CRISI SIRIANA: l’ITALIA – LO IMPONE LA COSTITUZIONE – DEVE RESTARE NEUTRALE E COMUNQUE NON PU DECIDERE CHE DOPO IL VERDETTO ONU. SULLO SFONDO L’IMPEACHMENT DI NAPOLITANO. I NUMERI CI SONO QUASI E TUTTI I TROMBATI DELLA LEGGE ELETTORALE…

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POTREBBERO RIBELLARSI

DI ANTONIO DE MARTINI
corrierredellacollera.com

La cadenza delle informazioni deformate sulla Siria continua con flussi costanti e i comprimari del primo atto di accusa (ONU in primis) risultano scomparsi dalla comunicazione mondiale.

L’Italia è impedita all’intervento dall’articolo 11 della Costituzione se non per mandato delle Nazioni Unite che, visto l’atteggiamento di Russia e Cina (e penso Brasile), non ci sarà.
Siamo i soli ad avere un indifeso corpo di pace alla frontiera siriana in situazione di pericolo qualora prendessimo posizione con leggerezza.
Ogni intervento di aggressione o di riequilibrio di una situazione militare è comunque proibito dal primo comma art 11 della Costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”
Dalla barca della propaganda, dopo due giorni di falsa indignazione, stanno scendendo in molti:

La Turchia ha appena rilasciato la dichiarazione di un “alto ufficiale non identificato” che ha confidato a Reuters che il suo paese “non consentirà a fungere da trampolino a un attacco verso la Siria.”

La Giordania ha esplicitamente detto – tramite il solito “alto ufficiale” che attacchi alla Siria dal suo territorio non ce ne saranno. I quattro F16 e i 150 Marines non garantiscono la sicurezza nemmeno alla famiglia reale.

L’Irak ha interdetto l’uso del proprio spazio aereo agli alleati.

Il Libano dove lo Sceicco Afif Nabulsi a nome di Hezbollah ha dichiarato che l’America in caso di attacco alla Siria verrà colpita nei suoi interessi in Medio Oriente in uno con Israele.
Finora, Hezbollah ha sempre detto chiaramente cosa fa e sempre fatto quel che dice.

L’Egitto ha rotto coi fratelli mussulmani e sarebbe strano si schierasse con Al Nusra e i Jihadisti.
Dalla Lega Araba, non una parola di condanna per la Siria.

Come i cani che abbaiano protetti da una cancellata si mostrano molto aggressivi e si calmano d’incanto appena il cancello viene aperto, consapevoli del pericolo di lotta non più teorica, così i paesi confinanti con la Siria si sono acchetati, mentre l’aggressività degli altri paesi (USA, UK, FRANCIA) aumenta col crescere della lontananza dal possibile fronte.

L’incaricato speciale per la pace in Medio Oriente Tony Blair fa sbollire la sua indignazione nel mar di Sardegna sullo yacht del solito magnate e – stando a Dagospia – non intende tornare al lavoro.
L’incaricata della Unione Europea per il Medio Oriente Lady Ashton sembra essere diventata muta.

Nel cercare argomenti per giustificare la razionalità di una anticipata spedizione punitiva, gli uffici addetti alla comunicazione americana si stanno spendendo per trovare nuovi argomenti completamente diversi da quelli che giustificarono gli attacchi precedenti

all’Afganistan (caccia a un terrorista latitante per cui nemmeno l’FBI ha mai emesso un mandato di cattura o di estradizione);
all’Irak (possesso di armi di sterminio di massa);
della Libia (strage addebitata a Gheddafi di diecimila persone a Tripoli in un solo giorno).
Alla Siria prima versione di attacchi con agenti chimici (respinta dalla giudice svizzera della Corte Penale internazionale ( CPI) per i crimini di guerra commessi nella ex Jugoslavia, Carla Del Ponte che rivelò pubblicamente le responsabilità dei ribelli mandando a monte la cospirazione.
Da allora, la citatissima signora è scomparsa e i media non sono più interessati ad intervistarla.

Finora, gli uffici politici americani hanno cambiato terminologia e sono riusciti a :

a) non parlare di “armi di distruzione di massa” che fa troppo Saddam Hussein.
Fantasie finanziate a Ahmed Chalabi, già ricercato in Giordania per bancarotta bancaria ( 700 milioni di dollari) al quale, finalmente, la CIA ha ammesso di aver sborsato 3 miliardi di dollari in tre anni per costituire in Irak un esercito rivoluzionario clandestino rivelatosi completamente inesistente.

L’Intelligence di questo “esercito laico e democratico” rivelò l’esistenza di una serie di armi fantastiche e fantasiose, incluso un mega cannone – un tubo lungo cento metri – fabbricato in Italia e un carico di uranio proveniente dal Niger inventato da un fattucchiere italiano con panzana nobilitata tramite segnalazione dell’Intelligence Service britannico ( il sempre attivo Tony Blair) e il settimanale Panorama.

Il suo direttore Rossella, fu poi giustamente dirottato verso la distribuzione cinematografica.
Il segretario di Stato dell’epoca, generale Colin Powell ha scritto una autobiografia per cercare di togliersi di dosso il guano che gli ha stroncato una promettente carriera politica andata in fumo per aver detto una serie di balle incredibili in piena assemblea dell’ONU.

b) Gli unici argomenti rimasti a disposizione sono gli Agenti chimici (non più classificati come di “distruzione di massa”) e una bella “strage degli innocenti” con file di “bambini ammazzati dal gas” di sicuro effetto emotivo. Certo ci sono bugie da una parte e dall’altra, ma il governo siriano che non ha usato i gas quando era in difficoltà non è credibile che lo abbia fatto ora che è vincente
e che l’ONU – su suo invito – è venuto ad indagare.

Salto a piè pari le ipotesi complottiste delle due parti (vedere Dagospia delle 16,32 di oggi) e vado a delineare la posizione italiana che deve assumere una posizione di neutralità o comunque di non belligeranza perché

1) si tratta di un governo di compromesso nazionale come la Germania e come la Germania dovrebbe starne fuori
2) il ministro degli esteri Emma Bonino proviene dalla file del movimento pacifista, ha già detto che “bisogna pensarci mille volte”. Ebbene lo faccia.

3) il Presidente della Repubblica non può continuare a fare strame della Costituzione – nascondendosi dietro l’età avanzata e i pareri di Capotosti – senza conseguenze e i suoi collaboratori non pensino di essere coperti dalla irresponsabilità prevista dall’articolo 90 della Carta Costituzionale: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni tranne che per l’alto tradimento o per attentato alla Costituzione. in tali casi è messo in stato d’accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri”.
L’irresponsabilità è limitata alla persona e, nel caso di specie, il reato è palese e reiterato, quindi va messo in condizione di non insistere.
Alla Camera, salvo vendette PD o SEL o crisi di coscienza pacifiste, dovrebbe esserci una maggioranza innocentista di poco piu di sessanta seggi ( molti dei quali però destinati a scomparire vista l’insistenza di Napolitano a cambiare la legge elettorale).
Al Senato la maggioranza colpevolista sarebbe di circa sessanta voti.
I due gruppi si equivarrebbero e la sorte del Presidente sarebbe affidata ai cattolici – neutralisti per definizione – e a Monti-Casini. brrr…

Un Presidente garantista e pacifista rispettoso della Costituzione potrebbe essere Rodotà con effetto di erosione della sinistra.
Con una messa in stato di accusa di Napolitano, il caso Berlusconi andrebbe alle calende greche.
Chi se la sentirebbe infatti di dichiarare decaduto il capo del secondo partito d’Italia in un momento tanto delicato?
A quel punto, aut simul stabunt aut simul cadent. l’equivalenza Berlusconi Napolitano sarebbe ineludibile. E la risposta ai critici sarebbe solenne e latina.
Salus Rei Pubblicae Suprema Lex Esto.

Nota: la stanchezza mi ha giocato un brutto scherzo e in sede di composizione c’è stato un miscuglio di periodi. Per leggere correttamente gli abbonati possono clikkare sul mese di Agosto ed ottenere la versione definitiva. Mi scuso con tutti gli amici.

Antonio De Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com
Link: http://corrieredellacollera.com/2013/08/27/crisi-siriana-litalia-lo-impone-la-costituzione-deve-restare-neutrale-e-comunque-non-puo-decidere-che-dopo-il-verdetto-onu-sullo-sfondo-limpeachment-di-napolitano-i-numeri-ci-sono-quasi-e/
28.08.2013

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