DONNE, IN CERCA DI CRACCO

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DI FERDINANDO

Comedonchisciotte

Stavolta ero sicuro di avere ragione, in effetti non sbagliavo: basta accennare un “carl” sul motore di ricerca, e google instant ti scodella “Carlo Cracco” come suggerimento.

“Ma che te ne fotte di Carlo Cracco”, si potrebbe dire.

Me ne fotte, dal momento in cui mi sono accorto che quasi tutte le donne italiane di tutte le età adorano questo bel coglione.

Dico: se fosse un acrobata di eccezionale abilità e bellezza, se fosse un Medico che salva le vite altrui con grande disinvoltura, se fosse un miliardario, un Politico di alto rango, lo sbirro più sgaio della città… capirei le donne, sensibili a un appeal vero, reale, autentico: in chiave antropologica, è perfetto che le donne siano attratte da chi si staglia: cercano buoni geni per fare figli belli, o capaci, o dotati.

Ma Cracco non è un bravo Medico, non è ricchissimo, non è potente, non è brillante. E’ semplicemente un cafone un po’ checca, un rozzo, una capra in termini di sensibilità, uno che della maleducazione ha fatto una chiave per il successo. Si deve essere accorto che andava bene così, che piace, che il pubblico (femminile al 90%) lo gradisce così.

Alle italiane, alla gran parte di esse, piace uno che ha un vocabolario di 50 parole, e le fa cadere lentamente, come se enunciasse qualcosa di solenne, con severità. Dico: questo scemo fa il duro con delle ragazze spaurite, o con delle persone che sono in uno stato di inferiorità ed asservimento totali. E il suo essere “duro” non consiste nell’aver fatto una guerra, nell’aver arrestato dei banditi, nell’esercitare un qualsiasi potere, eccetera. No: “Francesca, questo qui, secondo te, è un vol-au-vent ai porcini? Non lo darei neanche a un cane. E’ meglio che torni a casa. Togliti il grembiule, Francesca”. Wow! Ha fatto rimanere male Francesca! Che figo! Che uomo! Che fascino!

A queste donne italiane io dico: curatevi. Fate debiti magari, ma curatevi. Tornate ad essere femministe, o diventate intelligenti, o siate normali, ma fate qualcosa. Non vi si chiede di essere Golda Meir, o Rita Levi-Montalcini, o delle gran fighe. Ma neanche potete adorare un Carlo Cracco perché gioca a simulare la parodia di un finto duro!

Niente da fare: è finto, artefatto, ignorante, bifolco, e piace. Per quello che mi riguarda, io non sarò mai finto, bifolco, ignorante e vanesio come questo qua. Neanche se mi valesse molto successo con le donne. E’ per la mia dignità, che dico questo. Penso invece alle donne italiane, che vanno matte per i maltrattamenti culinari. “Sei fuori. Togliti il grembiule”. Ovazioni. Capirei se dicesse “spogliati, fammi vedere le tette.”, questo avrebbe qualche carica erotica. Non sono un femminologo ma essere perentori, categorici, anche autoritari e persino un po’ brutali al momento giusto, fa impazzire le donne. (Loro negano, con energia, ma fa testo l’esperienza di una vita): alle donne piace duro. E amano “il duro”, vero o grottescamente fasullo che sia. Su questo non ho nulla da dire, salvo il fatto che le donne generalmente mancano del coraggio di ammetterlo. Se a loro piace così, perchè negare, perchè essere ipocrite/i?

Nell’Italia in ginocchio, nell’Europa stanca e malatissima di oggi, pochi sono veri “duri”, né ci sono Miti, né Eroi da venerare. Persino Dio è marginale in questa società di merda. I modelli adesso sono queste mezze figure, perché sono in TV, sono visibili, quindi immediatamente fighi, fighissimi. I modelli delle dodicenni di oggi sono le attrici, le top model, Paris Hilton, super-troie di fama planetaria. Le mamme di adesso mandano le figlie di 10-12 anni nelle trasmissioni (Sky) in cui vince quella che ha le movenze più sensuali, che è vestita più da troia delle altre. L’ho visto coi miei occhi. Ho visto piangere una bambina sotto le mazzate verbali di una che era tra i giudici della gara. Poi è uscita un’altra e -colpo di scena, sollievo, godimento- le ha detto qualcosa come “Ho deciso di darti la carta-salvezza, non piangere: sei ancora tra noi”. E si può stare sicuri che in quel momento il grottesco esemplare femminile che ha graziato la bambina, che le ha salvato la Vita, è stata molto amata dal pubblico a casa. E’ stata buona, clemente, ha salvato una bambina, dopo che era stata strapazzata di brutto dalla sua compare Giudice.

Così, sono le trasmissioni di oggi. Una volta c’era lo Zecchino d’Oro. Tra poco -su Sky, che è trendy- andrà in onda il Pompino d’Oro, trasmissione destinata a un pubblico di mamme, ragazzine e pedofili, soprattutto. E chi, se non un pedofilo, può apprezzare uno spettacolo giornaliero (o settimanale, non so) in cui le bambine di dieci-dodici anni sono seminude, indotte dalle stesse madri a vestirsi e atteggiarsi a lap dancer? Queste brave mamme, le ventenni-quarantenni mamme di oggi vogliono che la loro bambina sia visibile, che diventi famosa, anche a costo di farla diventare una campionessa di fellatio a dodici anni. E’ abbastanza avvilente.

Internet ha reso pubbliche, accessibili a chiunque, delle cose che prima riguardavano mondi giustamente emarginati, stigmatizzati, come quello dei pedofili. Con l’avvento del web, col diffondersi del Male, succede che un ricco produttore americano, per esempio, con la scusa della trasmissione può circondarsi di carne fresca, darla in pasto all’esercito sommerso dei pedofili, insieme alle madri, pronte a tutto pur di dare una briciola di fama alla figlioletta.

Il web sta abbassando di molto il livello morale, culturale, etico dell’Umanità. Ha fatto crescere il pelo sullo stomaco anche ai più giovani, essendo che già YouTube contiene squartamenti, decapitazioni, violenza inaudita, oltre a roba di un laido da scandalizzare persino me. L’indole naturalmente esibizionista e naturalmente un po’ maiala delle donne e l’indole naturalmente porca e profittatrice degli uomini, grazie a Internet si incontrano agevolissimamente, come la Domanda e l’Offerta si incontrano in Borsa. E’ la stessa, identica cosa. E tutti abbiamo imparato ad essere “agenti finanziari” di questa Borsa, a interagire, a usufruire dei contenuti gratuitamente, liberamente, indipendentemente dall’età. Il Pianeta è porno. In ogni momento delle ventiquattro ore, milioni, centinaia di milioni di utenti sono collegati a siti hard. Di queste centinaia di milioni, pochissimi ammettono la propria debolezza. Tra questi pochissimi, ci sono io. Mi vergognerei più della mia ipocrisia che della mia debolezza. E quando parte il discorso con amici e conoscenti che “non ammettono”, si scatena una gara a chi sa di più, e ti accorgi che l’avvocato sa tutto di teen e milf, che il barista va matto per i blowjob, che la quindicenne compagna di classe di mio nipote usa Internet come scuola di pompini, perché ha paura di non piacere ai ragazzi, vuole imparare, essere abile, all’altezza. Almeno quanto l’amichetta, mai quanto la propria madre, probabilmente. Mai come oggi, siamo liberi di essere maiali. E le donne possono finalmente sentirsi libere di essere le porcelline che sono sempre state, per evidenti motivi di perpetuazione della Specie umana. Tanto quanto gli uomini.

L’altro giorno ero con un nuovo amico, un comico sveglio. Eravamo seduti al bar, quando arriva una giornalista (odiosa, insopportabile, voleva insegnare l’educazione, non la finiva più) a rimproverarlo perché nel reinterpretare Gaber lui aveva inserito la frase “e anche le ragazzine te la danno”. Battuta discutibile, ok, ma questa maestrina si soffermava sul lessico. Non le piaceva che si dicesse “ragazzine”. Rischio pedofili, sosteneva. Evidentemente, era una di quelle 3 donne su 100 che non si divertono a guardare il porno, non era informata. Altrimenti avrebbe saputo cosa fanno “le ragazzine” sul web.

Fermo restando il Rispetto che è dovuto ad ogni persona, bisognerebbe eliminare qualsiasi residuo “riguardo” di genere (non ne sono capace): il “gentil sesso” non è più tanto gentile. Ha la tendenza ad andare al “sodo”, e senza complimenti. La sedicenne milanese di buona famiglia sfoga le sue pulsioni come fa un camionista bulgaro, o un giostraio di Mestre, o un notaio romano. Ma questi ultimi non sono esibizionisti, a differenza di lei, che è già davanti alla webcam per la delizia di tutti noi.

Malgrado tutto quello che ho detto fin qui, continuo ad amare le donne, ad essere “cavaliere” con tutte, o quasi tutte. Alle volte credo che siano loro a tenere in piedi questa baracca di Pianeta, e non ho difficoltà ad ammetterlo. Molte di loro, la maggior parte, sono stoiche, sopportano il Male più degli uomini, spesso sono più concrete, spesso sono semplicemente adorabili. E se sono belle, bisogna dirlo, i maschi (i maschi etero come me, grazie mamma, grazie papà) hanno la tendenza a perdonarle sempre. Siamo scemi. Non c’è niente da fare. Che Dio preservi le donne, malgrado tutto. Sarebbe un dramma, senza di loro.

Fonte: Comedonchisciotte.org

25.05.2016

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