CHIEDITI QUANTI ROTHSCHILD SONO MORTI NELL'OLOCAUSTO. THE SAKER INTERVISTA GILAD ATZMON

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DI THE SAKER

gilad.co.uk

Intevista a Gilad Atzmon

Sono già trascorsi 6 anni da quando ho intervistato per la prima volta Gilad e quando un amico mi ha recentemente suggerito che sarebbe stata ora di intavolare una nuova conversazione, ho subito acconsentito, come ha fatto Gilad che, nonostante la sua agenda fittissima e lo stile di vita frenetico ha trovato il tempo di rispondere alle mie domande. Gilad è, a mio avviso, non solo il più originale e talentuoso musicista jazz attualmente in circolazione come compositore e musicista (assicuratevi il suo ultimo CD ” The Whistle Blower “), egli è anche un filosofo estremamente profondo che ha l’incredibile coraggio non solo di chiedere una risposta alle questioni fondamentali, ma anche di fornirla.

Il suo libro “The Wandering Who” è, ne sono fermamente convinto, un testo indispensabile per chiunque voglia vedere attraverso la “nebbia” del moderno “antisionismo ebraico “. Avendo anch’io ricevuto la mia dose di lettere cariche d’odio, posso solo immaginare il tipo di veleno traboccante di rancore con cui Gilad ha dovuto fare i conti per il suo coraggio e sebbene nulla uscirà dalla sua bocca sull’argomento, posso dire che occorre eccezionale coraggio e forza morale per fare ciò che Gilad ha fatto e sta facendo. Così, senza alcuna esagerazione, ma semmai alla lettera, posso dire che Gilad Atzmon è un eroe dei tempi moderni il cui coraggio e intelligenza fenomenale, ne sono certo, alla fine saranno riconosciuti come uno dei più fulgidi del nostro tempo. Sono profondamente onorato che egli mi consideri un amico.

The Saker: Dopo la nostra ultima intervista nel 2009 il mondo è cambiato molto e in molti modi. A tuo parere, la resistenza globale all’impero è diventata più forte o più debole in questi anni e perché? Che cosa ne pensi del regime attuale in Israele, ti sembra che s’indebolisca o no?

Gilad Atzmon: Tutto dipende da cosa s’intende per “Impero”. S’intendono le forze di mercato che guidano il capitalismo globale? S’intendono i Neocon che ci spingono alle guerre sioniste, una dopo l’altra? O forse è la tirannia del “politically correct” che sopprime la nostra capacità di pensare autenticamente? È possibile che questi tre siano semplicemente i sintomi di un oscuro impulso che dobbiamo ancora definire o anche solo afferrare?

Nel mio recente scritto ho sostenuto che il potere ebraico consiste nella capacità di mettere a tacere le critiche al potere ebraico. Questa osservazione ci consente di adottare un taglio trascendentale sui temi dell’Impero e delle potenze negative che dominano la nostra vita. Invece di parlare di impero, dobbiamo prima identificare le forze che ci impediscono di parlare dell’Impero. Siamo vicini a infilare il dito in quella piaga. Un numero crescente di commentatori ora sono disposti a mettere in discussione apertamente il potere ebraico. Presumo che il crescente timore degli Ebrei verso l'”antisemitismo” si riferisca al fatto che molti Ebrei sono anche preoccupati dell’elevato potere che è detenuto da altri Ebrei e che è strettamente legato all’Impero. Questo ci porta a Israele e alle lobby ebraiche. Credo che negli ultimi due anni abbiamo assistito ad una trasformazione lampante. La leadership occidentale dice no ai guerrafondai sionisti. Credo che ne abbiano abbastanza di queste disastrose guerre futili.

The Saker: Hai recentemente scritto un sorprendente libro dal titolo ” The Wondering Who ” in cui hai fatto un’analisi delle basi della politica dell’identità ebraica. Hai spiegato chiaramente che tu distingui tra Ebrei (il popolo), Ebraismo (la religione) e l’Ebraicità (ideologia) e che ti sei interessato solo a quest’ultima, alla politica dell’identità ebraica. Posso capire perché non vuoi trattare degli Ebrei come popolo, tanto più dal momento che affermi che essi non formano “alcun genere di continuità razziale”, ma per me mettere da parte il Giudaismo è più problematico. Sì, Neturei Karta è anti-Sionista, ma anche loro fanno ancora parte di un movimento religioso che si può associare al “Giudaismo rabbinico talmudico” o “Giudaismo talmudico” e, come ben sai, il razzismo ebraico ha le sue radici direttamente nell’interpretazione rabbinica/talmudica del Tanakh (La Versione masoretica dell’Antico Testamento). Non sono forse famosi intellettuali ebrei come Maimonide, Karo , Luria ad aver contribuito notevolmente allo sviluppo del particolarismo e del razzismo ebraico? Non è vero che gli attuali rabbini in Israele giustificano l’uccisione in massa di Palestinesi proprio facendo appello ai numerosi e ben noti esempi di odio xenofobo nel Talmud? Infine, poiché la religione è una scelta, non una condizione, non la si deve considerare un obiettivo legittimo di analisi e di critica? E allora perché hai fatto la scelta di non guardare nelle radici giudaiche della moderna identità ebraica e della sua ideologia?

Gilad Atzmon: Mi sono imbattuto in questa domanda molte volte e mi pare di capire il punto in questione. Non c’è dubbio che l’Ebraismo, il Talmud e la Torah contengano alcuni versi e insegnamenti raccapriccianti e anche inumani. E tuttavia, tradizionalmente il Giudaismo rabbinico è stato molto efficace nel sopprimere ogni manifestazione di odio collettivo ebraico xenofobo. Se gli Ebrei rabbinici erano convinti della loro superiorità, come qualcuno potrebbe sostenere con forza, essi erano anche timidi. Essi si isolarono volontariamente e in gran parte mantennero il loro atteggiamento anti Goy (xenofobo) tra sé e sé.

Questa situazione cambiò radicalmente con la laicizzazione giudaica. L’Ebreo ateo ha trasformato l’idea del popolo eletto in una forma di privilegio tribale, legato alla razza. Yuri Slezkine nel suo prezioso libro, “Il Secolo degli ebrei”, conferma che gli Ebrei erano “i zelanti carnefici di Stalin”, a Holodomor, la sistematica politica di uccisione per fame di milioni di Ucraini all’inizio degli anni Trenta. Anche la demografia della Brigata internazionale Spagnola è rivelatrice. Il 25% dei combattenti della Brigata erano Ebrei. Yiddish era la lingua franca della Brigata. Dobbiamo chiederci: che cosa animava questi giovani rivoluzionari a lottare contro la Spagna cattolica? Era davvero una battaglia contro il fascismo? Franco era un fascista? Perché bruciarono così tante chiese? Dopo tutto, è lecito aspettarsi che questi rivoluzionari ebrei combattessero innanzi tutto la tirannia rabbinica, le sinagoghe. Appena qualche anno più tardi, nel 1948, vedremo la Nakba – ancora una volta, un collettivo di laici sionisti socialisti – impegnata in una sistematica pulizia etnica in Palestina giustificata razzialmente. Gli ebrei che perpetrarono questi colossali crimini contro l’umanità non erano rabbinici o religiosi; erano atei e succubi dell’ideologia di sinistra.

The Saker: Ti sei recentemente recato in Francia e hai partecipato a diversi eventi con Alain Soral (vedi qui e qui). Questo non è stato il tuo primo viaggio in Francia in quanto ci sei stato anche nel 2013 dove hai incontrato Jacob Cohen ed hai avuto una discussione molto interessante con lui (vedi qui). Ho sempre avuto l’impressione che il potere del CRIF e dell’UEJF in Francia sia anche maggiore di quello dell’ AIPAC e dell’ADL negli STATI UNITI. Sei d’accordo?

Gilad Atzmon: Assolutamente. Per un certo periodo di tempo, la Francia è stata dominata da una forte lobby Ebraica (CRIF) che è stata in grado di determinare i confini della discussione, nonché della libertà in generale. È interessante esaminare il perfido ruolo dell’attuale governo socialista in proposito. In alcuni dei miei recenti scritti sostengo che sia gli Ebrei sia la sinistra politica contengono un elemento di ostilità verso la classe operaia. Gli Ebrei hanno generalmente paura della Classe Operaia perché è sempre la classe che gli si ritorce contro. Anche la sinistra è punteggiata dall’antagonismo nei confronti dei lavoratori (quelli che ora sono ridotti alla Classe Disoccupata), a causa della imbarazzante evidenza che i lavoratori non hanno mai aderito alla rivoluzione promessa. In Francia abbiamo un forte legame tra un governo socialista singolarmente impopolare e una lobby tribale che si preoccupa esclusivamente degli interessi degli Ebrei. Quanto è imbarazzante.

The Saker: Jacob Cohen afferma che a suo parere la più potente organizzazione sionista sul pianeta sia il B’nai B’rith che, secondo lui, è il principale bacino di reclutamento dei sayanim del Mossad. Sei d’accordo? Quale organizzazione, a tuo parere, occupa le posizioni di vertice nel palo totemico sionista?

Gilad Atzmon: Al contrario di Jacob Cohen non ho mai fatto parte della comunità ebraica e non ho la necessità di capire i meccanismi impiegati per il reclutamento degli agenti israeliani e dei sayanim. Io analizzo l’operazione tribale ebraica da una prospettiva filosofica e psicoanalitica. Per esempio, io investigo nella direzione della paura ebraica. Io esamino come essa sia alimentata dalle politiche identitarie ebraiche, (sia quelle sioniste, sia quelle “anti”) e come essa evolva in azione – Aliya, propugnazione delle guerre e così via. Io ribadisco il fatto che, in una certa misura, chiunque operi all’interno di un movimento politico esclusivamente ebraico, che sia Max Blumenthal, Philip Weiss, Paul Jay o Abe Foxman, sia un Sayan. Mi spiego meglio. Operare politicamente “come un Ebreo” significa essere innanzi tutto preoccupato degli interessi degli Ebrei piuttosto che degli obiettivi umanisti universali. Foxman e Blumenthal sostengono entrambi energicamente ciò che ritengono essere “il bene degli Ebrei.” Tuttavia, è evidente che essi non concordano su ciò che è bene per gli Ebrei. La conseguenza e il significato più profondo di quello che ho appena detto è che non esista una risposta collettiva alla questione ebraica.

The Saker: Tornando agli eventi in Francia, qual è la tua valutazione del contrasto in corso tra, da un lato, Alain Soral , Dieudonne e il movimento Égalité et Réconciliation e, dall’altro, le organizzazioni sioniste francesi e lo Stato francese? Te la sentiresti di dire che il controllo sionista in Francia si stia affievolendo o rinforzando?

Gilad Atzmon: Si tratta di una questione di primaria importanza. Molti Ebrei francesi apparentemente non si sentono più al sicuro in Francia e molti si sono trasferiti in Israele. Sarà forse perché si rendono conto che il CRIF provocherà un disastro agli Ebrei? Probabilmente.

The Saker: La mia prossima domanda riguarda parole e definizioni. Già da molti anni sto utilizzando il termine “Impero Anglo-Sionista” nel mio blog perché penso che la struttura di potere con cui abbiamo al momento a che fare sia una continuazione dell’Impero britannico (in sostanza la moderna “anglosfera” nei Paesi ECHELON) che ora sia stata intrisa di ideologia sionista, sia dagli Ebrei sia dai Cristiani sionisti, così come appare dal potere dei Neocon negli USA (per una spiegazione completa vedere qui). La cosa strana è che, sebbene la caratterizzazione “Anglo” sia etnica e quella “Sionista” no (è ideologica), mi trovo subissato di posta acrimoniosa e di critiche per la seconda, e solo due email di obiezione sulla prima. Ho quindi inviato delle email ad alcuni noti personaggi come Michael Neumann, Shlomo Sand, Norman Finkelstein e te. Neuman e Sand non mi hanno mai risposto, e qui ci sono le parti principali del mio scambio con Norman Finkelstein:

The Saker: Da molti anni io sto utilizzando il termine “Impero Anglo Sionista” e questo termine è stato frequentemente condannato da altri blogger e lettori. Per questo ho redatto una breve spiegazione dell’uso da parte mia di questo termine (vedi documento allegato). Ti posso chiedere il favore di spendere del tempo per leggere questo breve testo e condividere con me la tua reazione? Trovi l’utilizzo da parte mia del suddetto termine inappropriato, e in tal caso, come definiresti quello che io descrivo come “l’Impero”?

Norman Finkelstein: Israele è un Paese di 7,5 milioni di persone. Per una nazione così piccola esso commette molte nefandezze. Ma non è un impero e neanche mezzo. Al massimo è uno junior partner degli Stati Uniti.

The Saker: Non ho mai parlato di Impero Anglo-israeliano oppure USA-Anglo-israeliano, ho parlato di un impero Anglo-sionista che, per esempio, include i milioni di Sionisti evangelici non Ebrei negli USA. Ritiene che il Sionismo sia un componente cruciale dell’Impero USA oppure che sia una nozione erronea?

Norman Finkelstein: Non ho la minima idea di cosa lei intenda quando afferma che il “Sionismo” sia un componente cruciale dell’Impero USA. Il professor Chomsky si definisce Sionista. E’ un componente cruciale dell’Impero USA?

The Saker: come professore di filosofia siete sicuramente in grado di vedere da lei stessa le fallacie logiche nella sua domanda; a parte questo, la prima volta fonde Sionismo e Israele, la seconda Sionismo e Chomsky. Se si rifiuta sostanzialmente di rispondere alla mia domanda avrei preferito che me lo avesse detto.Non mi ha mai risposto. Insomma, cosa sta succedendo? Qual’è la tua impressione sul mio uso dell’espressione “Impero Anglo-Sionista” e perché, a tuo parere, Neumann, Sand e Finkelstein sono così restii a esprimersi su questo argomento?

Gilad Atzmon: Come ho già detto in precedenza, il potere degli Ebrei consiste nella capacità di limitare o zittire le critiche al loro potere. Il tuo dialogo con Finkelstein è un caso emblematico di una tale operazione. Il potere ebraico non è un fenomeno sionista. Infatti è perlopiù sostenuto dalla Sinistra, dagli attivisti stile Chomsky, da Democracy Now e in misura molto minore da Norman Finkelstein che io apprezzo come intellettuale (sebbene io non lo condivida su tutto). La tattica è ovvia. Siamo spinti a operare all’interno di un discorso predefinito che contiene certi evidenti confini. Noi siamo limitati da una terminologia che è progettata per bloccare una reale analisi delle tematiche più problematiche e per nascondere la verità. E qual’è questa verità? Una serie di questioni che hanno a che fare con l’essere Ebrei: l’essere Ebreo dello Stato ebraico, l’estensione del potere della lobby ebraica in Occidente, la contiguità ideologica tra Sionismo e “anti”, e così via.

The Saker: Nella nostra prima intervista hai affermato che “l’etica e la moralità sono assai meno cruciali di certe decisioni ONU” e io mi ricordo anche che tu hai scritto da qualche parte che la politica futura dovrà essere incentrata sull’etica e i valori piuttosto che sull’ideologia. Potresti spiegare meglio cosa intendi esattamente e se ti sembra che il mondo si stia avvicinando a quell’obiettivo oppure no?

Gilad Atzmon: Penso che sia diventato molto più facile afferrare il significato delle mie osservazioni passate. Man mano che passa il tempo, stiamo diventando sempre più cinici nei confronti delle forze oscure che percorrono il nostro universo. Abbiamo compreso che, invece di essere uomini liberi, siamo stati ridotti a meri consumatori. Mentre in passato il politico prometteva d’impegnarsi per la salute, l’educazione e l’economia, il ruolo del politico contemporaneo è quello di facilitare il consumo a vantaggio delle Corporation. Ed è ancora la nostra coscienza etica ed empatica ad essere al centro della nostra indignazione umanista. Sono i nostri giudizi etici che ci forniscono una bussola e ci guidano verso la verità. Adesso che la situazione sembra che stia peggiorando, dobbiamo ancora di più fidarci della nostra etica personale che è anche universalmente condivisa.

The Saker: Sono personalmente giunto alla conclusione che sia il razzismo sia il nazionalismo siano primariamente una brutta ramificazione del nazionalismo ottocentesco che sostituì la tradizionale adorazione religiosa di Dio con una religione laica di culto di se stessi, che si è espressa per tutto il successivo ventesimo secolo nelle forme del razzismo e del nazionalismo. Te la senti di condividere questo, oppure pensi che razzismo e nazionalismo siano inerenti alla nostra natura umana (decaduta)?

Gilad Atzmon: Io penso che l’appartenenza sia intrinseca alla natura umana e che rivesta diverse forme in tempi diversi. Io penso che razzismo e nazionalismo siano stati rimpiazzati dalla politica dell’identificazione. Siamo stati istruiti a parlare “come un” – come un Ebreo, come un nero, come un gay, come un disabile – e le forme di queste strutture politiche settarie sono molto interessanti.
Dobbiamo sempre chiederci, cui prodest? Non vogliamo di nuovo essere Americani o Francesi? O preferiamo operare all’interno delle identificazioni politiche marginali settarie cosmopolite? Non ne sono sicuro. Di nuovo, se la salute, l’istruzione e il lavoro sono alla base di una società sana, le politiche d’identificazione agiscono come un evidente ostacolo. Ci impediscono di trattare dei “veri problemi”. Discutiamo di matrimoni omosessuali e antisemitismo invece di costruire fabbriche, ospedali e scuole.

The Saker: Qual è il tuo punto di vista sulla religione nel mondo moderno? Ti senti di condividere la frase attribuita a Dostoevsky che, “Se non c’è Dio tutto è permesso” o credi che un sistema di valori non-religioso sia possibile? Possiamo obiettivamente distinguere ciè che è “buono” da ciò che è “cattivo” senza rifarci alla rivelazione religiosa? Puoi immaginare un sistema di principi etici laici?

Gilad Atzmon: Mi piacerebbe tanto credere che l’etica universale sia un concetto valido e indipendente da ogni pensiero religioso. Ma le prove dei genocidi secolari intorno a noi sono purtroppo lampanti. Credo che se le persone siano inclini a uccidersi l’un l’altro, tutto ciò di cui hanno bisogno è un pretesto.

The Saker: Alla fine, quali sono le tue speranze per il futuro? Pensi che la Russia, la Cina e i BRICS saranno in grado di ridimensionare l’Impero Anglo-Sionista e che si possa instaurare un ordine mondiale multipolare fondato sul diritto internazionale e il rispetto per i diritti delle persone e delle nazioni, o sei pessimista sul nostro futuro?

Gilad Atzmon: Io sono sempre ottimista, ma questo non significa necessariamente che le cose stiano andando meglio. E’ possibile che il potere ebraico sarà ridotto in un prossimo futuro. E può anche essere possibile che alcune future sofferenze del popolo ebreo siano inevitabili e questo è, naturalmente, un peccato. Non temo che l’elite ebraica sarà influenzata da tali circostanze. Se non altro, essi saranno i primi a essere avvantaggiati da un tale sviluppo negli eventi.

Chiediti quanti Rothschild sono morti nell’olocausto. Israele sarebbe stato fondato senza la Shoah? Gli ebrei sarebbero stati così potenti senza l’Olocausto? Queste sono le questioni ancora aperte e per comprendere il potere ebraico dobbiamo affrontare questi argomenti e comprendere una volta per tutte la sofisticazione della matrice tribale del popolo ebraico, il modo in cui si evolve e così via…

The Saker

Fonte: www.gilad.co.uk

Link: http://www.gilad.co.uk/writings/2015/3/20/the-saker-interviews-gilad-atzmon

20.03.2015

Traduzione per www.comedonchiscotte.org a cura di DELIO GUIDATO

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