CIAO, IO SONO IL NUOVO ASSE DEL MALE

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DI PEPE ESCOBAR
asiatimes.com



Ho sostenuto che ciò che è appena accaduto in Egitto è

un bagno di sangue che non è un bagno di sangue , condotta da una giunta militare responsabile di un colpo di stato che non è un colpo di stato, con il pretesto di una “guerra al terrore” egiziano. Eppure questo balletto politichese – che facilmente sarebbe potuto essere scritto dalla Casa Bianca – è solo una parte del quadro.

In mezzo a una fitta nebbia di roteanti e contesi ordini del giorno in competizione, un fatto sorprendente si distingue. Solo 10 giorni fa un sondaggio del Centro egiziano per gli Studi sui mezzi di comunicazione e Pubblica Opinione aveva già mostrato che il 69% era contro il golpe militare del 3 luglio orchestrata dal Pinochet-esque Abdel Fattah al-Sisi.Così il bagno di sangue che non è un bagno di sangue non può assolutamente essere considerato legittimo – se non per una cricca privilegiata Mubarakisti (il cosiddetto “fulool”
I Fratelli Mussulmani (FM), governo islamico guidato da Mohamed Morsi può essere stato del tutto incompetente nel cercare di riscrivere la costituzione egiziana e chinando il capo di fronte al Fondo Monetario Internazionale provocando l’incitamento dei fondamentalisti incalliti. Ma non va dimenticato che ciò è congiunzione del sabotaggio dello “Stato profondo”.

E ‘ vero che l’Egitto era – e rimane – sull’orlo del collasso economico totale, il bagno di sangue che non è un bagno di sangue avveniva solo dopo un cambio di firma sui controlli, dal Qatar all’Arabia Saudita (e gli Emirati Arabi Uniti). Come Spengler ha dimostrato in questo sito (vedi “La guerra civile dell’Islam va verso l’Egitto, Asia, Times Online, 8 luglio 2013”), l’Egitto rimane una repubblica delle banane senza banane e dipendente dagli stranieri per poter mangiare qualsiasi cosa.

Il disastro economico non andrà via – per non parlare del risentimento cosmico dei FM.

ll vincitore, così com’è, è l’ asse della Casa di Saud/Israele /Pentagono. Come hanno fatto a farcela?

In caso di dubbi, chiamare Bandar


In teoria, Washington aveva (relativo) il controllo sia dei FM che dell’esercito di Sisi. Così in teoria questa è una situazione di vittoria-vittoria. In sostanza, i falchi di Washington sono pro esercito di Sisi, mentre gli “imperialisti liberali” sono pro-FM; la copertura perfetta, perché il gruppo dei FM è islamico, indigeno, populista, economico neoliberista, che vuole lavorare con il Fondo Monetario Internazionale, e non ha minacciato Israele.

I FM non erano esattamente un problema né per Washington né per Tel Aviv, dopotutto ambizioso alleato del Qatar era lì come intermediario. La politica estera del Qatar, come tutti sanno, si riduce a sostenere i FM ovunque.

Pertanto Morsi deve aver attraversato una linea rossa piuttosto importante. Potrebbe essere stato il suo appello ai sunniti egiziani a partecipare ad una jihad contro il governo di Bashar al-Assad in Siria (anche se questo è formalmente in sintonia con la politica di Barack Obama “Assad deve andarsene”).

Probabilmente, è stata la sua spinta ad installare una sorta di paradiso jihadista dal Sinai fino a Gaza. Il Sinai, a tutti gli effetti, è gestito da Israele. Quindi, è scattata la luce verde per il colpo di stato sia dal Pentagono che da Tel Aviv.

Tel Aviv è totalmente in sintonia con l’esercito di Sisi ed i vigorosi sostenitori sauditi della giunta militare.

L’unica cosa che conta per Israele è che l’esercito di Sisi sostenga gli accordi di Camp David. I FM, invece, potrebbero prendere in considerazione altre idee nel prossimo futuro.

Per la “Casa di Saud”, però, questa non è mai stata una situazione di vittoria-vittoria. I FM al potere in Egitto era un anatema. In questo nefasto triangolo – Washington, Tel Aviv e Riyad – ciò che rimane da stabilire è chi è stato il più abile nel muovere il reparto.

Ecco dove l’incredibilmente atto di dileguamento del Qatar si inserisce. L’ascesa e (improvvisa) caduta del Qatar dalla ribalta della politica estera è strettamente legata all’ attuale vuoto di leadership nell’auto-definito “arco di instabilità” nel cuore del Pentagono. Il Qatar è stato, nella migliore delle ipotesi, un extra successone – considerando le derive a yo-yo dell’amministrazione Obama e che la Russia e la Cina stanno solo facendo il gioco dell’attesa.

Sheikh Hamad al-Thani, l’emiro che ha finito per deporre se stesso, evidentemente ha oltrepassato il segno, non solo in Siria ma anche in Iraq, stava finanziando non solo gli equipaggiamenti dei FM ma anche gli accaniti jihadisti nel deserto.

Non c’è alcuna prova conclusiva, perché nessuno né a Doha né a Washington sta parlando, ma l’emiro era certamente “invitato” a deporre se stesso. E non a caso il trambusto del siriano “ribelle” è stato interamente preso in carico dalla “Casa di Saud”, attraverso la spettacolare riemersione di Bandar Bush, alias il principe Bandar bin Sultan.

Così i vincitori, ancora una volta sono stati i sauditi – come l’amministrazione Obama stava calcolando in cui entrambi, i FM e le nebulose di al-Qaeda, sarebbero poi svaniti nell’oblio in Siria. Questo resta da vedere: è possibile che l’Egitto da ora in poi può attirare un sacco di jihadisti dalla Siria. Fermi, essi sarebbero rimasti in MENA (Middle East Africa-Nord).

Quanto a Sisi, era abbastanza intelligente da cogliere il tema “terrore” e preventivamente equiparare i FM con al-Qaeda in Egitto, dando così la scena per il bagno di sangue che non è un bagno di sangue. La linea di fondo potrebbe essere che l’amministrazione Obama ha infatti subappaltato la maggior parte della sua politica in Medio Oriente alla “Casa di Saud”.

Scegli il tuo asse


Solo due giorni prima del bagno di sangue che non è un bagno di sangue, il presidente del Joint Chiefs of Staff, il generale Martin Dempsey era in Israele, in atteggiamenti intimi con il generale Benny Gantz e il primo ministro Benjamin Netanyahu, discutendo le minacce proverbiali “che potrebbero derivare dalla regione – a livello globale e per la patria – e come si possa continuare a lavorare insieme per rendere più sicuri entrambi i nostri paesi “.

E’ impensabile che non abbiamo discusso di come profittare dal bagno di sangue imminente che non è un bagno di sangue.

Allo stesso tempo, il ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha pomposamente annunciato un nuovo “asse del male”, l’Iran, la Siria e il Libano.

Ciò implica Teheran, Damasco e, significativamente, Beirut nel suo complesso (non solo le prevalenti periferie sud sciite). Yaron ha esplicitamente detto a Martin Dempsey che era “proibito” per loro di vincere la guerra civile in Siria.



Considerando che la CIA ha ritenuto la guerra civile in Siria come una “minaccia top” per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti nel caso il modello al-Qaeda prendesse il sopravvento in una eventuale situazione post-Assad, e al tempo stesso di Washington è estremamente riluttante a fermare “la guida da dietro”, potrebbe succedere che Israele dia inizio un’altra invasione del Libano.

Un sempre allertato, sceicco Nasrallah, segretario generale Hezbollah, ha già parlato di questa possibilità.

Dempsey è poi andato in Giordania – che già disponeva circa 1.000 soldati Usa, F-16 con equipaggi, e una serie di missili Patriot. Il giro è l’aiuto che il Pentagono sta dando ad Amman con “tecniche di controllo delle frontiere”, come in una di quelle sigle gradite al Pentagono, ISR (“intelligence, sorveglianza e ricognizione”).



In particolare Martin Dempsey andò a verificare il progresso della recente serie di missili anti-carro, acquistati dai (chi altro) – sauditi e forniti dalla CIA, attraverso la Giordania, per (in teoria) selezionati ” ribelli buoni ” nel sud della Siria. Quei “ribelli”, tra l’altro, sono stati addestrati dalle forze speciali USA all’interno della Giordania. Ovviamente Damasco preparerà un contraccolpo a questo asse offensivo americano /arabo /giordano.



Scegli il tuo male


Difficile trovare la “credibilità americana” in Medio Oriente – a parte l’entità fantoccio come in Giordania e le élite selezionate nel Golfo feudale, quel regno “democratico” della corruzione, mercenari e importati proletariati trattati come bestiame.



E’ difficile che il Segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry abbia raccomandato Robert Ford, l’ex ambasciatore americano in Siria, come il prossimo ambasciatore degli Stati Uniti in Egitto.

La percezione è tutto.
Secondo l’opinione conclamata in tutto il Medio Oriente si identifica Robert Ford come facilitatore dei cosidetti squadroni della morte. Il suo curriculum prima della Siria – dove ha legittimato i “ribelli” – è ineguagliabile; spalla del losco John Negroponte promuove l’”Opzione Salvador” in Iraq nel 2004. L’'”Opzione Salvador” è il codice per gli squadroni della morte sponsorizzate US, una tattica prima applicata in El Salvador (da Negroponte), nel 1980 (provocando almeno 75.000 morti) ma con origini profonde in America Latina alla fine del 1960 per tutto il 1970.



Sisi continuerà il suo gioco secondo i propri piani – sostenendo il mito narrativo che l’esercito egiziano difende la nazione e le sue istituzioni, mentre in realtà difende i suoi immense privilegi socio-economici. Dimenticatevi del controllo civile e dimenticate ogni possibile partito politico indipendente – o movimento – in Egitto.



Per quanto riguarda Washington, i FM o “stato profondo”, magari una guerra civile in Egitto – arabi che uccidono arabi, divide et impera all’infinito – va bene, a patto che non vi sia alcuna minaccia per Israele.

Con Israele che forse rimugina un’altra invasione del Libano, il “processo di pace” di Kerry è una scusa per ulteriori insediamenti in Palestina; Bandar Bush torna a praticare le arti oscure, il pregiudizio su ogni possibile soluzione per il dossier nucleare iraniano, l’Egitto in guerra civile; Siria e anche in Iraq dissanguati, ciò che resta è la proliferazione certificata di tutti i tipi di assi, e ogni tipo di male.

Pepe Escobar
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MID-04-160813.html
19.08.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MAMU’

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