ERDOGAN STA COMPLOTTANDO CON I CURDI PER DIVENTARE IL ‘MAD KING’ [1] DELL’IRAQ ?

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DI GORDON DUFF

veteranstoday.com

In consultazione diretta con i più alti livelli del Governo di Baghdad, Veterans Today è in una posizione privilegiata per poter valutare il disastro che è in corso in Iraq.

A tutt’oggi, Erdogan ha deciso di fermare, o forse solo di rallentare, la sua incursione in Iraq. Baghdad sostiene che Erdogan, in combutta con i ricchi curdi, ha sequestrato una parte del territorio iracheno.

Baghdad, inoltre, sa benissimo che Erdogan non è una persona attendibile. Anche gli israeliani lo hanno capito. Pensavano di poter usare la Turchia contro l’Iran, ma Erdogan ha fatto il doppio gioco e solo ora Netanyahu ha capito di essere stato usato come un ‘capro espiatorio’ nei riguardi della Russia.

Israele è ‘scoperta’ nei confronti della Russia ma la Turchia, con il controllo del Bosforo, non lo è affatto.

Il retroscena, comunque, è più complesso. In primo luogo, dobbiamo guardare a questa vicenda come se fosse la ‘fase due’ della sua guerra contro la Russia. Erdogan, vedendo sia la debolezza di Obama e Kerry che il caos che regna nell’UE, ha deciso di ‘spingere la corda’[2] pensando di essere in possesso di un assegno in bianco firmato dal Segretario di Stato Kerry, e di poter fare quello che vuole al riparo del bizzarro ombrello nucleare ‘congiunto’ di cui gode la Turchia.

Preso atto che la Russia è il nuovo ‘sceriffo’ del Medio Oriente, Erdogan sta cercando di farle abbassare la cresta. Il modo più semplice per poterlo fare è di assalire non la Siria, ma l’Iraq. Con la situazione complicata dalle campagne aeree di Francia, Gran Bretagna e Germania, non c’è spazio in Siria per il ‘nuovo califfato’ di Erdogan, che è il vero ISIS.

Davvero? Se supponiamo per un momento che l’ISIS non sia altro che un sogno irrealizzabile, avrebbe un senso il fatto che stia rivendicando la responsabilità di tutto, non importa quale lutto gli venga addebitato. Lo Stato Islamico, in effetti, ha pisciato sull’orso e ne sta pagando il prezzo, ma non glie ne importa molto … perché?

Perché non è reale. Questa storia è come quella di ‘Bin Laden e del 9/11’. E’ tutta una finzione, nessun terrorista sceglie l’unico nemico che li può schiacciare e poi dà a quel nemico la scusa perfetta per poterlo fare.

Quando ci troviamo davanti a questi scenari sappiamo che qualcosa sta succedendo. E allora, se l’ISIS è armato dalla Turchia, se è difeso, come sembra, dalla Turchia, se il suo petrolio viene autotrasportato in Turchia, possiamo ragionevolmente concludere che l’ISIS ‘è’ la Turchia.

L’incursione dei turchi in Iraq è stata fatta per difendere Mosul, non per attaccarla. Le linee di collegamento dell’ISIS con la Turchia avrebbero potuto interrompersi.

L’ISIS, tutto sommato, non sta facendo così bene. Ha davvero perso Raqqah, la sua ex capitale. Quella zona è stata attaccata sui fianchi e deve essere abbandonata.

Ora è Der Ezzor – la capitale del petrolio siriano ed il vero cuore dell’ISIS – ad essere bombardata e verrà accerchiata se Palmyra dovesse cadere, e Palmyra cadrà senz’altro.

Tutto questo mette a rischio la città di Mosul. Se Ramadi cade e cade anche Palmira – le due grandi conquiste fatte dall’ISIS lo scorso anno con l’aiuto, ci viene detto, dei ‘pianificatori militari’ israeliani e americani – Mosul resterebbe senza difese.

Con la Turchia seduta al fianco di Mosul, Erdogan potrebbe salvare l’ISIS e, così facendo, potrebbe dettare le sue condizioni sia all’ISIS che agli altri stati-clienti: America, Israele ed Arabia Saudita.

Con l’incursione sul territorio dell’Iraq la Turchia divide il paese, protegge il contrabbando di petrolio, spinge la NATO sull’orlo di una guerra nucleare con la Russia e fa di Erdogan, almeno nella sua mente, l’’uomo del momento’.

Se l’Iraq dovesse correre da Putin, Erdogan chiederebbe l’aiuto dell’America. Se non dovesse farlo, Erdogan distruggerebbe l’Iraq: il paese si frantumerebbe in una dozzina di pezzi.

L’Iran è attaccato sui fianchi, messo da parte sia dal complesso regime di scambi che ha con la Turchia che dalla ‘danza della morte’ che sta ballando con gli Stati Uniti sulla questione del nucleare. L’Iran non è in grado di muoversi in Iraq senza cadere nel gioco di Erdogan e senza dover inviare i sunniti iracheni, compresi quelli del Kurdistan, nel letamaio turco.

Sulla scacchiera mediorientale Erdogan è ora in possesso della ‘Regina’, a meno che non arrivi qualcun altro che conosce il gioco meglio di lui. Le sole persone in possesso di tali competenze sono Nuri al-Maliki [3] e Vladimir Putin.

Gordon Duff, Senior Editor, e Nahed al Husayni, Capo Ufficio, VT Damasco

Fonte: www.veteranstoday.com

Link: http://www.veteranstoday.com/2015/12/06/is-erdogan-planning-to-become-the-mad-king-of-iraq/

6.12.2015

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO

Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore

[1] Mad King. I dettagli qui: http://gameofthrones.wikia.com/wiki/Aerys_II_Targaryen

[2] Americanismo che, in questo caso, assume il significato di ‘tentare l’impossibile’.

[3] Primo Ministro iracheno. Per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Nuri_al-Maliki

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