DITE CIAO AI NUOVI GIOCATTOLINI DELLA CINA

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DI PEPE ESCOBAR

counterpunch.org

L’aggressione cinese sta destabilizzando i vicini del Sudest Asiatico. La Cina non smette mai di barare sul mercato mondiale. Il mercato azionario cinese è una trappola per gli investitori.. La svalutazione dello Yuan è una mossa sporca. La Cina sta implodendo. Il Presidente Xi Jinping non ha più alcuna credibilità. La Cina è una delle maggiori minacce perchè lo ha detto il Pentagono.

Come vi pare.

Cieli tersi sopra Pechino – ottenuti con una pesante dose di volontà politica. Grandi quantità di giocattoli luccicanti – aerei e terrestri. Invitati da tutto il mondo (assenti i soliti sospetti occidentali). Una spettacolare replica per TV degli Oscar (senza discorsi di accettazione da occhi lucidi!). Cosa si può desiderare di meglio?

Poi c’era lui, sbruffoneggiando il suo potenziale sulla passerella di Tienanmen: il Dongfeng-21D. Un potentissimo missile balistico anti-nave capace di distruggere una di quelle costosissime portaerei statunitensi con un solo colpo.

Non c’è da stupirsi che la parata cinese per la celebrazione della fine della seconda guerra mondiale sia stata demonizzata oltre ogni limite.

Il “guardate i miei nuovi giocattoli” cinese aveva un sacco di attori non protagonisti. Il DF-5B – un ICBM studiato per trasportare testate nucleari. Il DF-26 missile balistico a medio raggio (IRBM), ovvero il Guam Killer, dato che è in grado di scatenare l’inferno sulle famose basi USA nell’Oceano Pacifico. L’HQ-9, il sistema missilistico cinese terra-aria di terza generazione. Un sacco di droni fighissimi. Ecco un (parziale) resoconto dei colpi più ad effetto, ce ne sarebbero anche altri, come il J-31, un jet stealth cinese.

La sceneggiatura includeva chiacchierate senza prezzo. Come Xi Jinping che passando accanto alle truppe gridava “Buongiorno compagni! Avete lavorato sodo!” – all’unisono la risposta “Buongiorno Presidente! Noi serviamo il popolo!”.

Nessun guardaroba si lascia scappare la moglie di Xi, la regina glamour Peng Liyuan, ancora una volta copiata, con uno tsunami di compratrici online che istantaneamente hanno potuto ordinare il suo vestito rosso da parata su Taobao, la versione cinese di Ebay.

C’erano inoltre file e file di soldati impeccabili, a salutare Xi Jinping con “Seguire il partito! Combattere per la vittoria! Forgiare comportamenti esemplari!”. Quale tipo di condotta esemplare spetterà a 300.000 dei loro colleghi – che verranno smobilitati a causa del desiderio di rinnovamento dell’Esercito Popolare di Liberazione di Xi – può essere oggetto di dibattito.

La riduzione dell’esercito a beneficio di una ridistribuzione di risorse tra questo, la marina e l’aviazione è parte della strategia di governo di Xi – dato che lui è a capo di non meno di otto commissioni di altissimo livello politico, da riforme militari e sicurezza informatica fino alla politica economica a breve termine e i piani macroeconomici.

È Xi contro la Reuters.

La parata cinese del V-Day ha specificatamente celebrato “il 70° anniversario della vittoria cinese nella guerra di resistenza contro l’aggressione giapponese”.

Prevedibilmente nessun network giapponese – NHK incluso – ha mostrato la parata dal vivo. Il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe, invitato ufficialmente, ha snobbato l’invito – in linea con la Casa Bianca e come il Dipartimento di Stato ha detto di fare ai suoi schiavetti europei. Questo modo di snobbare occidentale è il loro modo neonichilista di fare “diplomazia”.

Il People’s Daily era sul pezzo dicendo che la parata “darà al popolo cinese l’opportunità di familiarizzare nuovamente con l’inestimabile lezione che la storia insegna ed usarla come incentivo per indurre un miliardo e trecento milioni di persone a credere nel futuro della nazione”.

Questo è un modo cinese per sottintendere che quanto è accaduto decadi fa, come periodo del “secolo dell’umiliazione”, quando la Cina era debole e frazionata, non succederà di nuovo. Tutti quei giocattoli servono per questo proposito.

Ancora più importante è quanto affermato da Xi: “Quella guerra ha causato più di 100 milioni di morti tra militari e civili. La Cina ha patito 35 milioni di vittime, l’Unione Sovietica ha perso più di 27 milioni di vite. La guerra è come uno specchio. Guardarci dentro ci aiuta a capire meglio il valore della pace”.

Ancora una volta, in modo molto cinese, Xi non ha dovuto dilungarsi sul fatto che solo agli Atlanticisti è permesso festeggiare la vittoria sul nazifascismo. Quando lo fa la Russia – come nel caso della parata del 9 Maggio a Mosca – o la Cina questo giovedì a Pechino, sono additate come “militariste”, “nazionaliste”, o semplicemente “delle minacce”.

Xi ha anche detto che il mondo oggi ha terribilmente bisogno di un senso di comunità globale e di rispetto reciproco e prosperità. Ditelo agli Eccezionali. Ha sottolineato che la Cina resterà impegnata nello “sviluppo pacifico” – il motto ufficiale prima che subentrasse il “Sogno cinese” di Xi. Ancora una volta questi è stato molto chiaro “La Cina non ha mai perseguito l’egemonia o l’espansione. Non infliggerà mai le sofferenze patite in passato ad un’altra nazione”.

Forse il leader della prossima maggiore economia del pianeta stava…mentendo? queste dolci parole stavano nascondendo una “minaccia”? Lasciamo che sia la Reuters a renderlo chiaro a tutto il pianeta: “Per Xi, la parata è una apprezzata distrazione dai mercati azionari agonizzanti, dall’economia che rallenta e dalle recenti esplosioni in un magazzino chimico che hanno ucciso almeno 160 persone”.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].

Fonte: http://www.counterpunch.org/

Link: http://www.counterpunch.org/2015/09/04/say-hello-to-chinas-new-toys/

04.09.2015

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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