questo è quanto per l’informazione che, lentamente, diventa parte del pubblico discorso. Ciò che viene omesso, tuttavia, è che i servizi segreti interni ed esteri dell’Italia e della Germania, agli alti livelli e parzialmente in forma di “fazioni con questi servizi”, sono ancora pesantemente controllati da Washington e Londra.

La CIA e il MI6 hanno un ruolo, ma la spinta maggiore viene dal Pentagono, dalle interfacce JSOC-CIA e JSOC/NATO. In Italia il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro nel 1978, da parte di una cellula infiltrata delle Brigate Rosse, ha impedito la formazione di un Governo Italiano con la partecipazione del Partito Comunista italiano. E questo ė quanto, per quanto riguarda la “sovranità “dell’Italia.

Ci si potrebbe chiedere se un Governo italiano o tedesco non potrebbe agire in modo autonomo e, per così dire, “far pulizia” all’interno dei propri servizi segreti. La risposta è un no chiaro; non finché entrambi gli stati restano descritti come stati nemici delle Nazioni Unite. La situazione dei Governi tedeschi ė ulteriormente complicata dal fatto che la Germania non ha ancora un trattato di pace, e che Washington e Londra fanno tutto ciò che è in loro potere per mantenere lo status quo. Nessun Governo tedesco post Seconda Guerra Mondiale ha osato toccare questa “patata bollente”, coalizioni rosso-verdi incluse. Anche la sinistra (Die Linke) evita il più possibile la questione. I Governi tedeschi, in termini generali, hanno usato due strategie. 1) Fare pressioni per un posto permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per forzare la mano dei G-4. 2) Affermare il potere tedesco all’interno dell’Unione Europea; pesantemente a scapito dell’economia tedesca, nella forma di bailouts, ecc…

Quale rilevanza oggi?

Considerando la situazione in Ucraina e le tensioni tra la Russia e la NATO /EU, non si può sottovalutare il fatto che né un governo italiano né uno tedesco può mantenere una politica estera sovrana. Circa il 50% dei tedeschi non percepiscono la Germania come solidamente o permanentemente stabilizzata nella NATO, e circa il 50% vorrebbe che la Germania mantenesse una posizione neutrale, come ponte tra l’Est e l’Ovest, equidistante e con pari buone relazioni rispettivamente con Mosca e con Washington. Nessun governo tedesco sarebbe in grado di rispecchiare tale opinione pubblica nella sua politica.

Relazioni Giappone – USA/Russia/Cina

Essendo designato come Stato nemico delle Nazioni Unite, anche il Giappone deve “ballare sui carboni ardenti”. C’è un crescente consenso pubblico contro le basi americane in Giappone, ma nessun Governo giapponese potrebbe esprimere questa tendenza in politiche tangibili, senza rischiare serie ripercussioni. Ogni alto funzionario giapponese che toccasse questo punto, commetterebbe hara kiri politico. Ma non è solo l’America a tenere il Giappone in questo limbo politico dell’essere descritto come stato nemico. Le relazioni tra Giappone e Cina per quanto riguarda le contese isole Sekaku / Diaoyu sono fortemente tendenziose, a causa del tentativo del Giappone di imporre la sua sovranità, anche se, talvolta con riluttanza, deve far giochi di geopolitica e usare gli Stati Uniti contro la Cina. La clausola dello stato nemico influisce anche sulle relazioni tra Giappone e Russia. Le contese isole South Kuril (così come le chiamerebbero i russi) sono una questione influenzata dallo status legale del Giappone come nemico delle Nazioni Unite e dalla mancanza di un trattato di pace Giappone-Russia. I Governi giapponesi, a volte controvoglia, devono giocare la carta degli Stati Uniti contro la Russia. Le relazioni Russia-Giappone potrebbero verosimilmente diventare molto più positive se la Russia prendesse l’iniziativa per livellare il campo di gioco firmando un trattato di pace.

Considerando le relazioni russo-giapponesi che si stanno sviluppando e considerando le strategie geopolitiche a lungo termine nella regione Asia-Pacifico, una dimostrazione di fiducia da parte di Russia e Cina nei confronti del Giappone come partner, libererebbe le mani del Giappone nei confronti delle relazioni Stati Uniti- Giappone, e sarebbe una mossa saggia che avrebbe ripercussioni positive in tutta la regione, incluse le Filippine, la Malesia, la Tailandia, la Corea ed il Vietnam.

Prendere l’iniziativa per rimuovere la clausola dello “stato nemico” ed influenza globale

Prendendo in considerazione la complessità dei mercati globali attuali; prendendo in considerazione la complessità delle alleanze militari e delle interdipendenze tra le cosiddette linee nemiche, si potrebbe affermare che una qualsiasi delle nazioni del G-4 che prenda l’iniziativa per fare realmente pressioni per abolire la clausola di stato nemico dallo Statuto delle Nazioni Unite, guadagnerà un considerabile vantaggio politico e geopolitico. Riguardo alla Cina e alla Russia, un tale passo potrebbe, usando politiche di prova, anche portare a vanificare l’egemonia dell’asse Anglo- americano in Europa e del perno asiatico di Washington.

Un’iniziativa congiunta Cina-Russia creerebbe anche una fiducia maggiore in stati quali il Vietnam e la Corea del Sud e del Nord. Un’iniziativa russa creerebbe una comunicazione molto più autentica circa la situazione in Ucraina, circa il ruolo della NATO nei riguardi dell’Ucraina e il fatto che la Germania, ed implicitamente l’unione Europea, sono obbligate a “far la stessa cosa” e seguire gli ordini di Washington.

L’Amministrazione russa di Vladimir Putin si fa vanto di essere sostenitore di una community globale di Stati-nazione interdipendenti, ma sovrani. Prendere l’iniziativa circa l’abolizione della clausola dello stato nemico e del trattato di pace con il Giappone potrebbe, verosimilmente, essere il maggior investimento a lungo termine che assicuri che questa idea possa portare frutti, e mostrare che la posizione della Russia è sincera.

In Conclusione, ci si deve domandare perché nessuno dei G-4 ha ancora preso l’iniziativa

Ė un fattore dipendente dalla mancanza di fiducia tra le coalizioni della guerra fredda e della nuova guerra fredda? Oppure è una continuazione consapevole di Yalta, in cui i G-4 hanno suddiviso il mondo in egemonie, divise da cortine di ferro, di bambù e di banane? Se è così, il risultato invariabile sarà che un numero crescente di quegli Stati che sono stati sottomessi e forzati in queste egemonie, prima piuttosto che poi, insorgerà contro il G-4. Altri, come l’Egitto, si renderanno conto che le Nazioni Unite hanno fallito tanto quanto la Società delle Nazioni nel proteggere gli stati più piccoli dai conflitti scatenati durante e dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La tendenza a riformare le Nazioni Unite o ad abolirle del tutto sta diventando sempre più prevalente. Un altro risultato invariabile della continuazione di Yalta sarà che la serie apparentemente senza fine di conflitti a bassa intensità che è stata alimentata dalle scosse di assestamento di Yalta continuerà, mentre i G-4 si stabilizzeranno, assieme alla loro base di potere, usando le popolazioni dell’ Europa, dell’Asia, dell’Africa e del Medio Oriente come carne da macello ed ostaggi.

Christof Lehmann, consulente politico indipendente su conflitti e risoluzione dei conflitti, fondatore e direttore di Nsnbc, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook”.

Fonte: www.globalresearch.ca

Link: http://www.globalresearch.ca/germany-italy-japan-and-the-un-charters-enemy-state-clause-obstacle-to-an-asian-and-european-peace/5457761

23.06.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di STELLA FUCCENECCO

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