BRUXELLES: FALSE FLAG O COINCIDENZE SOSPETTE ?

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Un altro attacco terroristico in Europa attribuito all’ estremismo islamico e all’ ISIS. Ancora una volta il modello ha portato a sospettare degli attacchi chi era già sotto osservazione dei servizi di sicurezza e delle agenzie di intelligence da anni, mesi, settimane e anche negli ultimi giorni prima che accadessero.

Questo è esattamente quello che è successo a Bruxelles, in Belgio, il 22 Marzo 2016.

Se vogliamo dar credito a chi dice che gli attentati di Bruxelles sono stati dei “false flag” (cosa che significa direttamente, orchestrati e consentiti dalle agenzie di intelligence occidentali), quello che viene raccontato è che, ancora una volta, gli autori erano PERSONE NOTE alla polizia e ai servizi di sicurezza già prima degli attentati.

A sostegno dell’ “ipotesi false flag” si potrebbe dire, ad esempio:

  1. Che i servizi di sicurezza sapevano che si stava programmando un attentato e che hanno permesso (non sono stati capaci di fermarlo) che i preparativi andassero avanti.
  2. Che le stesse agenzie di intelligence hanno organizzato l’attentato fin dall’inizio.

Per costruire una ipotesi sull’argomento false flag bisogna mettere in fila una serie di punti che, pur se non danno prove definitive su questo “caso” presentano delle buone ragioni per mettere in dubbio la versione ufficiale.

Sia le identità che i loro precedenti criminali e jihadisti degli assalitori erano conosciuti dai servizi di sicurezza, già prima che avvenissero gli attacchi.

Khalid e Brahim El Bakraoui, i due uomini sospettati di essersi fatti saltare in aria durante l’attentato all’aeroporto, erano stati arrestati per crimini violenti – in Belgio – prima degli attacchi ma, curiosamente, entrambi erano stati rilasciati.

Nel 2010 Brahim El Bakraoui fu condannato per aver sparato contro la polizia con un kalashnikov, durante una rapina a mano armata e fu condannato a nove anni, ma stranamente solo sei anni dopo era libero e in condizioni di poter fare un attentato terroristico.

Khalid era stato condannato nel 2011 per un certo numero di furti d’auto, ma fu messo solo in libertà vigilata e quindi anche lui era libero di commettere atti terroristici nel 2016.

Un passato di crimini violenti non si può considerare collegamento diretto con il terrorismo, comunque entrambi i fratelli erano noti alle autorità prima degli attacchi ed erano sulla lista dei “ricercati” dalla polizia. Infatti verso la metà di marzo c’è stato un raid anti-terrorismo nello stesso complesso di appartamenti dove vivevano i fratelli e in cui è stato ucciso un immigrato algerino avente legami con l’ ISIS.

Vediamo come sono stati presentati questi assassini su The Telegraph del 23 Marzo. Il giornale scrive:

Khalid Bahraoui, 27 anni, è sospettato di aver preso in affitto, sotto falso nome, una casa nei sobborghi di Bruxelles, perquisita dalla polizia la scorsa settimana in connessione con gli attentati di Parigi.

Mohamed Belkaid, uomo chiave nella trama degli eventi di Parigi, quello che aveva accompagnato Salah Abdeslam in un viaggio in Ungheria e che aveva trasferito i soldi per realizzare gli attentati, è stato ucciso nel raid e accanto a lui è stata travata una bandiera dell’ Isil. Due uomini sono riusciti a fuggire.

Secondo i media locali, i due fratelli El Bekraoui erano noti alla polizia.

A ottobre 2010, Ibrahim fu condannato a nove anni di carcere per aver aperto il fuoco contro la polizia con un fucile Kalashnikov nel corso di una rapina a mano armata in una agenzia di cambio.

Khalid fu condannato a cinque anni di libertà vigilata a febbraio 2011 per furti d’auto, al momento dell’arresto aveva con sé un kalashnikov.

Ora è uno degli uomini più ricercati in Europa, dopo aver sviato la polizia lo scorso anno, quando ritornò dalla Siria.

Ha viaggiato anche in macchina con Belkaid di ritorno dall’Ungheria. [per spiegare meglio]

Materiale Probatorio Trovato dopo gli Attacchi

Come farebbe qualsiasi brava coppia di capri espiatori, gli attentatori-suicidi sono stati molto attenti nel lasciare dietro di loro una scia di bombe, di bandiere dell’ISIS, e di biglietti di suicidio per star sicuri che fossero trovate tutte le loro connessioni con l’ISIS e che avrebbero potuto essere usate per ottenere il massimo effetto.

Secondo the Associated Press, la polizia belga ha rinvenuto bombe che contenevano chiodi, bandiere ISIS, e “prodotti chimici” nell’ appartamento dove i fratelli sono stati prelevati da un taxi.

Ma forse la “coincidenza” più interessante è la scoperta di un biglietto d’addio nel computer di Brahim el Bakroui che sembra che sia stato trovato in un cestino della mondezza da un addetto alle pulizie. . . o dagli investigatori. I rapporti dei Media finora sono stati effettivamente poco chiari su chi effettivamente abbia trovato il computer e chi abbia trovato il biglietto di addio.

RT scrive:

L’ attentatore suicida di Bruxelles, Ibrahim El Bakraoui, ha lasciato un appunto su un computer trovato in un bidone della spazzatura durante un raid antiterrorismo- afferma il procuratore federale del Belgio. Il terrorista – secondo quanto è stato riferito – ha scritto che si sentiva sempre più in pericolo, che non sapeva cosa fare e che temeva di andare in prigione.

. . . . .

Prima degli attentati Ibrahim ha lasciato un biglietto, dove ha scritto che si sentiva sempre più in pericolo e temeva il carcere. El Bakraoui ha scritto “di andare di fretta”, “di non sapere cosa fare” e di sentirsi “circondato da tutti i lati.”

La nota è stata trovata su un computer buttato in un bidone della spazzatura nel quartiere di Schaerbeek di Bruxelles.

Già precedentemente sui media belgi era emerso che era stato trovato un computer con messaggi probabilmente collegati ai militanti dello stato islamico a Bruxelles. Il contenuto del computer era stato descritto dalla polizia come “interessante”.

Non è ancora chiaro se il computer che è stato trovato dai servizi di pulizia era lo stesso computer di cui parla il procuratore.

Il tesoro è stato trovato dalla squadra delle pulizie Bruxelles Propreté, come segnala il quotidiano Dernier Heure. I dipendenti della società hanno immediatamente contattato le autorità di zona di Montgomery a Bruxelles.

Ora è chiaro che queste informazioni non sono una prova sufficiente per dimostrare definitivamente che gli attentati di Bruxelles siano stati delle false flag, ma sono abbastanza per far credere che la versione ufficiale degli eventi potrebbe essere presa con le pinze, da qualche scettico, in particolare per il fatto che i governi e le agenzie di intelligence occidentali in passato hanno più volte sponsorizzato attentati terroristici false flag per giustificare guerre all’estero o repressioni poliziesche in casa.

Brandon Turbeville – – è autore di sette libri Codex Alimentarius — The End of Health Freedom, 7 Real Conspiracies, Five Sense Solutions e Dispatches From a Dissident, volume 1 e volume 2, The Road to Damascus: The Anglo-American Assault on Syria, e The Difference it Makes: 36 Reasons Why Hillary Clinton Should Never Be President. Turbeville ha pubblicato oltre 650 articoli su vari argomenti incluso salute, economia, corruzione dei governi e libertà civili. Brandon Turbeville conduce un programma radio “Truth on The Tracks” ogni lunedì alle 9 di sera su UCYTV. Il suo website è BrandonTurbeville.com

Fonte: http://www.activistpost.com/

Link: http://www.activistpost.com/2016/03/signs-of-false-flag-in-brussels.html

23.03.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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