EUROPA: TEMPO PER UNA RIVALUTAZIONE DEI VALORI

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DI OLGA SHEDROVA
strategic-culture.org

Senza alcuna esagerazione, gli eventi che si son susseguiti nei paesi dell’unione europea a seguito della crisi economica globale si possono definire come un disastro umanitario. Non secondo gli indicatori economici che rimangono alti. La catastrofe per gli abitanti dell’UE è stato il crollo del mondo a cui erano abituati, la distruzione di una apparentemente naturale collaborazione sociale tra stato e società, società e capitale.

Il grado di declino degli standard sociali europei è veramente impressionante…

Il ventisette percento dei bambini europei sotto i 18 anni sono a rischio povertà e esclusione sociale. Più precisamente, in Irlanda la percentuale è di 38, in Ungheria 40, in Lettonia 44 e in Bulgaria 56% (1). L’UNESCO fornisce dati ancor più agghiaccianti: il 72,6 % dei bambini in Romania vive come mendicante. Secondo i dati di Eurostat per il 2011, 120 milioni di persone, o 24,2 % della popolazione dell’UE, fronteggiano la povertà e la perdita dei benefici della previdenza sociale. Nel 2010, questa situazione riguardava il 23,4% dei residenti nell’UE.

Quasi 670.000 di persone in Lituania vivono nella povertà, 10% delle quali hanno un lavoro a tempo pieno. Di questi 670 mila, il 22% vive nella “povertà assoluta”. Secondo un sondaggio svolto nel 2010 da Baltijos tyrimai (compagnia di ricerca di mercato e analisi dell’opinione pubblica Lituano-Britannica), il 10% dei Lituani vive senza cibo sufficiente. La situazione peggiore si ha nelle famiglie che stanno accertando la loro situazione finanziaria e che vivono in centri regionali e piccola città. Più della metà delle persone viventi in queste zone non hanno soldi a sufficienza per cibo e vestiti.

Nell’ultimo anno, il numero di persone riceventi cibo gratuito in Inghilterra è raddoppiato. Ogni tre giorni viene aperta una nuova cantina. Il numero di Inglesi viventi sotto la soglia di povertà è quasi giunto a 13 milioni. Molte donne inglesi si ritrovano a dover mangiare un giorno si e l’altro no, visto che tutto in famiglia è mangiato dai figli.

La quantità di aiuti alimentari ricevuti dall’Estonia dall’UE ha raggiunto livelli record nel 2010: 2571 tonnellate di derrate alimentari secche (pasta, cereali, zucchero ecc.) e 590.800 litri di olio di semi per un costo totale che supera i 2,2 milioni di euro. Il cibo sarà distribuito a 129.500 persone in un paese con una popolazione di 1,29 milioni.

L’organismo di beneficienza Caritas, associato alla chiesa cattolica, ha affermato che la povertà in Spagna “si è livellata e cronicizzata”. Nel 2007, 400.000 persone usufruivano regolarmente dei pasti gratuiti e dei pacchetti di cibo della Caritas, ma nel 2010 il numero è aumentato a 950.000. Inoltre, prima il problema sembrava riguardare principalmente le famiglie immigrate, mentre oggigiorno sembra essere giunto anche nelle case dei nativi spagnoli nell’età lavorativa.

Al momento, più di 80 milioni di abitanti dell’UE risultano senza-tetto, su un totale di 501,1 milioni. In altri termini, quasi il 16% dei cittadini europei non ha una casa. Un impiegato in un servizio medico di emergenza in Belgio ha detto: “Da quando ha colpito la crisi, e forse anche prima di essa, abbiamo iniziato a vedere un netto cambiamento tra i senza-tetto, contandone un numero maggiore proveniente dalla Francia, la Spagna e l’Olanda”. (2)

Anche i servizi sanitari stanno peggiorando. Per esempio, 1.165 persone sono morte di fame negli ospedali britannici negli ultimi quattro anni. Il Daily Mail ha osservato che nel 2011, 43 pazienti sono morti a causa della malnutrizione, 291 sono morti in uno stato di estremo esaurimento, e il numero di pazienti dimessi dagli ospedali in uno stato di esaurimento è raddoppiato e 5.558.

Piccole tragedie

E’ facile non notare il destino dei singoli individui quando si è inondati da numeri ed indicatori economici. In fondo, ogni singolo di questi milioni di destini rappresenta una tragedia.

Una madre in Estonia dice: “Lavoro ma guadagno il minimo sindacale. Il nostro appartamento è molto caro, siamo sopravvissuti a malapena all’inverno e tra un po’ sarà inverno di nuovo. Oggi ho detto ai miei figli che stiamo economizzando e di non mangiare così tante pagnotte perché avevano già avuto da mangiare e dovevamo far durare il cibo un paio di giorni in più…me ne vergogno. Vivo in un paese europeo, non in Africa. Mi vergogno del fatto che lavoro, ma non ho i soldi per comprare mutande ai miei figli, hanno solo due paia a testa, tra l’altro bucate. Temo enormemente la scuola che sta per riiniziare. Dovrò rivolgermi ai servizi sociali per chiedere aiuto. Forse mi aiuteranno. Ho 41 anni e non ho mai vissuto come sto vivendo adesso, giorno per giorno, affrontando il domani così come viene…”

La Caritas cita altri esempi di disperata povertà. “Una donna 56-enne vive con i suoi due figli e due nipoti, di sette e tre anni. I figli non hanno lavoro o il diritto di ricevere aiuti. Lei può contare su di un sostegno di 426 euro al mese (valido fino a novembre). L’affitto per il suo appartamento è di 276 euro.”

“Una signora anziana (74 anni) riceve una pensione di 340 euro e vive con suo figlio disabile di 50 anni.”

“Una madre, single, vive con i suoi quattro figli di età 16, 11, 4 e 3, e lavoro come donna delle pulizie per 434 euro al mese, 410 li spende di affitto.”

Sotto la minaccia di rimanere senza lavoro e perdere lo stato sociale, il numero di depressioni e suicidi in Europa sta crescendo drasticamente. Dall’inizio della crisi finanziaria il numero di suicidi è cresciuto dal 5 al 17%. Il numero di persone che si son tolte la vita in Inghilterra è cresciuto del 10%, fino a 6,75 ogni 100.000 abitanti, mentre in Grecia c’è stato un aumento del 40%. Nel 2011, la BBC ha svolto un sondaggio presso le strutture sanitarie scoprendo che, durante la crisi, i medici hanno prescritto il 40% in più di medicinali antidepressivi rispetto agli anni precedenti. (3)

Nella disperazione, la gente arriva sull’orlo della follia. Per esempio, in Spagna una donna era pronta a vendere uno dei suoi reni, parte del suo fegato, la cornea e uno dei suoi polmoni per racimolare abbastanza soldi per poter pagare il suo appartamento. Il comune di Valencia gli è andato in contro e ha deciso di ridurle l’affitto a 400 euro, ma lei non riesce a pagare neanche quelli visto che riceve un sussidio di soli 426 euro al mese. In cima a tutto, lei è disabile quindi le sue possibilità lavorative sono molto limitate. Sua figlia ventiduenne è una studentessa e riceve una piccola pensione da parte di suo padre, morto due anni fa.

Nel Marzo 2013, solo pochi giorni fa, il trentaseienne Plamen Goranov, che si dette fuoco davanti all’edificio comunale di Varna il 20 Febbraio in segno di protesta contro l’aumento dei prezzi dei servizi comunali, è morto. E’ stato il terzo caso di auto-immolazione dall’inizio della protesta nazionale bulgara.

Il direttore amministrativo del Bristish Centre for Medical Health, Andy Bell, crede che la sanità mentale dei senza-tetto, o di quelli che una casa ancora l’hanno ma vivono nella paura di perdere il lavoro, è diventata un serio problema sociale e medico.

La risposta dei governi alla loro gente

Invece di adottare misure di previdenza sociale o di ridistribuire più equamente gli introiti ed aiutare le fasce più deboli della società, i governi dei paesi dell’UE e le dirigenze delle organizzazioni europee stanno portando avanti una politica strettamente neoliberale. Il bilancio UE per il 2013 è stato ridotto del 2,2% e ha ridotto il deficit a 50 miliardi di euro. La politica fiscale dei paesi dell’UE è tale da non far altro che peggiorare i problemi sociali.

A fine settembre 2012, il governo spagnolo ha presentato un disegno di legge sul bilancio del 2013 e ha formulato una strategia sulla politica economica spagnola. Tagli al bilancio dell’8,9% sono stati inclusi: ciò nonostante che nel 2012, il bilancio del ministero degli affari economici era già stato ridotto del 19%, quello del ministero dell’educazione del 21,1%, quello del dipartimento del tesoro del 22,9%, quello del ministero dello sviluppo del 34,6%, e quello del ministero degli affari esteri e cooperazione del 54,4%. Nel 2013, il ministero della salute è quello più colpito di tutti con tagli del 22,6%. I sussidi di maternità sono stati del tutto abbandonati. Nel frattempo, la disoccupazione in Spagna ha già superato il 24% (50% tra i giovani).

Sotto la pressione dell’UE, il governo greco ha effettuato molti tagli ed ha aumentato le tasse. In particolare, gli stipendi pubblici sono stati congelati per tre anni, i benefici agli impiegati dei settori pubblici sono stati ridotti del 10%, la tredicesima e la quattordicesima per pasqua e natale del 30%, ci sono piani per aumentare l’età pensionabile gradualmente dai 63 ai 67 anni, e l’IVA salirà del 2%, così come le imposte sull’alcol e il tabacco. Intanto, la disoccupazione è triplicata dal 2009 (57% tra i giovani), il 22,9% dei greci vive sotto la soglia della povertà e il guadagno medio per nucleo famigliare è crollato del 17%, mentre le tasse sui lavoratori, i liberi professionisti, e le piccole e medie imprese sono aumentate del 42% nel 2013.

Non è la prima volta che si fanno tagli al bilancio in Gran Bretagna. Nel 2010, i costi sociali globali erano stati ridotti di 17 miliardi di sterline. Per colpa dei tagli del 2012, 750.000 famiglie hanno smesso di ricever benefici per i loro figli, mentre la situazione economica di 4,4 milioni di pensionati inglesi è peggiorata a causa del congelamento e il taglio dei benefici connessi all’età.

Nel frattempo, tra l’Ottobre 2008 e Dicembre 2011, 1,6 trilioni di euro di aiuti sono stati concessi alle banche dei paesi dell’UE. Ciò corrisponde al 13% del PIL dell’intera UE. La maggior parte di quest’aiuto (67%) è stato fornito sotto forma di garanzie statali per il finanziamento bancario. Il numero di milionari nell’UE è in costante crescita. Per esempio, in Germania nel 2011, il numero di persone possedenti più di un milione di dollari è aumentato dell’8%. Nel 2010, c’erano 103 miliardari in Germania, l’anno prima 99.

Un’immagine molto eloquente: quando l’Inghilterra ha ridotto il suo budget, tagliando i finanziamenti sociali, i fondi per la famiglia Reale sono rimasti inalterati.

Vien da pensare che la Germania e l’Inghilterra sono paesi molto sviluppati, dove il benessere dell’intera popolazione è in crescita. In realtà, non è affatto così. Il piano finanziario tedesco propone risparmi di 80 milioni di euro entro il 2014. L’intenzione è di ridurre il numero di soldati professionisti di 40.000 unità, esaminando nel frattempo la possibilità di rilasciare dai doveri militari altri 60.000 reclutati. Anche i dipendenti del settore pubblico risentiranno dei tagli: a seguito delle riforme non avranno più il bonus natalizio, facendo risparmiare al bilancio dello stato fino al 2,5% degli stipendi. Entro il 2014, il governo tedesco vuole eliminare 10.000 posti di lavoro statali. 12,8 milioni di persone, o il 15,8% della popolazione adulta tedesca affronterà la povertà. La povertà infantile in Germania è molto più ampia che in altri paesi industrialmente sviluppati. Secondo l’UNICEF, l’8,8% dei bambini in Germania vivono in povertà. Il livello non è molto più alto in altri paesi chiave dell’UE: in Inghilterra è del 5,5%, mentre in Francia è del 10,1%. La situazione è peggiore solo nei paesi in crisi e nei paesi est-europei.

La crisi come strumento di crescita

Al momento, il progetto europeo di relazioni sociali, che, al contrario del modello economico americano di capitalismo spinto, sembrava molto allettante, ci si sta sgretolando davanti agli occhi. Un nuovo inizio per lo sviluppo economico dell’UE pare impossibile senza una profonda analisi dei motivi che hanno fatto scaturire la crisi, senza una rivalutazione dei valori, senza una messa in discussione dei fondamenti ideologici dell’esistenza europea e senza nuovi modelli di interazione con il resto del mondo.

Il vicolo cieco nel quale si trova l’UE ha radici nel coinvolgimento dell’Europa nel progetto “Big West” (grande occidente) come satellite degli USA. Alla fine, questo è anche il motivo per i problemi economici cui è soggetta l’UE. Non riguarda solo le dottrine neoliberali, la crescita dei debiti e l’isolamento del settore finanziario del reale settore economico. Prendendo parte agli azzardi americani in medio oriente, nella comunità degli stati indipendenti e nel sud-est e centro Asia, l’Europa ha destabilizzato la situazione in zone prossime ai suoi confini e ha essenzialmente messo a rischio la propria sicurezza energetica, cosi come il suo sviluppo economico e demografico con le sue stesse mani. Riesaminare le relazioni con i propri vicini sarebbe chiaramente una svolta per l’elite europea, ma lo devono fare.

L’economia malata europea necessita più di una crescita del rigore finanziario e di bilancio; necessita una completa ricostruzione delle politiche economiche mirata a migliorare l’accesso alle risorse, a liberalizzare lo scambio, al trasferimento tecnologico, alla reindustrializzazione e ad una più profonda cooperazione industriale con i paesi in via di sviluppo sul continente euroasiatico. La creazione di un’area unificata per la cooperazione economica “da Lisbona alle Isole Kuril” tramite un decremento della competizione, una rimozione delle barriere tassate e non tassate, una creazione di canali di trasporto capaci di sostenere la crescita economica europea e, a lungo andare, una riformulazione del modello di stato assistenziale europeo per i propri cittadini.

I valori europei sono la giustizia sociale, il sostegno dei deboli e degli indifesi, la solidarietà, la garanzia del diritto fondamentale alla vita e un alto livello di cultura ed educazione, e non “portare la democrazia” in Siria e in Libia, la giustizia minorile e i gay-parade. E questi valori meritano di sopravvivere.

Olga Shedrova
Fonte: www.strategic-culture.org
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2013/03/27/europe-time-for-a-reappraisal-of-values.html
27.03.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PEREA

NOTE:

(1) http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/3-26022013-AP/FR/3-26022013-AP-FR.PDF

(2)http://ru.euronews.com/2010/01/06/european-anti-poverty-campaign-stresses-collective-approach/

(3) http://www.bbc.co.uk/russian/society/2011/07/110708_suicide_europe_rise.shtm

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